Rassegna: Il Giorno MB 9/4 - 21/4 2011

giovedì 21 aprile 2011 | ,



Rassegna stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie sulla nostra Città ed i paesi limitrofi pubblicate sul Giorno - Monza e Brianza nel periodo dal 9 al 21 Aprile 2011.



9 aprile 2011

DESIO INTERVISTA A RENATO FARINA, GRAN TESSITORE DELLE ALLEANZE NELLE PROSSIME ELEZIONI
Garbo per compattare il centrodestra
«Sono molti i punti in comune con l’Udc mentre la Lega poneva troppe pregiudiziali»
di GIGI BAJ

— DESIO — «UNA SCELTA CORAGGIOSA, l’unica percorribile per dare alla città una governabilità autorevole, seria e credibile». In questo momento Tiziano Garbo rappresenta più che mai il collante all’interno di un centrodestra che negli ultimi mesi ha sofferto preoccupanti lacerazioni interne e la definitiva rottura con i vecchi alleati del Carroccio. Una nuova coalizione tra Pdl e Udc sotto la lista “Berlusconi per Tiziano Garbo” che punta a ridare credibilità a tutto il Pdl desiano.
«Abbiamo fatto una scelta - ha dichiarato Renato Farina, gran tessitore della campagna elettorale che è stata seguita attentamente anche dai vertici nazionali dei due partiti - in piena consapevolezza. Avevamo cercato in tutti i modi di ricostruire una maggioranza in piena sintonia con quanto avviene a livello nazionale ma la Lega desiana aveva posto delle pregiudiziali morali che non si potevano accettare. Abbiamo trovato numerosi punti in comune con l’Udc e personalmente ho avuto dei colloqui con Pierferdinando Casini che ha apprezzato la candidatura di un esponente del suo partito. Abbiamo stretto un patto per dare un governo a Desio, promuovendo liste rinnovate, con una forte presenza di giovani, donne, cittadini rispettati e rispettabili. La volontà è quella di garantire una svolta propositiva in grado di affrontare i seri problemi con spirito riformatore, innovativo e ricostruttivo delle istituzioni democratiche e della partecipazione popolare, nel segno di una adesione alla carta dei valori del Partito Popolare Europeo, cui entrambi ci riconosciamo». IL CENTRODESTRA punta ad arrivare al ballottaggio magari proprio con gli ex alleati della Lega Nord, centrosinistra e liste civiche permettendo: «Da parte nostra - ha aggiunto il parlamentare desiano - sarà una campagna elettorale decisa e corretta. Una sfida che vogliamo affrontare con candidati seri e vogliosi di operare per il bene della città. Domenica presenteremo la lista ufficiale che in queste ore stiamo completando. Tra i candidati ci saranno anche persone molto conosciute ed apprezzate. Qualcuno di loro ritorna alla vita amministrativa dopo un periodo di emarginazione». NELLA LISTA “Berlusconi per Tiziano Garbo” ci saranno sicuramente l’ex sindaco leghista Stefano Fontana e Giovanni Vittorio Brunelli, figura molto nota nel settore dell’artigianato. La campagna elettorale è soltanto agli inizi. Il centrodestra sta lavorando anche sul fronte delle due liste civiche “Desio per tutti” di Antonino Foti e “Desio 2000” per cercare di ampliare il più possibile il consenso dell’elettorato moderato e non schierato politicamente.


10 Aprile 2011

VAREDO AL VOTO OGGI LA PRESENTAZIONE UFFICIALE DELLA SQUADRA NELLA SEDE DI VIA UMBERTO I
Accordo Lega e Pdl sul nome di Marzorati
Pierino Beni, che era stato scelto dal Carroccio, ha dovuto fare un passo indietro
di VERONICA TODARO

— VAREDO – E’ UN VERO E PROPRIO “matrimonio”, come lo ha definito Filippo Vergani, segretario cittadino della Lega Nord, quello celebrato tra il Pdl e il Carroccio qualche giorno fa. Un matrimonio inaspettato, visto che il candidato sindaco della Lega, Pierino Beni e i 16 candidati consiglieri, hanno dovuto fare un passo indietro per lasciare spazio a Diego Marzorati, attualmente consigliere di minoranza del Gruppo Misto, che rappresenterà entrambi i partiti alle prossime elezioni comunali. A ufficializzare l’accordo e a presentare il candidato alla cittadinanza erano presenti tra gli altri, gli onorevoli Elena Centemero, Renato Farina e Roberto Alboni, che hanno espresso la loro piena soddisfazione per il “gemellaggio” politico e per “dare scacco matto alla sinistra”, come ha sottolineato Alboni. Marzorati, 43 anni, varedese dalla nascita, lavora come architetto nello studio di famiglia. Nel 1994 ha fondato la sede cittadina di Forza Italia. Consigliere d’opposizione e capogruppo in Consiglio comunale dal 1994 al 1996, è stato assessore con delega ai Lavori Pubblici, Ecologia e Ambiente dal 1996 al 2001 nella giunta guidata da Antonella Galimberti.
Dal 2001 è consigliere d’opposizione. Lo slogan scelto per la campagna elettorale riassume i concetti chiave del programma che Diego Marzorati illustrerà questa mattina, alle 11.30, nella sede del Pdl in via Umberto I: “Per una Varedo sicura, attiva e bella da vivere”. NELLA MATTINATA verrà presentata anche la squadra di governo. «E’ formata da uomini di esperienza – ha detto Marzorati – e da gente giovane, senza dimenticare l’importante apporto delle quote rosa». E ancora: «Noi puntiamo alla trasformazione della città. Il programma di governo è molto articolato, l’obiettivo è quello di riportare Varedo a com’era almeno dieci anni fa. Questa città ha avuto personaggi importanti, come i Bagatti, i Medici e Maria Gaetana Agnesi. Vale la pena riscoprire il bello che c’è». Il nome di Marzorati ha messo d’accordo tutti. «E’ l’uomo giusto al posto giusto, in grado di ascoltare i cittadini e rispettato da tutti», per Elena Centemero, coordinatrice del Pdl in Brianza. Ma anche per il vice coordinatore Roberto Alboni: «Mi fido tantissimo di Marzorati. Saprà dare risposte concrete alla città nei prossimi cinque anni». LO STESSO nelle parole del deputato Renato Farina: «Incarna la figura che rappresenta Varedo. Questo accordo ripropone la solidità dell’alleanza che c’è a Roma, basata su ideali e affezione alla gente». Soddisfatta la Lega: «Questa alleanza è un onore per tutti - ha dichiarato Pierino Beni, capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale -. Abbiamo trovato una persona su cui convergere, va bene la soluzione trovata. Ora bisogna darsi da fare e noi faremo del nostro meglio».


LISSONE INVIATE LE LETTERE DI MESSA IN MORA, ALCUNI NON HANNO MAI PAGATO
Aler, è guerra ai morosi
Arretrati pari a 500mila euro: 70 inquilini hanno debiti consistenti
di FABIO LUONGO

— LISSONE — ARRETRATI d’affitto per 500mila euro complessivi accumulati da inizio 2008 a oggi, con 70 inquilini che hanno debiti consistenti, in qualche caso di oltre 10mila euro o addirittura di 20mila euro. Senza contare le famiglie che non hanno mai pagato alcunché. Una situazione definita «di assoluta gravità», che danneggia chi invece si è sempre tenuto in regola, e di fronte alla quale l’Aler nei giorni scorsi ha cominciato a inviare lettere di messa in mora agli affittuari che risultato appunto morosi con il canone mensile. È quanto accade nelle case Aler di via Di Vittorio, il complesso meglio noto in città come quartiere LS1. La mossa, a detta dell’Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale, non era più rinviabile, perché qui, accanto a moltissimi abitanti che hanno sempre rispettato scadenze e adempimenti, si registra anche una porzione consistente di arretrati non pagati all’ente. Le lettere sono state spedite agli affittuari con più di 500 euro di debito. PER CHI non accetterà di iniziare a pagare il dovuto, seguendo un piano di rientro dal debito, scatterà inevitabilmente la procedura di sfratto. «È stato avviato il piano di recupero della morosità al quartiere LS1 di Lissone - spiegano dall’Aler Monza e Brianza -. Di fronte a un quadro complessivo di assoluta gravità, che dal 15 gennaio 2008 a oggi rivela una situazione di morosità di circa 500mila euro da parte degli inquilini del rione, nei giorni scorsi abbiamo provveduto a inviare alle famiglie con debiti superiori ai 500 euro le lettere di messa in mora». «UNA DECISIONE improcrastinabile - sottolineano dall’Aler -, visto che la cifra complessiva rappresenta un’ampia fetta di quanto emesso dall’istituzione di Aler Monza e Brianza a oggi, che è circa 1 milione e 300mila euro. Sono 70 gli assegnatari degli alloggi di via Di Vittorio con importanti situazioni debitorie, in 12 casi con morosità superiore ai 10mila euro e in alcuni di essi anche sopra i 20mila. Numerosi poi i nuclei che non hanno mai pagato nulla. A tutti i destinatari della lettera, che non è certo la prima nel corso del tempo, viene data la possibilità di concordare un piano di rientro, contattando gli uffici dell’Azienda, dove verranno accompagnati nel percorso, in base alle proprie possibilità. In caso di mancata adesione a questa opportunità e di mancato saldo del debito, si sarà costretti a procedere, come da legge, allo sfratto per morosità.
L’operazione rientra nell’ambito del Contratto di Quartiere e nell’imporante progetto di riqualificazione del rione già avviato con esso».


