Rassegna stampa Cesano Maderno, 10-9-2010

venerdì 10 settembre 2010 | ,




Nella Rassegna Stampa di oggi si torna a parlare di 'ndrangheta e del rapporto tra Vaghi e Ponzoni, con le parole dell'ex Sindaco Vaghi riportare da Gabriele Bassani sul Giorno - Monza e Brianza a pagina 5 "«La multa incriminata? E stata pagata»":

«A me basta l'intercettazione, già pubblicata, in cui Moscato brinda alla mia mancata rielezione, da lì si chiarisce quanto ci volevamo bene». Prova a chiudere con una battuta come fa spesso perché è nel suo carattere, ma stavolta Paolo Vaghi, ex sindaco di Cesano Maderno, non riesce a circoscrivere tutta la rabbia e l'indignazione per l'accostamento del suo nome e di quello della sua Giunta agli affari loschi della 'Ndrangheta locale. 


Partiamo dalla multa «non pagata», relativa ad un abuso edilizo. «E una leggenda che si smonta in due minuti, chiedendo i documenti in Comune: è una sanzione di 12mila euro: il 5 novembre 2007 si attiva la procedura di recupero coattivo, i proprietari chiedono e ottengono la rateizzazione come previsto dalla legge, versano i primi 4.000 euro poi si fermano, a quel punto la pratica passa all'agenzia di riscossione che avvia il recupero di 8.017 euro. La prima rata viene versata il 3 aprile 2008, l'ultima in ordine di tempo è stata versata il 6 agosto 2010, per un totale di 5.717 euro. Mancano ancora due rate (2.300 euro) che andranno in scadenza nei prossimi mesi». «La verità oggettiva è che quell'abuso, come altri, anche quelli relativi all'impresa Moscato, è stato perseguito fino in fondo come previsto dalla legge, senza sconti nè trattamenti di favore. Gli atti parlano chiaro». 
Poi c'è la telefonata a Rosario Perri, ex assessore provinciale dimessosi dopo lo scoppio dell'inchiesta sulla'Ndrangheta in Lombardia, dopo i commenti sull'altro abuso edilizio, relativo alla famiglia di Ponzoni. «Uno squallido gossip», lo definisce l'ex sindaco. «Perri - puntualizza Vaghi - era all'epoca direttore generale del Comune di Desio, e quindi le occasioni di incontro e collaborazione erano frequentissime, soprattutto in quel periodo nel quale stavamo lavorando alla fusione delle nostre aziende municipalizzate, ed è naturale che sia nata una certa confidenza ma sempre sul piano istituzionale e politico. In quell'intervista con il giornalista di Repubblica avevo capito, dopo, di essermi fatto trascinare, lui è stato molto bravo a fare il suo mestiere e mi aveva messo in difficoltà facendomi commentare quel che io non avrei voluto commentare, ovvero la pratica relativa alla famiglia di Ponzoni che si è conclusa con il decreto di abbattimento del manufatto, poi avvenuto. A Perri manifestavo il mio rincrescimento perchè non avrei voluto innescare una guerra personale. I rapporti con Ponzoni si erano da poco ricuciti e mi sarebbe piaciuto che rimanessero in un clima di correttezza anche in vista della campagna elettorale che si sarebbe aperta a breve, mentre invece, forse anche a causa di quell'intervista, è stata una campagna elettorale durissima, come hanno potuto vedere tutti». 


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