Rassegna: Il Cittadino del 28/1/2012 - 4a parte - La Cricca Brianzola

lunedì 30 gennaio 2012 | ,






Prosegue la rassegna stampa redatta da SEL Cesano Maderno relativa alle notizie apparse il 28 Gennaio 2010 sul Cittadino Valle del Seveso, nel capitolo "La cricca brianzola".



Revoca del Pgt e dimissioni Ma Sasso si difende: calunnie

A Lentate il sindaco incontra i cittadini nei quartieri per illustrare il documento urbanistico. Raccolta di firme di solidarietà in Comune

LENTATE II sindaco negli incontri di quartiere sul Pgt si dichiara sereno, ma le opposizioni continuano a picchiare duro e per loro la strada è revocare il Piano di governo e vedere le dimissioni del primo cittadino. Questi sono gli ultimi sviluppi del caso Ponzoni, dove Massimo Sasso è stato citato nel testamento di Sergio Pennati, commercialista e numero due di Ponzoni, che l'ha definito un uomo dell'ex assessore regionale, invitando a fare attenzione alla vasta area accanto al Comune (ex Schiatti). Su tutto questo il sindaco di Lentate aveva già scritto un comunicato pubblicato sul sito Internet comunale, ma in questi giorni Sasso sta incontrando i cittadini. La ragione è spiegare il Pgt, ma ad ogni confronto commenta così l'accaduto: «Il fatto non esiste, sono soltanto calunnie, come assolutamente scorretti sono i manifesti affìssi in questi giorni per il paese (firmati da Sei, «Lentate Futura» e Pd del segretario Gianfranco Borin). I cittadini mi hanno chiesto di fare il sindaco ed è quello che sto facendo, rispettando un rapporto di massima fiducia. La fiducia per me è al primo livello, sul fatto che magari non ci sia accordo sulle scelte, lo rispetto, ma non Si può mettere in discussione la mia rispettabilità. Ho già querelato per calunnia Pennati e fortunatamente ci sono stati dei cittadini che non mi hanno solo giudicato, ma anche sostenuto. Una vicina ha bussato alla mia porta, si è presentata con un vassoio di frittelle dicendo: «Se devono essere chiacchiere, che almeno siano dolci». Un bel gesto che mi consente di dire che non ho mai ricevuto pressioni, non ci sono ombre sul mio operato». Oltre al caso della vicina anche i dipendenti comunali avrebbero in serbo un gesto a sostegno del sindaco. A inizio settimana il segretario comunale, Paola Cavadini, insieme agli uffici ha predisposto una lettera di solidarietà al primo cittadino, lo scritto però non sarebbe ancora stato filmato da tutti i dipendenti. Sul caso Sasso-Pon-zoni poi parlano anche i politici, come la Lega Nord del segretario Matteo Tùrconi: «Respingiamo la richiesta di sfiducia al sindaco avanzata da «Lentate Democratica» e ci stupiamo di dover ricordare che nessuno, a norma di vigente Costituzione, è colpevole sino a condanna definitiva, tanto più in questo caso dove manca persino l'imputato». Non è dello ' stesso parere 0 centrosinistra (Pd, Sele«Lentate Futura»), che ha tappezzato la città di manifesti in cui si legge: «Il presunto coinvolgimento del sindaco Sasso in operazioni affaristiche illegali, in combutta con l'ex assessore regionale del Pdl Ponzoni, conferma i dubbi già espressi sul Pgt adottato: va revocato e sindaco e giunta si devono dimettere».

Cristina Marzorati


LA LETTERA

«Difendo un amico che lavora bene ed è anche onesto»


Massimo Sasso è mio amico, ed è sindaco del paese dove vivo, Lentate sul Seveso. Sindaco in questo interessante e maledetto tempo di crisi. La politica melmosa ora, in prossimità del rinnovo amministrativo, lo vuole giù, nel fango di loschi e foschi interessi, quando l'unico vero suo interesse è stato ed è il bene delle persone, inseguito sul complicato terreno della burocrazia, del compromesso politico, dell'esiguità delle risorse.

