Rassegna: Il Cittadino del 25/4/2011

domenica 26 giugno 2011 | ,


Rassegna Stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie relative alla nostra Città in edicola oggi, Sabato 25 Giugno 2011, sul Cittadino - Valle del Seveso.


Crisi irreversibile, Romanò a casa
Diciannove consiglieri, tra cui cinque del Pdl, presentano le loro dimissioni: automaticamente decadono consiglio, giunta e sindaco. Arriva il commissario

A meno di due anni dall'elezione Marina Romano, Lega Nord, non è più sindaco. Ieri mattina, venerdì 24 giugno, alle 11 diciannove consiglieri comunali si sono presentati nell'ufficio del direttore generale, Pietro Pio Spotti, firmando le dimissioni e facendo cadere automaticamente sindaco, giunta e consiglio comunale. La decisione è stata presa dalle opposizioni compatte, Pd, Udc, «Vivi Cesano», «Italia dei Valori» e «Movimento per le alleanze civiche», dalla lista civica «Un futuro per Cesano» e soprattutto da cinque componenti del Pdl tra cui il capogruppo Andrea Rovelli e poi Alfredo Spagnuolo, Chiara Mornatta, Andrea Copreni e Filippo Riccardi. A guidare le sorti della città ora sarà il commissario prefettizio, che resterà in carica sino alla primavera prossima, quando saranno indette le elezioni. «Il fallimento di un'amministrazione non è mai una festa – dichiara Alberto Vaghi capogruppo di «Vivi Cesano» e tra i dimissionari - dimetterci è stata una scelta coraggiosa, di responsabilità verso i nostri elettori per un bene superiore, che è un governo migliore per la nostra città». Andrea Copreni, tra i componenti della maggioranza che ha fatto cadere l'amministrazione Romano: «In questo modo confermiamo il grande disagio vissuto in consiglio comunale, il nostro atto è un forte segno di responsabilità e d'amore per questo paese. Noi al sindaco abbiamo chiesto un dialogo, la risposta è stata avere come mediatore della Lega Nord un guerrafondaio come Cesarino Monti». Pietro Nicolaci Pd: «L'opposizione ha fatto il proprio dovere, onor al merito ai componenti della maggioranza che hanno avuto il coraggio di firmare. A Cesano arriverà il commissario e vi rimarrà per un anno? Farà meno danni di questo sindaco che ha fallito nelle relazioni con la sua maggioranza e anche col territorio, in particolare con le associazioni, nelle municipalizzate, insomma alla guida di Assp ci sono due persone non di Cesano e nel peso specifico della città, Cesano da quando Romanò è sindaco vale meno di zero. Incredibile poi il suo mancato rispetto nei confronti del consiglio, le delibere approvate in aula, non sono mai state tradotte in atti di giunta». Paolo Vaghi Udc: «Cesano ora è tornata davvero ai cesanesi». Il fallimentare epilogo dell'amministrazione Pdl-Lega, salita alla guida della città dopo vent'anni di centrosinistra, mette sul tavolo nuovi scenari politici. Pietro Nicolaci Pd, forte della decisione dei cinque del Pdl, parla già di una colazione innovativa e Paolo Vaghi non nega l'assoluta apertura nei confronti di chi vorrà lavorare per Cesano e c'è chi ventila il ritorno di Gigi Ponti, che come segretario provinciale Pd commenta l'accaduto: «Chiusa questa esperienza; ora è il momento di guardare al futuro».
Cristina Marzorati


LE PROSPETTIVE
Un interregno di dieci mesi

Per i prossimi dieci mesi Cesano sarà governata da un commissario prefettizio. La notizia della caduta di sindaco, giunta e consiglio comunale è già stata comunicata nella mattinata di venerdì alla prefettura di Monza e Brianza, che nominerà un proprio incaricato molto probabilmente nella giornata di lunedì 27 giugno. In città potrebbero arrivare addirittura due commissari, com'è avvenuto a Desio dopo la caduta dell'amministrazione di Giampiero Mariani. I poteri? Il commissario gestirà in toto la macchina comunale, potrà deliberare, prendere decisioni importanti, partecipare a tavoli fondamentali per il futuro per la città, come quello di Pedemontana che vede protagonista Cesano insieme ad altri amministrazioni della tratta B2. Ancora la giunta Romanò a luglio era pronta a portare in consiglio comunale il Piano di governo del territorio, il commissario potrebbe decidere di congelarlo, oppure di mandare avanti l'iter, certo è che sino alle elezioni comunali, primavera 2012, non ci saranno consigli comunali.
Cristina Marzorati


Il sindaco
«Sono persone che ignoro»

