Rassegna: Il Cittadino del 18/6/2011

sabato 18 giugno 2011 | ,



Rassegna Stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie relative alla nostra Città in edicola oggi, Sabato 18 Giugno 2011, sul Cittadino - Valle del Seveso.


Bilancio bocciato: commissario
Il consiglio non approva il rendiconto: votano sì solo Lega e tre esponenti Pdl Il sindaco Romano resta ma il documento economico non verrà firmato da lei

Per la seconda volta il rendiconto 2010 viene bocciato dal consiglio comunale e a Cesano arriverà il commissario ad acta. Marina Romano rimane comunque alla guida della città, ma questo è l'ennesimo schiaffo a una maggioranza che non esiste più e soprattutto emerge chiara la difficoltà del primo cittadino di portare avanti la macchina amministrativa, perché una parte dei suoi alleati non la sostiene. Per lei rimane una questione interna al Pdl e in effetti i numeri parlano chiaro. Mercoledì in aula solo in dieci hanno votato a favore del documento: lo stesso sindaco, gli esponenti della Lega, tre esponenti del Pdl, Gennarino Fontana, Franco Giacomo, tra cui l'ex presidente del consiglio comunale, Fabio Milan, e l'indipendente Franco Busnelli. Il resto del Popolo della libertà, sette consiglieri comunali tra cui l'ala di CI e il capogruppo Andrea Rovelli, si sono astenuti, mentre le opposizioni insieme a «Un futuro per Cesano» hanno detto no. Al termine della votazione Rovelli si è anche dimesso dalla presidenza della Commissione Bilancio. Il quadro generale ha un forte significato politico e si contrappone a una lettera, inviata il giorno stesso del consiglio agli assessori e consiglieri del Pdl, firmata dai coordinatori degli azzurri di Monza e Brianza Elena Centemero e Roberto Alboni. La missiva chiedeva di essere presenti alla seduta e di votare a favore del rendiconto. Qualcosa però si è rotto e la maggioranza è sempre più in bilico. Andrea Copreni, tra i sette che dai banchi del Pdl si sono astenuti, spiega la scelta: «Alla base c'è sempre la mancanza di confronto col sindaco». Invece sul fatto che non si siano rispettati i dettami del provinciale, significa che Andrea Rovelli, lo stesso Copreni, Chiara Mornatta, Alfredo Spagnuolo, Jenny Tallarita, Filippo Riccardi e Fabio Pronesti non sono più del Pdl? Ci si deve aspettare la nascita di una lista civica come «Un futuro per Cesano»? «Noi siamo stati eletti tra le file del Pdl e siamo del Pdl - replica deciso Copreni - riconosciamo le istituzioni, il loro lavoro, ma siamo noi a essere sul territorio, viviamo in prima persona le dinamiche della politica locale e mercoledì ciascuno ha votato secondo coscienza». Intanto oltre alla politica la bocciatura del rendiconto diventa una questione burocratica. Il prefetto invierà il commissario ad acta, che firmerà il documento senza convocare una nuova seduta, non solo il Comune dovrà segnalare al ministero che Cesano non ha una situazione finanziaria dissestata, anzi ha chiuso il 2010 con un avanzo.
Cristina Marzorati


COMUNE
Consiglio: il presidente non c'è ancora

La città rimane senza presidente del consiglio comunale. Dopo la revoca dell'incarico a Fabio Milan, tacciato di non essere super partes, mercoledì la maggioranza «Non è stata in grado di votare la seconda massima carica del parlamentino locale» ha dichiarato Alberto Vaghi ViviCesano. Tra quindici giorni si tornerà in aula, ma in un clima da separati in casa tra Pdl e Lega, non si prospetta nulla di buono. Mercoledì si è assistito anche all'ennesimo paradosso della politica cesanese, con il Pdl che ha seguito la linea delle minoranze. Se al debutto Andrea Rovelli, capogruppo Popolo delle libertà, era pronto al rinvio dell'ordine del giorno, quando Alberto Vaghi ha annunciato il voto con scheda bianca, Rovelli si è accodato e così ha fatto anche la Lega. Risultato? Ventinove schede bianche. Alla base del caos ci sarebbe ancora la mancanza di dialogo tra il sindaco e gli alleati. «Noi della Lega rispettiamo i patti elettorali - ha replicato Marina Romano - al Pdl andava la presidenza del consiglio, ma io non ho ricevuto nessun nome da votare». Rovelli: «Il presidente va trovato in una riunione di maggioranza allargata alle opposizioni».
Cristina Marzorati


