Rassegna stampa Cesano Maderno, 14/15-9-2010

mercoledì 15 settembre 2010 | ,




Rassegna Stampa con notizie su Cesano Maderno prese dai giornali di ieri, 14 Settembre 2010, ed oggi, 15 Settembre. Iniziamo da una conferma riguardo ai costi che ricadranno sui cittadini in seguito alla realizzazione di Pedemontana. Avevamo definito in passato questa opera (criticabile già di per sè sotto molti altri aspetti) come una nuova tassa sulla Brianza, vediamo ora confermate le nostre affermazioni di allora nell'articolo di Monica Guzzi alle pagine 2 e 3 del Giorno Monza e Brianza del 15 Settembre 2010 dal titolo "Pedemontana, solo chi paga viaggia":

Undici svincoli, undici portali per l'esazione del pedaggio lungo il tratto brianzolo della Pedemontana. Sparisce, nel passaggio dal progetto preliminare al definitivo, l'ipotesi delle tre maxibarriere centrali a tariffa forfettaria, che prevedeva anche tutta una serie di uscite libere, tra le quali l'automobilista esperto della zona avrebbe potuto cercare di non pagare dazio. Con il nuovo sistema invece si pagherà sempre, perché ogni uscita sarà presidiata dall'occhio elettronico. Il sistema, ha spiegato ieri il direttore di Pdemontana, l'ingegnere Umberto Regalia, durante un'audizione davanti alla commissione Vaibilità e Infrastrutture della Provincia di monza e Brianza, assicura equità all'utente. Mentre la prima formula ipotizzata garantiva un'entrata complessiva al gestore dell'autostrada grazie ai tre grossi svincoli pedaggiati di Lomazzo, Desio e Vimercate (con una tariffa predetermiata) a compensazione delle altre e numerose uscite libere, la nuova soluzione prevista dal progetto definitivo dice l'opposto: pagano tutti, ma ognuno paga solo il percorso fatto, che sia il tragitto da Lazzate a Cornate d'Adda piuttosto che un tratto di pochi chilometri come quello fra Meda e Cesano Maderno o fra Desio e Macherio. E non si pagherà poco: lo temono soprattutto i pendolari della Milano-Meda, per i quali l'equità del «sistema chiuso» suona come una beffa visto che fra meno di cinque anni si ritroveranno a dover sborsare fra i 2 e i 3 euro al giorno (vale a dire circa 50 euro al mese per chi si sposta quotidianamente per motivi di lavoro) per percorrere una tratta oggi gratuita. La nuova autostrada infatti in quel tratto utilizzerà un sedime «vecchio». 


Complessivamente il piano economico-finanziario di progettazione, costruzione e gestione del collegamento autostradale attualmente in gara (i lavori in Brianza dovrebbero partire già nell'autun- no del prossimo anno) illustrato ieri alla Commissione prevede l'estensione della tratta complessiva a pedaggio per ben 98,84 chilometri di asfalto: nel computo entrano anche 23 chilometri in più fra rampe e svincoli, per un 31 per cento in più della lunghezza complessiva dell'asse autostradale. Ciò, si legge nero su bianco nel piano, determinerà «un costo finale per l'utente incrementato nella misura del 31 per cento rispetto alle ipotesi del 2007». Nel dettaglio, si pagherà 0,122 euro (che con le tasse diventerà 0,143) a chilometro per i veicoli leggeri e 0,193 per i mezzi pesanti lungo il percorso Cermenate-Seveso, mentre da Seveso a Usmate si pagherà 0,141 euro il chilometro per i veicoli leggeri e 0,233 per quelli pesanti. Ciò per il primo anno, per arrivare nel giro di trent'anni a una media di 0,313 euro il chilometro. Complessivamente l'autostrada garantirà al gestore un introito annuo di 589,7 milioni di euro. Sarà percorsa il primo anno - 2015 - da 51 milioni di veicoli (41 milioni e 511mila veicoli leggeri e 9 milioni e 402mila mezzi pesanti), per arrivare a 66 milioni nel 2025 e a 78 milioni dieci anni dopo. 


