Rassegna: Il Giorno MB, Provincia

giovedì 19 maggio 2011 | ,




Rassegna stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie ed i commenti relativi a questa tornata elettorale in Brianza, apparsi sul Giorno Monza e Brianza il 17 ed il 18 Maggio 2011.


17 Maggio 2011


La Brianza ferma il centrodestra
Ballottaggio nei Comuni azzurri di Desio, Arcore, Limbiate. Pd primo nella città del premier
di MONICA GUZZI

— MONZA —
IL PRIMO ROUND delle comunali punisce il centrodestra. Pd e alleati piazzano la loro bandiera in tre municipi (a Vimercate e Verano Brianza con la riconferma di Paolo Brambilla e Renato Casati e a Vedano al Lambro con Renato Meregalli) e conquistano l’accesso al ballottaggio nei tre Comuni retti fino a ieri da sindaci del Pdl: Desio, Limbiate e Arcore. Qui Rosalba Colombo, candidata
di Pd, Idv, Sel e lista civica, si è aggiudicata il 46,8 per cento contro il 40,2 del leghista Enrico Perego, sostenuto anche dal Pdl e da una lista civica.
NON SOLO: nella città del premier il Pd diventa primo partito, con oltre il 26 per cento; primato col 21 per cento anche nella città del Papa, seguito dalla Lega, che relega il Pdl al terzo posto. Resistono le due roccaforti leghiste di Biassono e Lazzate, ma devono cedere punti: addirittura 10 nel caso di Biassono, dove Piero Malegori ha comunque ottenuto un comodo bis. Ma il dato più clamoroso riguarda Desio, la città travolta lo scorso luglio dall’inchiesta sulla ’ndrangheta: qui, dove Lega e Pdl si presentavano divisi, andranno al ballottaggio il candidato del centrosinistra Roberto Corti e l’alfiere dei lumbard Silvio Arienti, che ha battuto il candidato degli alleati del Pdl Tiziano Garbo (Pdl, Udc e Desio per tutti). Il centrodestra si consola con la vittoria di Varedo, dove dopo due mandati consecutivi il sindaco del centrosinistra Sergio Daniel si è dovuto ritirare: prende il suo posto Diego Marzorati, sostenuto da Pdl e Lega di nuovo insieme, oltre che dall’omonima lista. Un esempio dal quale il partito di Berlusconi intende partire per tentare la riconquista di quel pezzetto di Brianza moderata che ora sembra sfuggirgli. «È stata una campagna elettorale durissima, combattuta porta a porta e portata avanti da una squadra di giovani con programmi concreti», riassume Fabrizio Sala, responsabile provinciale della campagna elettorale di Varedo per il Pdl. Esulta anche il municipio del senatore Cesarino Monti, borgomastro di ritorno, che dopo avere fatto una tornata in panchina per limiti di mandato, è tornato a vincere con il 69,77 per cento dei voti. «Vittoria larga che premia ancora una volta l’ottimo lavoro svolto dalla Lega Nord nel Comune brianzolo, dove è partito di giunta, monocolore ininterrottamente dal 1993 - dice Monti -. Il buon lavoro premia sempre e questo voto a Lazzate lo dimostra ancora una volta».
Ma tra i candidati eccellenti puniti dal voto c’è un altro leghista, l’assessore provinciale e candidato sindaco Enrico Elli, battuto a Verano. Il centrosinistra, i cui candidati partono in testa nei ballottaggi di Arcore e Desio, cercherà di allargare le alleanze alle liste civiche e al centro, ma dovrà anche tenere conto dell’exploit dei grillini. «Anche a Vimercate hanno ottenuto numeri molto alti - conferma il segretario provinciale del Pd Gigi Ponti, riferendosi alla vittoria al primo turno nel feudo rosso vimercatese -. Questo conferma la nostra bella vittoria rispetto al confronto classico».


UNA LEZIONE A LEGA E PDL

SOLO TRA 15 GIORNI si saprà se in Brianza il vento della politica ha cambiato direzione o se continua a tirare bello teso verso centrodestra e soprattutto Lega. I tre Comuni più importanti sono ancora da assegnare e il loro peso è tale da poter invalidare qualunque giudizio di oggi. Questo turno però dimostra che Pdl e Carroccio insieme vincono mentre soli soffrono. Il Pdl è calato ovunque mentre la Lega avanza meno del previsto. Un voto che non è figlio di un ribaltone politico ma di un diffuso malessere tra gli elettori del centrodestra per come i vari Pdl locali hanno amministrato le città.
Il bacino elettorale di Pd e suoi alleati invece si conferma quello di sempre ma il ballottaggio potrebbe riservare loro sorprese piacevoli (caso Faglia di monzese memoria).
Unica certezza è che i risultati di ieri consegnano Arcore, Desio e Limbiate al ballottaggio mentre Vimercate si tiene il suo Brambilla, targato Pd. A Lazzate e Biassono sventola il vessillo della Lega. Verano rimane di Casati. Al centrosinistra Vedano e al Pdl con la Lega Varedo.
Ad Arcore, città simbolo del potere berlusconiano, toccherà al leghista Perego provare a difendere il fortino.
La sorpresa più gustosa arriva da Desio dove i veleni giudiziari e politici tagliano fuori Garbo (Pdl) e mandano al ballottaggio centrosinistra e Lega. Sarà tristemente «divertente» assistere alle trattative in stile democristiano per portare un pacco dono di voti - politicamente costosi - ai due duellanti. Corti e Arienti si tureranno il naso imbarcando qualche trombato?


«Anche in Brianza il vento sta cambiando»
Il centrosinistra assapora il successo e si prepara al ballottaggio. Il Pdl: «Dati in linea coi risultati di Milano»
di MONICA GUZZI