12 Aprile 2011

SEVESO IL PROGETTO PEDEMONTANA PREVEDE LA RIDUZIONE DELL’AREA VERDE
A rischio il Bosco delle Querce
Legambiente in lotta: «Vogliamo allargare la zona protetta»

di SONIA RONCONI — SEVESO —«NON POSSIAMO accettare sbancamenti e riduzioni del territorio del Bosco delle Querce - spiega Gemma Beretta presidente di Legambiente Seveso -. Ci aspettiamo che Pedemontana non solo non manometta la foresta sorta sull’area inquinata ma che le compensazioni permettano di estendere l’area protetta, tanto a Seveso quanto a Meda, su tutte le aree ancora libere da edificazione». Per questo, i gruppi locali aderenti a Insieme in rete per uno Sviluppo Sostenibile (Legambiente Lombardia, il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, WWF Lombardia, l’Associazione La Puska e Sinistra e Ambiente di Meda), hanno da tempo identificato e proposto ampliamenti del Bosco delle Querce alle amministrazioni Comunali, alla Provincia di MB e alla stessa Regione Lombardia. Questa situazione, oltre al danno ambientale per la riduzione del Bosco che è Parco Naturale Regionale, comporterà per la cittadinanza di Meda e Seveso un rischio sanitario. «Queste aree e quelle occupate dal futuro tracciato autostradale, risultano, infatti, ancora inquinate da Diossina - Spiega Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda -. Ne fanno testo le analisi svolte dal 2008 da Arpa che identificano ben 52 superamenti dei valori limite di TCDD (Diossina) per le aree ad uso pubblico e 10 campionamenti superiori al limite per siti ad uso industriale. Tali sforamenti sono stati rilevati sia in aree del Bosco delle Querce (ex zona A) sia in aree vicine l’attuale superstrada (ex zona B e di rispetto), nonché futuro tracciato della Pedemontana».A QUANTO pare le ulteriori analisi di approfondimento così come chiesto dalla prescrizione Cipe, sono demandate all’azienda che vincerà l’appalto. «Siamo estremamente preoccupati per gli scavi -, afferma Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -. La scelta di Pedemontana di incidere il Bosco sembra un’operazione di bieco opportunismo, che fa leva sul fatto che il Bosco è un’area bonificata con grande investimento di soldi pubblici, evitando in questo modo di intervenire nei terreni ancor più contaminati. Quella bonifica per nulla compiuta fu fatta per restituire un territorio sicuro alla comunità di Seveso e Meda, non certo per offrirlo in pasto al primo costruttore di autostrade».


DESIO SAVERIO TAFFARI IN LIZZA ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE
 CHIAMATO DAL COORDINATORE DEL PDL
 «Entro in politica per battere la mafia»
 Dieci anni fa ha lasciato la Sicilia dopo intimidazioni e attentati contro la sua impresa

 di ALESSANDRO CRISAFULLI — DESIO — SE C’È UN CITTADINO di Desio che conosce davvero la mafia, perchè l’ha vissuta sulla sua pelle, perchè ne ha i segni nella mente e nell’anima, risponde al nome di Saverio Taffari. Un imprenditore abituato, suo malgrado, a convivere con quell’incubo, che negli anni passati si è materializzato sotto le solite spettrali forme dell’intimidazione, della minaccia, della vessazione. Fino agli attentati: gravi, ripetuti, devastanti economicamente e psicologicamente. Che l’hanno costretto ad abbandonare la sua terra, la Sicilia, per trasferirsi al Nord. Ma non ad abbandonare il suo strenuo, coraggioso e inattaccabile “no” alla malavita organizzata. Adesso Taffari, 50enne che lavora per una multinazionale australiana dell’edilizia, ha deciso di farlo concretamente anche in Brianza, in quella Desio che lo ospita da sette anni, «che pensavo fosse un’isola felice - dice - invece è venuto fuori un marcio che va assolutamente combattuto, estirpato». Lo farà impegnandosi in politica: il volto scelto dal Pdl, e in particolare da Renato Farina, per simboleggiare la volontà di rinnovamento e di combattere la ‘ndrangheta con tutte le proprie forze. « Sono suo amico da anni - spiega l’imprenditore, che dal 1990 al 1998 è stato consigliere della Democrazia Cristiana a Menfi, in provincia di Agrigento -, mi ha chiesto di metterci la faccia e sono pronto. A pensare ai dieci anni di inferno vissuti giù mi tremano ancora le gambe, in quel periodo ho avuto tanta paura: purtroppo ai tempi non esistevano le associazioni anti-racket e non c’è stata alcuna solidarietà, nè dalla politica nè dalla società civile. E solo a distanza di vent’anni si sta celebrando il processo di secondo grado contro i mandanti...». Adesso, per lui, è necessario evitare che la malavita si incancrenisca così tanto anche qui, a Desio, dove ha deciso di impiantare il futuro suo e della sua famiglia: «Sono amareggiato per quanto emerso con l’indagine Infinito - sottolinea -, c’è esigenza di fare pulizia a tutti i livelli. I cittadini devono sapere che chi andrà ad amministrare il Comune dovrà badare agli interessi della collettività tutta e non agli interessi di pochi furbi: a quanto pare a Desio, negli ultimi anni, non è stato così». E agli stessi cittadini l’imprenditore attribuisce un ruolo chiave: «Quello della denuncia - evidenzia - senza la quale non si va da nessuna parte. I cittadini devono controllare e denunciare qualsiasi anomalia, comprese eventuali richieste di tangenti per snellire l’iter di una pratica o l’altra. E poi è fondamentale il ruolo delle istituzioni e delle forze dell’ordine, con i quali bisogna collaborare per un maggiore controllo su tutti i settori a rischio infiltrazioni, a partire dagli appalti e dalle concessioni edilizie».


Il suo inferno comincia dal rifiuto di «protezione»

SAVERIO TAFFARI, nel cuore della Sicilia, porta avanti l’impresa del padre che lavora nel campo dell’edilizia. Tutto procede fino al ‘90, quando subisce due attentati che mandano in fumo i suoi mezzi, «che non erano assicurati perchè a Menfi non era mai successo niente: siamo state le prime vittime di gesti simili», ricorda.L’azienda va in ginocchio. La famiglia si rifiuta di avere qualsiasi protezione, di pagare. «E inizia l’inferno: veniamo tenuti fuori dagli appalti, abbandonati dai clienti, costretti a licenziare». Un declino inesorabile, fra una minaccia e l’altra, «con le taniche di benzina e gli accendini lasciati davanti ai nostri mezzi, e le lettere dove ci invitavano ad andarcene...». Taffari denuncia tutto, ma nel 2001 è costretto a fare le valigie e ad abbandonare la sua terra.


La fiera di san damiano tassata porta scompiglio nella giunta

— COGLIATE — L’APPLICAZIONE della Tassa sull’occupazione del suolo pubblico ai tendoni della sagra di San Damiano, ha provocato un vero e proprio scontro all’interno della giunta comunale di centrodestra con gli assessori della Lega Nord, Liala Cattaneo e Angelo Consadori, che chiedono un “cambio di rotta” sulla questione, invitando la Giunta a deliberare l’annullamento della cartella o, quantomeno, un rimborso di pari importo (418 euro) per annullarne gli effetti. Ma non si è trovata un’intesa e il sindaco Luciana Picco ha ribadito l’inderogabilità della tassa. «Farò di tutto per stabilire un finanziamento straordinario alla Parrocchia dell’importo equivalente alla Tosap che ha pagato», dice l’assessore Liala Cattaneo, che però evidenzia un problema per l’immediato futuro: «Si è creato un rischioso precedente per le prossime manifestazioni, a partire dall’imminente festa dei commercianti. Si deve per forza trovare una via d’uscita perchè altrimenti significa danneggiare le associazioni cogliatesi che organizzano iniziative». Sulla vicenda è intervenuto anche il vicesindaco Achille Pagani (Pdl) che però sottolinea: «Gli uffici comunali agiscono in autonomia sull’applicazione. riconosco che c’è stato qualche problema sulla modalità con cui la tassa è stata comunicata ma non capisco il motivo di creare una polemica. Non appena ce ne sarà la possibilità daremo un contributo straordinario ma dobbiamo tenere presente che facciamo i conti con un bilancio che ha subito tagli per 260mila euro, come ben sanno tutti gli assessori». Gabriele Bassani