Passiamo al capitolo scuola, con Gabriele Bassani sul Giorno Monza e Brianza del 14 Settembre 2010 a pagina 14 "«Scuolabus, il Comune risparmia le famiglie pagano sempre di più»"

Anche se le scuole si sono riaperte ieri, per mensa e trasporto scolastico a Cesano occorrerà attendere lunedì prossimo. «Ci adeguiamo alla richiesta degli istituto scolastici», ha spiegato il sindaco Marina Romanò, riferendosi all'avviso che nei giorni corsi è apparso negli uffici del Comune e che ha creato qualche malumore nelle famiglie. «L'indicazione di avviare i servizi di mensa, trasporto, pre e post scuola il 20 settembre è arrivata direttamente dagli istituti». Nel frattempo sul fronte politico resta la polemica per la riorganizzazione del servizio degli autobus. Secondo il Partito democratico ci saranno «meno servizi agli studenti e più costi per le fami- glie». «Dopo la mannaia che si è abbattuta sulle tariffe delle mense scolastiche, ora è il turno dei trasporti», denunciano dal Pd. «I genitori degli scolari cesanesi vedranno lievitare il costo del trasporto del 10%. Ma l'assurdo è che questo aumento del 10% non trova alcuna giustificazione in quanto, la nuova ditta che si è aggiudicata l'appalto, l'azienda campana Angelino, ha ridotto il costo annuo di oltre il 30%, passando dai 296.449 euro che il Comune ha pagato per l'anno scolastico 2009/2010 ai 201.568 euro che saranno richiesti al Comune per l'anno scolastico 2010/2011. 
Una forte riduzione però giustificata da minori servizi, infatti sarà tolto il servizio di assistenza per gli scolari (ad eccezione delle materne) e così gli autisti dovranno, ol- tre che guidare, anche sorvegliare i nostri giovani cesanesi». Per il partito d'opposizione si tratta di un peggioramento del servizio «con buona pace del sostegno e dell'aiuto alle famiglie tanto sbandierato ma mai applicato dalla maggioranza Lega-Pdl». «Abbiamo cercati di ridurre i costi per il Comune razionalizzando il servizio ed eliminando sprechi e inefficienze, per esempio rivedendo i percorsi in modo da non lasciare autobus semivuoti come accadeva prima», ribatte il sindaco Marina Romanò. «In questo modo è possibile garantire il servizio con 5 autobus anzichè 6. Il livello di copertura del servizio da parte degli utenti era estremamente basso, al 16%, mentre ora lo portiamo al 29% riducendo i costi a carico dell'intera collettività, mente abbiamo sviluppato anche politiche per incentivare il Pedibus». Tolto anche il servizio di sorveglianza sui mezzi Resta solo per te materne 


Sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 17 troviamo lo sconcerto per la decisione del Comune di non avviare il servizio Scuolabus in concomitanza con l'inizio dell'anno scolatisco "Scuolabus fermi fino a lunedì prossimo":