Il pellegrinaggio di domenica a Pontida non è servito. La benedizione di Umberto Bossi non ha salvato Marina Romano dal terremoto in maggioranza e ieri mattina, mentre era pronta a presenziare un evento alla Basf, ha assistito inerme alla debacle. Occhi lucidi, con lei c'era l'assessore Fabio Pomerio, che le ha tolto tante castagne dal fuoco, ma questa volta nulla ha potuto fare contro due terzi del consiglio comunale irremovibili nel mandarla a casa. «Era nell'aria da tempo - spiega Romano seduta in ufficio - o meglio da quando è stato bocciato il consuntivo». Si sente tradita? «No, sono persone che ignoro completamente». Ai cesanesi cosa dice? «Più che altro mi riferisco ai dimissionari: hanno perso un'occasione ricevuta dai cittadini che hanno votato». Per i detrattori le ragioni della caduta del suo governo sono la mancanza di dialogo e atti deliberati in consiglio, ma mai portati in giunta. Come replica? «Risponderò in una conferenza stampa». Conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio di ieri, per motivi di stampa non abbiamo potuto partecipare, ma Romano ci ha invitati a sentire il senatore Cesarino Monti, che da un mese e mezzo segue il caso Cesano: «Marina Romano è stata vittima di altro - dichiara Monti - la crisi si è accelerata quando la Lega Nord ha bloccato a livello provinciale l'autosufficienza del Forno inceneritore di Desio (presidente è Alcide Copreni padre di Andrea Copreni tra i dimissionari ndr.) e poi andrei a vedere anche il depuratore della Snia, su cui qualcuno ha degli interessi».
Cristina Marzorati


LA STORIA
Fallimento annunciato

L'amministrazione del sindaco Marina Romano ha avuto da subito un'esistenza travagliata. Al primo consiglio comunale d'insediamento convocato il 14 luglio in piazza Esedra, anniversario della presa della Bastiglia, gli assessori si presentano senza deleghe. Passato un anno a primavera 2010 il primo cittadino revoca l'incarico agli assessori Michele Santoro, Giovanni Spagnuolo, Giuseppe Mazzacuva e Ivan Romano, un paio di mesi dopo torneranno in giunta solo Mazzacuva e Spagnuolo. Nel trambusto generale Claudio Scolari, all'epoca anche vicesindaco, si dimette, rimettendo le deleghe nelle mani del suo partito, Pdl, e il sindaco alla fine le accetterà. Non mancano i colpi di scena anche in consiglio comunale con l'espulsione di Luigi Rovelli dalla Lega, ora è all'opposizione con l'Udc, l'addio di Daniele Ceccarello dal Pdl per fondare «Un futuro per Cesano» e due presidenti del consiglio cambiati, Franco Busnelli dimissionario e Fabio Milan sfiduciato. L'epilogo è un bilancio consuntivo bocciato, il rischio dell'arrivo del commissario ad acta, ma alla fine sarà commissario prefettizio.
Cristina Marzorati


SEVESO

Il Tar fa traballare l'amministrazione Donati
Sentenza choc: annullati l'ingresso di Sandro Mauri in consiglio e l'approvazione di due bilanci Nel mirino è finito il parlamentino del 19 maggio 2010 che non aveva i numeri per deliberare

Se Cesano Maderno cade, Se-veso resta in bilico. Non è chiaro, infatti, se l'ennesima tegola, che proprio in questi giorni è caduta dall'alto del Tribunale amministrativo regionale, potrà far vacillare definitivamente l'amministrazione Donati.
LA SENTENZA
È di mercoledì 22 giugno la notizia della pubblicazione della sentenza del Tar che annulla tre delibere del consiglio comunale del 19 maggio 2010. A essere annullate sono la surroga del consigliere comunale Nicola Tallarita (entrato in giunta lasciando il suo ruolo di membro consiliare) che ha lasciato il posto a Sandro Mauri. Annullate anche le deliberazioni messe all'ordine del giorno sotto la voce: «Esame e d approvazione del bilancio di previsione del 2010» e la voce: «Approvazione del rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2009».
A promuovere il ricorso davanti al Tar erano stati, nel giugno dell'anno scorso, i consiglieri comunali del Pd e Marzio Marzorati, della «Lista civica per Seveso». Le minoranze si erano rivolte al Tar per le modalità con cui era avvenuta la surroga di Tallarita con Mauri. In sostanza, in quella seduta, le opposizioni erano uscite dall'aula facendo mancare il numero legale necessario, in termini di legge, per rendere valida le deliberazioni. La maggioranza aveva però fatto entrare in consiglio comunale Sandro Mauri con nove voti favorevoli più quello del sindaco Massimo Donati.
SENZA IL NUMERO
Ma il regolamento consiliare non consente, in prima convocazione, la validità degli atti «se non interviene almeno la metà dei consiglieri assegnati al Comune, senza computare il sindaco». Il quorum doveva quindi essere di 10 consiglieri senza il voto del primo cittadino. Subito dopo l'avvenuta surroga sono stati votati il bilancio preventivo 2010 e quello consuntivo 2011 colvoto favorevole del nuovo consigliere Sandro Mauri. Nella sostanza, se la surroga non poteva essere vali-data, anche le delibere assunte col voto di Mauri non potevano essere considerate legittime.
MOTIVAZIONI SMONTATE
Il Tar, accogliendo l'esposto dei consiglieri ricorrenti, ha anche smontato le motivazioni con cui il legale dell'amministrazione in carica ha tentato di difendere l'operato della maggioranza sostenendo che i consiglieri di minoranza «avrebbero compiuto la scelta politica di non partecipare alla seduta, allo scopo di far mancare il quorum e paralizzare l'attività consiliare». Per Francesco Mariuzzo, presidente della I sezione del Tar di Milano, «anche se così fosse, una simile condotta rientrerebbe nel novero delle tipiche tecniche di ostruzionismo della minoranza». Cosa potrà accadere ora? Non è del tutto chiaro ed è al vaglio dei funzionari amministrativi.
Ivan Bavuso

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