Prosegue la rassegna stampa redatta da SEL Cesano Maderno relativa alle notizie apparse il 21 Gennaio 2010 sul Cittadino Valle del Seveso, nel capitolo "La cricca brianzola"
LA TELEFONATA
«Un Pgt "schedina" Monza? Senti Romani»
Un piano di governo del territorio «preciso come una schedina» quello che Antonino - Tonino - Brambilla ha realizzato a Desio. Lo dice al telefono Massimo Ponzo-ni all'onorevole Paolo Romani, già ministro del governo Berlusconi e assessore all'urbanistica del Comune di Monza. Ecco la telefonata: «Ho visto Tonino adesso perché mi sta dando una mano a Desio, ohh comunque che personaggio.. cioè m'ha portato il Pgt di Desio... ohh una precisione oh, cioè tuia roba... la schedina... una roba... ma poi non c'è un problema politico cioè anche la minoranza (nel consiglio comunale di Desio ndr) non sta facendo casino... parla poco (Brambilla ndr) non dice mai niente... io gli ho detto: e a Monza "eh parla con Romani", m'ha detto... (risata) ... "parla con Romani"». Sempre a proposito di Romani, è emerso che Ponzoni attraverso il suo commercialista Sergio Pennati avrebbe affidato al figlio dell'onorevole, Federico, un reporter, un filmato su-le esercitazoni della protezione civile per «Evento Valtellina2007»: «Che io sappia -ha detto ai magistrati Monica Galimberti, collaboratrice di Pennati - non c'è stato nè bando, nè concorso (...) Feci un preventivo di 70mila euro che comprendeva anche il lavoro di Romani (...) qualcuno mi ha detto poi che era il figlio di un politico».
LA CONCESSIONARIA CHE VOLEVA ALLARGARSI
«Abbiamo dato l'auto a sua moglie, se l'è tenuta»
«Non potevo non consegnare la macchina alla Corazza (moglie di Ponzoni ndr) in quanto avevo chiesto a Ponzoni il favore di interessarsi per l'istanza in Comune (modifica della destinazione d'uso di un terreno per ampliare la concessionaria d'auto di Desio ndr) e non potevo certo contrariarlo, anche perché lui si comportava come se tutto gli fosse dovuto». A parlare ai magistrati è Gabriele Francesco Pirola della omonima concessionaria Audi di Monza, che secondo accertamenti del Gico, in cambio del "favore" avrebbe concesso in uso di Ponzoni e alla maglie quattro auto tra le quali anche una Audi Q7 di4.200 centimetri cubici di cilindrata. Proprio in riferimento a questo "super-suv", Pirola ha dichiarato: «Ponzoni non ha mai pagato alcun prezzo per l'utilizzo dell'auto che si era impegnato ad acquistare. E' già passato quasi un anno e l'auto è ancora in suo uso nonostante abbia chiesto la restituzione». Pirola, ha detto di essersi rivolto anche ad un legale: «per avere un consiglio in relazione all'opportunità di chiedere formalmente a Ponzoni la restituzione dell'auto».
Ponzoni, la parabola dell'ex "golden boy"
Da baby presidente del consiglio comunale di Desio alla corte di Formigoni
Il "golden boy" della politica brianzola, presidente del consiglio comunale di Desio poco più che ventenne in pochi anni è diventato "mister 15.000 preferenze" proiettato al Pirel-lone alla corte di Roberto Formigoni. Come un goleador sbocciato in un Campetto di periferia, e finito in un battere di ciglia in serie A. Gli esempi si sprecano: successo e denaro, donne e motori, e, magari un po' di polverina ad imbiancare le narici. L'ascesa di Massimo Ponzoni è stata da vertigini. Forse nessun uomo politico in Brianza è stato capace di fare altrettanto. A Desio si è da subito messo sotto l'ala protettrice di Rosario Perii, il "padre padrone" del Comune sin dagli anni Sessanta. Un uomo potente, che ha scelto il suo "delfino" che in pochi anni è diventato uno squalo. Scaltro e spregiudicato, ha condotto in parallelo e talvolta incrociato, la politica e il mattone. Alle sue spalle anche la famiglia in senso stretto, la sua, ma soprattutto quella della moglie diventata dopo qualche anno ex. Finito l'amore ma non gli affari. Società come scatole cinesi e euro a sei zeri, veri o fittizi. E tante amicizie pericolose. Il "golden boy" si trasforma in pochi anni in "bad boy", spadroneggia nel partito come coordinatore imponendo i suoi uomini e negli uffici comunali per gestire lo scacchiere delle poche aree verdi rimaste nel territorio. "Da agricole a edificabili" è la parola d'ordine, per sè - clamoroso il caso di una villa abusiva costruita a Cesano Maderno - e per gli amici. Quelli che gli assicurano i voti e staccano assegni per una campagna elettorale milionaria. E per fare la "bella vita" come qualsiasi goleador che si rispetti: donne, motori e sballo. Il "giro" diventa grande, la spregiudicatezza aumenta di pari passo con lo scarso rispetto delle regole. Tutto è possibile e tutto è dovuto: "bad boy" è abile, ma forse si lascia prendere un po' troppo la mano e non si risparmia in telefonate e incontri pericolosi, e come il bullette del quartiere minaccia di mandare a regolare i conti il fratello più grande. Un fratello che di nome fa Moscato, o addirittura Stranio, boss che forse il "golden boy" pensa di poter trattare come suoi pari senza rendersi conto di essere una pedina utile oggi, da buttare domani. Il finale è degno del personaggio: gli amici di disavventura in casa, nella nebbia brianzola, magari in pantofole, o ancora a letto svegliati dai finanzieri, lui in Costa Azzurra. «Adesso arrivo». Gli ultimi raggi di sole prima di lasciare il buen ritiro per svernare in una cella del carcere di Monza, la panchina dell'ex "golden boy".