E' partita la scuola, ma lo Scuolabus no. Il ritorno sui banchi degli studenti cesanesi ha portato con sé qualche perplessità, da parte di quei genitori che affidano i propri figli al pullman perché im- possibilitati ad accompagnarli personalmente. Per i primi sette giorni, infatti, dovranno organizzarsi diversamente, perché il servizio avrà inizio solo con il 20 settembre. Torna così al centro delle discussioni il trasporto scolastico, mai così chiacche- ve gli Scuolabus erano ormai da più di vent'anni targati «Bonfanti». Sulle modalità del servizio per l'anno nuovo, invece, si è recentemente espresso il Pd locale, chiedendo i motivi della riduzione decisione che investe tutti i servizi collegati alla realtà scolastica (quindi anche mensa, pre e post-scuola) presa di comune accordo con i dirigenti che hanno scelto la data del 20 settembre come quella del ritorno in classe a pieno regime. 
I primi sette giorni di scuola, infatti, saranno a orario ridotto, per garantire l'adattamento dei ragazzi. «Posticipare l'inizio dei servizi potrà forse comportare qualche sforzo in più ai genitori dal punto di Deciso di comune accordo con le direzioni didattiche, non solo pullman ma mensa, pre e post-scuola partono a sette giorni dal ritorno sui banchi: «Prima settimana di ambientamento con orari ridotti» rato come alla vigilia di questo anno accademico. Curiosità aveva suscitato la scoperta che ad aggiudicarsi il bando era stata la ditta «Angelino», del napoletano, una novità nel panorama cesanese do- dei mezzi impegnati e l'assenza di assistenza a bordo. Oggi, infine, alle lamentele dei genitori che chiedono il perché del posticipo di una settimana, il Comune cesanese spiega che si tratta di una vista organizzativo - ha ammesso uno dei dirigenti scolastici cesanesi, Giordano Cassetta - ma l'inizio a regime ridotto va tutto a favore del miglior inserimento dei nostri studenti». 


Un articolo che riassume la situazione scuola si trova sul Giorno Monza e Brianza del 14 Settembre 2010 alle pagine 2 e 3 "Tagli di insegnanti e risorse in calo: nel mirino la riforma Gelmini":

Rientro a scuola amaro per insegnanti e operatori scolastici a causa dei tagli a organici e orari praticati dalla riforma Gelmini. L'istituto San Fruttuoso ha deciso di evitare gite e progetti con enti esterni per protestare contro blocco del turnover, pesante riduzione del personale, carenza di risorse. Dello stesso avviso anche i docenti dell'Istituto tecnico Mapelli a cui però il preside Antonio D'Alterio propone: «Portiamo avanti solo una selezione mirata di progetti e poi inviamo un documento al Ministero per manifestare il nostro malcontento». Il disagio è generalizzato, come spiegano Antonia Grazioli, delegata Cisl per la scuola e Enzo Palumbo della Cgil. Giovedì all'Hotel Michelangelo a Milano si terrà un'assemblea delle Rsu dei lavoratori della scuola con le segreterie nazionali per fare il punto sulla situazione. Per la scuola elementare in Brianza mancano 2 o più insegnanti per scuola per coprire le 40 ore, «ciò vuol dire - spiega Antonia Grazioli - che bisogna riorganizzare il Piano dell'offerta formativa». Al primo circolo di Cesano Maderno un docente arriva a coprire a rotazione fino a 5-6 classi «altro che maestro unico», fa os- servare Enzo Palumbo. Alle medie taglio di ore per tecnologia, lettere, inglese e sostegno. «In provincia di Monza e Brianza - dice Palumbo - ci sono 12mila casi di bambini diversamente abili e proprio in questo settore si riduce il personale. 
In una settimana di settembre abbiamo avuto più di 200 segnalazioni di casi gravi e sono stati concessi solo 152 insegnanti in più per tutta la vecchia Provincia di Milano, privilegiando i più piccoli delle elementari, mentre quasi nessuno è stato concesso a medie e superiori». Lo stesso vale per i bidelli: le scuole di Milano e Monza e Brianza ne hanno chiesti 400 aggiuntivi e ne sono stati concessi solo 90 su 490. Il criterio: un bidello in più solo agli istituti con più di 5 edifici scolastici. «Ogni scuola ha bisogno di almeno 2 bidelli - ricorda Palumbo per pulizia e vigilanza». Situazione delicata per le superiori dove, da quest'anno parte la riforma. Per ora confusione su cattedre e posti, insegnanti costretti a spiegare materie che non conoscono. La Cgil ha fatto un comunicato al personale di ruolo perché non accetti spezzoni di cattedre, per lasciare così il posto ai colleghi precari. Cambio di vertici all'istituto Olivetti di Monza (commerciale e alberghiero). Al posto di Annunziata Bonamassa entra Ferdinando D'Alfonso (già preside dell'Ipsia), come reggente. «Calano le ore da 36 a 32 - dice - la formazione diventa più teorica, anche se dopo i 5 anni i ragazzi devono uscire addestrati sul campo. Ci devono dire come fare».