CAOS IN MAGGIORANZA
Salta riunione chiarificatrice Carroccio: «Patti non rispettati»

In maggioranza il caos regna sovrano e quella che doveva essere una rumine chiarificatrice con i coordinatori provinciali, in programma ieri venerdì 17, è stata cancellata, perchè dichiara il sindaco Marina Romanò: «I vertici della Lega non hanno ritenuto opportuno l'incontro, visto il mancato rispetto dei patti: il consuntivo andava approvato». Un paradosso perchè quando un problema si presenta sul tavolo, va discusso e sviscerato, ma se il problema è un Pdl locale infuriato e un Pdl provinciale che gioca a scaricabarile, la situazione si complica. Prova sono le parole di Elena Centemero, numero imo degli azzurri per la Provincia di Monza e Brianza, che sul caso Cesano afferma: «Posso dire solo una cosa: la composizione del consiglio comunale e dell'attuale giunta sono state decise prima del mio arrivo, si devono ad altre persone, al coordinatore precedente Massimo Ponzoni e Roberto Alboni (ancora in carica al pari della Centemero). Quello che sta succedendo, è frutto di una situazione non voluta da me». Intanto il problema c'è: Cesano non ha più una maggioranza coesa. Cosa sta facendo il coordinamento provinciale? «Ci stiamo lavorando» chiude ermetica. Le parole della Centemero colpiscono in particolare Ponzoni, che in effetti ha avuto un ruolo chiave nelle comunali del 2009. Di recente l'ex giovane rampante del Pdl è stato visto spesso in città. Abbiamo cercato di contattarlo per una replica, ma nella giornata di ieri non è stato possibile raggiungerlo telefonicamente.
Cristina Marzorati


Scuola
Mensa, 400 famiglie morose

La scuola è finita, è tempo di vacanza, ma nella cassetta delle lettere di 400 famiglie non arriveranno colorate cartoline, piuttosto detestabili ingiunzioni di pagamento. Le sta spedendo in questi giorni una società di Cuneo addetta all'area riscossioni, che per conto del comune di Cesano Maderno deve recuperare la bella cifra di 222mila euro. L'importo da capogiro è data dalla somma dei debiti di oltre 400 famiglie morose, che invece di saldare per tempo alle casse pubbliche i servizi scolastici di cui hanno beneficiato i figli, hanno tenuto il portafogli ben chiuso. Conseguenza? All'ufficio servizi amministrativi non è rimasto far altro che tirare le somme. Così mentre mamme e papà programmavano le vacanze, in comune hanno conteggiato lo scoperto da migliaia di euro. Il mancato pagamento riguarda la retta della mensa scolastica, quella del trasporto, persino i genitori dei piccolissimi si sono scordati di liquidare gli importi dovuti per la frequentazione del nido dei loro figli. «Abbiamo deciso di attendere la fine della scuola, per capire effettivamente in quanti non avessero pagato gli importi dovuti - dichiara l'assessore al bilancio Fabio Pometto - e alla fine ci ritroviamo con uno scoperto di oltre 200 euro. Le aziende che hanno assicurato il servizio, la Sodexho per la mensa e l'Angelino per i trasporti tante per citarne alcune, saranno comunque pagate da noi nei tempi debiti, il problema è che ci ritroviamo con uno scoperto molto pesante». Le conseguenze per i conti pubblici? «Se non riusciremo a recuperare il denaro, saremo costretti a tagliare su altri servizi». Insomma i conti devono tornare. Ma la vicenda, già di per sé paradossale, diventa ancora più insopportabile leggendo la determina del 13 maggio con cui l'amministrazione comunale sancisce il recupero coatto degli importi ancora dovuti. Il comune deve pagare 13mila euro alla società Area Riscossioni di Cuneo, affinché segua direttamente la pioggia d' ingiunzioni. Insomma oltre il danno la beffa e oltretutto non sarebbe la prima volta. «I 220mila euro di debiti sono soltanto quelli di quest'anno - conclude l'assessore al bilancio - perché negli anni precedenti avevamo già registrato altri scoperti, intanto cerchiamo di recuperare questa somma». Sul debito in passato si era espresso anche il sindaco, Marina Romano, denunciando una grande preoccupazione su uno strano passaparola tra i genitori di non pagare il buono mensa, affermazione mai provata dai fatti anche se uno scoperto così pesante, qualche sospetto lo può creare.
Cristina Marzorati