Alcuni esempi. Ha resistito fin sulla soglia di sanzioni personali alla chiusura del passaggio a livello di Camnago. Non ha voluto far cassa coi parcheggi a pagamento, come altri comuni vicini. Pedemontana: critico sui piani di intervento iniziali, ha coordinato l'opposizone ad essi dei 5 comuni della tratta detta B2 fino alla definizione del progetto, che porterà nelle casse della prossima amministrazione un bel gruzzolo. Si sta muovendo da tempo con gli enti competenti per realizzare a Camnago, diventato nodo strategico col collegamento ferroviario FS-Nord, una scuola superiore (professionale del legno). Infine, non ha approfittato in nulla della sua posizione: prima che diventasse sindaco aveva il cancelletto di casa di tanto in tanto difettoso ed il cancello con apertura manuale e da riverniciare. E' ancora così.
Alfredo Argenterò


Caro Argenterò,


la difesa degli amici, quando fatta con nome e cognome, mettendoci la faccia, ci ispira sempre simpatia. Se il sindaco Sasso è stato lontano dalla politica melmosa, l'inchiesta della magistratura lo appurerà. Il fango può sporcare la giacca, non l'essenza delle persone e il tempo è galatuomo. Proprio per questo, noi e lei siamo dalla stessa parte: quella del fare chiarezza.

Giorgio Bardaglio



La Lega: sospeso il Pgt, ma il sindaco nega

A Seveso acque agitate nella maggioranza dopo le rivelazioni sui rapporti Alari-Brambilla

SEVESO La pubblicazione delle intercettazioni Massimo Ponzoni e l'ex assessore del Pdl Renato Alari che discutevano del Pgt di Seveso, hanno generato ulteriore confusione politica e molta incertezza a poco più di un anno dalla prossime elezioni. La Lega Nord, infatti, ha annunciato di voler sospendere l'iter dello strumento urbanistico e lancia strali a chi considera responsabile di questa situazione. «La Lega Nord - si legge in un comunicato - ha appreso con preoccupazione del possibile coinvolgimento di esponenti del Pdl sevesino nelle indagini della Procura di' Monza. Siamo sollevati dal fatto che, nell'aprile 2010, grazie alle pressioni esercitate dalla Lega, l'allora assessore Alari fu allontanato. Ricordiamo con stupore che dopo l'espulsione di Alari, l'ex capogruppo del Pdl Marco Mastrandrea, insieme al rappresentante della Lista Civica Marzio Marzorati, prese le difese di Alari. A tutela del comune di Seveso, la Lega Nord comunica la sospensione dell, procedura di approvazione del Piano di Governo del Territorio, in attesa di chiarimenti da parte della Magistratura».

Sospensione che però il sindaco Massimo Donati smentisce dopo la riunione di giunta avvenuta con gli esponenti delle Lega giovedì scorso: «Non possiamo fermare questo iter, ne va del futuro della città. Non abbiamo nulla da temere e per questo motivo proseguiremo e porteremo in adozione il Pgt che avrà anche il compito di pianificare il territorio in funzione anche dell'interramento».
Marzio Marzorati non ci sta, invece, ad essere attaccato dal Carroccio senza spiegare alcuni passaggi: «Dopo le elezioni del 2008, uno dei primi atti approvati dal sindaco Donati e dal suo vice-sindaco David Galli della Lega fu la riapertura dei termini del Piano regolatore. Con il loro voto Galli e Donati affidarono il nuovo incarico al professor Pier Luigi Paolillo, buttando a mare la bozza di Piano regolatore già pronta e protocollata. In questi tre anni la Lega Nord di Galli e il sindaco hanno dettato l'agenda del Pgt. La magistratura interviene su Seveso e Galli si spaventa e come sua abitudine rinuncia alla responsabilità,»., Preoccupato per quanto si apprende anche il Partito democratico: «In questi giorni, stiamo seguendo con preoccupazione quanto emerge dalle indagini che coinvolgono l'ex assessore regionale Ponzoni, e che riguardano anche il nostro paese. Le continue dimissioni di consiglieri e assessori, una decina, descrivono bene il clima di totale inaffidabilità e sfiducia e mancanza di professionalità di questa coalizione. La Lega di Seveso, adesso, ha dichiarato di volere sospendere la procedura di approvazione del nuovo Pgt, in attesa degli sviluppi delle indagini. Il Pgt di Seveso è stato depositato solo da poche settimane, con il consenso della Lega. La Lega ha sempre accettato i compromessi poco onorevoli proposti dalla Pdl in cambio di poltrone e adesso si vuole rivendere come difensore dei seve-sini».
Seveso deve ancora adottare il Pgt, e sempre secondo Massimo Donati, l'assessore provinciale Brambilla, indicato da Ponzoni ad Alari come consulente, non avrebbe mai messo mano allo strumento urbanistico della città.
Per il momento Seveso sembra scontare solo le contraddizioni politiche di una coalizione, Pdl e Lega, che non è stata mai capace di andare d'accordo.
Ivan Bavuso