La lunga scia di sangue della ’ndrangheta
In manette i responsabili di quattro omicidi
Tra le 19 ordinanze emesse quelle dei killer di Cristello, Novella, Stagno e Tedescodi

DARIO CRIPPA — SEREGNO — I NODI vengono al pettine. Ieri il Ros dei carabinieri e la Dia di Milano, in collaborazione con i carabinieri del Gruppo di Monza, hanno fatto finalmente luce su quattro fatti di sangue che avevano sconvolto la Lombardia, e la Brianza in particolare, negli ultimi anni. Grazie a 19 ordinanze di custodia cautelare, sono stati colpiti i responsabili dell’omicidio di Rocco Cristello, Carmelo Novella, Rocco Stagno e Antonio Tedesco detto l’Americano.La lunga scia di sangue comincia il 27 marzo del 2008 a Verano Brianza, quando Rocco Cristello, capo della locale di Seregno-Giussano, viene ammazzato sotto casa da una batteria di fuoco che gli rovescia addosso 26 colpi di pistola. La famiglia di Cristello dirà l’indomani: «La pagheranno, la pagheranno cara! Ci sarà qualcuno che ci penserà!». Secondo quanto rivelato ieri dai magistrati, e anticipato sulle colonne di questo giornale, i responsabili dell’omicidio sono i rivali della cosca Stagno, che mal digerivano di essere stati soppiantati da Cristello. Gli Stagno chiedono a Carmelo Novella, capo della ’ndrangheta in Lombardia, il via libera per vendicarsi, ma ne ottengono un rifiuto. Si rivolgono a quel punto a Vincenzo «Cenzo» Gallace, della potente cosca di Guardavalle in provincia di Catanzaro, ex alleato proprio di Novella. Cristello muore, ucciso da Antonio Stagno e due complici. Ed è qui che matura la decisione di far fuori per vendetta zio Rocco Stagno, ex capo società della «maggiore» di Seregno-Giussano: il 29 marzo 2009 viene inviato a una cena a Bernate Ticino che si rivela in realtà un tranello e viene ammazzato. I CARABINIERI di Monza ne stanno ancora cercando i resti, che però potrebbero essere stati ormai eliminati dai maiali che non a caso venivano fatti pascolare nel mattatoio di Bernate Ticino. Tre e mesi e mezzo dopo la morte di Rocco Cristello era avvenuto l’altro omicidio eclatante che ha insanguinato la Lombardia: stiamo parlando di Carmelo Novella. La sua colpa è quella di aver coltivato un progetto autonomista per «staccarsi» dalle cosche calabresi. Vincenzo Gallace, che mira a prendere il controllo in Lombardia, lo fa ammazzare da Antonino Belnome, destinato a occupare il posto di Rocco Cristello a Seregno. L’ultimo omicidio, in ordine di tempo, è la «lupara bianca» che colpisce Antonio Tedesco il 27 aprile 2009: l’«Americano» viene freddato in un maneggio di Bregnano, in provincia di Como, nel corso di una finta cerimonia di affiliazione organizzata proprio allo scopo di eliminarlo. La colpa di Tedesco, fedelissimo di Novella e luogotenente dei Ruga di Monasterace, è quella di essersi vantato di essere stato con molte donne, fra cui la sorella di Antonino Belnome. Il suo corpo è stato ritrovato zavorrato con un sacco di cemento a Bregnano.


Un lumbard sfida il sindaco Brambilla nel fortino rosso di Vimercate
Elio Brambati, già assessore con Flumiani, è il candidato di Lega e Pdl

di ANTONIO CACCAMO —VIMERCATE — LA DISCESA in campo di Elio Brambati. Il candidato sindaco di Pdl e Lega Nord si è presentato ai suoi sostenitori sabato pomeriggio nella villa Gussi di Vimercate. Hanno lanciato la sua corsa verso palazzo Trotti, la parlamentare del Pdl Elena Centemero e gli onorevoli leghisti Marco Desiderati e Paolo Grimoldi. BRAMBATI, 55 anni, sposato, due figli, è dirigente d’azienda. Presidente dal 1985 dell’Associazione volontari di pronto soccorso di Vimercate, 18 anni fa è stato assessore all’Ecologia nella giunta del leghista Andrea Flumiani. Ora gli hanno affidato una nuova missione da compiere: strappare il governo della città al centrosinistra, che lo detiene da 14 anni. «Credo che Brambati sia la persona giusta per dare una svolta a Vimercate, città strategica nella Brianza est», osserva Desiderati. Per l’onorevole Centemero «la scelta di Elio Brambati è stata fatta nell’ottica di un rinnovamento della classe dirigente del centrodestra sul territorio. Il candidato ri- specchia in pieno le caratteristiche che cerchiamo: essere espressione della società civile e spendere le proprie competenze a vantaggio della comunità. In più, per certi aspetti ricorda l’entusiasmo della scesa in campo del presidente Berlusconi nel ’94». Sull’alleanza Popolo della Libertà e Lega Nord, la parlamentare lesmese non ha dubbi: «Rappresenta un vantaggio enorme per il centrodestra, perché quello che abbiamo a cuore è amministrare bene».   Brambati si presenta così: «Milito da una vita nel volontariato e sono a contatto ogni giorno con i problemi concreti della gente. Nella mia unica esperienza politica, 18 anni fa, ho capito l’importanza di mettersi in gioco e contribuire al bene della propria città. Non mi sento un politico, ma un cittadino al servizio dei vimercatesi». Le sensazioni sulla prima uscita pubblica? «Positive. Mi hanno colpito l’interesse e l’entusiasmo». Poi fa una promessa: «Ce la metterò tutta. C’è bisogno di aria nuova. Il nostro approccio vuole essere innovativo e moderno, in linea con l’evoluzione della Lombardia». Non presenterà un listone del sindaco: «Sono il candidato di Pdl e Lega Nord. Rappresento la trasversalità del centrodestra». Le liste dei candidati sono praticamente pronte. Così come il programma. Un filo conduttore: «Avvicinare la gente alla publica amministrazione e la pubblica amministrazione alla gente».L’intenzione è di presentare la squadra degli assessori prima del voto del 15 maggio: «Mi piacerebbe poterlo fare». Per Brambati sarà una grande sfida. Se la dovrà vedere con Paolo Brambilla, il sindaco uscente sostenuto da tutto il centrosinistra. A dicembre i due si erano incontrati: Brambilla aveva consegnato la benemerenza cittadina proprio al suo attuale sfidante alle comunali per la sua attività svolta come presidente dell’Avps dal 1985. Ora se lo ritroverà come avversario. Entro domenica i candidati dovranno presentare in comune liste e simboli accompagnati dalle firme dei sostenitori. Poi la campagna elettorale potrà prendere il via.


Arcore, sondaggio del Pd: sarà ballottaggio
Il dato più significativo è però rappresentato dal 42,4 per cento degli indecisidi

ANTONIO CACCAMO — ARCORE —ENRICO Perego candidato di Pdl e Lega Nord è più conosciuto. Ma Rosalba Colombo, del centrosinistra, sarebbe più votata. Raccoglierebbe il 22,2%, contro l’11.4% di Perego, il 7.4% di Alessandro Ambrosini (PorArc), lo 0,5% di Giuseppe Rositani (Udc e Lavoriamo per Arcore). Ma attenzione: il 42.4% degli arcoresi è ancora incerto su chi votare. Saranno loro a determinare il risultato elettorale del 15 e 16 maggio. Questo, almeno, stando ai risultati del sondaggio commissionato alla società Lorien dal Pd di Monza e Brianza. I ricercatori dal 18 al 21 marzo hanno intervistato un campione di 400 arcoresi: «calcolando le variabili e tenendo conto del margine di errore di più o meno 3%, con questa configurazione di dati si andrebbe un ballottaggio», spiega Marco Marturano, docente dello Iulm e consulente per la campagna elettorale di Rosalba Colombo. Il ballottaggio è un risultato che non dispiace affatto al centrosinistra, visto che alle ultime regionali la somma dei Pdl e Lega ha dato il 55,6%, mentre Pd, Idv, Rifondazione, Verdi, Socialisti non hanno raggiunto il 38%.«Quello che emerge dal sondaggio è una insoddisfazione verso la giunta uscente di centrodestra - aggiunge Colombo -. Come confermano anche i primi dati dei questionari da noi distribuiti alle famiglie arcoresi». Il giudizio positivo sulla giunta Rocchini è del 34.8%, quello negativo del 34.5%, neutro 29.4%. «Di fatto troviamo tre grandi fette di elettori che numericamente si equivalgono - dice Marturano -. L’apprezzamento verso la giunta Rocchini è molto basso. Chi ha ben governato generalmente ottiene valutazioni positive superiori al 60%».IL 18 MARZO solo il 22.3% del campione conosceva i nomi dei possibili candidati sindaci. E di questi il 2.3% ha indicato Perego, il 12.2% Colombo, il 7.4% Ambrosini, lo 0,2% Rositani. Perego (67.4%) risulta più conosciuto quando al campione sono stati letti i nomi dei possibili candidati, seguito dalla Colombo (47.5%), Ambrosini (40.2%), Rositani (9.6%); il 13.6% non ha risposto. Colombo ottiene il più alto indice di credibilità (60,5%), seguita da Perego (50.3%), Ambrosini (50,2%), Rositani 26.2%.


