Confiscata alla mafia Diventerà una casa per mamme sole
Si tratta di un appartamento in via Battisti Accoglierà madri e figli del progetto "Bridge"
Da bene confiscato alla mafia a casa dove accogliere madri e bambini in difficoltà. É questo il futuro che deciso dal commissario prefettizio, Adriana Sabato, per l'abitazione di 70 metri quadrati dì via Cesare Battisti 27 alla Sacra Famiglia, appartamento confiscato nel 2004 ad F.E coinvolto in un maxi-processo che chiamò alla sbarra diversi imputati con l'accusa di coinvolgimento in un'organizzazione malavitosa. Il provvedimento era stato emesso dal tribunale di Milano nel 2004, confermato nel 2007 e accettato dall'allora amministrazione comunale di Cesano Mademo, attraverso una delibera di giunta che accoglieva nel patrimonio comunale l'abitazione. Ora che al governo della città c'è Adriana Sabato, il Comune è stato chiamato ad un'ultima formalità, per ottenere la piena proprietà dell'immobile. Banca Intesa San-Paolo ha sollecitato l'amministrazione a saldare i debiti pregressi dell'uomo, in particolare la liquidazione di 15mila euro, più interessi per un totale di 17mila euro, per il mutuo contratto dallo stesso per l'acquisto dell'appartamento.Proprio in questi giorni di festività natalizie l'ufficio servizi amministrativi ha pagato il debito, chiudendo le formalità burocratiche ed entrando in pieno possesso dell'immobile. «Si tratta di un appartamento di circa 70 metri quadrati - spiega il commissario prefettizio - con annessa cantina e box. Non è un'abitazione particolarmente grande, ma è importante per il progetto "The Bridge"». Si tratta di un'iniziativa sociale sovraccomunale, volta a proteggere madri e figli in difficoltà, perché hanno subito maltrattamenti in famiglia, violenze o separazioni che le hanno lasciate sole e senza un soldo. «La casa servirà a dar loro un futuro - prosegue il commissario - non sarà occupata quindi in maniera permanente, ma a rotazione, a seconda delle problematiche affrontare dai servizi sociali». L'appartamento sarà utilizzabile già nel 2012.Cristina Marzorati
LA NORMATIVA
Legge del '96, beni bloccati per fini sociali
Il Comune di Cesano Mademo è entrato In possesso defl'ap-partamento di vìa Battisti grazie alla Legge 7 marzo 1996, n 109, che prevede la rapida destinazione, a fini sociali o istituzionali, di beni o immobili derivanti dalle attività illecite della criminalità organizzata di tipo mafioso. La normativa è stata frutto di un'iniziativa popolare, sostenuta dalla raccolta di un milione di firme da parte dell'associazione Libera. In Meridione, grazie a questa legge, sono sorte diverse Cooperative sociali che coltivano terreni confiscati alla mafia; i prodotti di tali terre sono in vendita soprattutto nelle botteghe dell'equo e solidale.Cristina Marzorati
Municipalizzata, accordo con il Comune
Il Cda accetta 400mila euro per Global service. Resta il nodo dei lavoratori
Il consiglio d'amministrazione di Assp (nella foto la sede di via Novara) dice sì alla proposta comunale: 400mi-la euro, Iva compresa, per tutti i servizi effettuati dal Global Service. La decisione è stata presa durante la riunione straordinaria di martedì, subito dopo Natale, quando il presidente Andrea Viganò ha convocato il direttivo e ha messo sul tavolo la necessità di sciogliere il nodo dei dieci lavoratori del settore Global Service, addetti al facchinaggio, operai impiegati nella manutenzione e cura del patrimonio pubblico. Agli alti vertici della società non è rimasto altro che accettare l'unica proposta comunale sul tavolo, ossia 400mila euro, pari a un quarto del contributo pubblico stanziato fino a una manciata di anni fa.Il netto ridimensionamento comporterà tagli al personale? Una preoccupazione che era stata ventilata lunedì 19 dicembre, durante lo sciopero di tre ore indetto dai dipendenti. Impossibile interpellare direttamente Viganò: dal giorno dopo la riunione del consiglio d'amministrazione non era più raggiungibile, perché in ferie. A parlare è stato il sindacalista Cgil, Antonio Mingotto, convocato al tavolo dal direttivo. «Si è parlato di esubero di tre lavoratori sui dieci impiegati nel Global - dichiara - un accenno fatto all'inizio del nostro colloquio, ma poi non più ribadito. Al momento su questo tema non è stata presa alcuna decisione, perché manca il passaggio più importante: il piano di ridimensionamento dei costi e il conseguente pino di rilancio». Il presidente Viganò l'aveva annunciato per fine anno, ma evidentemente i tempi si sono dilatati e ad oggi non si sa come farà Assp a far quadrare i conti con meno fondi a disposizione.