Veniamo ora alla questione Ambrosia, questa volta sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 17 "«Pochi fondi disponibili, meno sfalci»"

«Pochi soldi, meno sfalci». Si parla della fastidiosa ambrosia, che tanto impensierisce e - soprattutto - infastidisce gli sfortunati afflitti dalle allergie. La scorsa settimana, il consigliere d'opposizione Vittorio Costantini aveva segnalato la triste situazione di degrado degli orti comunali di Cassina Savina dove, tra le molte piante incolte, prolifica la principale responsabile dei disturbi di fine estate. Ma non è quella l'unica zona della città in cui si segnalano le sgradite presenze di ambrosia. «Il problema è uno solo - ha ammesso l'assessore all'Ambiente Giuseppe Mazzacuva e cioè la difficoltà economica del Comune. La mancanza di fondi ha reso necessaria una diminuzione degli sfalci, tra maggio e settembre il numero previsto è passato da otto a cinque, in pratica uno al mese». I risultati si vedono. «Come da programma - ha proseguito l'assessore - alla fine del mese di agosto siamo partiti con uno sfalcio, a poco a poco stiamo girando la città, il problema quindi dovrebbe attenuarsi». Per quanto riguarda la situazione particolare degli orti, Mazzacuva ha ribadito quanto già affermato dal sindaco sette giorni fa, e cioè che gli uffici sono al lavoro sulla questione, perché si arrivi al più presto all'assegnazione degli spazi incolti, a tutto vantaggio dell'aspetto ormai degradato dei terreni. «Ho provveduto a un sopralluogo della zona - ha spiegato - Ora attendiamo l'emissione del bando per l'affidamento degli orti, già entro ottobre dovrebbero esserci dei passi avanti». 


Come ci è stato fatto notare oggi sul nostro profilo Facebook l'ex Assessore Regionale Ponzoni, grande burattinaio della politica cittadina del centrodestra a Cesano Maderno, ha rifiutato oggi di dimettersi dalla carica di segretario dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale lombardo. Su Cronacaqui del 15 Settembre 2010 a pagina 5, troviamo un riassunto delle ragioni che avevano fatto reclamare da più parti le sue dimissioni "Abusi edilizi, corruzione e quelle telefonate dei malavitosi":