CESANO
L’AMPLIAMENTO RIGUARDA ANCHE LENTATE, SOLARO, SEVESO E LIMBIATE
Il parco delle Groane si allarga. La città «regala» 60 ettari di verde

di GABRIELE BASSANI— CESANO MADERNO — CON I SUOI ulteriori 60 ettari di superficie messa sotto tutela, Cesano Maderno è il comune che più di ogni altro contribuisce all’ampliamento dei confini del Parco delle Groane stabilito dalla legge regionale che l’altro giorno ha avuto il via libera all’unanimità in Commissione Agricoltura e Parchi e che all’inizio di settimana prossima approderà in consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Lo stesso testo istituisce anche un nuovo parco naturale all’interno dell’area vincolata delle Groane. Si accoglie quindi la proposta dell’assemblea dei sindaci che venne presentata nell’autunno del 2009 alla giunta regionale dall’allora assessore all’Ambiente Massimo Ponzoni (PdL) sulla quale è stato raggiunto anche l’accordo con i gruppi di minoranza del Partito Democratico e dell’Udc. A CESANO Maderno entreranno nel Parco delle Groane una nuova area in zona Villaggio Acna (19 ettari al confine con Cogliate e Ceriano Laghetto, una in via Groane (16 ettari al confine con Limbiate e Bovisio) e due più piccole tra la fornace del Villaggio Snia e il Centro Alex Langer, oltre alla vasta area del Biulè che si estende per 21 ettari anche in territorio di Seveso. «Una scelta condivisa da questa Amministrazione comunale che accoglie positivamente la notizia della tutela di una quota importante del nostro territorio e in particolare dell’area relativa al Centro Alex Langer», ha commentato il sindaco Marina Romanò. «Attendiamo ora di verificare anche l’accoglimento delle richieste di quelle piccole modifiche avanzate da alcuni nostri concittadini per risolvere piccole esigenze». Gli ampliamenti del perimetro del parco sono localizzati anche in altri comuni tra i quali d Arese, Bollate, Cesano Maderno, Cesate, Lentate sul Seveso, Limbiate, Senago, Seveso e Solaro. L’allargamento ha una superficie complessiva di 395,82 ettari e porta la superficie totale del Parco delle Groane a 3.840,85 ettari, con un incremento dell’11%. A Lentate sul Seveso entrano nel perimetro del Parco i 40 ettari intorno alla Cascina dei Grigioni; tra Solaro e Cesate 88 ettari di aree agricole tra Cascina Emnauela e Cascina Selva; a Seveso i 5 ettari del Fosso del Ronchetto, il Fosso delle Brughiere e un corridoio ecologico di 3 ettari in via San Matteo; a Limbiate in via Cacciatori delle Alpi poco meno di 2 ettari.


Il Terzo polo sogna la poltronissima
Udc e Fli incoronano Schieppati
Limbiate, la coalizione centrista è sostenuta da due liste civiche

di GABRIELE BASSANI — LIMBIATE — CI SARÀ ANCHE il «Terzo polo» nella sfida elettorale di Limbiate e sarà in campo con 4 liste e un proprio candidato sindaco che porta a 4 il totale degli aspiranti alla poltrona più importante della città. L’ultimo (per ora) a scendere in campo è Carlo Schieppati sul quale scommettono l’Unione di centro e Futuro e libertà per l’Italia, con l’appoggio delle liste civiche Sì per Limbiate (attiva già da 10 anni e fino a oggi rappresentata in maggioranza) e la neonata «Nuovo polo per Limbiate». Una coalizione che punta con decisione sul «centro», avendo volutamente tagliato i ponti sia con il Pdl che con la Lega senza però cercare alternative a sinistra. A guidare la coalizione c’è Schieppati, imprenditore 59enne, consigliere comunale uscente di Forza Italia (che qui non si è mai unita ad An per dar vita a un unico gruppo), nativo di Limbiate dove si è formato umanamente e professionalmente. Impegnato sin dagli anni Ottanta nella vita pubblica e nel sociale, in particolare per il quartiere Pinzano, dove ha lavorato negli ultimi anni anche per la messa a punto del Contratto di quartiere grazie al quale, tramite finanziamenti regionali, è stato possibile realizzare il Teatro comunale di Limbiate.SCHIEPPATI è anche fondatore dell’Associazione Musicale «Corinna Bruni» e presidente della Biblioteca comunale, dopo essere stato già consigliere comunale dal 1990 al 1993, nell’Amministrazione di centrosinistra con l’allora sindaco Mario Terragni. Insomma, un candidato sindaco che certamente può vantare un ottimo livello di notorietà in città, caratteristica questa che è indiscutibilmente comune anche agli altri candidati al momento in corsa. Insieme a Schieppati ci sono altri volti noti della politica limbiatese, a cominciare dall’assessore uscente alla Sicurezza, Ernesto Grassi, esponente dell’Udc o dalla consigliera comunale uscente Agata Dalò di Sì per Limbiate o del consigliere uscente Claudio Ceschini, eletto per Forza Italia e poi di fatto estromesso dopo un voto di plateale dissenso in Consiglio, che ha poi dato vita al gruppo di Futuro e Libertà aggregando anche il consigliere d’opposizione Bruno Rubes.A SOSTEGNO di Schieppati c’è anche il Nuovo polo di Limbiate di cui è coordinatore Francesco Bonetti, già assessore negli anni ‘80 con Terragni nonchè ultimo segretario della Democrazia Cristiana limbiatese. Giorgio Felotti della civica Sì per Limbiate e Vita Giampaolo, coordinatrice dell’Udc, si aggiungono ai punti di riferimento a sostegno di Schieppati. Una candidatura che rappresenta una sorta di sperimentazione politica per misurare il peso del «centro» in Brianza dopo le numerose vicissitudini interne del Pdl.


Ma ad Arcore è bagarre politica e a farne le spese è il Bilancio

— ARCORE —IL PAESE rischia di andare al voto senza un bilancio di previsione. La maggioranza Pdl-Lega Nord lunedì ha disertato in blocco il consiglio comunale che doveva approvarlo. L’assise cittadina si riunirà stasera in seconda convocazione: basteranno 4 consiglieri per deliberare. A meno di ripensamenti, spetterà alla minoranza di centrosinistra, Udc e PopArc, far passare il bilancio: «lo faremo per senso di responsabilità - spiega Rosalba Colombo, del Pd -. Ci sono dei capitoli di spesa non rinviabili: elezioni, referendum e censimento. Una cosa così non si era mai vista ad Arcore. L’amministrazione comunale e la maggioranza preparano un bilancio e poi non l’approvano». Enrico Perego, il candidato a sindaco del Pdl e della Lega Nord, ribalta le accuse: «sono loro degli irresponsabili ad avere fatto mancare, non più di un mese fa, il numero legale quando si doveva approvare il piano di recupero dell’ex Falck, da cui dipende l’intera impalcatura del bilancio. Senza quel piano mancano 1,5 milioni di euro». Replica Fausto Perego, del Pd: «Se è mancato il numero legale è perchè erano assenti due consiglieri del Pdl e un terzo aveva abbandonato il partito». In questo clima incandescente, Arcore tra poco più di un mese andrà a votare.Ant.Ca.



