Pedemontana: finalmente la verità. Ed era quella predicata da tempo dai movimenti.

giovedì 29 luglio 2010 |



Quanto predicato dai movimenti e dai comitati cittadini da mesi (per non dire da anni) sulla grande truffa di Pedemontana è stato finalmente ufficializzato.
Grazie ad un bell'articolo di Luca Scarpetta del Cittadino di Monza ("Pedemontana: la «tratta dei brianzoli» al casello"apprendiamo con chiarezza quanto emerge dal Piano economico e finanziario del progetto, che è finalmente stato svelato dopo che Pedemontana lombarda lo ha tenuto secretato per mesi. Ed il conto per la Brianza sarà il più salato. 
Un piano da cui emergono soltanto due certezze: da un lato l'unico finanziamento disponìbile e sicuro rimane quello di 1 miliardo 245 mila euro stanziato dal governo Prodi sui 5 miliardi complessivi del costo dell'opera; dall'altro la Pedemontana verrà realizzata grazie al pedaggiamento che sarà riscosso soprattutto sul tratto che interessera Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Meda e Seveso, ovvero la B2. 
PEDAGGIAMENTO. B2 che a questo punto rappresenta la vera gallina dalle uova d'oro per fare quadrare i conti del progetto, mes­so al sicuro oltretutto dallo stesso sistema di pedaggiamento che, al contrario di quanto è sempre stato sostenuto, sarà di tipo «chiu­so» su tutta l'opera, mentre nei progetti fino ad oggi visionati le tratte A, B e C dovevano presentare pedaggiamenti di tipo «aperto», cioè una somma fissa (ma in base alla clas­se del veicolo) qualsiasi fossero i chilometri percorsi.
+31% PER L'UTENZA. Non solo, perché il Piano ha previsto un'estensione del tratto da pedeggiare pari a 98.84 chilometri: «in li­nea con la normativa in materia - si legge nel documento - si è provveduto ad aggior­nare lo sviluppo chilometrico tariffato, con­siderando anche la lunghezza degli svinco­li e tariffando parte di tale estensione [23.47 km sui 34.42 km disponibili per gli svinco­li), per un totale di 98.84 km (+31% circa ri­spetto alla lunghezza dell'asse autostrada­le)». Una percentuale che di fatto rappre­senta l'incremento dei costi per la colletti­vità: «L'aggiornamento dello sviluppo chi­lometrico pedaggiato determina un costo fi­nale per l'utente incrementato nella misu­ra del 31 % rispetto alle ipotesi del Piano del 2007». 
QUADRO ECONOMICO A +20% Lo stesso costo del quadro economico dell'opera ri­sulta aumentato del 20%, precisamente di 683 milioni di euro, a causa dell'aumento del costo delle opere, degli extracosti dovu­ti alle prescrizioni del Cipe (115 milioni di euro), dell'incremento del costo degli espro­pri e degli indennizzi di 426 milioni 635 mila euro (addirittura del 98%), e per la di­minuzione nelle somme a disposizione (-238 milioni 800 mila euro). 
TAGLI. Le ombre dei tagli della manovra fi­nanziaria non metteranno a rischio la realiz­zazione dell'opera. È quanto assicura l'as­sessore regionale alle Infrastrutture Raffae­le Cattaneo; «La Pedemontana è un'opera fondamentale per il territorio e non corre alcun pericolo di non essere realizzata; si autofinanzia all'80% e il mi­liardo di euro di contri­buti   pubblici   viene stanziato    attraverso una  legge apposita non toccata dalla ma­novra».
PIANO FINANZIARIO. Ma il quadro inerente alle fonti finanziarie re sta un punto interrogativo: nel piano ci sono mol­te ipotesi sulle modalità di finanziamento del progetto, ma fondi concreti non se ne ve­dono; prospetto che conferma le diffi­coltà a raccogliere investimenti sul mercato finanziario. 


 Lasciando ulteriori approfondimenti alla rassegna stampa di domani, ci sembra scontato rimarcare quanto, ancora una volta, si manifesti falsa e menzognera la natura della nostra classe politica ed economica.

Vorremmo però cogliere l'occasione per concludere riportando qualche riga di un uomo e docente straordinario, che ci ha lasciato qualche anno fa insieme alla sua lungimirante intelligenza.

“Un movimento è la mobilitazione di un attore collettivo, definito da una specifica solidarietà, che lotta contro un avversario per l’appropriazione e il controllo di risorse valorizzate da entrambi. L’azione collettiva di un movimento si manifesta attraverso la rottura dei limiti di compatibilità del sistema entro cui l’azione stessa si situa. Un movimento non si limita dunque a manifestare un conflitto, ma lo spinge al di là dei limiti del sistema a cui fa riferimento (rompe cioè con le regole del gioco, propone obiettivi non negoziabili, mette in questione la legittimità del potere e così via).”

Alberto Melucci - "L'invenzione del presente"  

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