Roberto Magnani
Tonino, slalomista tra i mattoni già nei guai con Tangentopoli
Politico di razza, democristiano da sempre, il ritratto di Brambilla
Sue quindici leggi regionali, chiamato a Monza da Paolo Romani
Ogni tanto inforca in Paolo Berlusconi. Ma in mezzo ai mattoni è slalomista di razza, non è un pincopallino qualsiasi. E' in gamba, eccome se è in gamba. Democristiano sempre, poliedrico, educato e sorridente, elegante e profumato, dall'eloquio forbito e ferratissimo in materia, in trent'anni (dal 1975 al 2005) come esperto di diritto urbanistico ed edilizio e di diritto degli appalti pubblici, l'avvocato Antonino Enrico Brambilla ha messo la firma su quindici leggi regionali. Fiore all'occhiello del professionista brianzolo (nato a Carate il 14 settembre del 1946) è la legge regionale 12 del 2005 "per il governo del territorio", quella che, tanto per intenderci, dopo una decina di modifiche targate centrodestra, ancora oggi dà il tempo a gru e cantieri (vuoi per costruire, vuoi per demolire). Politicamente nasce a Carate Brianza, vicesindaco de dal 1975 al 1994. Dal'90 al 1995, prima con la Democrazia cristiana poi col Partito popolare, è consigliere provinciale. E' popolare in tutti i sensi. Conosciuto ed apprezzato per il suo lavoro in tutta la regione e pure fuori, come vedremo. E'del Partito popolare a palazzo Isimbardi ma è stato soprattutto del Movimento popolare, espressione politica di Comunione e Liberazione e offre consulenze professionali sul sito della Cdo brianzola sulla legge regionale di governo del territorio (lui è coestensore). Sì, è anche un grande comunicatore. Sul suo blog si legge : «Se siete quindi interessati alle attività di Antonino Brambilla ed al suo lavoro non esitate a visitare in numerosi siti, blog e portali disponibili in rete».
Torna a Carate (la Balena bianca ormai non c'è più, si traghetta in Forza Italia) e dal 2007 al 2010 è assessore a urbanistica, pianificazione territoriale ed edilizia per il Comune di Desio. Intanto Dario Allevi lo chiama alla sua destra, come vicepresidente della Provincia e per mettere il primo mattone al piano territoriale di coordinamento, il piano regolatore della Brianza. E continua a lavorare nello studio legale Nsl di Milano: Brambilla è stato docente nei corsi di urbanistica tecnica del Politecnico meneghino, componente della commissione ministeriale per la revisione della legge 10/1977 sulle norme per l'edificabilità del suoli, docente alla Scuola di perfezionamento in governo dell'ambiente e del territorio dell'Università di Pavia. Per Milano è stato consulente per la redazione del piano di governo del territorio (pgt) e per i piani integrati Portello e Garibaldi-Repubblica. Consulente pure della Fiera di Milano per il Polo esterno Pero-Rho e per la Società regionale Infrastrutture spa Non si contano le consulenze in Comuni e consorzi. In Brianza e non (spesso va "fuori dal bosco a far la legna").
