Rassegna: Il Cittadino del 30/6/2012

sabato 30 giugno 2012 | ,



Rassegna Stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie relative alla nostra Città in edicola oggi Sabato 30 Giugno 2012, sul Cittadino - Valle del Seveso.


«Il problema non sono i cinesi, la via è lasciata al suo destino»
Il parere di tre storici commercianti con attività in corso Libertà Marciapiedi sconnessi, poche iniziative: «Qui serve un rilancio»

L'arrivo di due nuove attività commerciali cinesi lungo corso Libertà cambierà qualcosa? Per i negozianti i problemi non sono la concorrenza o la svalutazione della zona, piuttosto il rispetto delle regole e la riqualificazione di una strada fin troppo dimenticata.
ATTIVITÀ STORICHE
Questo è l'umore che abbiamo raccolto in tre storiche attività che si affacciano sul tratto di corso Libertà compreso tra l'ex stazione e via Volta. Lorena 01-tolini gestisce il negozio d'abbigliamento al numero 25 con Giorgio Avataneo ex, assessore ai gemellaggi per Marina Romane. Le vetrine hanno cent'anni di storia alle spalle e i clienti continuano ad avere fiducia.
«Sinceramente non sono preoccupata, basta che non ci creino problemi - dichiara Oltolini - quello che ci vuole, piuttosto, è un maggiore controllo da parte degli enti preposti e regole da rispettare per tutti». Attraversiamo la strada ed entriamo nell'Ottica Cesana. Anche questo negozio ha una lunga storia alle spalle. Il titolare, Raffaele Sapone, vorrebbe un'organizzazione del commercio più propositiva e volta al rilancio: «Insomma, perché invece dei parrucchieri cinesi non si punta sui giovani? Bisogna dare spazio ai nuovi imprenditori locali e poi ci vuole il rispetto delle regole. Noi siamo un'ottica, per offrire il servizio, abbiamo un diploma e personale qualificato». Sapone fa poi un discorso più generale: «Il vero problema non sono i cinesi, piuttosto in corso Libertà manca un boulevard del commercio. Ci sono tanti bar, tante banche, palazzi con negozi vuoti al piano terra ed è un peccato: ogni spazio dovrebbe essere pieno e le vetrine proporre cose nuove». Sapone lancia così l'idea Melegnano «dove tutte le domeniche del mese il mercato si trasferisce in centro e i negozi sono aperti. Si registra sempre il tutto esaurito».
IL FARMACISTA
All'angolo tra corso Libertà e corso Roma si affaccia la farmacia del dottor Piero Gusmani, lui è stato persino premiato dal Comune come cittadino benemerito. «Non sono i cinesi che rovinano la qualità della via, è la stessa strada a versare in uno stato pietoso. Mio fratello è su una sedia a rotelle, quando qualche mezzogiorno decidiamo di andare a mangiare al ristorante, percorriamo il marciapiede di corso Libertà ed è impossibile. Stretto, sconnesso, un disagio che deve essere risolto». Gusmani punta il dito anche sul problema traffico: «Segnalo praticamente periodicamente i pullman che abbattono i paletti a protezione del tratto di marciapiede davanti al mio negozio. Per me questo tratto di corso Libertà andrebbe regolamentato a senso unico di marcia».
Cristina Marzorati


Taglio e piega: la Padania cede alla Cina
Dove solo pochi mesi fa c'era il quartiere generale della Lega nord apre un parrucchiere d'Oriente E poco distante, sempre in corso Libertà, ve ne sarà un secondo. É la nuova Chinatown cesanese?

