Rassegna stampa su Cesano Maderno del 9 Settembre 2010 che riporta alla ribalta l'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in brianza ed il curioso rapporto tra l'ex Sindaco, sostenuto dal Centrosinistra, Paolo Vaghi e gli assessori regionali Perri e Ponzoni, del Centrodestra.
Iniziamo dalle nuove indiscrezioni sulla 'ndrangheta in Brianza, che vedono coinvolto il Comune di Cesano Maderno. Laura Marinaro sul Giorno - Monza e Brianza alle pagine 2 e 3 "Multa non pagata a Cesano Maderno per il clan":
Una multa di 12 mila euro per una violazione edilizia risalente al 2004, mai sottoposta a sanatoria e mai pagata fino ad oggi. Per evitare di pagarla, il proprietario dello stabile in abuso, ovvero uno degli affiliati alla 'Ndrina locale, si era rivolto tra il 2008 e il 2009 a chi poteva aiutarlo in Comune. Un geometra e un amministratore non meglio identificato, che avrebbe messo a tacere in qualche modo la pratica. Anche dopo che i vigili avevano già fatto il sopralluogo di accertamento dell'abuso edilizio. Il Comune è Cesano Maderno, del centrosinistra da decenni. Anche qui i personaggi coinvolti nella inchiesta sulla Ndrangheta che lo scorso 15 luglio ha portato ad una cinquantina di arresti soltanto in Brianza e a strascichi politici non indifferenti, in qualche modo sapevano come e con chi muoversi per ottenere i favori.
Ma non si può dire che l'amministrazione guidata dal 2004 al 2009 da Paolo Vaghi, esponente di una lista civica di centrosinistra ed ex demoscristiano di ferro e assessore alla cultura della Giunta Ponti fino al 2004, fosse a conoscenza di come certi personaggi si muovessero per ottenere favori. Tuttavia dalle intercettazioni della Procura emerge che questi ultimi sapevano bene come muoversi. E del resto gli affiliati lo avevano detto in altre intercettazioni: «Saliremo sempre sul carro del vincente, destra o sinistra, i politici sono stupidi, sono tutti uguali...». Il 1 Settembre 2008 Antonino Lamarmore, uno degli arrestati nell'inchiesta sulla Ndrangheta in Brianza, chiama il suo amico Natale Coppola, anch'egli coinvolto. Natale dice che probabilmente andranno i vigili per fargli una multa, perché dicono che aveva fatto una mansarda abusiva e quindi sono usciti ed hanno visto. L'altro dice di aspettare e che avrebbero parlato con quelli di Moscato (di cui Annunziato è considerato uno dei capi delle Ndri- ne locali), con Peppe, che quello li conosce tutti a Cesano Maderno.
E il giorno dopo Antonino chiama Giuseppe Moscato e gli dice che aveva lasciato i documenti e aveva già parlato con il nipote dello stesso Moscato che ha l'appuntamento in Comune (Cesano Maderno). Lamarmore continua a tempestare l'amico di telefonate nei giorni successivi, preoccupato perché il tempo passa e sembra che non accada nulla infatti ribadisce di temere che magari con il passare del tempo la multa sarebbe arrivata maggiorata. Giuseppe Moscato tranquillizza Antonino dicendo di non preoccuparsi perché non sarebbe arrivato niente e che stasera doveva parlare con un geometra mentre il giorno successivo aveva l'appuntamento con l'assessore.
Il 3 ottobre Annunziato Moscato chiama Lamarmore. «Nino: mi ha detto mio cugino se quelle richieste al Comune le hai fatte! Annunziato:- si... si... se ci vediamo ti spiego tutto... si vede che è andato giù... va bene dopo... vieni lì al capannone e ti spiego tutto dai!» Natale poi richiama per rinviare l'appuntamento. Il 24 settembre Natale Coppola sollecita il cugino Antonino Lamarmore, che, a sua volta, si impegna ad interessare nuovamente Annunziato Moscato perché non era successo nulla. Il 25 novembre successivo, Giuseppe Sgrò, uomo di fiducia del «Capo-Società» Pio Candeloro, informava telefonicamente Antonino che l'appuntamento concordato in precedenza con il geometra, per improvvisi impegni da parte di questo ultimo era stato spostato al giovedì successivo. Ad oggi la multa non è stata pagata.
Passiamo quindi alla vicenda Vaghi-Perri-Ponzoni, sempre grazie a Laura Marinaro sul Giorno - Monza e Brianza, a pagina 2 "Vaghi telefona a Perri: «Pronto ad abbracciare Ponzoni»":
Nelle intercettazioni della Procura milanese compare anche il nome di Paolo Vaghi, sindaco di centrosinistra di Cesano Maderno fino al 2009 e oggi a capo dell'opposizione. Conversazioni che non hanno alcuna rilevanza penale con l'ex assessore provinciale Rosario Perri, dimessosi questa estate dopo la pubblicazione di intercettazioni relative a conti personali in Svizzera, nelle quali si parla dell'ex assessore regionale all'ambiente Massimo Ponzoni coinvolto in una vicenda di alcuni abusi edilizi compiuti proprio a Cesano. Tutto nasce da un'intervista che Vaghi rilascia al giornalista di Repubblica Andrea Montanari il 3 febbraio 2009 e che viene pubblicata in prima pagina il giorno successivo.