Mariani si è rimesso in pista «Ma stavolta correrò da solo»
Fino a pochi giorni fa diceva di voler fare il nonno, poi il colpo di scena

di ALESSANDRO CRISAFULLI— DESIO — «FARÒ IL NONNO», aveva detto, pochi giorni fa, appena appreso che il Pdl, nell’accoppiarsi con l’Udc, aveva dato credito a Tiziano Garbo, cioè al «suo» ex assessore al Bilancio. Invece, alla fine, Giampiero Mariani, anche questa volta non ha resistito alla tentazione di mettersi in pista, ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale. Come fa ormai da una vita. Per la pensione e i nipoti c’è sempre tempo. Il Pdl non ha voluto rinnovargli la fiducia e ha puntato su una persona che ha condiviso tutto il tribolatissimo percorso dell’ultima amministrazione? Bene, allora lui correrà da solo,«perchè meglio soli che male accompagnati», dice, senza nascondere il risentimento per le scelte operate dal partito dei berlusconiani. E sicuramente eroderà del potenziale elettorato al Pdl, visto che può godere di un ampio credito in città, nonostante tutto, attorno a un presumibile 10%. Anzi, non è da escludere che nella sua lista rientrino proprio dei fuoriusciti (o allontanati) dal partito di maggioranza relativa in città. «Correremo da soli - ci spiegava ieri mattina, dopo l’ennesima e definitiva riunione svoltasi lunedì sera con gli uomini della sua lista Desio 2000 -, è l’unica soluzione possibile e la migliore a questo punto». Con Lega Nord e Pd, del resto, non era certo possibile un accordo, visto che sono state le due formazioni protagoniste del disarcionamento della sua giunta, “e i motivi del mancato appoggio al Pdl sono ormai noti ribadisce Mariani - non capisco il perchè della scelta di Garbo: perchè lui tutti gli onori e io all’inferno?”. Lo stesso Mariani, che evidentemente sperava in una rinnovata fiducia da parte del Pdl, ha anche definito Garbo “un perdente nato”. “Ma speriamo che abbandoni l’ascia di guerra nei suoi confronti - ha detto Renato Farina alla presentazione di Garbo - anche perchè noi riteniamo Mariani persona seria e onesta, che non c’entra nulla con tutto quanto successo, per questo abbiamo cercato l’accordo anche con la sua lista. Non abbiamo puntato su di lui come candidato, solo perchè bisogna rendersi conto che ci sono momenti in cui è necessario fare dei cambiamenti». «Sono pronto dice Mariani — io non farò campagna elettorale contro nessuno, la farò tranquillo, come sempre, e senza spendere una lira, perchè non ho dietro capitali. Vediamo il riscontro che mi darà la gente e saranno voti tutti miei».E AL MOMENTO del probabilissimo ballottaggio, «non li regalerò nè alla Lega nè al Pdl», dice. Quindi, la partita elettorale si fa sempre più aperta e complessa, con i candidati sindaci che sono arrivati ormai a quota nove. Tanto per rendere più semplici le cose ai cittadini desiani.... già smarriti dopo tutto quanto successo nei mesi scorsi, che ha portato Desio alla ribalta dei media nazionali e internazionali.


14 Aprile 2011

«Amministratori spreconi: caldaie ancora accese»
Nel mirino del Pd di Lissone scuole ed edifici pubblici
di FABIO LUONGO
— LISSONE —
RISCALDAMENTI ancora accesi in alcune scuole e in altri edifici pubblici della città nonostante il gran caldo, tanto che «nelle aule e anche in alcuni uffici vengono talora lasciate le finestre aperte a causa del caldo eccessivo». A denunciare la situazione è il Partito Democratico. «Con le eccezionali temperature di questo strano aprile è normale, per un impianto di riscaldamento dotato di termoregolazione, non entrare in funzione e risparmiare dei bei soldini - attaccano dal Pd -. Ma non è così per le scuole lissonesi e gli uffici pubblici, in cui gli impianti continuano a lavorare indifferenti alle temperature esterne, consumando inutilmente e causando sprechi alle finanze comunali. Poi ci si lamenta del Patto di Stabilità! La legge impone che gli impianti debbano essere in funzione fino al 15 aprile. Una situazione paradossale causata da impianti che hanno un sistema di regolazione posto sulla caldaia, per cui è sempre necessario l’intervento di un tecnico per regolare la temperatura. Abbiamo il ragionevole dubbio che sia un problema comune alla maggior parte degli edifici pubblici lissonesi». Dubbio tradotto in un’interrogazione in Consiglio comunale, per «chiedere conto ai nostri amministratori spreconi e poco rispettosi dell’ambiente di quanto si spende annualmente per il riscaldamento degli edifici pubblici e quali interventi il Comune intende mettere in atto per controllare gli sprechi e ammodernare gli impianti». «GIÀ DALL’ANNO SCORSO i riscaldamenti sono stati abbassati di 1-2 gradi in tutti gli edifici di proprietà del Comune, per risparmiare energia e risorse, ferma restando la vivibilità dei locali - replica l’assessore ai lavori pubblici Giuliano Beretta -. E’ probabile che i riscaldamenti, in qualche edificio, vadano, ma 30 gradi ad aprile non sono abituali. Se c’è un’ondata di caldo anomalo in mezza Europa, con temperature schizzate in alto all’improvviso, far polemica in questo modo è sterile, è una cosa che lascia il tempo che trova. Non è che noi ci divertiamo a far andare i riscaldamenti: laddove possibile sono stati già abbassati».


DESIO VERSO IL VOTO SOSTENUTO DA PDL, UDC E DALLA LISTA CIVICA DI FOTI SENZA LEGA E GRUPPO MARIANI
Battesimo ufficiale del candidato Garbo
«Come primo obiettivo è necessario ripristinare l’autorevolezza delle istituzioni»
di ALESSANDRO CRISAFULLI
— DESIO —
EMOZIONATO, nonostante la sua lunghissima e importante esperienza politica, tanto da sistemarsi nervosamente a più riprese il polsino della camicia: e questa è una novità. Tutt’altro che succinto, nella sua introduzione: e questo invece è un suo marchio di fabbrica. TIZIANO GARBO ha tenuto il suo battesimo ufficiale a candidato sindaco del centrodestra, in un’alleanza “artigianale” fra Pdl, Udc e la lista civica Desio per Tutti di Antonino Foti, per un quarto di secolo esponente di spicco del centrosinistra desiano. Lo ha fatto in una sala Pertini gremita in ogni ordine di posto (notati anche alcuni “infiltrati” di altri schieramenti), agghindata con bandiere tricolori e di partito, dove all’inizio sono risuonate le note dell’Inno di Mameli. Gran cerimoniere Renato Farina, l’onorevole desiano scelto per tessere la tela elettorale e rinnovare il Pdl uscito massacrato dalle ultime vicende politiche cittadine, riuscito a mettere in piedi una coalizione forte, ma non a portare a compimento il corteggiamento ai fianchi dell’ex alleato lumbard. E nemmeno della lista Desio 2000 dell’ex sindaco Giampiero Mariani. «Non bisogna nascondersi dietro un dito - ha detto Farina, in merito al tanto discusso argomento delle infiltrazioni della ‘ndrangheta sul territorio - ma lo stesso Piercamillo Davigo che ha rivoltato l’Italia come un calzino, ospite qualche giorno fa a Desio, ha ammesso che mai si era accorto ci fosse la ndrangheta da queste parti: e se è stata una sorpresa per lui, può essere stata anche per chi non l’ha mai rivoltata come un calzino. La malavita va sdradicata e noi lo faremo». Ha poi sottolineato che «la precedente Giunta non c’entra proprio nulla con l’indagine Infinito, visto che si è insediata dopo la chiusura della stessa». Dal canto suo Garbo ha evidenziato «l’importanza della politica, la necessità di ripristinare l’autorevolezza delle istituzioni, per poi poter affrontare anche i problemi più sentiti dalla popolazione come le strade, i marciapiedi, la sicurezza: il nostro è un progetto politico serio, per un rinnovamento e una svolta della città: sarò il traghettatore verso una Desio migliore». QUINDI, SI È AFFIDATO a una nota preghiera: «Il buon Dio mi dia il coraggio di cambiare le cose che possono essere cambiate, la forza di accettare le cose che non possono essere cambiate, ma soprattutto il buon senso di distinguere le une dalle altre». La coordinatrice provinciale Elena Centemero, invece, riferendosi all’alleanza con l’Udc, ha parlato di «un progetto politico che si ispira ai valori del Partito popolare europeo, che parte da Desio e spero si diffonda in altri comuni della Brianza».


15 Aprile 2011
SEREGNO LA LISTA VICINA ALL’UDC BOCCIA IL DOCUMENTO URBANISTICO
«Basta colate di cemento in città. Più case con affitti calmierati»
di GIGI BAJ

— SEREGNO — LA STESURA del Piano di governo del territorio continua a tenere banco a Seregno dove l’amministrazione comunale sta ascoltando tutte le forze politiche per delineare le linee guida da assegnare all’architetto varesino Giorgio De Wolf, incaricato per la seconda volta di redigere lo strumento urbanistico destinato a regolamentare nei prossimi anni la crescita urbanista della città. L’ASSESSORE Edoardo Mazza ha incontrato i vertici della lista civica “Città di Seregno” che alle ultime elezioni aveva sostenuto la candidatura dell’Udc Piergiorgio Borgonovo: «All’assessore - ha dichiarato il referente Giuliano Carion - abbiamo espresso chiaramente la nostra posizione che, per quanto riguarda urbanistica ed edilizia, collima pienamente con i contenuti del nostro programma elettorale. Zero consumo ulteriore di suolo, con incentivazioni previste per le ristrutturazioni nel centro storico e nei quartieri previa una uniformità paesaggistica progettuale. Siamo anche favorevoli ai ridisegno dei limiti certi del centro storico con omogeneità e linearità di interventi con certezza del costruito. Dovranno essere sospesi i Cru (nelle zone Ceredo, Bassi e Lazzaretto) previsti nel Prg e soprattutto zero abitazioni in permuta e gestione del Comune in cambio di permessi di costruire». La lista civica “Città di Seregno” punta anche ad un aumento dell’edilizia convenzionata: «I cittadini chiedono con sempre maggiore insistenza abitazioni a prezzi adeguati. In città ci sono oltre 1.000 appartamenti invenduti che, visti gli elevati prezzi, non possono essere utilizzati dalla stragrande maggioranza della gente. Le amministrazioni comunali introitano quattrini con gli oneri urbanistici ma di fatto non si risolve il problema di chi ha bisogno della casa. E’ tempo che anche il Comune scelga una strada più equilibrata senza stravolgere il territorio e il proprio bilancio sapendo che la città non può diventare terreno di scorribande edilizie». IL PGT DI SEREGNO è in gestazione da circa 4 anni, da quando il sindaco Giacinto Mariani affidò l’incarico all’architetto De Wolf e a Giovanni Castelli che si occupò dell’aspetto ambientale. Nell’agosto 2009 lo strumento urbanistico fu ufficialmente protocollato ma nel frattempo erano cambiati gli equilibri politici all’interno della maggioranza di governo. Una nuova situazione che ha indotto il sindaco a chiedere una revisione del progetto con maggiore attenzione alle aree verdi, alle aree industriali dismesse, agli indici di fabbricabilità. La nuova bozza dovrà quindi essere riportata in Consiglio comunale per l’approvazione. Si spera entro la fine dell’estate.