— MONZA —
IL CENTROSINISTRA perde il piccolo municipio di Varedo, ma avanza ovunque e si prepara a giocarsi al secondo turno il ribaltone sullo scacchiere politico provinciale, mentre il Pd diventa primo partito nella città del premier.
Il centrodestra accusa il colpo.
«I BALLOTTAGGI sono in linea con quanto avviene nella città di Milano, in Lombardia e nel resto d’Italia - dice Elena Centemero, deputata di Arcore e coordinatrice provinciale del Pdl -. la Brianza rispecchia i dati nazionali e il risultato di Arcore è come quello di Milano fra Moratti e Pisapia. Però il candidato del Pdl vince a Varedo e a Biassono la Lega ha il sindaco ma perde il 10 per cento. A Verano e Vimercate (dove i candidati dela coalizione erano lumbard, ndr) Lega e Pdl devono fare invece fare un grande bagno d’umiltà». Soddisfatti Pd e alleati, che oltre a confermare i loro uomini a Vimercate - conquistata al primo turno - a Vedano e a Verano, brindano per i ballottaggi ottenuti senza fatica nei tre Comuni più grandi governati fino a ieri dal centrodestra. E scommettono sulla crisi del Pdl, salvo solo dove si è alleato coi lumbard.
«L’elettorato ha punito il Pdl, ma anche la Lega arretra nelle roccaforti di Biassono e Lazzate - commenta il segretario provinciale del Pd, Gigi Ponti -.Il Pdl sconta fino in fondo una situazione che è nazionale, ma non solo. Le buone candidature e una campagna elettorale fatta in maniera seria ci hanno premiati. Un segnale politico importante anche per il territorio», conclude Ponti, che ora si prepara a «ragionare seriamente sui ballottaggi»: «Cercheremo di fare un’analisi più puntuale del voto». Certo, i margini per il centrosinistra, che ha già tessuto ampie alleanze al primo turno, sono ridotti, ma l’orizzonte è aperto, dal centro alle liste civiche, rivelazione grillini compresi.
La Lega, nonostante risulti premiata dal confronto interno con gli alleati del Pdl, non fa salti di gioia. «Abbiamo tenuto bene, ma qualcosa bisogna correggere. Mi aspettavo di più - ammette Dionigi Canobbio, segretario provinciale del Carroccio -. Domani sera (oggi per chi legge, ndr) si riunirà il direttivo provinciale per un’analisi più completa dei voti. Non siamo cresciuti come mi aspettavo: qualche voto dal Pdl in calo l’abbiamo avuto, ma non siamo riusciti ancora bene a far capire il nostro progetto. Dove andiamo da soli non abbiamo problemi, ma dove abbiamo fatto alleanze, l’abbiamo fatto per essere sicuri di portare a casa il risultato».
In mezzo c’è il caso Desio, una vera scoppola per il Pdl, il cui candidato Tiziano Garbo ha perso la sfida interna col lumbard Silvio Arienti. Risultato, un ballottaggio fra il candidato del centrosinistra e quello del Carroccio. «Desio è stata una cosa avulsa dal contesto - continua Canobbio -. Non potevamo fare altro che quello che abbiamo fatto, dando la possibilità ai desiani di votare per una lista di discontinuità rispetto alle vicende precedenti».
PER ROBERTO Alboni, vicecoordinatore del Pdl, non tutto è perduto. «Questa non è una debacle, vedremo al ballottaggio, e il centrosinistra a livello di alleanze ha già raccolto tutto - commenta Alboni -. Ad Arcore non potevamo vincere al primo turno e qui come a Desio abbiamo pagato alcuni pasticci precedenti. Ma dove si è lavorato bene, come a Varedo, e dove i candidati sono stati seminati prima, i risultati si sono raccolti. È chiaro che se fossimo andati insieme con la Lega dappertutto sarebbe andata meglio».


Corti oltre le aspettative. Arienti batte Garbo
di ALESSANDRO CRISAFULLI

— DESIO —
I DUE PROTAGONISTI al gran ballo...del ballottaggio? Preparino lo «smoking», per domenica 29 e lunedì 30, Roberto Corti e Silvio Arienti. I biglietti d’invito sono partiti ieri sera: circa 7.600 firme, pari al 37%, su quello indirizzato al portacolori di Pd, Sinistra per Desio, Idv e Desio Viva; quasi 4.200, cioè il 20,5%, su quello della Lega Nord a braccetto con la civica Per Desio. Potrà esserci ma solo come ospite d’onore, diciamo così, Tiziano Garbo, sgambettato con un tackle a forbice dall’elettorato fino a quota 18%, nonostante le spalle coperte da Pdl, Udc e civica Desio per tutti. Una caduta rovinosa, la sua, dettata in particolare dal flop del Pdl, con tanti interrogativi sul futuro: saranno cercate e aperte trattative con i lumbard? Attende di capire come andranno le eventuali consultazioni fra gli ex alleati, Roberto Corti, forte di un vantaggio di partenza di circa 17 punti: «Oltre le mie aspettative - dice, entrando in comune fra mani da stringere e pacche sulle spalle -, molto bene la coalizione, Desio Viva e i voti personali. I desiani hanno premiato la nostra chiarezza, la competenza e la serietà della proposta amministrativa. Non abbiamo fatto polemiche e ci siamo concentrati su Desio». E approfitta per iniziare a lanciare il guanto di sfida al Carroccio: «Non possono certo essere loro il rinnovamento, devono ringraziare la lista civica per avercela fatta: adesso ci troviamo di fronte un candidato non di Desio, con il quale spero di potermi finalmente confrontare, visto che ai faccia a faccia è sparito». Le due settimane da qui alla riapertura dei seggi si annunciano lunghe, lunghissime. Scheda alla mano, alle urne si è presentato il 68,61% degli elettori, con quattro punti secchi di calo.
PRIMA DELLE 16, Giampiero Mariani appare elegante e adrenalinico davanti alla sua seconda casa, il Comune: «Pronto a togliermi i sassolini dalle scarpe», sogghigna, mulinando le braccia. E lo farà, alla fine, coccolandosi il suo 11%. La prima sezione che spunta sui monitor a Palazzo - ore 16.13 - è la 26, leggasi «ospedale»: 1 elettore iscritto, cioè il don ivi residente, e 14 elettori, i pazienti. E qualcuno già azzarda: andrà così, come in corsia, Corti-Garbo. Ma sarà solo una «pia illusione», per i pidiellini. Un’ora dopo davanti al quartier generale underground del Pd, in via F.lli Cervi, la soddisfazione si mischia ai dubbi, «siamo primi ovunque, come previsto, aspettiamo di capire chi avremo di fronte». Appena arrivano le prime sezioni pesanti, Arienti prende subito un buon margine, anche di 5 punti su Garbo: i fazzoletti verdi iniziano a spuntare dai taschini. A un certo punto, Garbo fa il sorpasso, ma è l’ultimo sussulto, prima del tracollo.


Desio, Lega al ballottaggio senza sconti: corriamo ancora soli
Per Arienti recuperare il distacco da Corti, di circa 17 punti, non sarà facile: «Ma loro hanno già fatto il pieno di voti»
di ALESSANDRO CRISAFULLI

