Rassegna: Il Cittadino del 28/1/2012 - 3a parte - La Cricca Brianzola

lunedì 30 gennaio 2012 | ,








Prosegue la rassegna stampa redatta da SEL Cesano Maderno relativa alle notizie apparse il 28 Gennaio 2010 sul Cittadino Valle del Seveso, nel capitolo "La cricca brianzola".



LA CRICCA BRIANZOLA


il commento
I PGT «INQUINATI» SUI QUALI SI GIOCANO CADREGHE E FACCE


«Il sospetto è l'anticamera della calunnia» ammoniva Giovanni Falcone rimbeccando Leoluca Orlando, già sindaco di Palermo che se n'era uscito incautamente con l'affermazione opposta che «il sospetto è l'anticamera della verità». E nel-l'analizzare il «sistema Brianza» di corruttele svelato dall'inchiesta su Ponzoni & Co. è sacrosanto tenere ben presente il rischio di alimentare sospetti indebiti e ingiusti.

Resta il fatto che le carte dell'inchiesta mettono in fila non solo un vorticosissimo quanto milioniario giro di quattrini, non soltanto un intreccio di spregiudicate «relazioni pericolose» finalizzate alla conquista del potere, ma anche un'articolata quanto intricata campagna di conquista e controllo del territorio di mezza Brianza, da est ad ovest sul piano urbanistico-edilizio.
In tutto, si badi bene, in un contesto già di per sé assai compromesso per effetto di ondate successive della speculazione e di scelte e pianificazioni assenti o del tutto errate, anzi deleterie ancorché asservite ad interessi privati prevalenti su quello pubblico.
Niente di nuovo sotto il sole insomma in fatto di «tessere e mattoni» che dagli anni '70 in qua hanno contraddistinto spesso e volentieri (sic!) i rapporti tra politica e urbanistica in genere. Oggi semmai la versione aggiornata e semmai più spregiudicata o sfrontata di quel binomio potrebbe essere quella di «soldi e mattoni», oltremodo fortemente e pesantemente condizionata dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, la 'ndrangheta per capirci, che da anni proietta la sua ombra sinistra su tutto l'ambiente e il sistema produttivo del settore. Sta di fatto che i riferimenti ripetuti e frequenti, numerosi ed evidenti che l'inchiesta ha messo in luce rispetto sia a piani regolatori o Pgt che dir si voglia, sia a operazioni specifiche di trasformazioni di destinazioni d'uso di aree sia a veri e propri interventi immobiliari, non possono non lasciare ombre non di sospetto, ma di vero e proprio inquinamento. E le diverse amministrazioni comunali dei centri qua e là citati nei memoriali come nelle intercettazioni, da Arcore a Desio, da Giussano a Seregno, da Lentate a Seveso, sicuramente hanno il dovere di porsi più di un interrogativo sulla regolarità, legittimità, legalità, utilità pubblica, congruità, equità, equilibrio presente e futuro di tutti gli atti urbanistici di questi ultimi anni, a cominciare ovviamente dai più importanti, i Pgt, siano stati essi approvati, adottati, istruiti, impostati, avviati, affidati con incarico ma con indicazioni. In qualche caso talune amministrazioni comunali hanno già cambiato sia di segno politico che proprio urbanistico, come Desio, epicentro ahinoi del «sistema», dalla 'ndrangheta alla cricca, altre stanno seguendo, altre ancora devono dissipare ombre e dubbi.
Qui non si tratta più di andare a scorrere le pagine e pagine dell'inchiesta in cerca di «nominati» perché non è né il Grande Fratello né L'isola dei famosi. Non è un reality ma l'amara realtà.
Della quale è bene prendere atto alla svelta, non cercare di chiamarsi fuori o tanto meno chiamare dentro tutti perché tanto «un pusè net al gha la rugna».
Nossignori è ora di fare chiarezza e pulizia, senza aspettare sempre e per forza i magistrati, i carabinieri o la guardia di finanza.
Perché è vero che ci si giocano non poche cadreghe ma anche tante facce. A meno che anche questo non conti più nulla.
Luigi Losa



LA CURIOSITÀ'
Oltre 68 mila euro ai giornalisti «Erano assai vicini al politico»


Ci sono anche tre giornalisti nelle carte dell'inchiesta condotta dalla procura di Monza e che ha portato a «smascherare» la cricca brianzola e monzese. E sono carte piuttosto precise, quelle che stanno a testimoniare un rapporto diretto con gli esponenti della carta stampata a colpi di fatture e contratti di collaborazione.