Trenta marzo 2010. Roberto Formigoni è appena stato rieletto governatore della Lombardia per il quarto mandato consecutivo. In Brianza, Massimo Ponzoni festeggia le llmila preferenze. La notizia, però, è un'altra. In quelle ore, la Guardia di finanza sta perquisendo gli uffici dell'ex assessore all'Ambiente su input della Procura di Monza. Si indaga sul fallimento della Pellicano, la società immobiliare che per un certo periodo Ponzoni ha gestito con gli ex colleghi di giunta Massimo Buscemi e Giorgio Pozzi, e con Rosanna Gariboldi, ex assessore provinciale di Pavia e moglie di Gran Carlo Abelli, arrestata a ottobre 2009 nell'ambito dell'inchiesta Montecity (ha poi patteggiato una pena di due anni per riciclaggio con la confisca di un milione e 200mila euro). È solo l'inizio per Ponzoni di un periodo per lo meno "problematico". 
In verità, la famiglia dell'ex assessore aveva già dovuto fare i conti con il Tar a inizio 2009, quando i giudici hanno condannato la ex moglie, il cognato e la suocera per abuso edilizio in relazione a una vicenda partita cinque anni prima, nel 2004. Argentino e Annamaria Cocozza, cognato e moglie del politico brianzolo, insieme alla madre Maria Cacioppo, erano stati segnalati al Comune di Cesano Maderno, per una villetta abusiva a loro intestata, costruita su un terreno agricolo non edificabile. Nonostante i numerosi ricorsi, non scampano la condanna. Nemmeno il tempo di quietare le acque, e Ponzoni finisce nell'occhio del ciclone, questa volta in prima persona, per il fallimento della Pellicano, per il quale la Procura di Monza gli notifica un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta. In ballo, ci sono 200mila euro spariti dai registri. Siamo a fine marzo 2010. A maggio, un altro colpo. Durissimo. Ponzoni che nel frattempo continua a proclamarsi innocente - risulta indagato anche per corruzione in un fascicolo aperto dalle Procure di Monza e Milano (qui, sotto la guida della Direzione distrettuale antimafia). 
Si sospetta che Ponzoni abbia intascato una tangente di 250mila euro per agevolare il Piano regolatore dei territorio del suo Comune di origine, Desio, in combutta con l'ex assessore brianzolo Rosario Perri. Poche settimane dopo i problemi di Ponzoni riguardano il fallimento di un'altra società immobiliare, la Mais Srl, di cui il consigliere regionale risulta tra gli amministratori: a impensierire gli inquirenti sono i frequenti scambi di denaro tra la Mais e la Pellicano. Un mese dopo - e siamo al 13 luglio scorso scoppia lo scandalo degli appalti legati alla 'ndrangheta, che porta, solo nel Milanese, a 160 arresti. Ponzoni, Perri e altri politici sono nelle intercettazioni. In una telefonata del gennaio 2009 uno dei malavitosi dice: «Io per Ponzoni l'ultima volta che è andato su ho speso lomila euro di matite, omaggio per chi vota... Ponzoni è culo e camicia con Formigoni, e Formigoni muove centinaia di milioni di euro». L'avviso di garanzia non arriva. Ma è una doccia fredda. Gelata.


Ritorniamo sulla vicenda Vaghi-Perri-Ponzoni sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 16 "Vaghi chiama Perri, intercettati":

«Abbracciare Massimo Ponzoni in piazza della chiesa? Una frase simbolica, un modo per mostare che durante la mia Amministrazione le pratiche edilizie non hanno mai avuto nome». Parola di Paolo Vaghi, ex primo cittadino finito tra gli intercettati della Procura milanese. Nessuna rilevanza penale, va detto prima di tutto, nelle conversazioni con il desiano Rosario Perri, assessore provinciale fino a qualche settimana fa, più volte citato - non figura però tra gli indagati - nella maxioperazione antindrangheta condotta in luglio dai Carabinieri del gruppo di Monza. Due telefonate datate febbraio 2009, a tema l'abuso edilizio a carico dei famigliari dell'allora assessore regionale all'Ambiente Ponzoni. In quell'occasione, Vaghi era stato contattato per un commento da un giornalista di «Repubblica». Il giorno dopo, dalle pagine del quotidiano era emersa un'immagine gongolante del primo cittadino cesanese, dipinto come uomo di centrosinistra soddisfatto di poter punire l'avversario politico e di puntare il dito contro le sue contraddizioni. 
Si snodano proprio intorno al pezzo di «Repubblica» le conversazioni di Vaghi e Perri, con l'ex primo cittadino che telefona al desiano - vicino a Ponzoni per avvisarlo che il giornalista l'ha cercato più volte: «Io mi sono negato - dice Vaghi nell'intercettazione - poi l'ho ri- chiamato cercando di minimizzare, questo qua però era a conoscenza di tutto, ma delle virgole». Perchè l'allora sindaco si sia sentito in dovere di mettere in guardia Perri in vista dell'articolo in uscita è la domanda che ha risvegliato la maliziosa curiosità di chi si diletta con il «gossip politico»: «Non capisco quelli che rifuggono dal dire di conoscere questa persona - risponde Vaghi - Io, con la coscienza pulita, non ho paura di ricordare il rapporto di ottima conoscenza che mi legava a Perri. Lavorando per Gelsia, io dalla parte di Cesano, lui da quella di Desio, avevamo avuto incontri assidui per più di un anno e volevo metterlo al corrente di quanto sarebbe accaduto di lì a poco». 
Il giorno successivo, infatti, il pezzo viene pubblicato e di nuovo Vaghi chiama Perri: «Me l'hai fatta brutta», esordisce il desiano. «L'atteggiamento che mi hanno fatto venire fuori non è assolutamente quello che ho avuto io», risponde il sindaco. «I rapporti che stavamo tentando, con una tela, con una ragnatela purtroppo si sono rovinati con questa storia», incalza Perri, mentre Vaghi si scusa e si dichiara, parlando di Ponzoni, «disposto ad incontrarlo in piazza della chiesa a Cesano, ad abbracciarlo». «L'ultima cosa che mi interessava, ai tempi di quella storia dell'abuso edilizio - spiega ora il leader dell'opposizione cesanese - era dare fiato alle trombe di chi voleva cavalcare politicamente la cosa. Per questo avevo anche preso le distanze dall'articolo di "Repubblica" con un comunicato, non mi interessava passasse l'idea che stavo gongolando». I motivi? «I buoni rapporti da mantenere, nell'interesse di Cesano e dei suoi cittadini, con Desio. Quella "tela" di cui parla Perri è proprio l'asse tecnico che, grazie a Gelsia, come già detto, avevamo raggiunto, a tutto vantaggio della nostra città e di chi ci abita». «Quando, nella telefonata, chiedo scusa - aggiunge - è perché non sono stato in grado di ribattere all'incalzare del giornalista, a fargli capire che l'unica cosa che mi interessava era che a Cesano venisse rispettata la legge, ma che le pratiche edilizie, per quanto mi riguarda, non hanno mai avuto nome». «Abbracciare Ponzoni? - conclude - E' un'affermazione dal sapore simbolico, ovvio. In ogni caso, ho sempre voluto tenere ben scissi gli aspetti politici da quelli personali».