E nel 2008 fa il suo ingresso ufficiale a Monza, chiamato addirittura da Paolo Romani, fidatissi-mo di Berlusconi Silvio, messo lì per j aggiustare e far approvare il pgt con dentro la Cascinazza e i suoi quasi 600mila metri cubi fino a poco tempo prima di proprietà del Berlusconi. Paolo. L'operazione ha successo. Brambilla va in Provincia, Romani diventa ministro delle Telecomunicazioni, lascia l'assessorato monzese all'Urbanistica ma mantiene quello all'Expo. Teniamoci forte, il 2015 è dietro l'angolo.
Per la consulenza giuridica al pgt monzese, Brambilla percepirà dal primo maggio al 31 dicembre 97mila euro. E il 28 ottobre dello stesso anno si aggiungono altri 49mila euro per un incarico "in materia di normative in campo urbanistica e di piani attuativi" per avere un parere sulle problematiche che toccano "l'elaborazione di nuove convenzioni già in essere nel settore gestione urbanistica". E passa anche il pgt monzese tutelato giuridicamente dal Brambilla che, come vicepresidente della Provincia (ora non più) sarebbe stato chiamato a dare un parere di compatibilità sullo stesso pgt con il piano urbanistico provinciale. Alle solite, il controllore e il controllato vanno a nozze. Andando fuori dal bosco a far la legna, il Brambilla qualche volta ha rimediato legnate. E' il caso del 1992. A marzo, col sistema Cencelli delle poltrone, il brianzolo viene nominato presidente dell'Amsa (l'azienda milanese che gestisce la ruera, i servizi ambientali del capoluogo lombardo). Dura minga dura no. Poco dopo deve dare le dimissioni complice la magistratura che indaga. Nel 1994 Brambilla, rito abbreviato concesso da Italo Ghitti, viene condannato a tre anni per reiterata corruzione (episodi, sentenzia la sentenza, che rientravano in un "unico disegno criminoso").
Sempre nel 1994, sempre di marzo, altri gu a: per l'avvocato brianzolo. Viene arrestato c ai -la Guardia di Finanza nell'inchiesta su alcune variante edilizie (e tangenti) rilasciate cai Comune di Pieve Emanuele nei due anni precedenti. Sono i famosi "arresti del gol: condanna per il costruttore Salvatore Ligresti Paolo Berlusconi (coimputato) ammette di aver pagato una stecca.
Per Brambilla intanto sono scattati cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
L'avvocato brianzolo e Berlusconi junior, compaiono, ma di striscio anche nell'inchiesta per la discarica di Cerro Maggiore, i fatti nei primi anni Novanta. Tutto finì in un sacco nero. Nel senso che caso andò in spazzatura come carta straccia. Per reato con termini di prescrizione scaduti.
Angelo Maria Longoni
DESIO ROSARIO PERRI
Il sindaco ombra ha mezzo milione nei tubi di casa
Un uomo potente, ben noto alla politica desiana. In grado di influire sulle decisioni e di assicurare la gestione del comune. Di Rosario Perii, 69 anni, a Desio si è sempre parlato in questi termini. Capo dell'ufficio tecnico per 40 anni, fino àl 2009, quando è stato nominato assessore provinciale, era considerato da molti «il vero sindaco» della città. Ora il suo ritratto è messo nero su bianco nelle carte degli investigatori che lo hanno portato agli arresti domiciliari. E' accusato di concorso in corruzione. Avrebbe favorito alcune operazioni urbanistiche sul Pgt di Desio a favore di privati, su influenza di Massimo Ponzoni, in cambio di incarichi e consulenze, culminati nella nomina ad assessore provinciale. Era uno della «squadra», che Ponzoni cita mentre parla col suo ex socio: «La squadra comincia a funzionare alla grande» dice il politico in una telefonata intercettata. Non solo. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip Maria Rosaria Correrà riferisce di quei famosi 500-600 mila euro che Perii, in una chiamata intercettata al figlio e contenuta nelle carte dell'operazione anti-ndrangheta Infinito, dice di aver nascosto nei «tubi» di casa. Perri si dimise da assessore provinciale. Ora, secondo gli inquirenti, quei soldi dentro i tubi, sarebbero frutto di tangente, almeno in parte. Una «illecita contropartita riconosciuta a Perri, per gli atti contrari mantenuti in relazione al Pgt di Desio». Soldi anche e soprattutto per l'operazione «Pam», il maxi centro commerciale,da realizzare col cambio di destinazione d'uso di aree agricole. L'influenza di Perri, secondo gli inquirenti, non era dovuta però solo alla sua carica. «La sua influenza - scrive il gip - discende dai discoperti contatti con esponenti del clan Moscato, affiliai al locale di Desio». Motivo per cui sono scattati i domiciliari: «La pericolosità determinata anche dall'ambito malavitoso a cui l'indagato appare collegato, consistono di ritenere a suo carico esigenze cautelari costituite nel pericolo di reiterazione criminosa e di ricettazione e riciclaggio delle liquidità provento dei reati».