«La nostra richiesta - continua Mingotto - era sempre stata una: commissario e direttivo di Assp dovevano fare tutto il possibile, per traghettare la società alle prossime elezioni comunali e poi consentire al nuovo sindaco di gestire la cosa. Adesso ci troviamo di fronte a uno scaricabarile continuo, abbiamo persino provocatoriamente suggerito al consiglio d'amministrazione di dimettersi, così tutto sarebbe stato in mano al Comune e qualcosa si doveva pur fare».Invece al momento nulla cambia e per il futuro di Assp con lo stesso numero di dipendenti, si pensa a nuovi introiti derivanti dall'affitto di alcuni locali di via Novara a BrianzaAcque e a maggiori utili dalle partecipate come Gelsia.Cristina Marzorati
Sacra, un sottopasso vietato alle bici
Via Battisti: anche il montascale per i disabili è fuori servizio da anni
Il sottopasso di via Battisti è praticamente un'opera compiuta a metà. Un ciclista che proviene dal centro e diretto verso la Sacra Famiglia deve affrontare la stessa discesa che frequentano anche le automobili, impossibilitato ad utilizzare il passaggio pedonale, stretto ed evidentemente progettato senza pensare al transito delle biciclette. Come se ciò non bastasse il monta-scale che servirebbe ad un utente in carrozzina per superare le rampe è inutilizzabile, fuori servizio da due anni (la serratura che venne posta nel quadro di controllo per dare corrente è stata persino forzata, e c'è una chiave rotta all'interno). La denuncia parte da Federico Ravagnati, uno dei fondatori della lista civica "La Cesano che vogliamo": «Quando fu installato i ragazzi lo avevano preso di mira danneggiandolo. L'amministrazione comunale di allora evidentemente non trovò migliore soluzione che lasciare tutto com'è, inutilizzabile». Ravagnati ha iniziato un personale tour che lo porterà nelle frazioni di Cesano Mader-no per rendersi conto di persona di quali sono le criticità e le singole realtà di quartiere. Per questo chiede ai suoi concittadini di contattarlo tramite l'omonima pagina facebook per segnalare opere incompiute e criticità. Il suo percorso è iniziato dal quartiere in cui abita, la Sacra Famiglia, dove denuncia anche incuria attorno al nuovo asilo, dove l'area vicino al ripetitore viene scambiata per discarica.Gionata Panseri
I comitati
Serve piano per collegare l'esistente
I comitati di quartiere a Cesano Maderno hanno tutti molto a cuore il tema della mobilità sostenibile. Già da tempo (all'amministrazione Romano e a quella Vaghi prima) hanno presentato osservazioni e suggerimenti per migliorare le condizioni in cui versano non solo i ciclisti, ma tutta l'utenza debole in generale.Tutti i comitati di quartiere, d la Sacra Famiglia a San 1 do, denunciano principalmente una cosa: la mancanza di i no d'azione generale, di i segno guida" da seguire, che r ta in rete tra loro i singoli quartieri ragionando in termini ampi del piccolo isolato, so i percorsi si interrami nulla, portando i ciclisti rie trafficate. «Le ciclabili, se spesso in pessime condizioni ci sono, il problema è che no a poco - spiega Vito Coli del Comitato San Pio X -maggior parte dei casi si tratta singole porzioni, che si interrompono, una ciclabile a pezzi, insomma».Stessa situazione anche a Bernardo. Alla fine del 2009 il comitato di quartiere Due Passi in Bici aveva steso un piano d'azione, presentandolo al Comune corredato di firme: «Lo stesso materiale fu ripresentato a maggio 2011 all'allora sindaco Marina Romano - spiega Stefano San-don - tutto finì con un buco nell'acqua, non abbiamo mai ricevuto risposta alle nostre osservazioni e la situazione non è cambiata. Il problema principale - comune a tutte le frazioni di Cesano Maderno - è la difficoltà a raggiungere in sicurezza i servizi che si trovano in centro. Le piste ciclabili non sono collegate fra loro e spesso mancano addirittura in zone ad alta frequentazione di bambini.Nel nostro quartiere un caso è il caso di via Trento, in direzione della scuola elementare Minotti, dove non solo non c'è la ciclabile, ma manca persino un banale marciapiede: si tratta di un percorso che normalmente fanno i bambini per andare a scuola. Stessa situazione per le scuole medie di via San Marco: via Trento in bici senza protezioni è pericolosa».Gionata Panseri





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