Ancora sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 16 "Il Comune e i Moscato: «Non favori ma contenziosi»":

«Mai fatto favori ai Moscato». E' diventato quasi un tormentone, quello che sono costretti a ripetere l'ex sindaco Paolo Vaghi e il suo assessore all'Edilizia Giuseppe Grassi da quando, ormai più di un mese fa, un'intercettazione tra l'arrestato Annunziato Moscato e un suo affiliato aveva fatto emergere il tentativo del «boss» di intervenire sulla multa per abuso edilizio arrivata a un parente del suo interlo- cutore. Una storia già finita sui giornali parecchie volte, nonostante fosse stato chiarito e provato già da settimane che quella sanzione non era mai stata cancellata ma che anzi è tuttora in fase di pagamento, essendo stata rateizzata. Nessuna cortesia, insomma. «E non è tutto qui - ha voluto sottolineare Grassi - ci sono altri due episodi che, durante il periodo del mio assessorato, hanno visto aprire dei contenziosi tra il Comune cesanese i Moscato». «Il primo - ha proseguito riguarda il cambio d'uso di una palazzina di via Copernico, inizialmente adibita ad attività d'ufficio e trasformata dall'impresa di uno dei fratelli a fini residenziali. E' stata dunque contestata la variazione d'utilizzo, con conseguente pagamento della differenza di valore». Il secondo episodio riguarda la richiesta degli imprenditori di realizzare alcuni parcheggi di fronte a un loro capannone in via Per Desio, scomputandoli dagli oneri di urbanizzazione. «Abbiamo detto di no - ha spiegato Grassi - Considerando la zona in cui sarebbero stati realizzati, abbiamo ritenuto inesistente la condizione dell'utilità pubblica per quei posti auto». 