Provincia decapitata, rimpasto più lontano

C'è chi pensa alla semplice sostituzione di Brambilla e chi parla dell'ipotesi «giunta tecnica»
Il presidente Allevi: «Programma da riscrivere». La Lega propone Terruzzi, il Pdl perplesso

Pare proprio che in Provincia il centrodestra non sappia come uscire dall'impasse causato dall'arresto del vicepresidente Antonino Brambilla e della cricca brianzola. Giovedì in consiglio, con una mossa a sorpresa, la Lega ha presentato un ordine del giorno sulla questione morale nel tentativo di boicottare la mozione di sfiducia al presidente Dario Allevi annunciata dal Pd e che sarà riproposta sotto un'altra veste. «Il dibattito - ha spiegato il capogruppo Stefano Tagliabue - si risolverebbe in un rinfacciarsi di responsabilità giudiziarie, vere o presunte». «Il Carroccio - ha commentato Vittorio Pozzati - ha escogitato un salvavita per non entrare nel merito della questione». «La maggioranza - ha aggiunto il capogruppo Domenico Guerriero - cerca di nascondere la polvere sotto il tappeto e allunga i tempi perché non sa come effettuare il rimpasto. Ora vogliamo capire se i criteri, secondo noi sbagliati, con cui è stato impostato il Piano di coordinamento del territorio hanno ancora un senso».

La nuova giunta non vedrà la luce nemmeno la prossima settimana: padani e Pdl, infatti, non hanno nemmeno trovato un accordo su come ricomporre i cocci. Accanto all'ipotesi minimalista, che prevede la semplice sostituzione di Brambilla, c'è quella massimalista di chi punta a una giunta tecnica che traghetti la Provincia al 2014. Ad Allevi non è mai piaciuta l'idea di azzerare l'esecutivo e di nominare degli esperti e concorda con i bossiani sulla necessità di riscrivere il programma per i prossimi due anni a causa dei tagli alle risorse.
Tra i leghisti, intanto, c'è chi rivendica l'assessorato alla Pianificazione territoriale e la vicepresidenza, già di Brambilla, e candida ad entrambe Diego Terrazzi, presidente della commissione urbanistica. «Se me lo chiederanno - risponde l'interessato - metterò a disposizione la mia esperienza per portare a compimento il Piano». Il Pdl continua a essere spaccato: «Ci sono diverse linee di pensiero - ammette la capogruppo Eleonora Frigerio - io non credo sia giusto azzerare tutto: mandare a casa l'intera giunta significherebbe additare amministratori estranei alle vicende giudiziarie». Eppure in tanti chiedono un segnale forte: «Non sarà facile - aggiunge – sostituire Brambilla». Già, perché il centrodestra dovrà trovare un tecnico competente, di specchiatissima moralità e, per di più, donna come prevede la mozione sulle quote rosa approvata dal consiglio la scorsa settimana. Il primo requisito esclude l'assessore monzese alle Politiche giovanili Martina Sassoli e il vicesindaco di Triuggio Serenella Corbettai cui nomi girano nei corridoi di via Grossi. «Non si può affrontare la crisi in questo modo - sentenziano esponenti di spicco del Pdl - il presidente dovrebbe chiamare persone super partes in grado di ridare credibilità all'ente e cominciare a lavorare con i suoi colleghi di Como e Lecco per verificare l'ipotesi della creazione della Grande Brianza». E i papabili restano quelli di sempre: Carlo Edoardo Valli e Raffaele Cascella.
Monica Bonalumi


IL PUNTO

Se prima eravamo in dieci: solo sette persone nell'esecutivo


Sono partiti in dieci, sono rimasti in sette gli assessori che affiancano Dario Allevi nella giunta provinciale. Sono in quota Pdl Giuliana Colombo, assessore a Istruzione, Lavoro, Politiche sociali, Pari opportunità; Francesco Giordano, assessore a Opere pubbliche, Viabilità e Trasporti; Alberto Grisi, responsabile del Bilancio; Fabrizio Sala all'Ambiente e Rifiuti.

