Rassegna Stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie relative alla nostra Città in edicola oggi Sabato 21 Gennaio 2012, sul Cittadino - Valle del Seveso.
LA CRICCA BRIANZOLA
L'EDITORIALE
L'ANIMA NERA DELLA POLITICA SENZA SCRUPOLI
Il Cittadino, nelle edicole di Monza, ieri l'altro è andato a ruba. Immaginiamo accada così anche oggi, nei vari centri della Brianza, visto che i politici arrestati e indagati hanno fatto per anni affari (sporchi) in tutta la provincia. Per comprendere la gravità di quanto accadeva basta leggere una lettera. È quella scritta dal commercialista Pennati alla moglie e ai figli nel timore che gli succedesse una disgrazia. Per leggerla, basta voltare questa pagina. La pubblichiamo così, per esteso, poiché nessun altro documento racconta in modo sintetico ed efficacie il giro di affari loschi e corruzione che ci ritroviamo in casa. Una cricca ramificata ed estesa, baldanzosa e strafottente come lo sono soltanto coloro che credono di farla franca e rinunciano, oltre all'onestà, anche la decenza. Uno scandalo ch'è peggio della Tangentopoli originale, considerato che aggiunge alla spartizione di favori e fette di torta, pure il legame con la 'ndrangheta, con gente che fa i soldi nei modi più sconci e quando le cose non girano per il verso giusto non discute: spara. Le duecento pagine di ordinanza non sono che la conferma di ciò che è scritto in quella lettera, a dimostrazione che dietro il volto gaudente o rassicurante di questo o quel politico esiste un'anima marcia, corrotta, violenta. La cosa più triste è il comportamento di coloro che fino a pochi giorni fa con Ponzoni, Brambilla, Perri e gli altri indagati erano pappa e ciccia e ora ostentano stupore, lontananza, persino indifferenza. Un po' di dignità, per favore. Non sono finiti in galera quattro mariuo-li, piuttosto è stato smascherato un intero sistema, con responsabilità vaste, che riguardano anche il peccato di omissione: l'aver fatto finta di niente, l'aver ignorato il sospetto, l'aver sempre voltato dall'altra parte la testa. Spiace ammetterlo, ma se pur esistono molti uomini di spessore - integri e limpidi da poter camminare per le strade a testa alta - gran parte della politica brianzola è stata inquinata, drogata, resa inutile o addirittura dannosa da gente che non sa neanche dove stia di casa una morale, l'etica. Non vogliamo tirare pietre o stracciarci le vesti, come farebbe ogni ipocrita. La giustizia è lunga, oltre che lenta, e valuterà le responsabilità penali con i riti che s'è scelta. Un giudizio però possiamo darlo subito, sulla ragnatela di rapporti, di favori, di scambi, di minacce, di pressioni, di interessi, di intrallazzi dei politici e non soltanto di quelli finiti in galera. Un giudizio morale, ci verrebbe da scrivere, sapendo di far storcere il naso a chi sente odore di bigotto lontano cento miglia ma non si accorge del puzzo di putrido quando a marcire è la propria stessa gamba. Sull'altare di presunti "interessi superiori" troppi protagonisti della politica hanno sacrificato il comportamento retto, il rifiuto della disonestà, la morigeratezza, rinunciando a riconoscere il confine tra il fare la cosa giusta o scegliere quella sbagliata. E' così che hanno finto di non vedere ciò che succedeva. Ai nostri occhi però sono ugualmente colpevoli, anche se soltanto sfiorati dalle inchieste della magistratura. Ripartiamo da qui, dal dire le cose con il proprio nome e concedendo fiducia soltanto a chi dimostra di essere non soltanto un bravo politico, ma una persona specchiata. Il fine non giustifica i mezzi, semmai è dalla bontà dei mezzi che si giudica il fine di chi fa politica. g.bardaglio@ìlcittadinomb.it
Giorgio Bardaglio
Corruzione in Brianza e la politica trema Arrestati sotto torchioIl legale di Ponzoni: «In cella non vive una situazione facile Ha esaminato le accuse. Legami con la mafia? Non esiste»
Accuse respinte «con serenità» da Massimo Ponzoni, dicono i legali Luca Ricci e Sergio Spagnolo, difensori del politico desiano del Pdl, consigliere regionale oltre che ex assessore al Pirellone, al termine dell'interrogatorio tenutosi ieri davanti al gip Maria Rosaria Correrà al carcere di Monza. Ponzoni è detenuto con le accuse di corruzione, concussione, peculato, bancarotta fraudolenta, nell'ambito della maxi inchiesta della procura di Monza che indaga, tre le altre cose, sulle vicende urbanistiche di diversi comuni della Brianza. «Chiederemo un interrogatorio ulteriore ai pm, per chiarire in modo più dettagliato la nostra posizione, relativamente alle accuse sul Pgt di Desio, abbiamo sottolineato due punti dell'ordinanza che contrastano con le accuse e abbiamo potuto ribadire l'estraneità alle accuse di mafia, per le quali non è mai stato indagato; il nostro assistito è sereno e combattivo relativamente alle contestazioni che gli vengono mosse, ma comunque provato per quello che sta attraversando». Ponzoni non si è dimesso dall'incarico di consigliere: «di questo non abbiamo parlato, in cella non legge giornali, ha chiesto solo del figlio».