— DESIO —
«ETTORE MOTTA non ha ancora sbagliato un colpo - esulta il segretario lumbard, intorno alle 20.30, abbandonandosi fuori dall’aula a un’autocitazione smozzicata col sigaro - e confermo, come ho sempre detto: merito nostro, ma anche demerito altrui». Una buona sintesi, seppur di parte. «Eppure mi aspettavo qualcosa in più - gli fa eco Silvio Arienti, che non riesce ad abbozzare un sorriso neppure dopo aver fatto abortire le speranze di Garbo -, comunque va bene. Non allearci con Udc e con i Popolari è stata una mossa giusta». Anche se per dare scacco matto a Corti e al centrosinistra - veri e primi vincitori di tappa - ci vorranno altre mosse azzeccate, «non un’alleanza con il Pdl - chiude ancora la porta il candidato leghista -, la posizione dei militanti, e anche della civica Per Desio è molto chiara: si continua a correre da soli». Se così davvero fosse, recuperare il distacco da Corti, di circa 17 punti, non sarà facile, «ma loro hanno già fatto il pieno di voti - dice - noi contiamo in tutti coloro che non vogliono consegnare la città alla sinistra». Intanto Roberto Corti gongola: «Siamo andati oltre le più rosee aspettative, speriamo che il cambiamento si concretizzi». Tiziano Garbo cerca di mettere insieme pensieri e parole: «Riconosciamo la sconfitta e l’affermazione della Lega - sottolinea -, noi scontiamo tanti fattori: la caduta del Pdl, perché per un anno è stata accostato ingiustamente alla ‘ndrangheta; perché sono stati messi dentro dei giovani ma bisogna anche sapersi trovare i voti; perché il voto di opinione per Berlusconi è in calo ovunque». Non è servita nemmeno la carta a sorpresa della lista Foti, il cui 3 e mezzo circa non è bastato. E anche l’Udc, di cui Garbo è leader, non ha fatto il salto di qualità, fermandosi poco sopra il 4%.
ADESSO il bivio: «Confermare il progetto Pdl e Udc - dice Garbo - o far prevalere le molte analogie programmatiche con la Lega». «Sono soddisfatto - dice Giampiero Mariani - anche perché ero in mezzo a due carri armati come Lega e Pdl: per me è una vittoria morale che dimostra come i desiani abbiano capito che io non c’entro niente con la malavita. Ho avuto ragione a ricandidarmi e ho avuto ragione a dire che Garbo è solo uno che ti incanta con le parole ma poi è un perdente». E adesso? Nelle scorse settimane il «Giampy» ha più volte dichiarato che «terrò i miei voti tutti per me». «Io rimango su quella posizione - ribadisce -, ne parlerò comunque con la mia lista e decideremo». Di certo, sarà un fattore determinante. «Siamo contenti di essere cresciuti di un punto e mezzo in solo un anno - commenta Paolo Di Carlo di Desio 5 Stelle -. In generale, si nota un calo dei partiti, a favore delle liste civiche». Gocce di parole per Sala, Ceraulo, Fiore, La Greca e Campisi, tutti più o meno insoddisfatti, che avranno modo di commentare a freddo i dati non proprio brillanti dei rispettivi partiti.


Rosalba sorprende tutti. Il Pdl crolla di 10 punti
di ANTONIO CACCAMO

— ARCORE —
IL BALLOTTAGGIO tra Rosalba Colombo e Enrico Perego era già scritto nella storia di queste elezioni amministrative. La sorpresa semmai è il netto vantaggio con cui la candidata del centrosinistra si presenterà al ballottaggio. Con una dote di più sei punti percentuali dello sfidante leghista: 46,84 contro 40,25 per cento. Il dato più clamoroso è il crollo del Pdl: quasi il 10% in meno rispetto alle precedenti amministrative di cinque anni fa. La Lega raddoppia rispetto al 2006, ma non fa il botto, assestandosi sul 15%. Il Pdl paga il tormentato fine mandato della giunta guidata da pidiellino Marco Rocchini, non più ricandidato, e la defezione del giovane presidente del consiglio comunale. Quell’Alessandro Ambrosini che si porta a casa il 7.56% dei consensi. Un risultato niente male per una lista civica nata a pochi mesi dal voto. Anche il Terzo Polo (Udc più Lavoriamo per Arcore) guidato da Beppe Rositani, conquista il 5,34%. Assieme Ambrosini e Rositani valgono il 13%: saranno determinanti al ballottaggio. Potersi giocare la vittoria al secondo turno, e per giunta con un buon margine di vantaggio, è un risultato che non dispiace affatto al centrosinistra, visto che alle ultime regionali la somma dei voti di Pd e Lega aveva dato il 55,6%, mentre, insieme, Pd, Idv, Rifondazione, Verdi, Socialisti non avevano raggiunto il 38%. Ieri sembrava che addirittura la Colombo potesse farcela al primo turno. Nella sede del Pd di via Umbaerto I è stato un pomeriggio caldo, carico di entusiasmo: «il vento del Nord contro la Lega e il Pdl soffia anche ad Arcore», commentano mentre arrivano i dati dalle 16 sezioni citando Bersani. Più sottotono la situazione nella nuova sede del Pdl, in largo Arienti. Qui hanno aspettato il risultato Perego, insieme al cordinatore del pdl Serenella Corbetta, il capogruppo azzurro Claudio Chetta e altri militanti. «Il ballottaggio era prevedibile. Non ho mai pensato di potercela fare al primo turno - commenta il candidato sindaco del centrodestra - Indubbiamente mi aspettavo qualche voto in più, magari di essere in vantaggio. Ma comunque non è un disastro. Adesso ci concentriamo sul ballottaggio. Mi hanno stupito le due liste civiche, di Rositani e di Ambrosini. La loro è stata un’affermazione importante». Possibile alleanze: «Prematuro parlarne».
A 800 METRI di distanza c’è una Rosalba Colombo raggiante: «È un risultato eclatante. Gli arcoresi hanno giò scelto da chi vogliono essere governati. E hanno già bocciato la coppia Perego-Rocchini. Il voto è il risultato di cinque anni di pasticci. Abbiamo fatto vedere un altro modo di governare. A partire dal nostro programma, fatto con la gente e stando tra la cittadini. È lo stesso metodo che useremo se gli arcoresi ce lo consentiranno: bilancio partecipato, PGT discusso con i cittadini». Per il ballottaggio il centrosinistra guarda all’Udc e a Lavoriamo per Arcore: «L’Udc ha fatto opposizione in questi anni. E’ naturale che sia il nostro più importante interlocutore».


Arcore è una città simbolo, una vittoria vale il doppio
La Colombo in vantaggio di sette punti, nel lungo pomeriggio sembrava dovesse farcela al primo turno
di ANTONIO CACCAMO