Sono leghisti Enrico Elli, assessore a Cultura e Formazione professionale; Fabio Me-roni, assessore a Patrimonio, Demanio, Edilizia scolastica che potrebbe lasciare dopo la recente nomina a deputato; Andrea Monti con le deleghe ad Attività produttive, Turismo, Sport, Autodromo. Antonino Brambilla, dimessosi dopo il suo arresto, era vicepresidente con le deleghe alla Pianificazione territoriale e Parchi. Proviene dal Pdl, come Rosario Perri, assessore a Personale e Partecipate, che ha abbandonato nell'estate 2010 dopo essere stato sfiorato dall'indagine Infinito. È invece leghista Luca Talice, già assessore a Polizia provinciale, Protezione civile, a cui Allevi ha revocato il mandato nel febbraio 2011 dopo l'accusa di violenza sessuale.



Lo tsunami giudiziario arriva in Regione

Il presidente Formigoni pronto a scaricare gli assessori Magnano e Buscemi

Via il sottosegretario alla Attrattività del territorio Francesco Magnano e via l'assessore alla Cultura Massimo Buscemi: potrebbero essere queste le prime mosse di Roberto Formigoni per tentare di salvare la credibilità del governo della Regione.

La bufera seguita agli arresti degli esponenti brianzoli del Pdl si è, infatti, sommata a quella scoppiata a fine novembre con la carcerazione di Franco Nicoli Cristiani, segretario del consiglio lombardo proprio come Massimo Ponzo ni e Filippo Penati.
La nomina del sostituto del desiano è slittata alla prossima settimana; nel frattempo, dopo le minacce di Umberto Bossi di far cadere la giunta se Berlusconi non toglierà l'appoggio al Governo Monti, il presidente lombardo si sta preparando a un rimpasto. È quasi certo che Magnano perderà il posto anche perché l'assemblea ha votato un ordine del giorno che abolisce i sottosegretari per contenere i costi della politica. Formigoni potrebbe togliere l'incarico pure a Buscemi, socio di Ponzoni, e proseguire con qualcuno tra i papabili coordinatori del Pdl a Milano e provincia Romano La Russa, Stefano Maullu e Alessandro Colucci. Al loro posto dovrebbero entrare un paio di donne, come stabilito dal Consiglio di Stato. L'obiettivo del governatore, secondo qualcuno, sarebbe quello di arrivare al 2013 per poi passare al Parlamento, magari come nuovo leader Pdl. Del resto ha già dichiarato che non si ricandiderà nel 2015. Dalle grandi manovre dovrebbero essere esclusi i brianzoli: «Il nostro territorio - commenta il pidiellino Stefano Carugo - è sempre stato rappresentato nell'esecutivo». Lui non disdegnerebbe la presidenza di una commissione: «Penso - aggiunge - a quella dedicata alla sanità, dato che Margherita Peroni potrebbe approdare in giunta, o a quella che si occuperà di carceri e che sarà istituita in seguito a una mia proposta».
Il rimpasto e le minacce di Bossi lasciano indifferenti i leghisti: «Se il nostro capo - afferma Massimiliano Romeo - deciderà di staccare la spina lo faremo e andremo alle elezioni. Aspettiamo un suo ordine».
Mentre il Pd, oltre a chiedere le dimissioni di Formigoni invoca l'abolizione del listino bloccato e la designazione dell'intero consiglio con il meccanismo delle preferenze, il Pdl potrebbe lanciare proprio dalla Brianza l'operazione che punta a ricostruirne l'immagine. Monza, con Milano e Brescia, è una delle tre città candidate ad ospitare la manifestazione ideata da Formigoni e Mariastella Gelmini a cui dovrebbero partecipare responsabili del partito. Sul nostro territorio proseguono gli esami di coscienza: «La politica - constata il coordinatore provinciale Elena Centemero - deve fermarsi a riflettere sulle proprie azioni e sulla mancanza di etica pubblica riscontrabile nel centrodestra e nel centrosinistra, come dimostrano i sistemi Sesto e Brianza. Occorrono una svolta, la formazione e il rinnovamento della classe dirigente anche sotto il profilo del rigore».
Monica Bonalumi


la Lettera

LA MELA MARCIA E CHI DAVVERO SAPEVA


Spettabile Direttore, Lei non mi conosce, mi chiamo Stefano Carugo sono un cardiologo, padre di 6 figli che da 4 anni fa politica con passione in Brianza, dapprima come assessore ai servizi sociali del Comune di Monza e ora consigliere in Regione Lombardia, eletto con quasi 10.000 preferenze (arrivato secondo, come avrà "scoperto" in questi giorni). Le scrivo perché sono rimasto colpito dal suo editoriale pungente fin troppo ai limiti del giustizialismo generalizzato anche se capisco che in questo periodo sparare sulla politica in generale e in particolare in Brianza è cosa facile. Però a questo gioco al massacro qualcuno di ben più famoso del sottoscritto disse:" io non ci sto" e vorrei spiegarlo a lei e ai suoi lettori tra i quali mi annovero da anni.