E' LA MAMMA DEL REGISTA RENZO MARTINELLI
Addio a Bruna Vaghi, staffetta partigiana simbolo della Resistenza

Sono stati celebrati martedì pomeriggio, 14 giugno, alla chiesa Beata Vergine Immacolata di Binzago i funerali di Bruna Vaghi, 87 anni, donna simbolo della resistenza cesanese e madre del noto regista Renzo Martinelli. L'ottantasettenne è morta domenica 11 giugno all'ospedale di Desio dopo due mesi di degenza. Bruna Vaghi era conosciuta come partigiana staffettista, perché durante la seconda guerra mondiale in sella alla sua bicicletta trasportava viveri e soprattutto armi tra Milano e Cesano. Tante volte ha rischiato la vita, nascondendosi nei fossati per evitare i posti di blocco delle truppe tedesche, tanto coraggio è stato premiato dall'ex sindaco Paolo Vaghi con la benemerenza. Figlia di partigiano, Bruna dopo i duri anni della resistenza si è dedicata al marito Luigi, morto nel 2002, e ai figli Aldo, sessant'anni, e Renzo, sessantadue anni, regista che nel suo curriculum conta anche «Porzus», film incentrato sull'omonima strage di partigiani avvenuta nel febbraio del 1945. «Bruna Vaghi era un simbolo vivente di democrazia, coraggio -la ricorda Michela Vaccaro, presidente Anpi Cesano - una colonna portante della resistenza, testimonianza vivente del valore dei partigiani». Al lutto della famiglia Martinelli si uniscono il Pdl, che ha espresso il proprio cordoglio, e l'ex sindaco Paolo Vaghi, che l'ha premiata con la benemerenza.
Cristina Marzorati


Gelsia
Sede chiusa: giunta non lo sapeva

Gelsia Ambiente lascerà Cesano? No l'ha già lasciata. Ha del paradossale l'ennesima fuga di risorse dalla città. Dopo l'addio del museo Swatch, l'Università che sta chiudendo i battenti e il ventilato trasloco dell'Ufficio d'igiene a Desio (mercoledì c'è stato un sopralluogo dei tecnici alla sede cesanese) ora anche trenta dipendenti di Gelsia hanno fatto le valigie. Nell'ottica di un accorpamento dei servizi Gelsia aveva informato un anno fa il comune e Assp, proprietaria dei locali di via Novara dove si trovano gli uffici Gelsia, che avrebbe trasferito sede legale e dipendenti a Desio, non pagando più l'affitto annuale di 60mila euro. Da allora non è stato aperto nessun tavolo di confronto, soprattutto politico, e così Gelsia già questa settimana ha spiccato il volo. Un aspetto di cui incredibilmente non era informata l'amministrazione comunale, com'è emerso dal consiglio comunale di mercoledì quando Pietro Nicolaci, capogruppo Pd, ha chiesto lumi sulla prospettiva che dal 26 giugno Gelsia non sarebbe più stata a Cesano. Nell'imbarazzo generale il sindaco ha passato la patata bollente all'assessore all'ecologia Giuseppe Mazzacuva, che preso in contropiede ha replicato: «Le darò una risposta scritta». Per l'ennesima volta a togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato Fabio Pometto, assessore alle partecipate, ma solo in parte. Ha dichiarato di aver saputo della cosa da una ventina di giorni, di aver affidato ai legali la questione ed eventualmente si chiederanno i danni. Peccato che Gelsia se ne sia già andata.
Cristina Marzorati


Stazione finalmente inaugurata
L'assessore regionale Cattaneo e il sindaco lasciano alle spalle le polemiche ma i pendolari evidenziano già i problemi irrisolti: prima cosa i parcheggi

