Rassegna stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie relative alla nostra Città apparse sul Giorno - Monza e Brianza dal 2 all'8 Dicembre 2010. Iniziamo dal 5 Dicembre a pagina 14, dove viene riportata la richiesta di dimissioni che abbiamo rivolto al Sindaco proprio da questo Blog «Chiediamo che il sindaco se ne vada. È incapace di proporre e mediare»:
Dopo la richiesta esplicita e diretta in aula da parte del consigliere dell’Italia dei Valori, Alessandro Scaglione, ora è il gruppo Sinistra Ecologia Libertà a chiedere, dall’esterno, le dimissioni del sindaco. «Dopo solo 18 mesi dall’elezione - si legge in un comunicato - il sindaco Marina Romanò e la sua Giunta possono contare sulla fiducia di solo 15 Consiglieri più il sindaco. L’opposizione, con l’eventuale appoggio del nuovo gruppo Futuro per Cesano, ha ora 15 voti. Se un solo altro consigliere passasse all’opposizione, quest’ultima potrebbe sfiduciare il sindaco: la coalizione Lega-PdL ha fallito. Colpa dei partiti ma anche e soprattutto colpa della totale incapacità di proposizione e mediazione del sindaco».
Facciamo un passo indietro e vediamo come Gabriele Bassani, il 4 Dicembre a pagina 13, racconta lo scontro nella maggioranza avvenuto all'ultimo Consiglio Comunale "Pdl, continua lo scontro interno":
Il Consiglio comunale di Cesano Maderno ha trovato, finalmente, un nuovo presidente, ma al contempo, il gruppo del Pdl (e forse anche la maggioranza) ha perso un altro componente. Apertura ricca di colpi di scena per il Consiglio dell’altra sera a Cesano dove i dubbi sulla compattezza della maggioranza Lega-Pdl e, soprattutto, sulla tenuta del gruppo del Pdl si sono addirittura rinforzati, dopo la dichiarazione con cui Franco Busnelli, presidente dimissionario, ha annunciato la sua adesione alla neonata formazione «Un futuro per Cesano». Tanto che il capogruppo del Pdl, Andrea Rovelli, con gesto di estrema sportività, riconosciuto anche dall’opposizione, ha preso atto delle difficoltà interne rimettendo il mandato nelle mani dei vertici del partito. Ma la seduta si era aperta con l’intervento a sorpresa della più giovane dei consiglieri comunali di Cesano Maderno, Jenny Tallarita: un discorso appassionato, che ha preso spunto dalle critiche e dai dubbi suscitati dalla sua assenza alla seduta precedente. «Sono una studentessa al primo anno di università a Bergamo con obbligo di frequenza, ho solo fatto tardi», ha tranquillizzato prima di scagliarsi contro «chi cambia partito come un paio scarpe», gridando «vergogna» e annunciando la sua fedeltà assoluta al Pdl e a Silvio Berlusconi.
«Peccato non aver sentito un’uguale dichiarazione d’amore verso il sindaco e la Giunta di Cesano Maderno», l’ha punzecchiata dai banchi d’opposizione Paolo Vaghi. Prima di lui Busnelli, annunciando la sua uscita dal Pdl, ha parlato di «disagio all’interno del gruppo», mentre Rovelli, dopo l’autocritica si è rivolto al sindaco usando l’immagine non proprio rassicurante del Titanic. «Abbiamo suonato l’allarme, vediamo l’iceberg, il capitano è in grado di modificare la rotta? Dimostri questa capacità o ne tragga le conseguenze». Intervento che ha fornito un assist alle opposizioni per incalzare il sindaco, affinchè prendesse posizione o, come il consigliere dell’Idv, Alessandro Scaglione, con l’invito a dimettersi. «Non ho ancora capito - ha detto il sindaco Marina Romanò - cosa contestino a questa Giunta gli ex assessori Santoro e Scolari che hanno formato il nuovo gruppo dopo che in Giunta hanno approvato le delibere di bilancio e sulle tariffe, così come hanno fatto in consiglio Busnelli e Ceccarello che oggi hanno aderito a Un futuro per Cesano. L’opposizione fa troppa dietrologia, dovreste farvi tutti un’esame di coscienza».