— ARCORE —
UN POMERIGGIO caldo tra via Umberto e largo Vela. Da una parte i militanti del centrosinistra cha affollano la sede del Pd dall’altra quelli del Pdl e della Lega. Già alle 16 nel quartier generale del centrosinistra l’entusiasmo è alle stelle. Si percepisce a naso. Il locale è troppo piccolo per accogliere i tanti simpatizzanti che seguono lo scrutinio. Molti attendono in strada i risultati. Ogni tanto si sentono urla di gioia seguiti da applausi: «Stiamo andando bene. Siamo avanti», dice Rosalba Colombo a chi le chiede informazioni. Fino alle 19.45, quando vengono inseriti gli ultimi dati nel computer, qualcuno pensa di potercela fare al primo turno. Poi quando è certa la notizia del ballottaggio: «Va bene, va bene così». A festeggiare c’è anche Speranza Riboldi: «Sono stata partigiana. A quasi novant’anni riesco ancora appassionarmi di politica», racconta. Ci sono tante donne. Giovani, madri e notte: «È una soddisfazione doppia questo risultato che ci porta in netto vantaggio al ballottaggio - sostiene Lorenza Rossi Querin - E non solo perchè siamo ad Arcore, dove vive Silvio Berlusconi, ma anche perchè il nostro candidato è donna». D’accordo anche Eleonora Capelli, Costanza Velo e Ilaria Testa. Cinque anni fa c’era tutt’altro clima. Con il centrosinistra che si era presentato all’appuntamento elettorale diviso, con due candidati sindaci: «È acqua passata. Oggi siamo più uniti che mai». La Colombo non nasconde la soddisfazione. «Arcore - ricorda - ha un valore simbolico indiscutibile a livello nazionale. Una vittoria vale doppio».
POCO PIÙ IN LÀ, in Largo Arienti, ci sono i militanti del Pdl e della Lega. C’è un clima diverso. Meno entusiasmo. Quasi incredulità. Già alle 15.30 al computer Serenella Corbetta, la responsabile degli azzurri locali, è impegnata a inserire dati e fare proiezioni. Le sta accanto il candidato del centrodestra Enrico Perego. Arriva Marco Rocchini, il sindaco uscente. Proprio lui cinque anni fa aveva trionfato al primo turno, raccogliendo più del 50 per cento dei suffraggi. Quattro mesi fa ha annunciato che si sarebbe più ricandidato. Claudio Chetta, capogruppo consiliare del Pdl, e Beniamino Redaelli, memoria storica della Lega Nord, commentano i risultati che con il passare del tempo danno sempre più in vantaggio la Colombo. «C’è un po di rammarico per quanto è successo negli ultimi mesi. Clamoroso il risultato di Ambrosini, il nostro presidente del consiglio comunale, che supera il 7%». Redaelli fa notare che «La Lega ha comunque raddoppiato i voti rispetto a cinque anni fa». Per l’Udc parla Antonio Nava, già sindaco di Arcore del centrosinistra, ora coordinatore del partito di Casini in questa parte della Brianza: «Per noi è un ottimo risultato, anche se sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più. Il nostro candidato, Beppe Rositani, ha aggiunto qualcosa in più dei voti che gravitavano intorno all’Udc. Il terreno è buono. Ora bisogna lavorare per farli germogliare». Il ballottaggio? «Faremo una verifica nel prossimo direttivo provinciale del partito. Decideremo in quella sede i comportamenti da tenere. E’ chiaro che conteranno i diversi rapporti con le forze politiche nei vari paesi della Brianza. E’ certo che guarderemo ai programmi e alle persone. Ci confronteremo senza preconcetti».


Paolo Brambilla concede il bis
Il candidato del centrosinistra rieletto sindaco con 18 punti di vantaggio sul rivale
di MARCO DOZIO

— VIMERCATE —
AL PRIMO colpo, al primo turno. Una vittoria senza appello, senza ballottaggio. Con un divario impressionante tra le due coalizioni. Vimercate si conferma la capitale del centrosinistra in Brianza: un risultato prevedibile nella sostanza, meno nelle dimensioni. Paolo Brambilla si guadagna la rielezione a sindaco col 53,6, mentre Elio Brambati, candidato di Pdl e Lega si ferma al 35,5, quasi 18 punti sotto. Il centrodestra, che contava di strappare il secondo turno, non è mai stato in partita. Troppo ampio il divario fin dalle prime battute, nonostante l’esplosione dei grillini abbia eroso consensi, almeno in parte, all’alleanza di Brambilla. Del resto la vera sorpresa sono loro, gli esponenti del Movimento cinque stelle che hanno conquistato l’8% con soli tre mesi di campagna elettorale: una crescita esponenziale, uno tsunami, se si considera che nel 2010 i grillini avevano racimolato in città poco più del 2%.
Francesco Sartini, da autentico outsider, ha pescato nel mare degli indecisi, dell’elettorato di sinistra ma anche di destra: solo così si spiega l’emorragia di voti che ha colpito Lega Nord e Pdl. Il partito di Bossi ha perso per strada 3 punti percentuali rispetto alle regionali dello scorso anno, attestandosi sul 15%. Ma sono i berlusconiani a registrare un crollo inaspettato: il Pdl nel 2010 aveva raccolto il 26%, ieri è precipitato al 20%. Un tonfo che ha cancellato ogni possibilità di raggiungere il ballottaggio: nel 2006 il candidato del centrodestra Carlo Tardino aveva ottenuto il 40%, grazie anche all’ottima prova della Lista civica Noi per Vimercate che in queste consultazioni presentava candidati indipendenti nelle fila del Popolo della libertà.
LE CORSE solitarie di Elisa Ratti per l’Udc e Rocco Campanozzi per Futuro e libertà e Lega padana non sono state premiate dalle urne. Il partito di Casini, che ha presentato la lista in extremis, non è riuscito ad andare oltre l’1,9%, mentre l’alleanza tra finiani ed ex leghisti è naufragata con percentuali da prefisso telefonico: 0,8%. Spulciando tra i dati della maggioranza, emerge l’exploit di Sinistra e libertà accreditata del 6%. Buono anche il risultato della lista civica Comunità solidale che si attesta sul 4,5%, surclassando la storica Civica Vimercate, inchiodata al 2,5%. La coalizione resta saldamente guidata dal Pd che conquista il 36%, circa 3 punti in meno rispetto allo scorso anno. Nel complesso l’alleanza progressista si riconferma perdendo 4 punti: nel 2006 Brambilla si era imposto con il 57%. Sul dato incide, come ammesso dal sindaco, l’onda lunga di Beppe Grillo.


VIMERCATEPAOLO BRAMBILLA EUFORICO PER LA RICONFERMA
«Noi premiati per le cose fatte. Il voto ha stroncato il centrodestra»
di MARCO DOZIO

— VIMERCATE —
PAOLO BRAMBILLA festeggia, ringrazia, si accomoda su una sedia rossa e analizza: «La coalizione di centrosinistra ha dimostrato una grande capacità di radicamento in città, e questo ci ha permesso di assorbire l’exploit dei grillini», spiega riferendosi alla performance sorprendente del Movimento cinque stelle. E assicura: «Dovremo tenere conto del loro risultato, lo devono fare tutti i partiti». Poi un pensiero per rivali del centrodestra: l’analisi del sindaco è spietata: «Il centrodestra esce a pezzi, queste consultazioni hanno stroncato soprattutto il Pdl», aggiunge ipotizzando i motivi di una debacle forse inaspettata: «Gli esponenti del Pdl in questi anni ha fatto opposizione accodandosi ad altre forze politiche, e i vimercatesi li hanno puniti». Ancora qualche stretta di mano, euforia, anche se il dato della coalizione è leggermente inferiore alle amministrative del 2006: «Indubbiamente pesa il consenso dei grillini, ma il Pd si conferma la forza trainante dell’alleanza: gli elettori hanno premiato il bagaglio di cosa fatte e di proposte messe in campo per il futuro». Il cortile del municipio è diviso in due: capannelli di festa da una parte, gruppi di politici pensosi dall’altra. Il centrodestra riflette sulla sconfitta. Elio Brambati non nasconde la delusione: «Ci aspettavamo un dato diverso, avevo avvertito un clima favorevole verso le nostre proposte, ma evidentemente la grande macchina elettorale del Pd ha funzionato meglio. Non sono un politico di professione, devo capire come far passare certi messaggi». Anche perché la sfida si è risolta senza pathos, l’esito del voto è stato chiaro fin dalle prime sezioni scrutinate. «Eppure non voglio credere che i vimercatesi approvino certe scelte».
IN PIAZZA fa capolino anche la grande rivelazione di giornata: Francesco Sartini del Movimento cinque stelle. «Il consenso va ben oltre le nostre aspettative, ci aspettavamo un 5% e siamo arrivati all’8%: faremo valere questi voti in Consiglio». «Chi ci ha votato non l’ha fatto per protesta, al contrario l’ha fatto perché ha apprezzato le nostre proposte». Solo le briciole per gli altri due outsider, Elisa Ratti dell’Udc: «Personalmente non lo ritengo un esito negativo», e Rocco Campanozzi di Lega padana e Fli: «Abbiamo fatto il possibile, non siamo pentiti di aver corso da soli».