Il 39enne ex 'golden boy" del Pdl, viene dipinto negli atti come un cocainomane incallito: «abbiamo chiesto il permesso di sottoporci all'esame del capello, per dimostrare l'estraneità di Massimo Ponzoni con l'uso di stupefacenti».
Lo stesso provvedimento restrittivo che ha colpito Ponzoni, riguarda in tutto cinque persone: Rosario Perri, per cui l'autorità giudiziaria ha deciso la custodia gli arresti domiciliari, così come per Franco Riva, ex sindaco del comune di Giussano. In carcere, invece, sono finiti anche Antonino Brambilla, 65 anni, vice presidente della provincia di Monza e Brianza, già arrestato negli anni '90 per vicende relative a tangentopoli, e l'imprenditore bergamasco Filippo Duzioni, 49. L'ordinanza nei confronti di questi quattro è stata eseguita lunedì mattina, contestualmente ad una raffica di perquisizioni effettuate, tra l'altro, al comune di Desio e negli uffici della Regione. Lo stesso giorno, però, i finanzieri hanno bussato a vuoto alla porta di casa di Massimo Ponzoni, che non ha dato notizie di sé fino alla mattina successiva. Gli interrogatori di garanzia sono cominciati mercoledì mattina al carcere di Monza. Tutti negano di aver fatto parte della «squadra» di Ponzoni, come viene definita dagli inquirenti, e dallo stesso Ponzoni nel 2008. L'avvocato Ivan Colciago, difensore di Brambilla, al termine della prima parte dell'interrogatorio ha dichiarato che «Brambilla ha risposto in modo chiaro, ha chiarito le vicende dell'abitazione data alla figlia, oggetto delle accuse, fornendo ampia documentazione; Brambilla è stato scelto per l'incarico in provincia per la sua caratura professionale e non come contropartita di accordi corruttivi, parliamo dell'uomo che negli ultimi 15 anni, ha scritto tutte leggi in materia di urbanistica in Lombardia».
Federico Berni
Nel 2008: «Una squadra che comincia a funzionare alla grande»
A dire di Massimo Ponzarli, nel 2008, avevano messo in piedi una «squadra, che cominciava a funzionare alla grande». Ora, la squadra 'capitanata' da Ponzoni, e costruita sullo stretto legame di questo con Antonino Brambilla e Rosario Perri, con Franco Riva «membro effettivo» come l'affarista Filippo Duzioni (l'imprenditore bergamasco con «importanti contatti nel Pdl») naviga in pessime acque, dopo gli arresti di lunedì e martedì. Ma sino ad un anno fa, secondo quanto riporta il gip Maria Rosaria Correrà nell'ordinanza restrittiva, sarebbe stata in grado di «consentire a Ponzoni di avere il controllo pressoché indiscusso sulla gestione urbanistica di diverse amministrazioni comunali, oltre Desio». Anche Giussano, dove Riva era sindaco, anche Monza e Seveso, alla luce dei ruoli di consulente affidati da Ponzoni a Brambilla in quei comuni. Il primo fronte delle accuse, quello relativo al reato di corruzione, riguarda proprio questo, un intreccio, a tratti caotico, di rapporti e favori fra Ponzoni, uomo politico, ma anche imprenditore, e gli altri indagati. Ognuno alla caccia del proprio tornaconto, tra aree agricole trasformate in edificabili, e passi avanti nella carriera politica. Col sistema delle false caparre per contratti di vendita di appartamenti, ad esempio, Duzioni avrebbe versato di fatto liquidità nelle agonizzanti casse delle società di Ponzoni, che avrebbe potuto aiutarlo per il suo progetto di costruire un centro commerciale in un'area a sud di Desio. E ancora, assecondando le richieste di Ponzoni, che si faceva sponsorizzare le campagne elettorali grazie a generose elargizioni in denaro, non solo Duzioni, ma anche Perri, Brambilla e Riva avrebbero cercato di realizzare le aspirazioni: Perri diventa assessore in provincia, ma ne esce dopo lo scandalo sulla 'ndrangheta, Brambilla (già condannato