Cesano ha una nuova stazione. A poco più di un mese dal sopralluogo polemico dell'assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo (aveva imputato al comune la colpa del rinvio dell'apertura), domenica scorsa le autorità si sono strette la mano, sindaco Marina Romano compreso, e i primi treni hanno fatto il loro ingresso alla fermata all'incrocio tra le vie Santo Stefano e Volta, futuro punto d'interscambio con la linea Seregno-Saronno. Da Cesano si potrà proseguire sino a Milano oppure raggiungere Malpensa, ma intanto il nuovo servizio funziona? Lunedì lo abbiamo chiesto ai pendolari, toccando con mano piccoli e grandi disagi. Il principale è sicuramente la carenza di cartellonistica, prova ne è il parcheggio di via Copernico occupato solo al 50 per cento alle 8 del mattino. Non è andata meglio ai pedoni: «Abitiamo qui vicino - si raccontano Fabio Rusca e Nicoletta Scarani - siamo arrivati a piedi, abbiamo attraversato il ponte di via San Giuseppe, ma entrati nel parcheggio a servizio della stazione, abbiamo dovuto attraversare via Volta senza trovare nemmeno delle strisce pedonali». Il problema è stato risolto con un sottopasso pedonale a collegamento diretto tra il posteggio e la stazione, peccato che non sia indicato e tanti hanno fatto come Fabio e Nicoletta. Alessia Fanelli, residente al Villaggio Snia, denuncia invece il problema parcheggio: «Ho girato tantissimo per trovare un posto libero, il posteggio principale della stazione era già tutto occupato. La nuova stazione? É sicuramente molto bella». Incrociamo anche Natale Zappella, presidente di «Insieme per il Villaggio»: «Non ho cambiato le mie abitudini, prima raggiungevo la stazione a piedi e lo faccio anche ora, ma ho notato una maggiore concentrazione di auto posteggiate tra la tenenza dei carabinieri e via Solferino». Anche Simona Vincenzi, della Sacra Famiglia, preferisce muoversi con le proprie gambe: «La strada è più lunga, ma in quindici minuti sono qui. La stazione? Per ora è molto più bella di quella di prima». Anche se qualche pecca ce l'ha: «Dalla pensilina all'uscita dal bar filtra la pioggia - ci mostra Marco Adami -senza contare che non esistono porta-biciclette». Così i pali, le transenne e la recinzione del sottopasso ciclopedonale di via Santo Stefano sono stati invasi dalle bici, mentre l'unica rastrelliera al momento presente, in via Copernico, è rimasto vuota. Altre pecche del debutto? La difficoltà di chi arriva da Molinello o San Bernardo di trovare un posto auto, il maxi-posteggio della stazione è pieno già alle 7, lunedì mattina uno degli ascensori della stazione non funzionava, la biglietteria automatica era rotta e il dislivello all'ingresso ha fatto lo «sgambetto» a molti.
Cristina Marzorati


STAZIONE/ 2
Treno bloccato: tutti in coda al passaggio

Il trasferimento della stazione da corso Libertà a via Volta mette in discussione il futuro della vecchia fermata anche dal punto di vista viabilistico: sarà realizzato un sottopasso o rimarrà il passaggio a livello? Nel Pgt si prevede l'abbassamento della sede stradale creando una grande piazza, nella realtà di oggi ci sono lunghe code davanti alle sbarre. E successo anche lunedì mattina verso le 9, quando per circa un quarto d'ora un treno in direzione Nord è rimasto bloccato davanti al passaggio a livello di corso Libertà per colpa del malfunzionamento dei cartelli luminosi. Anche i pedoni sono rimasti immobili davanti alle sbarre. Per motivi di sicurezza le Ferrovie hanno chiuso l'accesso riservato ai pedoni.
Cristina Marzorati


Stazione/3
Per le moto e le biciclette nessun posto

Il principale problema evidenziato dai pendolari diretti alla nuova stazione è il parcheggio, carente perle auto, quasi nullo perle biciclette, inesistente per le motociclette. I diversi appunti sono già arrivati sulla scrivania dell'assessore ai lavori pubblici, Luca Bonfanti, insieme a una corale bocciatura di una cartellonistica carente, che al contrario se ricca e posizionata ad hoc potrebbe aiutare ciclisti, automobilisti e motociclisti a trovare posto per il loro mezzo di trasporto. «Sulla questione cartelli - replica l'assessore - presto in stazione installeremo una cartina, che indicherà le principali aree di sosta nelle immediate vicinanze, proprio per aiutare gli automobilisti». Capitolo a parte invece sono le biciclette. Basta passare nelle vicinanze della stazione, per notare una brutta e soprattutto selvaggia distribuzione delle «due ruote» incatenate a pali della segnaletica stradale, persino sulle transenne provvisorie di via Volta (presto tornerà a doppio senso di marcia) e agganciate alle sbarre del sottopasso ciclopedonale di via Santo Stefano. «Accanto al parcheggio delle auto di via Copernico esiste una rastrelliera - prosegue Bonfanti - non abbiamo problemi a sistemarne una seconda, mentre un'altra area bici è prevista nel posteggio sotto i binari della Se-regno-Saronno prossimo all'apertura». All'amministrazione comunale è stato chiesto anche di soddisfare il bisogno di parcheggio dei motociclisti, cosa che accadrà destinando alle moto un'area di sosta ai lati di via Volta.
Cristina Marzorati