Premessa: chi ha sbagliato è giusto che paghi come è giusto che la giustizia faccia il suo corso ed è doveroso che si faccia chiarezza su tante vicende vociferate, sentite dire o altro che da anni rumoreggiavano in Brianza e che in questi giorni sono emerse in modo cosi stupefacente anche per le loro dimensioni, numeri e connivenze. Però almeno in Italia siamo ancora in un Paese democratico e prima di crocifiggere delle persone aspettiamo l'esito dei processi anche perché, ricordo, il 40% dei detenuti nelle carceri sono in attesa di giudizio e di questi molti risultano poi essere innocenti. Bisognerebbe inoltre ogni tanto frequentare le carceri come fa il sottoscritto sia per prevenire eventuali voglie di malefatte che per evitare il più possibile l'utilizzo della custodia cautelare. Tutti sapevano ma sono stati zitti quindi sono conniventi almeno moralmente. Non è vero, non credo che gli 11.000 che votarono Ponzoni sapessero o fossero tutti in malafede come non è vero che per essere eletti siano necessari certi voti o tonnellate di soldi e in Brianza per fortuna ci sono molti politici, soprattutto giovani, dediti al "bene comune" e proprio da questi dobbiamo ripartire. La scuola della politica fatta l'anno scorso ne è un vero germoglio di speranza. Mi piace inoltre ricordare quanto ha recentemente detto Alfano: "Le accuse rivolte a Ponzoni non intaccano in alcun modo l'operato del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nè il sistema Lombardia che si avvale di un percorso amministrativo d'eccellenza, più volte strumentalmente attaccato dalle opposizioni per i risultati raggiunti. Questi tentativi sono più" gravi quanto più "camuffati da una presunta questione morale, sbandierata dalle opposizioni a proprio uso e consumo e secondo una malsana logica doppiopesista".
Che la politica in Brianza, in particolare quella del partito a cui appartengo ancora oggi nonostante tutto con orgoglio, debba cambiare è vero, infatti per troppi anni è stata caratterizzata da una visione localistica auto referenziata e di corto respiro ma in questo difetto sono caduti tutti non solo i politici ma anche la stampa e una parte della cosiddetta società civile brianzola ma soprattutto monzese che ancora oggi è assai restia a cambiamenti e ad aperture di credito con il mondo esterno e l'appello in tal senso alla realizzazione della" grande Brianza" lanciata da Mattioni mi sembra quanto mai una proposta importante. Inoltre credo, e potrà sembrare questa mia affermazione paradossale, che le prossime elezioni del Comune di Monza e di altri 7 Comuni della Brianza possano essere uri occasione per rilanciare una classe politica nuova da cui ripartire.
Direttore lei continui pure a stimolarci però le assicuro che conoscere bene la Brianza non è cosi facile in così poco tempo: si fidi è una terra piena di risorse positive anche politiche.
Stefano Carugo Consigliere regionale PdL


Caro Carugo,


non mettiamo in dubbio la sua buona fede, né quella di tutti gli undicimila brianzoli che il voto a Ponzoni l'hanno dato. Se però ci vuole far credere che nessuno dei vertici del partito o della Regione sapesse nulla e niente sospettasse di quegli affari, di quegli intrallazzi, di quei fondi necessari per campagne elettorali faraoniche, allora ci spiace, ma non possiamo crederle. Forse non avevano le prove per andare dalla magistratura, ma per tenerlo lontano da consiglio e giunta regionale quello sì. Non è questione di destra o di sinistra. E' successo dall'altra sponda, con Penati, e abbiamo scritto le medesime cose. Che la Brianza sia terra piena di risorse è certo, ma separare la mela sana da quella guasta è indispensabile per evitare che l'intrallazzatore, il prepotente, il senza pudore soffochi anche la parte sana del proprio partito.

Giorgio Bardaglio

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