«La Pedemontana dimentica la diossina»
Il Consiglio di Stato avalla i dubbi dei cittadini di Desio sul progetto dell’autostrada
di ALESSANDRO CRISAFULLI

— DESIO — PERCHÈ chi ha redatto il progetto della Pedemontana, su Desio ha «dimenticato» di considerare le aree comprese dal disastro di Seveso? Forse per risparmiare sugli onerosissimi costi della bonifica? Oppure? Se lo sono chiesti i cittadini residenti nella zona di San Carlo, che sanno di avere terreni che rientrano nell’area colpita dall’incidente dell’Icmesa. E adesso, dopo il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica fatto dal signor M.D.L. e dagli altri cittadini interessati, per ottenere l’annullamento del progetto con la sospensione dei lavori, se lo chiede anche il Consiglio di Stato: la prima sezione, ha chiuso l’udienza di qualche giorno fa, chiedendo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di provvedere a integrare la relazione istruttoria, «per chiarire se il Comune di Desio rientri o meno nell’area colpita dall’evento Icmesa, non risultando tale circostanza chiaramente affrontata e risolta nella relazione istruttoria trasmessa».
Ha dunque sospeso ogni pronuncia sul ricorso, chiedendo un sollecito riscontro al Ministero e rinviando l’esame al 26 ottobre. Il ricorso, sostenuto dall’avvocato Davide Galimberti, si basa su sei punti, fra i quali una presunta illegittimità costituzionale del progetto, il rifiuto di Pedemontana alla richiesta di una servitù di passaggio anzichè l’esproprio delle aree di proprietà dei ricorrenti, un piano economico-finanziario che i cittadini definiscono «generico, indeterminato e irrazionale». I vari punti sono già stati tutti asmontati» dal Consiglio di Stato nella prima udienza, a parte quello della diossina, appunto: «Gli interessati - è spiegato nel parere del Consiglio di Stato - contestano il fatto che il punto 3 della delibera del Cipe avversata, pur attestando che il progetto dell’opera pubblica in questione interessa aree che hanno formato oggetto a suo tempo dell’incidente Icmesa, non fa menzione del territorio di Desio, che pure rientrerebbe nell’area dell’incidente. Da ciò desumono la carenza di istruttoria e gli altri vizi rilevati nell’approvazione definitiva del progetto». Il Consiglio vuole vederci chiaro, dunque, anche se anticipa che, «non è chiaro quale danno abbiano subìto i ricorrenti dalla mancata menzione del Comune di Desio». Una vicenda ancora dunque da chiarire, perchè secondo l’avvocato - che ha prodotto una chiara cartina in cui le due situazioni si sovrappongono - si trattava di un fatto noto, che in maniera «anomala» è stato messo da parte. Di certo, un nuovo elemento che non mancherà di fare discutere, per un progetto che in città avrà un fortissimo impatto. A PROPOSITO di dicussioni, lunedì alle 17.30 in Villa Tittoni si terrà un convegno promosso da Assolombarda e Autostrada Pedemontana Lombarda su «Il sistema pedemontano delle infrastrutture: mobilità di merci e persone e sviluppo del territorio». Al centro del dibatttito le nuove infrastrutture nella provincia di Monza e Brianza e le possibilità d’interscambio modale a servizio delle persone e delle merci. Verranno analizzate le opportunità che si aprono per il territorio, i cittadini e le imprese, in vista della realizzazione della Pedemontana e della Gronda Nord Ferroviaria: due opere per aumentare l’accessibilità del territorio e decongestionare la rete stradale esistente.


16 Aprile 2011
BESANA QUATTRO LUMBARD DISSIDENTI SUL DIRETTIVO DELLA CASA DI RIPOSO
Bufera nella maggioranza
Il sindaco chiede «un atto di fede» agli alleati leghisti
di LAURA BALLABIO

— BESANA — «UN ATTO DI FEDE». E’ con queste parole che il sindaco Vittorio Gatti ha ricompattato i ranghi e rimesso in carreggiata i 4 dissidenti della Lega che per settimane hanno fatto traballare la coalizione di centrodestra. La promessa di mettere mano alle nomine del Consiglio della Casa di riposo Scola nel prossimo autunno, sembra aver temporaneamente scongiurato la crisi che da 12 mesi tiene con il fiato sospeso la politica cittadina. Durante le oltre 4 ore di Consiglio comunale non sono mancati i colpi di scena. Bilancio approvato senza la presenza del sindaco che, stremato dalla diatriba delle prime 2 ore di assise, ha lasciato dirigere i lavori al vice Cereda. Tensione e clima incandescente anche a causa dei tanti dipendenti della Casa di riposo presenti tra il numeroso pubblico. Tre sospensioni. E il vicesindaco Davide Cereda che, dopo l’ennesimo «vergogna» gridato dalla platea, è scattato dagli scranni della Giunta per sfidare i contestatori.
Poi la denuncia di Sergio Cazzaniga (Insieme per Besana) che ha svelato i contatti «segreti» avviati dal sindaco per trovare una nuova maggioranza estromettendo i «fastidiosi» amici della Lega. La pesante accusa di manovrare sottobanco è stata aspramente contestata dal capogruppo del Pdl, Diego Crippa, completamente estraneo alla vicende e pronto a rimettere il suo mandato. Ad aprire il Consiglio è stato il sindaco Vittorio Gatti che ha rassicurato i leghisti sul futuro della casa di riposo. «Non ci sarà soluzione di continuità con l’attuale Cda ed entro l’autunno ci saranno dei cambi». Dopo la prima sospensione il capogruppo del Carroccio, Emanuele Pozzoli, ha chiesto al sindaco i tempi e le modalità per il nuovo Cda della Scola. Tensione alle stelle, con il sindaco che ha tuonato contro i leghisti: «non subirò nessuna estorsione». A rasserenare gli animi leghisti, gli ordini arrivati tramite una telefonata e l’eloquente cenno giunto dal consigliere provinciale Luca Viviani, seduto tra il pubblico, che in pochi secondi hanno portato gli esponenti del Carroccio a rinnovare la fiducia, assecondando «l’atto di fede» richiesto del primo cittadino di Besana. Un comportamento che Cazzaniga di Insieme per Besana ha riassunto senza giri di parole: «Il sindaco è stato umiliato da una componente della maggioranza».


VAREDO VERSO IL VOTO IL CARROCCIO AVEVA APPROVATO IL PGT PROPOSTO DALLA MAGGIORANZA
Centrosinistra «tradito» dalla Lega
«Accordo col Pdl imposto dall’alto, ora i lumbard bloccheranno tutti i progetti»
di VERONICA TODARO

