Nell'ultima settimana la crisi politica che ha colpito la maggioranza Lega-Pdl a Desio ha trovato ampio spazio su quotidiani e televisioni nazionali. La vicenda rischia di avere risvolti anche sulla stabilità di altre Giunte di centrodestra nelle città limitrofe e potrebbe rappresentare l'inizio di una potenziale reazione a catena capace di sconvolgere la geografia politica dell'intera Brianza (e non solo).
Ripercorriamo quindi le tappe della Caduta di Desio per meglio comprendere quanto sta succedendo e quanto potrebbe succedere come conseguenza, di qui a poco, a anche Cesano Maderno.
Tutto ha inizio con l'Operazione Infinito, salita alla ribalta della cronaca nazionale il 12 Luglio 2010. Si veda ad esempio il Corriere della Sera del 13 Luglio:
“ [...] Un duro colpo alla mafia più difficile da infiltare da parte degli investigatori. Maxi blitz di carabinieri e polizia contro la 'ndrangheta: 304 sono state arrestate in diverse parti d'Italia per vari reati, tra i quali il tentativo di infiltrarsi negli appalti per l'Expo 2015 a Milano, come d'altronde era già emerso da più di un anno. Si tratta della più imponente operazione di questo tipo degli ultimi anni.”
Il contraccolpo sulla politica Lombarda è immediato e durissimo, perchè leggendo le carte dell'inchiesta spuntano nomi di molti politici di spicco del Pdl. Per non essere tacciati si faziosità, proponiamo la lettura di due articoli da una fonte “non sospetta” (primo e secondo articolo) da cui estraiamo alcuni passaggi cruciali:
“ ... la ’ndrangheta - la più efficiente e tenace delle nostre mafie - in Lombardia non ha avuto alcun bisogno di infiltrarsi o camuffarsi. Perché gli uomini del clan sono stati accolti a braccia aperte, aiutati, riveriti, assunti, promossi, candidati in ogni ambito della società lombarda: nell’economia, nella politica, nelle istituzioni. Porte aperte alla ’ndrangheta, nell’operosa terra di Lombardia. […] A volte, sottolinea Gennari, «la risposta del soggetto istituzionale di riferimento si presenta incredibilmente spregiudicata». Come nel caso di Antonio Oliverio, Emilio Santomauro, Guido Nardini, Massimo Ponzoni. […] E poi c’è Massimo Ponzoni. L’ex assessore regionale è - secondo il gip - «parte del capitale sociale dell’organizzazione, indipendentemente e da prima dell’ingresso di Perego e delle sue relazioni». Ponzoni viene indicato, in un colloquio tra Salvatore Strangio e Pasquale Nocera (entrambi arrestati ieri), come il personaggio giusto al quale rivolgersi per sostenere la candidatura alle elezioni a un soggetto gradito ai calabresi.”
Ed in particolare su Massimo Ponzoni, desiano, grande protagonista della politica Brianzola (nonché, lo ricordiamo, coordinatore della campagna elettorale dell'attuale Sindaco leghista di Cesano Maderno, Marina Romanò) possiamo ulteriormente leggere sul Cittadino online del 13 Luglio:
“... i nomi dell'ex assessore regionale all'ambiente Massimo Ponzoni (Pdl), dell' esponente dell'Udc (ex An) Emilio Santomauro e di Guido Nardini, che partecipò alle elezioni comunali di Cinisello Balsamo per il Pdl. Sono stati definiti dal giudice ''politici avvicinati dal gruppo e coinvolti in un rapporto sistematico di cointeressenze''. Le relazioni con i politici altro non sarebbero che parte di quello che il pm, nella richiesta di misura cautelare definisce “capitale sociale dell'organizzazione criminale''.”
Immediatamente le reazioni nei Comuni brianzoli non si fanno attendere, in particolare a Desio. Possiamo leggere nella nostra Rassegna stampa del 15 Luglio, in un articolo preso dal Giorno – Monza e Brianza:
“... a Desio, dove in queste ore la tensione è alle stelle. In un passaggio dell`ordinanza dove viene delineato il «locale» di Desio, ad esempio, spunta il nome di Nicola Mazzacuva, del Pdl, presidente del consiglio comunale. A lui fa riferimento Candeloro Pio, uno dei primattori della cosca desiana, in una conversazione telefonica con Giuseppe Sgrò, intercettata dai carabinieri prima dello scorso periodo elettorale: «Parlo io con Mazzacuva», dice Pio, che in seguito lo definisce «amico dottore», mentre parla sia di Desio che di Cesano (i due Comuni dove la cosca vuole cercare di infiltrarsi pesantemente, si fa cenno anche a Paderno), di liste, di «andare a trovare tutti» […] In un passaggio spunta un altro esponente politico del Pdl desiano, adesso anche provinciale, come Rosario Perri, verso il quale un altro personaggio chiede, attraverso Candeloro Pio, un'azione violenta. Ma la richiesta viene negata perché Perri è «appoggiato» da persone evidentemente di rispetto.”
Il personaggio che “chiede” il pestaggio di Perri, si apprende, è Natale Marrone, coordinatore vicario del Pdl di Desio, dove è anche consigliere Comunale di maggioranza. Abbiamo quindi Ponzoni, Mazzacuva, Perri, Marrone. I nomi del Pdl desiano coinvolti nell'inchiesta cominciano ad essere tanti e soprattutto “pesanti”. Vediamo cosa dichiara un ex-esponente della maggioranza di centrodestra al riguardo (sempre dallo stresso articolo)
“... «Io l`avevo denunciato in una lettera del settembre 2008», ricorda adesso Marco Bossi, ex presidente del consiglio comunale fuoriuscito tempo fa dalla Lega Nord: «Desio è da sempre in mano ai clan calabresi - aveva scritto, inascoltato -. Possibile che da sempre ci inchiniamo per non vedere? Per non cambiare?». Desio ma anche Cesano, come detto: «Va bene, almeno lavoriamo, va bene...», diceva Saverio Moscato commentando la vittoria elettorale di Marina Romanò.”
La situazione, insomma, è destinata ad esplodere..
Continua a leggere andando al post Focus: la Caduta di Desio (parte 2)
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