LIMBIATE SCRUTINIO COL CONTAGOCCE, PICOZZI IN POLE POSITION, PD PRIMO PARTITO, IL CARROCCIO RADDOPPIA
La frammentazione del centro non paga e porta al ballottaggio
di GABRIELE BASSANI

— LIMBIATE —
SERVIRANNO altre due settimane di “riflessione” ai limbiatesi per scegliere il nuovo sindaco: sarà uno tra Eugenio Picozzi (sostenuto da Pdl, Lega e liste civiche) e Raffaele De Luca (Pd, Idv, Sel e liste civiche), i due meglio classificati del primo turno, rispettivamente con il 45,8% e con il 41,1%. A Picozzi e alla coalizione di centrodestra uscente, che ha governato nell’ultimo decennio con Antonio Romeo come sindaco, è stata fatale la spaccatura interna dell’area moderata, da cui sono nate le candidature di Carlo Schieppati, per il Terzo polo, che ha raccolto il 9,9% e di Fausto Guerra (tre liste locali per un totale del 3,1%) che hanno rosicchiato quel tanto che è bastato per imporre il ballottaggio. Viceversa, al candidato del centrosinistra, Raffaele De Luca, è risultata determinante la capacità di mettere d’accordo le varie anime del centrosinistra. Quella di ieri a Limbiate è stata una giornata lunghissima anche e soprattutto per l’enorme lentezza con cui si sono svolte le operazioni di scrutinio, certamente rese più complicate dalla presenza di ben 17 liste, ma comunque in grave ritardo, specialmente nella trasmissione dei dati alla Prefettura per l’ufficializzazione.
LE COALIZIONI si sono quindi arrangiate con il “fai da te”, attraverso l’utilizzo intensivo di telefonini e “sentinelle” disseminate nelle 28 sezioni distribuite in 10 plessi scolastici tra il centro e le frazioni. I primi numeri concreti su cui poter abbozzare un ragionamento si sono avuti solo verso le 20 e hanno subito confermato quella che era la sensazione della vigilia, ovvero che non sarebbe bastato il primo turno: la vittoria larga di Romeo nel 2006, quando si impose con il 61,55% è rimasta un ricordo. Gli unici a potersi legittimanente dire soddisfatti nel centrodestra potrebbero essere i candidati della Lega Nord che, secondo i primi dati, avrebbero addirittura più che raddoppiato i voti, passando dal deprimente 4,1% del 2006 a una percentuale superiore all’11%. Ottimo risultato anche per il Pd che si afferma nettamente come primo partito della città superando il 20% e staccando il Pdl fermo intorno al 15% A fare la differenza qui sono le liste civiche legate ai due principali candidati: la “Romeo per Picozzi” diventa secondo partito di Limbiate, superando il 16% mentre la “Limbiate Solidale” di Raffaele De Luca è quinta forza della città con oltre il 7% Adesso però tutti gli occhi sono puntati soprattutto sulle liste che hanno fissato il risultato di Carlo Schieppati, che con il suo “tesoretto” vicino al 10% assume ufficialmente il ruolo di ago della bilancia per il voto tra due settimane. Pesa molto il ruolo dell’Udc, che faceva parte della maggioranza uscente e che stavolta si è messo di traverso, raccogliendo oltre il 5%, così come quello della civica Sì per Limbiate, anch’essa nella maggioranza di cinque anni fa e che stavolta ha raccolto più del 3%, togliendolo, evidentemente, a Picozzi. Il tentativo solitario dell’assessore Fausto Guerra si è fermato poco sopra il 3% con la somma di tre liste, un valore forse troppo basso per poter contare in Consiglio ma sufficiente per poter strappare un buon accordo con la coalizione di centrodestra. 


LIMBIATE IL RAMMARICO DI PICOZZI. DE LUCA: «RISULTATO STRAORDINARIO»
Uniti avremmo vinto al primo turno. Ora accordi alla luce del sole

— LIMBIATE —
«SE FOSSIMO RIMASTI insieme avremmo vinto al primo turno come cinque anni fa, addirittura con gli stessi voti di cinque anni fa». Semplice ma efficace la prima analisi a caldo di Eugenio Picozzi, a scrutinio ancora in corso, con i dati che col passare delle ore si stanno consolidando. In effetti, anche a fronte della riduzione del numero dei votanti, sceso al 68,66% con un -2,02% rispetto a cinque anni fa, la somma delle preferenze per l’area di centrodestra ricalca la situazione del 2006. Con la differenza, sostanziale, che stavolta i voti si sono divisi in tre parti. In manica di camicia, coi polsini arrotolati, il candidato sindaco principale del centrodestra, sostenuto da Pdl e Lega, è stato affiancato fin dal primo pomeriggio dal sindaco uscente, Antonio Romeo, stessa camicia bianca con le maniche arrotolate, dietro il tavolo della sede cittadina del Pdl, in via Fratelli Cervi, con due telefoni cellulari e una calcolatrice davanti, a sommare i dati che man mano giungevano dalle sezioni. «Adesso solo accordi alla luce del sole, nella massima trasparenza, con impegni chiari, da sottoscrivere con chi veramente vuole il bene di Limbiate e non solo il proprio tornaconto», anticipa Romeo, che rivendica il valore della lista con il suo nome, che finirà per battere anche il «suo» Pdl. Si è materializzato solo verso sera lo sfidante Raffaele De Luca, che ai suoi sostenitori, radunati al bar Mosaiko di via Trieste, nella saletta dello storico «circolino» spiega: «Ho lavorato tutto il giorno tra ambulatorio e visite a domicilio, come in una giornata normale, da domani riprendiamo a far politica per mezza giornata, come è stato da gennaio fino ad oggi». Non può nascondere la sua soddisfazione e non ha alcuna intenzione di farlo:
«È UN RISULTATO straordinario, insperato, una prima grande vittoria - dice pensando al ballottaggio - Li abbiamo fatti dividere mentre noi siamo riusciti a restare uniti, lo considero un ottimo traguardo ma c’è ancora da fare per concretizzare questo risultato. Dobbiamo continuare a stare vicino alla gente, a parlare dei problemi, a raccogliere le indicazioni, dobbiamo proporre cose concrete e dare fiducia per controbattere alle promesse elettorali della maggioranza uscente che su queste elezioni ha investito tantissimo per cercare di convincere i limbiatesi che però stavolta hanno mostrato molta maturità ed intelligenza. Credo che, oltre ad una nostra grande vittoria, questo risultato debba considerarsi una debàcle della maggioranza uscente». Carlo Schieppati ha seguito l’andamento dello scrutinio nella sua Pinzano, per raggiungere, verso sera, il quartier generale della lista Sì per Limbiate in via San Giorgio, a ridosso della chiesa principale: «Vogliamo avere in mano numeri certi, per il momento non mi sento di fare proclami», riferiva ieri sera, quando i dati ufficiali erano ancora a metà delle sezioni ma la tendenza si era ormai stabilizzata attorno al 10 % affidandogli di fatto un ruolo determinante per il secondo turno tra meno di due settimane. Per Fausto Guerra, fermo poco sopra il 3%, il primo nodo da sciogliere è la presenza o meno in consiglio comunale: «Vedremo a quel punto se il nostro appoggio, diretto o esterno potrà interessare».
Gabriele Bassani