La Guardia di finanza ha acquisito due contratti di collaborazione con Carlo Sala (del quotidiano Libero) per un compenso lordo pattuito di 8.664 euro (per il periodo compreso tra l'I giugno del 2007 e il 30 settembre del 2007) e di 10 mila euro per il periodo dall' 1 marzo 2008 al 31 agosto 2008. Più consistente dal punto di vista finanziario il rapporto con Marco Pirola, direttore dell'Esagono che ha avuto un contratto di collaborazione di 12 mila euro dall' 1 agosto al 30 novembre e di ulteriori 12 mila euro dall' 1 marzo fino al 31 agosto del 2008. Infine Gianandrea Zagato, ex redattore de «Il Giornale» che aveva avuto 15.696 euro prima e 10 mila euro poi, sempre per gli stessi periodi.
Quanto a Marco Pirola, in particolare, si annota che «nel 2010 risultava ancora assai vicino a Massimo Ponzoni» ma anche «intimo di Filippo Duzioni» con il quale ultimo aveva avuto una telefonata intercettata a «valle delle prime perquisizioni disposte da quest'ufficio nei confronti di Ponzoni». Nella telefonata si parlava con una certa familiarità dei problemi di Ponzoni: «Questo crede ancora all'asino che vola», sentenziava aspramente Duzioni ricevendo una risposta affermativa: «Sì, più o meno così».



DELIA FAMIGLIA DELLA MOGLIE, PONZONI ERA ASSESSORE REGIONALE
Via Sarpi e la villa abusiva poi demolita


Il terremoto mediatico e giudiziario attorno alla figura dell'ex assessore e consigliere regionale, Massimo Ponzoni, non è certo una novità per Cesano Maderno. Nel gennaio del 2009 fece scalpore la notizia della costruzione di una casa abusiva in via Sarpi a Cascina Gaeta intestata alla moglie del politico, Annamaria Cocozza, al cognato Argentino e alla suocera Maria Cacioppo. Un episodio che colpì molto l'opinione pubblica, perché all'epoca Ponzoni era assessore regionale all'Ambiente e mise in imbarazzo gli alti vertici del Pdl. L'abuso era stato scoperto nell'aprile di cinque anni prima, nel 2004, dagli agenti della polizia locale di Cesano Maderno, quando nell'effettuare un sopralluogo, sospesero i lavori per la costruzione del rustico-villetta per abuso edilizio. La cosa non finì così, arrivò in tribunale. I Cocozza si rivolsero al Tar (Tribunale amministrativo regionale) e nel giugno del 2008 la moglie di Ponzoni, il cognato e la suocera vennero condannati per abuso edilizio. Nell'ottobre dello stesso anno il Comune emise un'ordinanza di abbattimento, quindi il 22 gennaio 2009 il Tar scrisse la parola fine: quella casa era abusiva e doveva essere rasa al suolo. A febbraio 2009 la vicenda finì sui giornali a tiratura nazionale e a marzo il suocero di Ponzoni, oltretutto imprenditore edile, si occupò di abbattere gli edifici coinvolti dal provvedimento. Cocozza ha sempre parlato di rustico, ma agli atti del Comune si cita una villetta bifamiliare.

Cristina Marzorati



«Ponzoni? Lui ha deciso tutti i nomi del Pdl»
L'ex sindaco di Cesano, Marina Romano: «I suoi assessori arrivavano in giunta con cose già scritte» «Mai minacce da parte sua, ma quali interessi potevano esserci? Cesano è urbanizzata al 65 percento»


«Massimo Ponzoni c'era al momento di prendere decisioni importanti legate a scelte politiche. Mi riferisco al ballottaggio, agli esponenti di giunta del Pdl, agli incontri con i politici in campagna elettorale, per il resto non ha mai partecipato alla vita amministrativa, c'erano i suoi assessori che si presentavano in giunta con le cose già scritte».