— VAREDO — «UN ACCORDO fulmineo e senza ragioni locali apparenti». Non nasconde l’amarezza l’assessore alla Programmazione del Territorio della Giunta di centrosinistra, Riccardo Padovani, sull’accordo tra Lega Nord e Pdl che correranno insieme alle prossime elezioni comunali. «Una fusione politica sui simboli e non sulle idee, cosa che mi è difficile comprendere se non con ordini venuti dall’alto, come se il futuro di Varedo non spettasse ai cittadini in autonomia, ma fosse pertinenza di segreterie di partiti. Si è trattato di scambi e spartizioni regionali, addio autonomia comunale». Proprio Padovani si era espresso non molto tempo fa sul lavoro svolto in Consiglio comunale sul territorio, sottolineando che era stato un esempio di buona politica, maggioranza e parte dell’opposizione che si mettevano a dialogare per dare un disegno comune al futuro urbanistico della città. «Insieme - sosteneva l’assessore - avevamo costruito il progetto di una Varedo con un’identità, resa visibile da un anello di verde che la manteneva isolata dagli altri comuni, dandoci la possibilità di essere diversi». Poi la fusione ha fatto tramontare la visione di Padovani. «D’altra parte quanto la cosa sia stramba e improvvisata lo si vede dai fatti –continua -. Ci troviamo di fronte un raggruppamento politico in cui neanche lo slogan, “una città bella da vivere”, è di creazione varedese. Figuriamoci i programmi… Strana la Lega, dopo aver votato a favore degli atti fondamentali sul Pgt e sulla Villa Bagatti, non ha esitato a fare accordi con chi ha ostacolato e sta ancora ostacolando, in tutti i modi, il raggiungimento di questi obbiettivi. Il futuro? Come hanno ceduto sul candidato sindaco, temiamo che quelli della Lega cederanno alle richieste del Pdl di bloccare tutte le iniziative avviate in questi mesi, come hanno fatto molte amministrazioni neoelette Pdl-Lega nel circondario; poi hanno cominciato a litigare, ma prima, tutto fermo». L’assessore alla Gestione del Territorio, Mauro Mauri, ha espresso il suo disappunto su quanto dichiarato durante la presentazione della lista elettorale avversaria: «Varedo merita che tutti i candidati si confrontino, anche aspramente, solo e unicamente su temi locali e reali».  «E’ STATO DETTO da qualche onorevole - prosegue - che noi abbiamo in programma solo di costruire case popolari. Che siamo partiti nella nostra campagna con attacchi personali. Tutto falso. I cittadini meritano maggiore rispetto anche a partire dalla dialettica elettorale. I nostri cittadini godono tutti i giorni delle migliorie apportate alla città, questo perché quella passata è stata una giunta del fare pur nei limiti di una crisi economica mondiale. Ci siamo sempre interessati da varedesi dei Varedesi e dei loro problemi. Abbiamo sempre lavorato nell’interesse dei cittadini».


CESANO
ORA I 15 ESPONENTI DI MAGGIORANZA DEVONO SEMPRE VOTARE
Consigliere assente un mese, Pdl e Lega rischiano grosso
di GABRIELE BASSANI

- CESANO - CON L’ASSENZA annunciata di almeno un mese di una consigliera comunale la maggioranza Pdl-Lega di Cesano Maderno torna a traballare e a questo punto occorre che tutti i 15 «superstiti» si facciano sempre trovare pronti al momento del voto da qui alle prossime convocazioni del Consiglio, a cominciare da quella di martedì prossimo. La notizia che porta qualche grattacapo in più alla giunta guidata dal sindaco Marina Romanò è arrivata nei giorni scorsi con una lettera protocollata dalla consigliera Jenny Tallarita (Pdl) che annunciava la necessità di assentarsi dalle eventuali convocazioni per almeno un mese, a causa di impegni professionali. A questo punto, il numero di voti certi per Pdl e Lega scende a 15, compreso quello del sindaco, lo stesso numero degli altri consiglieri, sia appartenenti ai gruppi d’opposizione formatisi dopo le elezioni del giugno 2009 (per un totale di 12 consiglieri), che aggiuntisi nel corso dei mesi, uno per «l’allontanamento forzato» dalla Lega (Rovelli) e altri due per «allontanamento volontario» dal Pdl (Busnelli e Ceccarello, ai quali si è aggiunto Cannizzaro che però era già parte della minoranza, per formare il gruppo «Un futuro per Cesano»). «MA AL MOMENTO il gruppo Un futuro per Cesano non ha ancora dichiarato la propria appartenenza all’opposizione - sottolinea il sindaco Marina Romanò -. A oggi questo gruppo non si è rivelato ago della bilancia come forse vorrebbe essere, vedremo di volta in volta come si esprimerà in Consiglio. In ogni caso io ritengo il consiglio sovrano, potrà decidere liberamente sulle diverse delibere e ne trarremo le conseguenze». Di fatto comunque, superato l’ostacolo bilancio preventivo, dove la maggioranza ha retto, non ci sono nell’immediato altri passaggi cruciali. «Il prossimo appuntamento importante è a luglio con il Pgt», aggiunge il sindaco. Nell’immediato però ci sono da affrontare alcune mozioni che andranno al voto martedì, tra le quali due sulla Civica accademia musicale sperimentale, che rischia la chiusura per la mancanza di fondi. «Abbiamo sempre considerato l’accademia un’eccellenza di Cesano e per questo stiamo facendo di tutto per mantenerla in vita. Valuteremo le proposte per reperire i fondi necessari al mantenimento di questa istituzione», spiega la Romanò. In aula arriveranno al voto due testi differenti, uno presentato dal gruppo di maggioranza del Pdl, l’altro da tutti i gruppi d’opposizione che chiederanno variazioni al bilancio. Già qui il gruppo Un futuro per Cesano potrebbe far sentire il proprio peso.


18 Aprile 2011
Consiglieri provinciali nei guai per le false firme a Formigoni
Indagati a Milano Fabrizio Figini (Pdl) e Massimo Vergani (lista Ponti)
di MONICA GUZZI

— MONZA — ANCORA avvisi di garanzia all’ombra di Palazzo Grossi. Questa volta nei guai sono finiti due consiglieri provinciali di colore opposto, travolti dalla bufera delle firme per il listino di Roberto Formigoni e della lista Pdl per le elezioni regionali di un anno fa. DELLA PATTUGLIA di amministratori finita nel registro degli indagati per falso ideologico fanno parte anche due consiglieri provinciali di Monza e Brianza: Fabrizio Figini, del Pdl, e Massimo Vergani, della lista Ponti. È l’ultima puntata di un contenzioso nato da un esposto dei radicali che, tra l’altro, sostengono che le firme erano state raccolte con la lista dei candidati ancora incompleta. Un incidente che, oltre a scuotere la Provincia, potrebbe pregiudicare a Fabrizio Figini una poltrona a Varedo: dopo lo stop leghista alla sua candidatura a sindaco, il giovane consigliere del Pdl è stato designato come possibile assessore all’Urbanistico in caso di vittoria alle elezioni del 15 maggio. Il Pdl fa quadrato. Elena Centemero, coordinatrice provinciale del partito, esprime «solidarietà personale al consigliere Fabrizio Figini». «Abbiamo piena fiducia nella giustizia, certo lascia basiti il fatto che certe situazioni emergano quasi ad orologeria e alla vigilia di una campagna elettorale - continua la coordinatrice del Pdl -. Tutto ciò comunque non intacca il consenso che il Pdl ha sul territorio, testimoniato non da poche centinaia di firme ma dalle decine di migliaia di elettori». Una solidarietà che Eleonora Frigerio, capogruppo del Pdl in Provinica, estende a entrambi i consiglieri. «Figini e Vergani sapranno chiarire la loro posizione - dice -. Noto però che gli avvisi di garanzia escono il venerdì quando il sabato scade il termine per le liste alle comunali. È il solito metodo della giustizia a orologeria». «Sono sereno, ho fiducia nella magistratura e sono certo di poter chiarire la mia posizione, anche perché mi vengono contestate solo due firme, appartenenti a persone che conosco molto bene a livello personale», dice Figini. Massimo Vergani, consigliere in Provincia della lista alleata di Pd e Idv, si dice tradito da un gesto di superficialità. «È da anni che autentico le firme - dice -. Ironia della sorte, per le regionali ho apposto la mia firma a sostegno della lista dei radicali per poi autenticare le firme del Pdl. L’ho fatto per dare a tutti l’opportunità di partecipare, ma può darsi che ci sia stata superficialità. Ci sono regioni dove non esiste più nemmeno l’obbligo della raccolta firme». Nessuna giustizia a orologeria invece per il Pd. «È una legge assurda, ma finché le regole esistono vanno rispettate e valgono per tutti - dice il capogruppo Domenico Guerriero -. Con tutta la delicatezza del caso, vogliamo però vederci chiaro, anche perché sono questioni che afferiscono al mandato stesso dei consiglieri. Sarà stata leggerezza o un peccato di superficialità, ma io non autenticherei mai le firme di uno schieramento che non conosco. Ho passato un mese intero a Desio a raccogliere ogni firma per le elezioni comunali».