18 Maggio 2011


Non bussiamo a nessuna porta ma ora stiamo con la Lega
Il coordinatore Pdl dopo la sconfitta del suo candidato: il nostro elettorato non vuole consegnare Desio al centrosinistra
di ALESSANDRO CRISAFULLI

— DESIO —
IL DAY AFTER ha l’amaro sapore del tracollo, nei calici dei berlusconiani» che erano pronti a brindare, quantomeno, al ballottaggio. Perchè speravano in quel candidato leghista apparso non proprio a suo agio nei panni del politico e con la residenza fuori città. E invece, il ginecologo prestato alla pubblica scena ha avuto la meglio in maniera piuttosto marcata sul politico di professione Tiziano Garbo: senza nessuna ondata verde, comunque, bensì con l’aiutino della lista civica Per Desio. E per il Pdl è il momento delle riflessioni, indigeste, con i succhi gastrici a mille per Renato Farina, chiamato come «salvatore della patria»: «La situazione di confusione a livello nazionale - è la sua analisi a freddo - a Desio è diventata prima al quadrato, per il traumatico scioglimento del consiglio comunale, e poi al cubo, per la frammentazione del centrodestra».
QUEST’ULTIMO FATTO determinante, sostiene, «perchè basta fare quattro conti e ci si accorge che Desio rimane una città di centrodestra, però qualcuno ha voluto creare tutte quelle liste ad arte, per ostacolarci. La coalizione al completo, per la quale ho lavorato a lungo, avrebbe superato il 50%». E se Garbo ha un po’ scaricato le responsabilità proprio sul Pdl, i fari di Farina sono puntati su Giampiero Mariani e il suo 11%, «è evidente che si è candidato solo per farci perdere e non per vincere - è il j’accuse dell’onorevole azzurro -, un modo meschino di intendere la politica. E poi chi ha preso le preferenze nella sua lista? A chi fanno riferimento quelle persone?». Sassi pesanti, gettati nello stagno. Come pesanti sarebbero voci arrivate all’orecchio dello stesso Farina, «perchè so che qualche simpaticone sta mettendo in giro cose del tipo che l’agente betulla diventa agente cipresso - dice, facendo brutti pensieri - ma sappia che io ho la scorta...». Ed è tale lo scoramento, che non sembra esserci molta voglia di ragionare sul da farsi al secondo round: «Noi non busseremo a nessuna porta - dice Farina, dopo che la Lega ha già dichiarato il viceversa -, anche se è chiaro che il nostro elettorato preferisce votare per il centrodestra piuttosto che consegnare la città al centrosinistra, e poi Lega e Pdl sono alleati a livello nazionale...».
«IL PALLINO LO HA in mano il segretario leghista Motta - aggiunge Fabio Arosio dell’Udc, recordman della sua lista -, di certo il primo turno racconta di 10 mila persone che non sono andate a votare, tante, devono fare riflettere». Arienti ha già detto a caldo che la base non vuole nessun «inciucio» ed è pronta a battagliare da sola, come conferma Fabio Molinari, vulcanico consigliere uscente premiato da 92 preferenze, «possiamo vincere da soli - assicura - gli elettori vogliono una Lega slegata dal carrozzone: le forze sane e coscienti di Desio, che non hanno voluto il malaffare e non vogliono una città piena di moschee e campi rom, staranno con noi». La Lega si è confermato il partito capace di valorizzare meglio le nuove leve, visto che tre dei quattro più votati arrivano dai Giovani Padani, «questo è il vestito nuovo che abbiamo preparato per la nostra città», dice Molinari. «Siamo orgogliosi di aver portato Arienti al ballottagio - è contento Simone Gargiulo segretario di Per Desio, determinante con il suo 3,89% - la coerenza paga e si può vincere anche da soli, convincendo gli astenuti».
DETERMINANTE, sull’altro fronte, un’altra civica Desio Viva, passata dal 4,18 al 6,44% in un solo anno, «siamo coscienti di aver vinto l’andata - esulta ma si trattiene il suo leader Paolo Smorta - ma dobbiamo concentrarci per vincere il ritorno. La gente è stata con noi, perchè noi siamo la gente».


GIOCHI APERTI IL PESO DEGLI ASPIRANTI SINDACI BATTUTI SULLA STRATEGIA DEL BALLOTTAGGIO
E Roberto Corti potrebbe pescare da 5 Stelle e Popolari

— DESIO —
NESSUNA ALLEANZA ufficiale della Lega nè con il Pdl, nè con Mariani? Un’ipotesi possibile, probabile, con il Carrroccio convinto di poterla spuntare facendo leva sugli astenuti e su chi non vuole lasciare Desio al centrosinistra. Ancora più determinanti, a questo punto, potrebbero essere le decisioni degli altri candidati sindaci battuti. Con Corti che potrebbe pescare bene da 5 Stelle (6,16%), e dai Popolari (2,97%), «noi vogliamo una firma - avvisa però Ambrogio Sala dei margheritini - che sposi il nostro modo di fare politica al di là delle divisioni partitiche e il nostro impegno per la famiglia». Poco il peso di Claudio Fiore di Lega Padana (1,5%), Davide la Greca di Lega Italia (0,99%), Ignazio Ceraulo del Fli (0,87%) e Giovanni Campisi di Forza Nuova, seppur quest’ultimo autore di un exploit con l’1,51%. Dunque, i giochi sono aperti. Molto attesa era la conta delle preferenze: a vincerla è Lucrezia Ricchiuti, 252, il frutto delle sue coraggiose battaglie degli ultimi anni, sempre in prima linea contro malaffare e sprechi. «È con persone come lei e Corti che Desio può cambiare - sottolinea il consigliere regionale del Pd Pippo Civati -, con una ricetta fatta di rispetto del territorio, legalità e qualità amministrativa». A un soffio, Mattia Costanza, giovanissima espressione della lista Desio 2000 di Mariani, che al quarto posto piazza anche Sergio Pozzoli, 199 preferenze. Terzo gradino per Foti, sostenuto da 208 desiani nonostante il salto del fosso, incontro alla sconfitta, con i nuovi «amici» del Pdl e dell’Udc. Ottime performance anche per Fabio Arosio dell’Udc e Franca Biella del Pd, appaiati a 186.