Sempre Gabriele Bassani, il 5 Dicembre a pagina 14, descrive ulteriormente i problemi dell'alleanza Lega-Pdl a Cesano "Ormai è diventata una telenovela. Pdl e Lega decidano se continuare":
Superato l'ostacolo dell’elezione del nuovo presidente del Consiglio e incassata un’altra clamorosa defezione, come è quella dell’ex presidente Franco Busnelli, il Pdl di Cesano Maderno prova ad affrontare l’ennesima crisi interna. Di questo ormai bisogna parlare e lo ha fatto correttamente il capogruppo in Consiglio Andrea Rovelli, prima di rimettere il suo incarico nelle mani del partito e dopo aver parlato di «uno stillicidio di defezioni, un’emorragia nel gruppo che fa ormai del Consiglio comunale di Cesano Maderno una soap opera meglio di Beautiful». In fondo, i problemi all’interno del Pdl cesanese si sono manifestati fin dall’insediamento della nuova giunta Lega-Pdl nel luglio del 2009 ma si sono andati via via intensificando fino allo scossone del maggio scorso che ha portato al rimpasto dell’esecutivo, con il siluramento di 3 assessori, per poi riacutizzarsi in questi ultimi giorni, con l’abbandono definitivo di Busnelli e la nascita del gruppo “Un futuro per Cesano” che rischia di trovare presto nuove adesioni e di mettere concretamente in difficoltà la maggioranza al voto, come dimostrato già nell’ultimo consiglio.
Daniele Ceccarello (ex Pdl) e Domenico Cannizzaro (ex Pd), che per primi hanno aderito al nuovo gruppo, sono rimasti assenti durante la votazione del nuovo presidente del Consiglio, per entrare subito dopo e mandare un primo segnale che si è rafforzato al momento di votare la mozione presentata dalle opposizioni sulla tracciabilità dei prodotti tipici dell’agricoltura dei Paesi del Sud del mondo, quando il nuovo gruppo ha subito appoggiato l’iniziativa creando un momento di sbandamento all’interno della maggioranza che, dopo un primo intervento contrario della Lega, ha deciso di sostenere il documento approvato anche dalla Provincia di Monza e Brianza. «I numeri diventano sempre più importanti, ora, ad ogni votazione ci si conta», commentano dalle opposizioni. «Se per il capogruppo del Pdl questa maggioranza è un Titanic senza comandante, per noi di Vivicesano – dichiara il capogruppo Alberto Vaghi – è un’orchestra senza direttore dove ogni maestro suona quel che gli pare». Il sindaco ha provato ancora una volta a minimizzare, ma Andrea Rovelli ha invitato apertamente Pdl e Lega a riflettere su “come” proseguire, invitando anche a considerare l’opzione “se”.
Veniamo alle incheste sulla 'ndrangheta, con Alessandro Crisafulli il 4 Dicembre alle pagine 2 e 3 "Sequestrate le ville e i terreni della ’ndrangheta":
Il sostituto procuratore di Monza Salvatore Bellomo, uno degli artefici principali dell’inchiesta «Infinito» contro la malavita organizzata, lo aveva detto a chiare lettere lunedì sera, in Villa Tittoni, durante l’incontro promosso dal Pdl e intitolato «Sconfiggiamo la ‘ndrangheta»: «Per questa gente la galera è solo un incidente di percorso, come può essere per Ronaldinho ledersi un menisco: sanno che poi torneranno fuori e ricominceranno con i loro affari. Il vero modo per colpirli è il sequestro dei beni, sapete cosa significa per uno di loro vedersi sequestrata la villa in centro città, simbolo del potere e dell’arroganza, e magari vederla trasformata in caserma dei carabinieri?». E sicuramente, quando ha pronunciato queste parole, sapeva già cosa sarebbe successo nei giorni a seguire, con il sequestro di un bel gruppone di beni intestati ad affiliati alla ‘ndrangheta finiti in manette proprio con l’operazione di luglio. Case, terreni, box, negozi, in Brianza, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. Un’operazione messa a segno dalla Guardia di Finanza, a seguito di capillari accertamenti sui patrimoni dei soggetti arrestati, dopo che tutto il lavoro preparatorio è stato svolto dai carabinieri del Gruppo di Monza e delle Compagnie di Desio e Seregno. Si tratta di «sequestri preventivi», cioè fatti dopo aver verificato delle evidenti discrepanze fra quanto dichiarato dai soggetti e quanto in realtà posseduto. Discrepanze che fanno ipotizzare che sotto ci sia l’utilizzo di proventi illeciti, fino a prova contraria. Sono undici, in particolare, i beni sequestrati a membri della ‘ndrina di Desio: il più colpito è Natale Marrone (che non è l’ex consigliere comunale del Pdl, bensì l’omonimo arrestato), che si è visto «blindare» una mega villa a Cesano Maderno, in via Verbano 1, di 14 locali oltre ai servizi.