Il quartìer generale della campagna elettorale dei padani presto vestirà i colori della Cina. La liberalizzazione del commercio è arrivata anche a Cesano Maderno e in particolare lungo corso Libertà, dove al massimo entro un mese apriranno ben due parrucchieri cinesi, a una decina di metri uno dall'altro.
NUOVA DESTINAZIONE
Nota curiosa: una delle attività è vicina al passaggio a livello dell'ex stazione ferroviaria, dove fino al maggio scorso si trovava la sede della campagna elettorale pro Marina Romano, la numero uno dei Lumbard di Cesano Maderno, ricandidata sindaco.
Insomma, bastava transitare lo scorso mese di maggio dal centralissimo corso Libertà, per notare sventolanti e verdeggianti bandiere del Carroccio fuori dalle vetrine, mentre tra qualche settimana un sorridente volto dagli occhi a mandorla sarà in testa a un manifesto con pubblicizzate le tariffe per taglio, piega e sciampo made in China. Lo stesso succederà non lontano dall'incrocio semaforico tra corso Libertà e corso Roma, dove in questi giorni gli operai sono già al lavoro per installare lavandini, specchi e poltroncine, per una nuova attività di coiffeur.
MADE IN ITALY CHIUSO
Qui, fino allo scorso anno, c'era una vera e propria boutique del made in Italy, un negozietto di generi alimentari di alta qualità: dal prosciutto crudo di San Daniele ai formaggi di fossa e altre prelibatezze in arrivo dal Belpaese.
Il titolare ci aveva anche contattati, amareggiato dei continui mercatini organizzati dall'amministrazione comunale in cui si vendevano proprio prodotti alimentari particolari, facendo di fatto concorrenza alla sua attività.
Vuoi il fattore concorrenza, vuoi la crisi, purtroppo la bottega ha chiuso e dove si poteva gustare la vera cucina italiana, lavoreranno almeno una manciata di cinesi indaffarati a colorare capelli, fare tagli e assicurare alla cliente di turno una piega perfetta a prezzi ben al di sotto di quelli di mercato.
LA PÌCCOLA PECHINO?
Insomma corso Libertà si sta trasformando gradualmente in un boulevard orientale, piccola Pechino di Cesano? Non è proprio così. Se è vero che a breve apriranno due negozi cinesi, lungo il tratto di corso Libertà compreso tra il passaggio a livello e l'incrocio semaforico ci sono negozi storici, una boutique dell'abbigliamento degna delle vie della moda milanesi e, ironia del destino, mentre due operatori in arrivo dalla Cina investiranno, un altro se n'è andato. Si tratta del titolare del bar all'angolo con via Parini, che ha chiuso definitivamente i battenti. Chi riaprirà? Un italiano.
Cristina Marzorati


L'EX ASSESSORE AL COMMERCIO, DI PROFESSIONE PARRUCCHIERE
Michele Santoro: «Per loro sembra tutto più facile»

«Mi pongo solo una domanda: per aprire un salone da parrucchiere, è necessario avere un diploma, ottenuto dopo un corso professionale di tre anni, riconosciuto dalla Regione Lombardia. Come può un cinese soddisfare questo requisito?». Sono le parole di Michele Santoro, assessore al Commercio quando sindaco era Marina Romano, presidente di "Un futuro per Cesano", oggi all'opposizione, parrucchiere titolare di uno storico salone di via Como e oltretutto tra i fondatori della Sacai (Scuola acconciatori cesanesi artigiani italiani). Non potevamo che interpellare lui su uno degli argomenti più caldi dal fronte commerciale: la crescente concorrenza cinese. «Nonostante un ragazzo lavori da me anche per anni, acquisendo una buona professionalità - spiega Santoro - non potrà mai aprire un'attività in proprio, se prima non ha frequentato una scuola professionale riconosciuta dalla Regione. A questo punto mi viene da pensare che la domanda d'inizio attività in corso Libertà, in realtà sia stata presentata da un italiano e poi nel negozio lavorano parrucchieri cinesi». Che come punto di forza hanno il prezzo. «Non mi spiego come possano proporre un taglio a 8 euro. Se ho un dipendente, lo pago almeno 15 euro l'ora, poi ci sono le tasse, il contratto d'assunzione e la cifra raddoppia. Un taglio da 8 euro nemmeno ripaga i costi». Un altro tema di forte discussione è la concentrazione di attività identiche in pochi metri. «Questo aspetto purtroppo è superato da tempo. La liberalizzazione è totale, non ci sono più limiti. Una volta c'era la commissione parrucchieri, adesso non esiste più nemmeno quella». Così rispetta assolutamente la normativa vigente la curiosa coincidenza che a meno di cento passi uno dall'altro apriranno in corso Libertà ben due saloni gestiti da cinesi.
Cristina Marzorati


Mai abbassare la guardia Quei fanghi fanno paura
Comitati di Cesano e Lambiate contro l'impianto alla Snia Vaghi: «Chiesta la destinazione dell'area a Parco Groane»