IL CASO LIMBIATE
Terzo Polo determinante per Picozzi e De Luca
di GABRIELE BASSANI

— LIMBIATE —
IL GIORNO DOPO lo scrutinio a Limbiate prevale la riflessione e il silenzio: nessuno si sbilancia ancora nell’immaginare gli scenari che si apriranno tra meno di due settimane, quando gli elettori saranno di nuovo chiamati alle urne per scegliere tra Eugenio Picozzi, che ha raccolto il 45,8% e Raffaele De Luca, che ha ottenuto il 40,8%. Da una parte il centrodestra «classico» con Pdl e Lega con la lista civica in cui ha pesato tantissimo il nome del sindaco uscente Antonio Romeo, dall’altra l’uomo capace di ricompattare il centrosinistra. In mezzo il 10,2% del Terzo polo rappresentato da Carlo Schieppati, al quale sono rivolte le attenzioni di tutti perchè i suoi voti saranno quelli determinanti nell’elezione del prossimo sindaco.
«AL MOMENTO nessuna chiamata, dobbiamo ancora fare il punto tra di noi, lo faremo stasera - spiegava nel tardo pomeriggio Schieppati, che può considerarsi a tutti gli effetti il primo vero vincitore di questa sfida limbiatese, visto che ha raggiunto l’obiettivo prefissato - I nostri elettori hanno votato valutando il programma e la proposta alternativa che abbiamo saputo formulare, adesso vedremo chi e come vorrà e saprà raccogliere queste indicazioni».
PAROLE DI MODERAZIONE che lasciano di fatto aperte possibilità di intesa con entrambi i contendenti. Le possibilità sono molteplici, oltre all’apparentamento c’è anche l’ipotesi dell’appoggio esterno. Anche se l’affinità è maggiore, i rapporti più difficili sembrano proprio quelli con il centrodestra di Picozzi e Romeo: «Solo accordi trasparenti alla luce del sole e nell’interesse della città e non della voglia di poltrone», aveva dichiarato il sindaco uscente a spoglio ancora in corso. Di sicuro a trattare ci sarà anche Tino Grassi, ex assessore dell’Udc, che ha incassato un bottino di 279 preferenze nella coalizione a sostegno di Schieppati, consigliere uscente di Forza Italia. Mai come il sindaco Antonio Romeo, che come capolista della lista che portava il suo nome di preferenze ne ha raccolte addirittura 729 e con il suo stesso cognome ne ha fatte prendere anche 105 a Francesco Romeo in una lista chiamata Fronte della libertà, per non dire dei 151 di Giuseppe Romeo nel Pdl. Questo tanto per chiarire il valore del nome del sindaco uscente rispetto per esempio al simbolo del Pdl che qui ha dovuto «accontentarsi» del 16,84% e del ruolo di secondo partito della città, distanziato di quasi 5 punti dal Pd. Dettagli che certamente verranno fatti valere nelle prossime ore di trattative ed eventualmente, anche dopo il 30 maggio, al momento della «resa dei conti». 


I DUE SFIDANTI QUINDICI GIORNI PER RACCOGLIERE ALTRI CONSENSI
Prove di intesa, ascoltando la gente

— LIMBIATE —
È ANDATO a letto presto lunedì sera Raffaele De Luca (nella foto), lo sfidante partito in sordina qualche mese fa che ora ha in tasca la possibilità concreta di mettere in atto un ribaltone a Limbiate come quello che 10 anni fa riuscì ad Antonio Romeo, togliendo il governo della città ad un centrosinistra che l’aveva tenuto per mezzo secolo. «Ho delle visite ambulatoriali presto domattina, nel pomeriggio mi dedicherò all’analisi del voto e poi riprendiamo ad ascoltare la gente», ha detto ai suoi salutandoli dalla tavolata del bar Mosaiko dove hanno brindato al primo importante traguardo raggiunto. «Parleremo con gli esclusi dal ballottaggio alla ricerca di un’intesa che soddisfi tutti e che sia soprattutto un progetto valido per Limbiate», ha aggiunto De Luca. Si mostra sicuro anche Eugenio Picozzi, che parte comunque con 5 punti di vantaggio: «Gli elettori del centrodestra a Limbiate sono gli stessi di 5 anni fa, noi siamo rimasti qui, coerenti, con la nostra proposta di continuità. Ricominceremo il lavoro di confronto con i cittadini per far capire che il progetto continua con questa coalizione».


Colombo esulta, Perego non molla: via al rush finale
Arcore prepara il ballottaggio, il centrosinistra è in vantaggio su Lega e Pdl. Decisivo potrebbe essere l’Udc
di ANTONIO CACCAMO

— ARCORE —
ALL’INDOMANI dei dati che la danno in testa su Enrico Perego, la candidata sindaco del centrosinistra per Arcore, Rosalba Colombo, si mostra soddisfatta. «È una felicità doppia, la mia. La lista civica che prende il mio nome, formata da tante donne e da giovani, ha raccolto più del 9%. Ma la vittoria è merito del gioco di squadra. Dell’impegno di tutti i partiti del centrosinistra. Abbiamo lavorato bene stando vicino alla gente. E questo continueremo a fare». Tra i motivi della sua affermazione cita «il vento del cambiamento che soffia forte anche ad Arcore. Sono stati bocciati cinque anni di amministrazione di centrodestra. Il voto è un fallimento certificato della passata amministrazione». Qualcuno azzarda il paragone con Milano. E vede nella Colombo una Pisapia in versione femminile. Anche se la storia della arcorese è tutta interna al Partito Democratico.
«IL PD è diventato il primo partito di Arcore. Ha superato il Pdl. Anche questa è una bella soddisfazione. Ad Arcore ha un enorme valore simbolico». L’attenzione è ora concentrata al ballottaggio del 29 e 30 maggio. Riuscisse a conquistare il fortino del berlusconismo, Colombo si ritaglierebbe il suo momento di gloria nel panorama politico nazionale. I prossimi 14 giorni saranno decisivi per eventuali apparentamenti. Lo sfidante, Enrico Perego, il leghista candidato da Pdl e Lega Nord con la benedizione di Silvio Berlusconi, cerca di caricare i suoi dopo il deludente risultato delle urne: «Ce la giocheremo al secondo turno. Certo, sarebbe stato meglio partire da una situazione di parità. Ma non tutto è perduto. Siamo fiduciosi. Già cantavano vittoria al primo turno, invece la partita è aperta. Noi abbiamo una proposta per Arcore, loro no».
L’ANALISI del voto fatta dal centrodestra arcorese dice che «le liste civiche, soprattutto quella di Alessandro Ambrosini, hanno portato via voti al centrodestra. La Lega raddoppia i voti del 2006. Perde qualche punto percentuale rispetto alle regionali di due anni fa. Più consistente è stato il calo del Pdl». Perego si consola sottolinando che «la sinistra è sotto il 50%. Non rappresenta la maggioranza dei cittadini». Di apparentamenti per ora non se ne parla: «Dobbiamo analizzare il voto, sezione per sezione. Capire cosa non ha funzionato e dove». L’Udc, che ha sostenuto con la lista Lavoriamo per Arcore, Beppe Rositani, si sente corteggiata. Potrebbe essere l’ago della bilancia: «Decideremo eventuali alleanze sulla base dei programmi e del progetto per la città - manda a dire Giuliana Perillo, capolista del partito di Pierferdinando Casini -, abbiamo lavorato bene. Costituito un gruppo nuovo, molto motivato, con il quale possiamo guardare con fiducia al futuro». Stasera il direttivo provinciale dell’Udc deciderà l’orientamento da tenere in tutti i comuni della Brianza che andranno al ballottaggio.