19 Aprile 2011
VERANO NEI GUAI LE COALIZIONI DI RENATO CASATI E GIACOMO BALLABIO
Simbolo troppo grande. Due liste col fiato sospeso
di LAURA BALLABIO

— VERANO — PRESENTAZIONE DELLA LISTE elettorali da thriller per due dei tre candidati sindaco. Ore vissute con il fiato sospeso e la conseguente paura di essere estromessi dalla corsa per le elezioni amministrative del prossimo 15 e 16 maggio, quelle vissute tra sabato e domenica scorsi. Sicuramente a parziale discolpa dei candidati trovati in «fallo» le ore convulse che, come tradizione vuole, precedono la consegna nell’ufficio elettorale centrale di Desio degli incartamenti necessari per essere ammessi alla prossima tornata amministrativa. PROTAGONISTI della disavventura due dei tre candidati sindaci. Sudori freddi per Renato Casati, il 60enne primo cittadino uscente e candidato per la lista civica ViviVerano. Nella stessa situazione anche gli avversari politici della lista civica Nuova Verano, che corrono per la candidatura di Giacomo Ballabio, 61enne primo cittadino per due mandati consecutivi, in carica dal 1997 fino al 2006. Singolare che entrambi non siano dei neofiti della politica attiva perché tutti e due in passato si sono già accomodati sullo scranno più alto della città. A tenere in apprensione candidati e membri delle liste, il simbolo presentato a corollario dei nominativi che formano la documentazione necessaria per essere ammessi ufficialmente alle elezioni. Il motivo? Una questione di millimetri che ha di fatto tenuto in apprensione i sostenitori dei due schieramenti politici. Il simbolo delle due liste civiche era di pochi millimetri superiore rispetto ai parametri dettati dalla legge elettorale. Una questione di lana caprina? l’accesso di scrupolo di un funzionario? Non proprio. Per la bozza del simbolo non sono contemplate compensazioni di nessun tipo. La misura deve rispettare una grandezza standard perché una differenza anche minima può essere usata come contestazione una volta stampata, soprattutto sui cartelloni pubblicitari di grandi dimensioni. PER RISOLVERE il contenzioso comunque alle liste sono garantite 48 ore di tempo. Due giorni che in caso di problemi relativi al simbolo devono essere risolti con l’ausilio di grafico e una stamperia aperti nel fine settimana. Un grande spavento recuperato in corner con una piccola riduzione che per la lista di Giacomo Ballabio è stata risolta già nella serata di sabato, con una dose supplementare di ansia prima della presentazione ufficiale che era in programma proprio per la serata dello scorso fine settimana. Passaggio in tipografia per una riduzione e una nuova stampa presentata su carta lucido per i candidati di Renato Casati che hanno invece risolto la questione solo domenica mattina.


21 Aprile 2011


«Colombo è una garanzia e lavora per il bene della città»
Il direttivo della lista civica «Uniti per Varedo» lancia il candidato sindaco
di VERONICA TODARO

— VAREDO — CONTINUARE a far crescere la città di tutti. È questa la filosofia che sta dietro alla lista civica «Uniti per Varedo» alla prossima sfida elettorale. Il candidato è Maurizio Colombo, classe 1951, pensionato e varedese doc. «Il sostegno a Maurizio Colombo - spiega il direttivo della lista civica - nasce dalla stima verso il candidato sindaco e si traduce in una visione programmatica comune. Negli scorsi anni abbiamo avuto la possibilità di condividere il nostro lavoro amministrativo con Maurizio e siamo convinti che sia il candidato che ci rappresenti naturalmente e che soprattutto sia una risorsa per il nostro Comune. Abbiamo apprezzato le sue capacità nel ricoprire il ruolo di assessore allo Sviluppo culturale ed economico e crediamo che possa altrettanto proficuamente ricoprire il ruolo di sindaco». E ancora: «La sua conoscenza della realtà varedese, il suo impegno all’interno di molte associazioni e delle realtà civili, ci convincono che Colombo abbia maturato le necessarie esperienze e capacità per guidare la prossima Amministrazione. Lo slogan coniato per la sua candidatura: “Maurizio Colombo, un varedese al centro”, rappresenta la nostra idea di impegno politico: i cittadini varedesi che si impegnano nella gestione della propria città, il tutto teso alla gestione del nostro Comune nel solo interesse dei varedesi, non lasciando spazio a interessi estranei alla nostra comunità o anche a spartizioni politiche dettate da equilibri provinciali o regionali». IL CANDIDATO sindaco ha già scelto la squadra di governo che lo affiancherà in caso di vittoria. Quattro soli assessori, invece dei cinque previsti dalla normativa, segno concreto di risparmio dei costi della politica, anche se l’attuale Giunta, per scelta, aveva già tagliato del 15 per cento i propri compensi. Si tratta di Mauro Mauri, oggi assessore alla Gestione del territorio, che manterrà la sua delega oltre a rivestire il ruolo di vicesindaco, Fernando Borsani, un’altra conferma, che porterà avanti il suo impegno come assessore alle Politiche sociali, Riccardo Padovani, già assessore alla Programmazione del territorio e Stefano Zini, ora consigliere di maggioranza, a cui andrà la delega per il Bilancio. COLOMBO terrà le deleghe quali la scuola, la comunicazione, la cultura, lo sport, la sicurezza che in futuro potrebbero essere assegnate a qualche consigliere tra i 16 scelti: Paolo Emilio Silva, Stefano Zini, Ferdinando Iacchetti, Carlo Teston, Mario Gianni Golfetto, Diego Cardani, Rosario Cassarono, Rocco Di Ceglie, Dario Caldarini, Emanuele Antonio Padoan, Maurizio Claudio Rampin, Mario Bisconti, Massimo Carini, Donato Giuseppe Cornali, Stefano Virga e Sergio Daniel, il sindaco uscente.


Depuratore ex Nylstar. Il Municipio blocca i lavori

— CESANO — SONO stati bloccati con un’ordinanza del sindaco, comunicata durante l’ultimo consiglio comunale, i lavori nell’area del depuratore ex Nylstar, in via Groane, al confine con Limbiate, dove la Bte Spa, che ha recentemente acquistato all’asta l’impianto, sta intervenendo per la riqualificazione finalizzata alla rimessa in esercizio. Proprio venerdì scorso si è svolto un sopralluogo dei tecnici del Comune, seguito dall’ordinanza di sospensione. La questione preoccupa i residenti del Villaggio Snia, poichè l’azienza aveva chiesto di trasformare il depuratore di via Groane in un centro di smaltimento di fanghi industriali. Il caso era diventato oggetto di un ricorso al Tar, mentre la Provincia ha convocato una conferenza di servizi sulla vicenda.
Ga.Bass.


CESANO MADERNO
SINDACO CONTRARIATO DALL’ASSE FRA AZZURRI E OPPOSIZIONI SU SCUOLA E IMMIGRATI
Lega e Pdl: uniti in Giunta, separati in aula
I due partiti ufficialmente alleati hanno votato in modo opposto per ben quattro volte
di GABRIELE BASSANI

— CESANO MADERNO — LEGA e Pdl, ufficialmente alleati a sostegno della giunta, sono in realtà sempre più divisi in consiglio comunale. L’ALTRA sera è arrivata l’ennesima clamorosa conferma, dopo lo scivolone di un mese fa sulla mozione anti-burqa. Per ben quattro volte, su altrettante mozioni, infatti, la Lega Nord, partito del sindaco Marina Romanò, è di fatto rimasta isolata, con il Pdl che ha votato insieme all’opposizione o si è astenuto. Un quadro politico che mette ulteriormente in discussione il futuro amministrativo della città, per quanto da una parte e dall’altra si affrettino i pompieri a cercare di spegnere sul nascere ipotesi di scontri, divisioni o contrasti, che al contrario vengono evidenziati dai gruppi d’opposizione, fino all’invito diretto alle dimissioni pronunciato in aula da Daniele Ceccarello (ex Pdl, ora «Un futuro per Cesano») e da Alessandro Scaglione (Idv), mentre Pietro Nicolaci, del Pd ha detto che «se di sfiducia si deve parlare, questa sarebbe riferita a lei, sindaco». Ma andiamo con ordine, e precisamente con l’ordine del giorno nel quale erano inserite le quattro mozioni in questione. Due di queste riguardano il futuro della Civica accademia musicale: la prima è stata presentata dal Pdl e chiede a sindaco e giunta l’impegno a reperire risorse per garantire la continuità della scuola anche per il prossimo anno scolastico. La seconda, presentata dalle opposizioni, chiede più esplicitamente una variazione di bilancio per garantire fin d’ora i soldi necessari a tenere in vita la Cams. Sulla prima mozione l’opposizione ha votato compatta insieme al Pdl, lasciando sindaco e consiglieri della Lega soli nell’astensione, su quella successiva Lega e Pdl si sono astenuti e la minoranza, con i suoi 11 voti è diventata maggioranza e l’ha approvata. Poi gli scontri più duri su Sportello immigrati e Palazzina Carcano, con il Pdl che vota insieme alle opposizioni sconfessando di fatto l’operato della giunta comunale. «EVIDENTEMENTE i consiglieri del Pdl parlano poco con i loro assessori, visto che entrambe le questioni sono state approvate in giunta all’unanimità e io non ho mai avuto notizia di una contrarietà da parte degli assessori del Pdl», commenta il sindaco Romanò. Per Andrea Rovelli, capogruppo Pdl, «Il consiglio comunale torna ad essere luogo di indirizzo politico dell’attività della giunta, non più quello della semplice ratifica di atti come forse ci eravamo abituati negli ultimi vent’anni. Abbiamo il coraggio di mettere in discussione delle scelte e se necessario di far cambiare delle decisioni della giunta».
L’opposizione intanto si frega le mani.

0 Responses So Far:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...