A Desio, invece, un rustico prefabbricato in via Lampugnani 4 e una porzione di capannone in via Milano 89, infine a Seregno un altro capannone in via Marsala 30. Anche il fratello Ignazio Marrone si è visto sequestrare una casa in via Pallavicini 54 di Desio e una in via Podgora di Cesano Maderno. A Domenico Pio sono stati bloccati due immobili: un magazzino in via Galilei di Seregno e un terreno a Desio. Ad Antonino Tripodi è stata sequestrata una villa in via Rossini 57 di Seregno, mentre a Giuseppe Sgrò un semplice appartamento di due locali in via Della Liberazione di Cesano. Infine, a Francesco Di Palma è stata bloccata una casa in via Edison di Seregno. Spetterà adesso ai diretti interessati cercare di dimostrare che sotto non ci sono soldi illeciti, ma che i beni sono stati acquistati, per ipotesi, con una vincita al superenalotto o sono frutto di una qualche eredità. Questa ondata di sequestri va ad aggiungersi a quelli fatti subito dopo l’operazione di luglio, quando in particolare furono sigillate alcune abitazioni e alcuni conti correnti riconducibili a Domenico Pio, uno dei pezzi grossi del «locale» cittadino.
Infine Stefania Totaro, il 4 Dicembre 2010 pagina 2 "Verso la richiesta di giudizio immediato e il maxiprocesso":
Potrebbe concludersi con una richiesta di giudizio immediato la vicenda giudiziaria relativa maxinchiesta della Dda di Milano sulla ’ndrangheta in Lombardia che il 13 luglio scorso ha portato all’arresto di 160 persone (una cinquantina i brianzoli) su ordine di custodia cautelare in carcere del gip del Tribunale di Milano Andrea Ghinetti.Con il giudizio immediato si salterebbe l’udienza preliminare e si andrebbe direttamente a un maxiprocesso per associazione a delinquere di stampo mafioso che verrà celebrato con tutta probabilità in un’aula bunker davanti al Tribunale di Milano per competenza con la Procura della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano a rappresentare la pubblica accusa.Intanto però si attende il 20 gennaio per il deposito della perizia sulla trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali.A dare un’idea della complessità del procedimento penale è già bastata l’udienza per il conferimento della perizia di trascrizione delle intercettazioni lo scorso ottobre. L’udienza era fissata per le ore 9 nell’aula bunker di San Vittore, ma non è iniziata prima delle 11 nell’attesa che arrivassero dalle carceri di mezza Italia tutti i detenuti ed erano quasi tutti quelli che non hanno rinunciato a comparire. Poi ci sono volute oltre 3 ore soltanto per fare l’appello di tutti i 160 indagati, per prendere nota per ognuno della loro presenza o assenza, del carcere di provenienza e del rispettivo difensore. Infine il gip Andrea Ghinetti ha dato spazio alle eccezioni preliminari sulla questione del conferimento della perizia (fortunatamente soltanto un difensore l’ha presentata) e c’è voluta un’ora al giudice per respingerla con le motivazioni. Erano le 19 circa quando l’udienza è stata chiusa. Ora per i difensori è caccia ai consulenti di parte che conoscano i dialetti calabresi di cui sono piene le intercettazioni.
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