La parola d'ordine è non abbassare mai la guardia. L'hanno ribadito lunedì Edgardo Zilioli del "Comitato civico frazione Snia", Natale Zappetta di "Insieme per il Villaggio" e Mauro Varisco di "Più Limbiate meno cemento", durante un incontro al centro anziani del Villaggio Snia sulla trasformazione del depuratore dell'ex fabbrica Nylstar di via Groane in centro di smaltimento di fanghi industriali.
L'impianto, attualmente adibito al solo trattamento delle acque nere del confinante comparto industriale, è stato acquistato all'asta dalla Bte di Napoli, che con decreto regionale ha ottenuto la possibilità di trattare anche rifiuti pericolosi. Passaggio cui si sono opposti i rittodini, i comitati, i Comuni di Cesano Maderno, Limbiate e Bovisio Masciago e associazioni ambientaliste come la Lipu. Il 22 ottobre il Tar si esprimerà sulla decisione regionale, intanto i comitati e i Comuni sono andati in Regione e in Provincia. L'assessore all'Urbanistica di Cesano, Luca Vaghi, nella serata di lunedì ha annunciato di aver chiesto alla Regione di prevedere nella variante generale del Parco delle Groane la destinazione a parco della superficie di via Groane. «Attualmente l'area è vincolata a servizi - spiega - La Regione però non sembra propensa ad accettare la nostra osservazione, piuttosto manterrà lo stesso indirizzo». Un aspetto che preoccupa in particolare Varisco, che ha puntato i riflettori su un aspetto: «Se è vero che l'impianto di depurazione potrà smaltire esclusivamente i rifiuti prodotti dalle aziende confinanti, abbiamo scoperto che alcune ditte con sede in via Groane nella loro ragione sociale hanno sì un'attività di demolizione ma anche di recupero di fanghi industriali, quindi i camion potrebbero entrare nelle aziende e utilizzare a cascata l'impianto». Massimiliano Bevacqua, consigliere delegato all'Ambiente, ha spiegato che l'impianto è già in funzione, ma esclusivamente per smaltire le acque nere prodotte dai dipendenti al lavoro nelle aziende. Una scoperta fatta alla luce dell'invio di una lettera in Comune, in cui un artigiano ha giudicato eccessiva la richiesta di Bte di pagare 300 euro al mese per il servizio. «Il problema si supererebbe definitivamente - ha concluso Bevacqua -connettendo direttamente il comparto al collettore che passa sotto la Saronno-Monza comunque come amministrazione comunale garantiamo controlli ad hoc, attivando gli enti preposti, per verificare quali tipi di liquami vengono trattati all'interno dell'impianto, che ripeto al momento è attivo esclusivamente per le acque nere».
Cristina Marzorati


Assp e Comune, Corte dei Conti fa le pulci
Verifiche sollecitate dal commissario prefettizio alla fine del suo mandato

Assp finisce sotto la lente d'ingrandimento della Corte dei Conti. É "l'ultimo regalino" del commissario prefettìzio Adriana Sabato, quando il maggio scorso, poco prima di terminare il suo mandato straordinario, esattamente alla vigilia delle elezioni comunali, inviò una fitta documentazione all'ente di controllo, chiedendo di analizzare la situazione economica della società di via Novara e in particolare i rapporti con le amministrazioni comunali che si sono succedute. Dopotutto il Comune di Cesano è il socio unico.
Al centro dell'attenzione ci sarebbe in particolare un forte credito, oltre un milione di euro, che Assp vanta nei confronti del Comune, ma non è mai stato liquidato. Questo ha creato una situazione economica difficile per la società; in contropartita i bilanci comunali hanno chiuso tutti rispettando il patto di stabilità. La Corte dei Conti ha già convocato il neosindaco Gigi Ponti, ma al momento il primo cittadino non rilascia dichiarazioni specifiche, in attesa di verificare tutta la documentazione e di prendere eventuali decisioni sul futuro della società di via Novara. «Ero al corrente - dichiarali sindaco Ponti - dei problemi di Assp, ma non mi aspettavo di trovare una situazione di contrasto tra l'amministrazione comunale e gli organi amministrativi della Società. É un quadro che la città di Cesano non può permettersi, soprattutto in questo momento. Spero di essere ancora in tempo per correggere la rotta con la definizione di un nuovo piano strategico adeguato alle difficoltà del momento, che solo un rapporto di piena collaborazione tra Comune ed azienda possono realizzare. Per adesso preferisco non aggiungere altro. Nei prossimi giorni è in programma l'assemblea di Assp, oltre a quella di Sib Spa (la società intercomunale partecipata da Cesano, Seveso, Bovisio, Varedo e Ceriano Laghetto) per l'approvazione del bilancio. Dopo aver studiato la documentazione, potrò essere più preciso e fornire un quadro di problemi e soluzioni». Ricordiamo che Assp inizialmente era un'azienda municipale a totale proprietà comunale, nel 2004 si è trasformata in società per azioni. Originariamente operava nel settore del gas e dell'igiene urbana, attività che tra il 2002 ed il2004 ha dovuto cedere ad altre società partecipate unitamente ad altri comuni, nel rispetto delle nuove normative che prefiguravano le aperture dei settori energetici al mercato. Ora si occupa di cimiteri, farmacie, manutenzione del territorio. 
Cristina Marzorati

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