Così l'ex sindaco, Marina Romanò, spiega dal suo punto di vista qual sarebbe stata su Cesano l'influenza di Massimo Ponzoni, ex assessore regionale ed ex coordinatore provinciale del Pdl, nei due anni in cui lei ha governato una coalizione Pdl-Lega. «Non ho mai ricevuto minacce da parte sua, voglio essere chiara - afferma - e non ci sono mai state ingerenze importanti, tipo richieste di natura economica o ancora influenze sul Pgt, ma d'altronde noi eravamo ancora all'inizio del Piano di governo del territorio. Prima che il mio mandato terminasse anticipatamente, avevamo concluso gli incontri di quartiere e poi, quali interessi potevano esserci? Ormai Cesano è urbanizzata al 65 per cento, non ci sono più spazi».
LE ELEZIONI
Partiamo però dall'inizio, quando Romanò venne scelta come candidato sindaco e Ponzoni era il coordinatore provinciale Pdl. «In campagna elettorale sinceramente non l'ho visto molte volte, c'erano altri referenti che lavoravano per il Pdl, certo non mancava quando in città arrivava qualche politico importante, come i ministri».
LA SCELTA DEI NOMI
Poi c'è stato il ballottaggio. Marina Romanò ha vinto ed è stato il momento di scegliere gli assessori e allora sì che Ponzoni è entrato in gioco. «Ho detto no a diversi nomi messi sul piatto -sottolinea Romanò - perché erano i soliti vecchi De, diciamo così, che avevano già fatto parte di precedenti amministrazioni, io volevo nomi nuovi. Per la Lega la scelta è stata mia, per il Pdl ha deciso tutto Ponzoni».
I PROBLEMI DI GIUNTA
La pace però è durata poco: il Pdl ha disertato una seduta di consiglio comunale, sono emerse le fazioni tra ponzoniani, sostenitori dell'ex assessore Alessandro Soliman e gruppi in un certo modo indipendenti da entrambi gli schieramenti. Il caos è entrato in giunta, ci sono stati forti contrasti personali tra il sindaco e alcuni esponenti; alla fine Michele Santoro è stato messo alla porta, ci ha rimesso anche l'assessore Claudio Scolari, è arrivato Alessandro Soliman, sono rimasti Giovanni Spagnuolo e Giuseppe Mazzacuva. Le cose però non sono migliorate, i contrasti sono continuati e due assessori, Spagnuolo e Mazzacuva, hanno spesso disertato la giunta. Persone, rimarchiamo, in nessun modo convolte nell'inchiesta che ha travolto Massimo Ponzoni.
«Facevano quello che gli veniva detto - dichiara Romanò - o se si presentavano, avevano il documento già scritto oppure nemmeno partecipavano alla vita amministrativa, come gli incontri del Pgt che loro hanno sempre disertato. Questo era il loro amore per la città». Anche Fabrizio Bonafede era stato indicato come un uomo scelto proprio da Ponzoni: «Bonafede non l'ho mai visto come un politico, ma come un tecnico che sapeva fare il suo lavoro e impegnarsi per la città». Infatti Bonafede non solo è sempre rimasto al suo posto nei vari cambiamenti, ma è anche diventato vicesindaco.
PRIMA ASSESSORE A DESIO
«Non ho mai nascosto nulla ai miei cittadini - sottolinea l'ex sindaco - Ho sempre parlato apertamente delle tante pressioni, tant'è che nelle intercettazioni io, a differenza di altri, non ho mai avuto "colloqui intimi"».
Pressioni, contrasti, ma Marina Romanò lo sapeva fin dall'inizio che non sarebbe stato facile? Non conosceva Ponzoni? Insomma, è stata anche assessore alla Sicurezza a Desio: «Quante giunte sono cadute in Brianza? - risponde, con una domanda - Desio e la mia. Ponzoni era solo il coordinatore provinciale, a decidere sono i consiglieri e gli assessori, che in tanti altri comuni stanno facendo scelte per il bene dei cittadini; a Cesano invece qualcuno ha dimenticato di dover rispettare il volere dell'elettorato».
Cristina Marzorati



ELEZIONI 2009


Partiamo però dall'inizio, quando Romanò venne scelta come candidato sindaco e Ponzo ni era il coordinatore provinciale Pdl. «In campagna elettorale - dichiara l'ex sindaco leghista di Cesano Maderno sinceramente non l'ho visto molte volte, c'erano altri referenti che lavoravano per il Pdl, certo non mancava quando in città arrivava qualche politico importante, come i ministri». Poi c'è stato il ballottaggio. Marina Romanò ha vinto ed è stato il momento di scegliere gli assessori e allora sì che Ponzoni è entrato in gioco, come rimarca lei stessa.