Allevi agli elettori del Pdl «A Desio votate per Arienti»
Il presidente della Provincia boccia l’asse con l’Udc: il vero alleato è la Lega
di MONICA GUZZI

— MONZA —
UN APPELLO perché i desiani di centrodestra al ballottaggio vadano a votare per il lumbard Silvio Arienti e la condanna senza appello di un esperimento considerato innaturale: l’alleanza fra Pdl e Udc.
IL PRESIDENTE della Provincia Dario Allevi non ha dubbi. «Il nostro alleato vero è la Lega, come dimostra il lavoro in Provincia. Qui finché non si trova un accordo non si esce dalla stanza - dice -. Dobbiamo continuare in quest’alleanza e in questo la Provincia potrebbe essere un’istituzione pilota». Inevitabile pensare alla frattura di Desio, dove la Lega ha mandato a casa il candidato di Pdl e Udc e ha staccato il biglietto per giocarsi la finale del 29 maggio contro l’alfiere del Pd. «Auspico che a Desio il centrodestra vada a votare per il candidato della Lega. Non votare è sempre sbagliato. Certo, non è semplice convincere i militanti a votare chi gli ha staccato la spina qualche mese fa, ma dobbiamo sperare che il nuovo sindaco di Desio sia Silvio Arienti». Al contrario, continua il presidente, «è fallito, ma non avevo dubbi, il tentativo di un’alleanza innaturale fra Pdl e Udc, come dimostrano clamorosamente gli esperimenti di Desio e Vedano al Lambro».
Risultati che devono far riflettere il partito del premier anche in vista dei ballottaggi: oltre a Desio, ci sono Arcore e Limbiate. «Quello di domenica e lunedì è un risultato negativo che può diventare molto negativo oppure quasi soddisfacente in virtù dei risultati del ballottaggio - prosegue il presidente -. Mi auguro che il partito analizzi il risultato e affronti una fase nuova, basata sul lavoro, l’onestà, la partecipazione, l’ascolto dei cittadini. Oggi c’è un malcontento tale che ci spinge a raddoppiare gli sforzi, altrimenti prima o poi il conto arriva. La fiducia è ai minimi storici e il partito deve puntare su chi ha voglia di lavorare seriamente. Abbiamo tante risorse nel Pdl. Dobbiamo far diventare queste elezioni solo un piccolo incidente di percorso». Un esempio positivo è invece il caso di Varedo, dove il centrodestra ha ottenuto il ribaltone: «Quando si lavora bene, il risultato arriva», dice Allevi riferendosi alla squadra messa in piedi in quel Comune dal suo assessore Fabrizio Sala.
Al contrario, «mi attendevo un risultato migliore a Vimercate e non capisco dove si sia sbagliato perché sembrava il candidato ideale». Infine l’invito ai suoi: «Dopo i ballottaggi rimbocchiamoci le maniche e parliamo dei problemi della gente - conclude Allevi -. E soprattutto risolviamoli».


I lumbard corrono da soli incontro alla sfida finale «Vogliamo vincere per ciò che siamo»

I LUMBARD di Desio sono decisi: continuiamo a correre da soli, hanno detto lunedì sera a schede ancora calde.
Ieri sera il segretario provinciale del Carroccio, Dionigi Canobbio, ha riunito il direttivo di Monza e Brianza per un’analisi più completa del voto. Ma anche lui è determinato: «Il mio auspicio è che andiamo al ballottaggio da soli col nostro programma».
Il ragionamento è chiaro: «Abbiamo bisogno di chiunque, ma il nostro obiettivo di portare il nostro candidato a essere sindaco va perseguito presentandoci per quelli che siamo. Abbiamo fatto della legalità la nostra battaglia, non ci piacerebbe essere scippati da altri - prosegue Canobbio -. Desio poi è una cosa a sé: qui abbiamo stravolto tutti i teoremi dell’alleanza».
Tuttavia Canobbio è convinto che quella di Desio, fra le tre città arrivate al ballottaggio contro i candidati del centrosinistra, alla fine sia la più facile per i lumbard. «Desio è la più facile perché correndo da soli siamo gli unici rappresentanti del centrodestra e dovremmo avere gioco favorevole - è la conclusione -. Questo spiega anche cosa è successo mesi fa con le dimissioni in massa».
M.Guz.


IL CENTROSINISTRA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA OTTIMISTA SUI BALLOTTAGGI: A DESIO, ARCORE E LIMBIATE CORRIAMO PER VINCERE
Ponti: «Idee chiare e persone serie, continuiamo così»
— MONZA —
IL PD si gusta i risultati, con un pensiero al ballottaggio dei tre Comuni principali.

«IL VENTO cambia anche in Brianza - commenta il segretario provinciale Gigi Ponti -. Ora dobbiamo impegnarci tutti per fare in modo che il messaggio sostenuto con equilibrio e responsabilità da candidati perbene, con idee chiare e progetti concreti per risolvere i problemi dei cittadini, arrivi alla maggioranza degli elettori al secondo turno». «Correre al ballottaggio a Desio, a Limbiate, ad Arcore è un segno di come non solo il centrodestra sia calato dimostrandosi non all’altezza delle aspettative dei cittadini ma anche di come le persone e i programmi del centrosinistra siano stati giudicati affidabili e credibili dagli elettori - conclude Ponti -. La vittoria al primo turno a Vimercate dimostra poi il giudizio più che positivo sulla buona amministrazione praticata in tutti questi anni dal centrosinistra. Il 29 e il 30 maggio sarà un voto per decidere come vogliamo che sia il futuro delle nostre città. Ai cittadini parleremo di questo, alla luce del sole».
Ottimismo dalla federazione della Sinistra di Monza e Brianza. «A Desio, Arcore e Limbiate la Sinistra corre per vincere - dice in un comunicato -. Programmi chiari e candidati credibili da Milano a Napoli come a Desio, Arcore e Limbiate hanno fatto sì che il popolo della sinistra italiana ritrovasse la voglia di tornare ai seggi per cambiare. Un patto che dovrà trovare ancora più forza per motivare anche i più scettici e riluttanti ad andare a votare al secondo turno per spezzare l’asse di potere berlusconiano - leghista». E l’ex sindaco di Vimercate Enrico Brambilla, oggi consigliere regionale del Pd, commenta con soddisfazione i risultati in città assieme al vicesindaco uscente Roberto Rampi: «La vittoria al primo turno è un segnale di grande apprezzamento da parte dei cittadini nei confronti della buona amministrazione praticata dal centrosinistra. Un ulteriore impegno sarà quello di dare risposte alle istanze del Movimento 5 Stelle, molte delle quali legittime».
M.Guz.

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