Passiamo all'argomento del vandalismo e degli schiamazzi notturni, sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 18 "«Noi, giovani teppisti? Dateci un posto dove poterci incontrare»":

«Ma non ha paura che la aggrediamo?». I ragazzi di Molinello puntano sull'ironia. Sono stati accusati pubblicamente di essere dei giovani teppisti, autori di atti vandalici, colpevoli delle notti insonni di chi vive di fronte alla chiesa di San Pio X. «Come rispondete a chi vi descrive come dei baby-barbari?» abbiamo chiesto loro, raggiungendoli in una delle tante serate che li vede fare gruppo sul sagrato, o poco distanti dall'ingresso del teatro, dove stazionano e fanno sue già con i loro rumorosissimi motorini che, in effetti, non devono rendere facile prendere sonno a chi ha la sfortuna di abitare dall'altro lato della strada. Una ventina di ragazzi e ragazze, di 16 e 17 anni - ma spesso il numero cresce fino a un'ottantina di giovani «perché qui le compagnie che si trovano sono tre o quattro», ci raccontano - che forse parlano a voce un po' troppo alta, ma con una certa educazione e dando del «lei». E non sono molto contenti di farsi dipingere come piccoli criminali: «Da quello che raccontano sembra che siamo teppisti, che spaventiamo la gente, non le sembra esagerato? - chiedono - E' vero che facciamo "casino", ma non abbiamo mai minacciato nessuno». 
All'obiezione che la porta a vetri del Don Pedretti non può certo essersi rotta da sola, rispondono con un invito a non generalizzare: «Qualcuno che fa queste cose c'è, ma non per questo vogliamo passare per vandali e andarci di mezzo tutti quanti». Dicono che le lamentele sul loro conto sono «un po' esagerate». «Pochissimi restano qui anche fino alle due o alle tre di notte - spiegano ma è solo qualche volta. La maggior parte di noi a mezzanotte se ne va». E i genitori cosa dicono? Qualcuno racconta che dopo il diffondersi di voci e articoli sulle malefatte dei «giovani della piazza» ha dovuto rispondere alle domande di mamma e papà, che si chiedevano se davvero i loro figli fossero capaci di rigare le auto e spaventare i passanti. «Certo che - ammettono alcuni con amarezza - la nostra parola vale sempre meno di quella degli altri, solo perché siamo più piccoli». 
«Ci riuniamo tutti qua - concludono - perché di altri posti dove stare insieme la sera non ce ne sono. A volte andiamo al cinema, ma si spende...». Qualche richiesta? «Sì. Ci vorrebbe un parchetto dove poterci trovare, che sia aperto anche la sera, con i cestini, le luci, un posto dove tenere al coperto i motorini». Peccato che proprio pochi giorni fa proprio uno dei parchi cesanesi sia stato obbligato alla chiusura dai danni di ignoti vandali... «Non dobbiamo pagare tutti per qualche cretino», ribadiscono. Nel frattempo, mentre le lamentele dei residenti non si placano, sul tema dei danni e dei vandalismi interviene anche l'Amministrazione. «Abbiamo messo in atto tutti i controlli - ha spiegato il sindaco Marina Romane - La Polizia locale nelle uscite serali ha ordine di verificare la situazione dei parchetti, dove è attiva anche la Protezione civile. In più ci sono le pattuglie dei Carabinieri. Insomma, l'attenzione c'è. Rimandiamo il problema, però, anche alla coscienza delle famiglie. L'Amministrazione è impegnata su questo fronte, ma il ruolo fondamentale nel prendere posizione e controllo sull'operato dei nostri giovani è in mano ai genitori». 


Sempre sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 19 "«Le Stelle», serata finale per i ragazzi del campo estivo":