L'INTERVISTA ANTONIO ROMEO. EX SINDACO DI LIMBIATE
Siamo in democrazia, ognuno può votare chi vuole


«Mi hanno detto a Cesano - parla un tale Sergio - chi è che ha votato quello di Limbiate, tutto il clan Moscato». «E il Ponz - ribatte Franco Riva, ex sindaco di Giussano - mi ha detto che è contento di essersi tolto da quel giro lì». Questo scambio di battute, intercettato dalle forze dell'ordine nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto del consigliere regionale Massimo Ponzoni, tirerebbe in ballo anche l'ex sindaco limbiatese Antonio Romeo. Nonostante quest'ultimo non venga mai citato, pare chiaro il riferimento nei confronti di colui che ha ricoperto la carica di primo cittadino per dieci anni consecutivi, dal 2001 al 2011. Vista la sua popolarità (nelle elezioni comunali del 2006 la coalizione di centrodestra da lui guidata ottenne oltre il 61% dei consensi) e la sua militanza politica iniziata già negli anni Ottanta nel partito socialdemocratico, il 51enne nato a Me-lito di Porto Salvo, località calabrese, era stato scelto dal Pdl anche come candidato alle elezioni regionali del 2010.1 7.195 voti da lui ottenuti, la metà dei quali provenienti da Limbiate, non furono sufficienti per essere eletto, in quanto fu il primo degli esclusi. Una possibilità che invece potrebbe riaprirsi ora, proprio nel caso di dimissioni di Massimo Ponzoni.

Nel caso in cui Ponzoni si dimettesse, per lei si aprirebbero le porte del Consiglio regionale. E' pronto eventualmente per questo nuovo incarico? Io sono tranquillissimo, perché è una cosa che non dipende da me. Non sono io a dover decidere. In ogni caso avrei preferito di gran lunga ottenere un numero sufficiente di voti per diventare consigliere regionale già nel 2010. Non sono una persona che gode per le disgrazie altrui. Nelle intercettazioni il riferimento al fatto che il "clan" Moscato avrebbe votato per lei. Come commenta? Siamo in democrazia. Il voto è libero e ognuno può votare chi vuole. Credo di essere stato votato perché la gente mi conosce e sa come ho operato. Mi ricordo ancora tutta la fatica che ho fatto per prendere così tanti voti. La cosa non mi tocca. Mi spiace che uno si debba difendere per questioni che non esistono. Per questa ragione, ritiene che la sua eventuale nomina come consigliere regionale sarebbe un po' chiacchierata? Mi spiace che qualcuno di sinistra abbia colto l'occasione per denigrarmi, senza alcun fondamento. Sono le forze del-l'ordine a dover indagare e a valutare il contenuto delle intercettazioni. Non è certo la politica che ha questo compito. Credo che fare insinuazioni di così basso livello faccia male a tutta la politica. Sarà il magistrato a decidere chi ha sbagliato. Non è corretto buttare tutto nello stesso calderone.
Fabio Cavallari



L'EX SINDACO LEGHISTA
E in tv accusa «il parrucchiere»


Il caso Cesano Maderno è arrivato fin sugli schermi di Rai 2. L'arresto dell'ex assessore regionale, Massimo Ponzoni, ha portato in città le telecamere di "L'ultima parola", trasmissione d'approfondimento politico condotta dal giornalista Gianluigi Paragone. La troupe ha voluto intervistare l'ex sindaco, Marina Romanò, per capire le ragioni di una caduta anticipata del suo governo, quali pressioni subisse all'interno del Palazzo e se abbia mai temuto per la sua vita, come ha fatto Sergio Pennati, commercialista e uomo di fiducia di Massimo Ponzoni, talmente preoccupato da arrivare addirittura a scrivere il suo testamento. Microfono davanti, Romanò ha ammesso che Ponzoni ha condizionato pesantemente la vita politica cesanese e naturalmente il giornalista l'ha incalzata chiedendo se avesse anche temuto per la sua vita. Lei non ha citato Ponzoni, in verità non ha fatto nomi, ma ha solo parlato di una professione: «Il parrucchiere mi ha minacciato, l'ex assessore». Il riferimento è chiaramente a Michele Santoro, ex assessore al Commercio, unico parrucchiere che si sia mai seduto tra i banchi della giunta Romanò. Che tra i due non corresse buon sangue è risaputo, ma di fatto non c'è mai stata una denuncia per minacce nei confronti di Santoro. «Romanò è andata in televisione a farsi campagna elettorale in vista delle prossime comunali - replica deciso Santoro - La deve smettere di nascondersi dietro a queste cose. Per i suoi giochetti ben in 19 l'hanno mandata a casa, cosa c'entro io? Chi ha firmato le dimissioni, facendo cadere in anticipo il governo di centrodestra, l'ha fatto rappresentando i 40mila cittadini di Cesano Maderno. Lei ha espulso dalla giunta i cesanesi, è inutile che lanci delle accuse, pensi alla sua incompetenza».

Cristina Marzorati

0 Responses So Far:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...