L'argomento è quello della sentenza del Tar che condanna Ponzoni per gli abusi edilizi di due villette a Cesano, costruite su un terreno agricolo non edificabile. Il giornalista chiama Vaghi, che ha firmato un'ordinanza di demolizione alla quale i parenti di Ponzoni si sono opposti, perché vuole un commento dal sindaco e lui, come si legge nell'articolo del 4 febbraio a pag.16 afferma: «La legge deve essere uguale per tutti. Chi ha commesso un abuso edilizio deve essere punito, chiunque esso sia... È come se l'allora ministro dei trasporti Enrico Ferri, quello dei 110 chilometri all'ora, fosse stato pizzicato sfrecciare a 180 o come quei parlamentari che in aula si dichiarano contro la droga, ma poi si scopre che sniffano la cocaina». Dalle intercettazioni emerge che il pomeriggio precedente alla pubblicazione Vaghi ha chiamato Perri al cellulare per avvertire che il giornalista di Repubblica «quel barbone», lo ha contattato. «Il problema è che mi ha chiamato oggi pomeriggio... io mi sono negato... ma poi lui ha detto che se il sindaco non mi richiama io scriverò che si rifiuta... allora l'ho richiamato io cercando di minimizzare... questo qua (il giornalista, ndr) è a conoscenza di tutto, ma delle virgole, dei genitori, dei nonni, di tutto... Io gli ho detto non mi interessa chi è coinvolto (Ponzoni, ndr) è solo una pratica edilizia, su cui è stato acclarato abbiamo fatto opposizione circa la richiesta di sospensiva».
Perri risponde sempre: sì, certo e ascolta ancora Vaghi: «Io dico che chi è coinvolto non mi interessa ma lui sa tutto, parla lui chiede commento e io non commento, sono semplicemente soddisfatto del fatto, ma ascolti... ma non è un po' come il caso del deputato che votano contro la droga e poi sono beccati a pippare la coca?.. io gli ho detto guardi che lei mi sta dando delle notizie che a me non risultano perché lei mi dice... sa il proprietario è il suocero! Ho detto, guardi che il suocero è morto e i figli hanno ereditato, lo conosco Ponzoni...». Poi proseguono a parlare di una domanda di demolizione che i parenti di Ponzoni avrebbero presentato il giorno prima agli uffici del sindaco e che a lui non risulterebbe. Seguono commenti sull'intervista a Repubblica nella quale Perri dice che «gli stanno confezionando un...». Vaghi: «Un pacco?... Questo è un figlio di androcchia cercava di tirarmi dentro con le similitudini come quella del Ministro Ferri».
La mattina dopo, 4 febbraio, Vaghi chiama di nuovo Perri. «Eh dottor Vaghi, me l'hai fatta brutta», dice l'ex assessore. «No credimi, parlo come ad un fratello - replica Vaghi - , te lo giuro sui miei figli, che l'atteggiamento che mi ha fatto venir fuori quel figlio di ... omissis... non è assolutamente quello che ho avuto io». E Perri: «Ma la gente legge e credimi... mi hai veramente avvelenato l'ambiente, il clima determinanti, credimi, Paolo sono mortificato, perché stavamo tessendo una tela, una rete, un discorso...». Vaghi: «Ros che ti devo dire, lo giuro sui miei figli non era questa la mia intenzione... ti do ragione». Perri: «Paolo, Paolo chi legge ha un'impressione, guarda, poi tu l'hai vista, hai letto...». Vaghi: «Lo so, lo so, è totalmente diverso, l'ho letto adesso...». ma Perri insiste «La storia è uscita proprio brutta, il mio amico (Ponzoni ndr) è veramente.....». E lui: «Non oso chiamarlo... .ma sono pronto ad abbracciarlo nella piazza della chiesa, per solidarietà, perché è stata una vigliaccata a lui di più e a me... Quando era il momento di fare polemica non mi cagavano i giornali, adesso che che sono in ottimi rapporti, non buoni, ma ottimi, vanno a pugnalare anche me. Io te lo giuro sto a casa, non vado avanti più con questa vita di ... sono disarmato, ti giuro, ti chiedo scusa, ti chiedo scusa». Perri: «Comprendo la tua amarezza ma è una situazione devastante». Vaghi «Sì di m...». Perri: «Non so chi l'ha fatta ma le tue dichiarazioni ti hanno fatto uscire veramente male... Grazie del tuo sfogo, glielo riporterò, farò parola...».
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