per tangentopoli) è vicepresidente dello stesso ente, mentre la nomina di Riva, che comunque diventa sindaco della società dei trasporti di Monza, con relativo stipendio, sfuma per un soffio per il mancato avallo del coordinamento regionale del Pdl. Gli altri filoni principali d'accusa, invece, sono quelli relativi alla presunta bancarotta delle società Pellicano e Mais, riferibili a Ponzoni, e il periodo dell'assessorato di Ponzoni stesso in regione. La presunta gestione allegra dei fondi dell'Irealp, il convegno sulla Valtellina, e la gestione delle spese per l'evento. Il gip scrive che Ponzoni era «solo sporadicamente interessato agli impegni istituzionali della carica ricoperta o a riunioni di lavoro», tanto che, quando la Guardia di Finanza perquisì il suo ufficio in Regione, trovò «ancora carte appartenenti al suo predecessore».
Federico Berni
PER "SEMINARE" I GIORNALISTI
Costa, Baggio e Mapelli: pool Magistrati dalla falcata veloce
Il passo. Se c'è una cosa che accomuna i tre pm di Monza, la cui indagine ha travolto la Brianza intera, è la camminata. Falcata lunga e veloce, a rendere dura la vita di avvocati e giornalisti all'inseguimento. Per il resto, forse più diversi tra loro, almeno ca-ratterialmente, non potrebbero essere. Decisamente più schivo e riservato Giordano Baggio, rispetto ai colleghi Donata Costa e Walter Mapelli. Il primo, tra l'altro, arrivato in Brianza dalla procura di Torino, è in partenza per Milano, per una nuova assegnazione al palazzo di giustizia meneghino. La seconda, orgogliosa delle sue origini vicentine, svelate facilmente dalla cadenza, ha cominciato la sua carriera come pm alla procura di Monza. Anche se il suo primo contatto con la realtà delle aule giudiziarie, è stato un «battesimo di fuoco». Giovane neolaureata, si è ritrovata catapultata come praticante al processo contro Gianfranco Steva-nin, il mostro di Terrazzo, l'assassino di prostitute, che ha scritto una delle pagine più nere della cronaca del triveneto. Monzese 'doc', invece, Walter Mapelli, uno dei veterani di piazza Garibaldi, di cui si recentemente sentito parlare in relazione all'inchiesta sul cosiddetto 'sistema Sesto', che vede al centro l'uomo forte del Pd Filippo Penati.
Tutti e tre, comunque, sono specializzati in reati economici e inerenti alla pubblica amministrazione. Imprenditori e politici, dunque, come ai tempi dell'inchiesta Mani Pulite, quando sui giornali era finito tra gli altri anche Antonino Brambilla, il vicepresidente della provincia di Monza, travolto nei giorni scorsi da uno scandalo 'solo' brianzolo.
Federico Berni
«Se morirò la colpa è di Ponzoni»Lo scioccante manoscritto di Sergio Pennati, collaboratore dell'ex assessore Donne, aziende, giornalisti e terreni: «Vi racconto tutte le sue malefatte»
Seregno, 4 marzo 2009 Chi leggerà queste parole è perché, purtroppo, a me sarà successo qualche incidente.
Nel caso mi capitasse qualcosa la persona a cui dovrà essere addebitata la colpa è "Massimo Ponzoni", ora assessore alla qualità dell'ambiente della Regione Lombardia..
Sono stato minacciato nel corso dell'ultimo mese per ben 3 volte dallo stesso Ponzoni, minacce in stile mafioso che non mi sarei mai aspettato. Siccome io sono da circa 5 anni suo socio in varie iniziative, nonché fiduciario personale, sono a conoscenza, se non di tutto, ma quasi, di quello che lui ha messo in atto, prima per essere eletto e successivamente per mantenere un tenore di vita molto al di sopra delle sue possibilità. Purtroppo gli sono stato anche amico, quindi ho messo a disposizione tutte le mie risorse personali per far si che potesse progredire nella sua carriera politica, ora che sono finite lui mi sta dicendo che non sono problemi suoi.