Hanno festeggiato con balli, musica e molto altro ancora la fine dell'estate e dei giorni che li hanno visti crescere e giocare insieme. Sono i ragazzi e le ragazze che hanno frequentato il centro estivo della cooperativa sociale «Le Stelle». Giovedì, il ristorante «La Montina» - che li ha ospitati nelle ultime settimane - è stato il teatro delle loro esibizioni finali. Ad applaudirli il pubblico delle famiglie e degli amici, nel quale hanno trovato posto anche alcuni rappresentanti dell'Amministrazione comunale. Sono circa ottanta, in tutto, i giovanissimi tra i 6 e i 13 anni che hanno passato l'estate insieme agli educatori delle «Stelle», numeri importanti per una realtà che - i risultati parlano chiaro - svolge un ruolo importante nel panorama sociale di Cesano. Appena terminato il centro estivo, infatti, ripartono le attività del centro di aggregazione giovanile. Anche se le difficoltà non mancano. Qualche mese fa avevamo raccolto l'appello di Daniela Scotti, presidente della coperativa, che chiedeva maggior cooperazione da parte del Comune cesanese: «I1 sociale ha bisogno di collaborazione e comunicazione», ci aveva detto allora. «Passi avanti - ammette ora - per adesso non ci sono stati. Inoltre, siamo alla ricerca di una sede che ci permetta di portare avanti adeguatamente i nostri progetti». 


Infine, ancora sul Giornale di Seregno del 14 Settembre 2010, a pagina 19, troviamo un articolo dedicato alla meritevole iniziativa di un nostro giovane concittadino "Un mese in Africa, l'estate nigeriana di un giovane cesanese":

In lingua ioruba l'hanno chiamato Jhemy, «abbracciato da Dio». Ha vissuto per un mese a Ibadan, in Nigeria, in una missione di padri guanelliani, spendendo la sua estate in mezzo a bambini da far giocare, fattorie da ridipingere e una terra da conoscere. «Ho deciso di partire perché lo desideravo da tempo, perché volevo vedere l'Africa, perché amo le percussioni e perché questo è il mio spirito, mi piacciono i viaggi». Nazareno Romanò ha 28 anni, vive a San Pio X e lavora come giardiniere a Binzago. E questi sono i suoi racconti africani: «Ibadan è una città enorme, ha quasi quattro milioni di abitanti. Nella missione in cui vivevo il contesto era "europeo", noi avevamo la corrente, fuori non c'era o solo ogni tanto. La gente non si può permettere praticamente niente, la povertà è enorme, le case di fango, la maggior parte delle persone sono agricoltori ma il lavoro è un grossissimo problema. La Nigeria è uno degli stati più pericolosi dell'Africa, ci sono problemi tra cristiani e musulmani e uno stato di guerriglia continua, spesso si sentivano gli spari». 
I guanelliani che l'hanno accolto si prendono cura, durante l'anno, di disabili: «In agosto, però, tornano dalle loro famiglie e la missione ospita una specie di campo estivo per i ragazzi della zona, dai bambini di 5 o 6 anni agli adolescenti ha spiegato Nazareno - I seminaristi facevano lezio- ne, io e un'altra ragazza italiana che era con me ci occupavamo del gioco e dell'animazione». Più di duecento bambini, con cui - nonostante le difficoltà oggettive della lingua - non era difficile comunicare: «Non avendo la televisione, o Internet, loro hanno poche nozioni sull'attualità, non chiedono quasi mai cosa succeda al di fuori dal loro mondo, a parte quando si tratta di calcio. Dell'Italia conoscono solo quello, il pallone, per il resto sanno a malapena dove sia. Vedendomi bianco credevano che fossi americano e ricco. E poi sono molto fisici, amano il contatto, mi abbracciavano... mi chiedevano il perché delle diversità che notavano, dei miei capelli, dei peli sulle braccia». Vita a stretto contatto con i ragazzi, e lavoro: «Dopo un poi missionari mi hanno messo ad aggiustare finestre, imbiancare la fattoria, ho anche macellato una mucca». 
Mal d'Africa? «Lì mi sono sentito a casa e ho amato la vita comunitaria, il fatto che loro dividano tutto. Mi dicevano che una volta a casa sarei stato più attento alle cose semplici, a non sprecare nulla... Devo essere onesto, in questo non ho sono cambiato, perché la vedevo già così. Mi sono sentito grato di essere nato in Italia, loro farebbero qualsiasi cosa per avere tutto quello che ho io. Lì hanno bisogno di tutto, ti chiedono di essere portati via, e io li avrei portati a casa tutti quanti». 


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