Paola Farina
GIUSSANO FRANCO RIVA
Commercialista, 10 anni sindaco. Provincia sfiorata
E' agli arresti domiciliari nella sua casa di Giussano, più precisamente nella frazione di Birone, Franco Riva, 59 anni il prossimo mese di marzo, commercialista con studio a Cesano Maderno, che ha guidato il comune di Giussano per due mandati consecutivi, dal 1999 al 2009. E proprio di questo decennio la Procura della Repubblica di Monza, a indagini in corso, aveva chiesto all'ufficio tecnico giussanese di poter visionare tutti i «passaggi» amministrativi e politici sull'area di via don Rinaldo Beretta, quella che avrebbe dovuto ospitare il secondo centro commerciale sul territorio comunale. E sull'area a ridosso della Statale 36 s'incrocia il nome di Filippo Duzioni, consulente immobiliare con studio in centro città (arrestato nella stessa inchiesta), che aveva fatto da intermediario con Altarimi, la società che avrebbe dovuto realizzare il grande magazzino, nella compravendita di un lotto di terreno di proprietà dell'Istituto per il sostentamento del clero fino al 2007.
L'approvazione del Pgt targato Franco Riva è dell'aprile del 2009, qualche mese dopo si va a votare per la Giunta provinciale. Il nome di Franco Riva viene diffuso ufficiosamente il sabato del ballottaggio come papabile assessore della coalizione guidata da Dario Allevi. Qualcosa, però, non torna: il nome di Riva non mette d'accordo tutti. Nell'ottobre del 2007, invece,si era dimesso l'assessore all'urbanistica del Comune di Giussano Gabriele Talpo (delega che terrà lo stesso Riva), che, nella sua lettera di dimissioni, aveva avanzato una questione morale che,oggi,sa di profetico. Già nella memoria difensiva presentata all'indomani dell'avviso di proroga delle indagini preliminari dello scorso mese di luglio l'ex sindaco aveva definito «fulmine a del sereno la notizia di essere inserito nel registro degli indagati» associato a persone che «nemmeno conosco o con cui non ho mai avuto rapporto durante l'iter per la predisposizione, l'adozione e l'approvazione del Pgt».
Federica Vernò
Il quinto arrestato
Finte caparre per pagare i "favori" di Ponzoni
Tra i cinque arrestati dalla procura di Monza c'è anche un imprenditore bergamasco. E' Filippo Duzioni, 50 anni, domiciliato a Ciserano, che secondo gli inquirenti avrebbe svolto il ruolo di faccendiere per una serie di illeciti di e li Ponzoni era a conoscenza. L'accusa per lui è di concorso in corruzione. Leggendo le carte dell'inchiesta, l'imprenditore avrebbe versato all'ex assessore regionale una tangente di 220 mila euro per una modifica di destinazione d'uso (variante urbanistica) nell'ambito del piano di governo del territorio di Desio, "sul quale il Ponzoni ha dimostrato di. avere influenza". Una maxi tangente che Duzioni avrebbe versato a scopi personali e privati, ma secondo le fiamme gialle non un episodio isolato: Duzioni era infatti a capo di una serie di società di consulenza tramite le quali "veicolava ingenti somme di denaro per Ponzoni frutto di accordi corruttivi".
Duzioni non sarebbe quindi stata una figura di secondo piano. Anzi. A fornire una spiegazione dettagliata del ruolo dell'imprenditore fu il 20 maggio del 2010 l'ex sindaco di Giussano Franco Riva che davanti ai magistrati monzesi disse: «Duzioni sta curando un'operazione immobiliare su un'area del comune di Dejio destinata a un centro commerciale Pam e quindi posso suppporre che aiuti Ponzoni per via dei legami che Ponzoni ha con il comune di Desio e con esponenti del Comune di Desio. Ponzoni, inoltre, in qualità di coordinatore del Pdl in Brianza ha influenza in ordine alle nomine nei diversi comuni della Brianza tra cui Desio». Duzioni, secondo i magistrati, aveva inoltre escogitato un modo geniale per "passare" denaro a Ponzoni: invece delle classiche valigette piene di banconote, formulava piani di acquisto su immobili, stabilendo sostanziose caparre. Poi si lasciavano trascorrere i termini e così l'anticipo veniva intascato dal venditore (si solito Ponzoni) senza che l'immobile passasse di proprietà.
Roberto Magnani
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