E' un drogato cocainomane dedito più che altro alle donne, ogni donna di cui si innamora riesce a portargli via una casa per sistemarsi.
(Nome donna) ha casa a Seregno (chi ha pagato impianti, arredamento ecc?) (nome donna) ha casa a Cesano Maderno (immobile società Mistral S. r.l.) (nome donna) (Direttrice (...), come ha fatto carriera?
Non so quante altre donne perché non ho mai avuto e voluto far parte della sua vita privata.
Spiegato il motivo per cui si spara tutti i soldi che si guadagna (droga, donne e motori, mi ero dimenticalo di questo). Vado adesso ad elencare un po' delle sue malefatte, senza la pretesa di elencarle tutte perché sarebbe impossibile. Partiamo dalla compagna elettorale, la spesa totale è stata di circa euro 1.600.000.00 sì è proprio cosi (un milione seicentomila euro). Il denaro è arrivato in minima parte da qualche sovvenzione. per il resto sono state utilizzate varie società che hanno pagato fortune di prestazioni o forniture o prelevate ingenti somme in contanti per comprare voti e pagare ristoranti (solo l'ultimo mese della Campagna una media di 3-4 ristoranti per sera con una spesa di :euro 15.000,00/20.000,00 giornalieri). Le società che hanno pagato la maggior parte delle spese sono
-IMMOBILIARE MAIS S.r.L Desio;
-S.M PIERMARINI S.r.L, Desio
-PIESSE STUDIO S.r.l. Desio -BANTIS.r.l, Legnano
-IL GUADO S.r.l., Desio;
-SERENA IMMOBILIARE S.r.l.. Desio
Queste società, oltre ad ingenti prelievi, hanno in carico varie fatture di spese proprie della campagna elettorale, la PIESSE STUDIO S.r.L, ha anche assunto per un anno una ragazza appartenente a Comunione e Liberazione in cambio di voti del movimento in Brianza.
Vi è un 'altra società, IN STUDIOS S r 1 di Milano, che ha sostenuto successivamente spese per il Ponzoni, con la promessa di un politico "marinaio" che avrebbe portato qualche lavoro per loro. La IN STUDIOS srl ha pagato il figlio dell'onorevole Romani, sottosegretario alle telecomunicazioni per prestazioni che lo stesso non ha mai fatto ed ha stipulatole contratti di consulenza con giornalisti che sono al libro paga di Ponzoni. Pirola dell'Esagono, Sala e Zagato (Marco Pirola dell'Esagono, Carlo Sala del quotidiano Libero e Gianandrea Zagato ex redattore del Giornale ndr). I contratti ed i pagamenti sono presso l'azienda. Ponzoni ha detto che rimborsava ma non l'ha mai fatto.
Fra le varie vigliaccate che ha fatto, si è permesso di "bidonare" anche la moglie dell'onorevole Giancarlo Abelli, sono andato io stesso a ritirare una volta almeno euro 260.000,00 (circa), mentendo sul valore di un terreno da acquisire in società per avere questa disponibilità ad estinguere un debito aperto dalla società "SM. PIERMARINI" presso la Banca Popolare di Sondrio, fondi usati per la campagna elettorale. Saluto lasignora Abelli e suo marito Giancarlo che sono due persone eccezionali.