Pedemontana, 10 milioni per la riduzione dell'impatto
Il Comune ne avrà 14 ma serviranno per la maggior parte per attutire gli effetti del traffico di passaggio delle auto

Per il passaggio di Pedemontana in città, Cesano «riceverà» 14 milioni e 200mila euro, peccato che 9 milioni e 900mila euro serviranno per costruire una rete viabilistica volta a ridurre l'impatto del traffico di passaggio. L'ha spiegato Fabrizio Bonafede, vicesindaco e assessore all'urbanistica, durante l'ultima seduta della commissione Pedemontana di martedì, dove è stato portato in discussione il documento inviato in Regione con le richieste dei cinque sindaci della tratta B2, Lentate, Barlassina, Meda, Seveso e Cesano, insomma i comuni che si affacciano sulla superstrada Milano-Meda. Punto di partenza è stata la cancellazione oltre due anni fa dell'interramento di autostrada, che invece ora sarà in superficie, sfruttando il percorso della Milano-Meda. Una modifica da ripagare con un «rimborso» del danno di oltre 100 milioni di euro, ma alla fine sul tavolo ne sono rimasti 60 milioni da dividere tra le cinque amministrazioni. Le riunioni tra i sindaci sono state diverse, anche dure e alla fine Seveso, Barlassina e Meda hanno fatto muro e in alcuni casi si è sfiorata addirittura la rissa. «In consiglio comunale - spiega Bonafede - avevamo votato un documento in cui si chiedeva all'assessore provinciale, Franco Giordano, di assegnare a Cesano una percentuale maggiore per la spartizione dei fondi, visto che la rinuncia dell'interramento, comportava un grave danno e un forte impatto. Purtroppo sul tavolo dei sindaci l'unico modo per arrivare a un accordo unitario, era prevedere il 50 per cento dei fondi in opere di miglioria della viabilità, creando una rete stradale, un vantaggio soprattutto per noi a Cesano, dove inizialmente il traffico sarebbe incrementato del 14 per cento. Lavorando insieme, prevedendo un investimento di quasi 10 milioni di euro, si è arrivati a ridurre il traffico al 4 per cento». 19 milioni e 900mila euro serviranno per riqualificare la Nazionale dei Giovi e realizzare anche la rotatoria al confine con Bovisio, dove oggi c'è un semaforo che fa da tappo, sistemare via Vigano a San Bernardo, costruire una nuova tangenzialina per Desio, proseguendo la via Trento, e infine creare la tangezialina al confine con Seveso. Tolti questi lavori, a Cesano resteranno 4 milioni di euro. «Soldi che comunque andranno spesi in viabilità -sottolinea Bonafede - per questo sul tavolo della trattativa con le altre amministrazioni, ho preferito puntare su un beneficio concreto per i cittadini: ridurre il traffico. Seveso e Meda ad esempio hanno evidenziato l'importanza dell'abbassamento della linea del ferro, opera che non rientra nella rete viabilistica, ma che potranno finanziare con i soldi ricevuti dalla spartizione». A Seveso andranno 12 milioni di euro, di opere per la viabilità ne farà solo per 745mila euro, per Meda sono previsti 11 milioni e 400mila euro, non farà opere di riduzione del traffico, Lentate avrà 14 milioni di euro e solo un milione resterà dopo gli interventi sulle strade, il maggior beneficio lo avrà Barlassina con 8 milioni e 400 mila euro e solo un milione e 300mila euro da destinare a interventi sulla viabilità. Il sì definitivo alla spartizione si attende dalla Regione.
Cristina Marzorati

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