Si è fatto versare a più riprese dalla società IMMOBILIARE MAIS S.r.l. parte in contanti e parte alla MISTRAL IMMOBILIARE di sua proprietà almeno euro 600.000,00 (seicentomila), al fine di cambiare destinazione d'uso di un terreno sito in Desio. La stessa IMMOBILIARE MAIS ha pagato varie volte noleggi di barche e vacanze esotiche allo stesso Ponzoni ed al suo capo Formigoni Attualmente Ponzoni tramite una società francese. "LE DAUPHIN SCI" di cui io ero socio fino al mese scorso, possiede una villa a "Beaulieu",vicino a Montecarlo, del valore di euro 2.500.000,00 circa, vi è un mutuo sopra ma chiediamoci come l'ha ristrutturato e ha pagato il resto. Suo cognato Cocozza Argentino, "ARCO. COSTRUZIONI S.r.l." ha persino in locazione una supercar per conto di Ponzoni, Bentley o Aston Martin, chiediamoci chi paga il leasing? Un certo Pietro Rivoltella di Treviglio che ha in appalto le pulizie dell'Ospedale Niguarda di Milano, non so con quale società. A proposito di Niguarda Ospedale, il dottor Pasquale Cannatelli direttore generale ha acquistato per i figli dalla società SERENA IMMOBILIARE S.r.l. numero due appartamenti ad un prezzo di circa 100.000,00 euro in meno del loro reale valore, Ponzoni doveva far pervenire la differenza alla società, somma che non si è poi mai vista. L'amministratore della SERENA sono io, Ponzoni ha una quota del 20% tramite una società fiduciaria. Non ci sono prove però un altro sistema che si utilizza per far soldi era quello di sovrafatturare alla AR.C.O. Costruzioni gli appalti dei cantieri. Per Cabiate (CO) la società IL PELLICANO S.r.l. è stato fatturato circa un importo di euro 700.000,00 in più del contratto, sono stati emessi degli affetti che poi ci siamo divisi equamente io ho pagato dei debiti da lui contratti per la campagna elettorale e lui se li è "sparati" con droga e donne nonché arredamento per la casa al mare in Francia. Per Meda (MI) la società IMMOBILIARE LA. PERLA S.r.l., è stato fatturato circa un importo di euro 600.000,00 in più del contratto, idem come sopra, è' riuscito però a saldare il prezzo di un terreno che ha acquistato la MISTRAL IMMOBIL1ARE.situato in Desio via Borghetto. Non ho ancora capito ma con il piano di Governo del territorio ora adottato mi sembra abbia avuto una bella rivalutazione; come mai visto che è suo e vota sua sorella come consigliere (anche lei è cocainomane)?
Andiamo a parlare del PGT di Desio, Seregno, Monza, Lentate ecc. I suoi uomini sono: a Desio Antonino Brambilla, Ponzoni sta pagando per conto dell'assessore Brambilla una casa del cantiere di Cabiate, IL PELLICANO S.r.l.. casa da intestare alla figlia di Brambilla, ha fatto man bassa di aree agricole poi trasformate, imo dei beneficiari maggiori è Mosca Giulio di Lissone, costruttore e proprietario di aree... CASCINAAME-RICANA e VILLA BUTTAFAVA. Lo stesso Mosca foraggia Ponzoni sia in denaro che con lavori per suo conto (probabilmente la casa al mare a Bealuieu in Francia). Vi è anche un'area .supermercati PAM a Desio Sud. Un certo Filippo (di Bergamo) paga ingenti somme. A Seregno il suo uomo è Attilio Gavazzi, che con il genero arch. Andrea Attolini sta predisponendo il PGT, sempre con il Ponzoni che dà il benestare sulle aree che a lui interessano.
A Lentate è il sindaco Sasso che con il Ponzoni manovra le fila, si deve fare attenzione alla grossa area vicino al Comune, è stata aggiudicata all'asta a delle persone vicine al Ponzoni, mi è giunta voce che abbia chiesto 2.000.000,00 per aumentare considerevolmente la volumetria. A Monza l'uomo di fiducia è Giovanni Antonicelli, più che per il Pgt, in mano all'on. Romani, si stanno occupando dell'appalto alla ditta Giancarlo Sangalli per lo smaltimento dei rifiuti, Antonicelli assessore all'ecologia. Tornando al Comune di Desio, sta raccogliendo denaro e regali da tutti. Nello Mariani per un terreno industriale in Desio, gli cede un terreno residenziale in Seregno, Pirola, concessionario Audi, gli ha donato numero 2 Audi A3 per la moglie e A5 non so per chi, eccetera. Eccetera.
Non mi ricordo tutto quello che è successo in questo periodo, le cose sono talmente tante che è impossibile. Sta di fatto che io ho messo a repentaglio quello che avevo e quello che dovevo utilizzare per la mia famiglia per aiutare una persona a fare una carriera politica che non si meritava. Spero che questo che sto scrivendo serva a far si che sia obbligato a lasciare la politica, in Italia non sappiamo cosa farcene di politicanti del genere, ladri corrotti e drogati, mi pento di averlo votato ed in buona fede di averlo fatto votare.
Non sono nessuno io per fare la predica, però dopo aver visto queste cose, se la classe politica è questa siamo ridotti male. In questo paese non vi è futuro per i miei fligli, anzi, spero che dopo aver letto queste cose, e non le ho dette tutte, se ne vadano alla ricerca di una Nazione migliore che non dia la possibilità ai suoi uomini politici di comportarsi in questo modo e che veramente lavorino per il bene pubblico e per il popolo che.li ha eletti. Non mi sono messo a riscrivere in bella copia questa mia lettera, mi perdonerà mio figlio Leonardo se qualche volta ho sbagliato grammaticalmente l'impostazione (perdono Leo, ma non avevo voglia di farlo)
Dovevo ascoltare più spesso mia moglie Clelia, mi raccomando.... 6 mesi, lei sa cosa vuol dire.
Spero che Viviana apra il suo bel negozio con le sculture che lei fa e lei viva felice con quello, non c'è niente di più importante della serenità.
Veronica mi raccomando che sei ima brava ragazza, continua così ma pensa delle volte più a te stessa che agli altri. Infine Diego, non per ultimo, continua con lo studio se puoi non smettere mai'di imparare a studiare anche quando hai finito questo corso di laurea. Non preoccuparti io vedo lo stesso quello che fai.
Sergio Pennati
Le minacce di Massimo e quei voti dei calabresi
Corruzione ma anche contatti con la 'ndrangheta e un amico agente, "talpa" nella Procura di Monza
«Che faccio, deve intervenire Rosario?». E con quste parole, tutto si sistemava. E in questo modo, ossia ventilando la possibilità di far intervenire un personaggio come Rosario Perri, in contatto con esponenti della malavita organizzata calabrese di Desio, che l'ex assessore regionale Massimo Ponzoni cercava di dirimere le questioni sorte con il suo ex socio Sergio Pennati, l'uomo che temeva per la propria vita dopo l'insorgere dei dissidi con Ponzoni.
ANNUNZIATO MOSCATO. DOC
E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta che ha gettato scandalo su tutta la Brianza. Nella parte dedicata alle esigenze cautelari, che secondo il gip Maria Rosaria Correrà giustificano la misura del carcere per Massimo Ponzoni, il magistrato si sofferma sulla «accertata ingerenza di esponenti del crimine organizzato, nel contesto affaristico» relativo al politico desiano. Dalle perquisizioni svolte dagli inquirenti, sul computer della sorella Laura Ponzoni, che ha «contribuito all'organizzzazione delle campagne elettorali del fratello», viene trovato il file «Annunziato Moscato.doc». All'interno, c'è il curriculm vitae del 69enne nato a Melito di Porto Salvo (in provincia di Reggio Calabria), arrestato il 13 luglio 2010 nell'ambito della maxi inchiesta «Infinito» contro la 'ndrangheta in Lombardia, e condannato per associazione mafiosa nel mese di novembre, ritenuto esponente di spicco del 'locale' di Desio.
«VOTI DALL'NDRANGHETA»
Ponzoni, nel 2005, era stato votato in massa dalla comunità calabrese: «il fatto che una costola dell'organizzazione criminale 'ndrangheta abbia veicolato voti su Ponzoni risulta riferito da lui stesso». Lo dice nel 2010, dopo un'altra consultazione di successo: «mi sono tolto i voti di certi personaggi?». Ma Ponzoni è menzionato anche nell'ordinanza del gip dei Milano, Giuseppe Gennari, relativa alle «vicende criminali che hanno visto Salvatore Sfrangio impadronirsi, per conto delle 'ndrine di Platì e Natile di Careri, delle società del Gruppo Perego (attive nel settore edile)» di Ivano Perego.
IL BOSS STRANGIO
Proprio Strangio, attraverso il suo «stretto collaboratore Pasquale Nocera», organizza un appuntamento tra Ponzoni e Perego, per «sondarne la disponibilità ad appoggiare una candidatura di un soggetto a loro vicino». E risulta anche che Natale Marrone, accusato assieme al fratello per ricettazione e armi, è stato «un finanziatore di Ponzoni nel 2005, consegnandogli oltre 200mila euro in contanti».
"TALPA" IN PROCURA
Lo stesso Ponzoni, infine, accusato anche di rivelazione di segreto d'ufficio, era riuscito ad ottenere informazioni dal brigadiere dei Carabinieri Sossio Moccia, della stazione dei carabinieri di Seregno all'epoca dei fatti, circa l'esistenza di indagini sul conto di Rosario Perii relativamente agli appalti del comune di Desio e i fatti di 'ndrangheta, e dall'agente della polizia locale di Monza Vincenzo Battistelli, che era in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria di viale Romagna, che in un incontro all'Hotel dei Giovi con Ponzoni e Moccia del 20 ottobre 2009, «ha qualcosa di urgente da dire a Ponzoni».
Federico Berni
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