Rassegna stampa Cesano Maderno, 18-7-2010

domenica 18 luglio 2010 |





Rassegna stampa di Domenica 18 Luglio 2010. La difesa di Ponzoni, consigliere regionale Pdl e grande burattinaio della coalizione Lega-Pdl a Cesano Maderno, coivolto nelle recenti inchieste sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nella politica brianzola, è riportata da Elisabetta Soglio sul Corriere della Sera - Edizione Milano a pagina 4 "Ponzoni: basta sciacalli, sono innocente. Il Pdl? C'è agitazione nell'area ex An":


«Basta con lo sciacallaggio». Massimo Ponzoni, ex assessore Pdl e consigliere regionale, è stanco di incassare. Chiamato in causa nell'ambito della vicenda sulla 'ndrangheta da personaggi indagati che lo citano nelle loro conversazioni telefoniche, replica: «Non ho mai conosciuto nessuna di queste persone. Non li ho mai sentiti al telefono, non li ho mai incontrati e, tanto meno, li ho mai ricevuti nei miei uffici. Questo vale per me e per i miei più stretti collaboratori e sfido chiunque a dimostrare il contrario». 
Talmente convinto della sua «assoluta buona fede», che Ponzoni si è già messo a disposizione, tramite i suoi avvocati Luca Ricci e Sergio Spagnolo, dei pm che stanno conducendo l'indagine: «Se vogliono sentirmi, sono solo contento. Così finalmente definiremo una volta per tutte la mia totale estraneità alla vicenda». Sebbene non sia indagato, Ponzoni viene sollecitato al passo indietro rispetto all'incarico ricoperto nell'ufficio di presidenza dei consiglio regionale: «Non ci penso neppure. Perché dovrei farlo?». 
E particolare non irrilevante è che la richiesta non giunge solo, come immaginabile, dalle opposizioni. Ma anche da un pezzo del suo stesso partito. Il vice coordinatore regionale Massimo Corsaro ha infatti invitato Ponzoni a sospendersi «perché purtroppo non è la prima volta che il suo nome finisce in un'inchiesta» «Ma come? Siamo un partito garantista o usiamo due pesi e due misure?», sbotta Ponzoni. Poi, controlla le parole: «Credo che il Pdl stia vivendo in questi giorni una fase molto travagliata ed è inevitabile che questo nervosismo si riverberi in qualche modo anche in Lombardia. Non a caso Corsaro rappresenta una parte del partito, in un momento in cui i rapporti fra gli ex di An e il resto del Pdl non sono sempre sereni...». Senza contare l'altra questione, locale: «Forse non tutti hanno condiviso la sostituzione che è stata fatta alla guida del coordinamento di Monza e Brianza del partito». 
Come noto, Ponzoni si era dimesso da coordinatore del Pdl a Monza e Brianza a fine maggio, dopo essere stato indagato per una presunta corruzione (secondo l'accusa, il consigliere pdl avrebbe ricevuto un pagamento di 220 mila euro da un costruttore per influire su alcuni pubblici ufficiali di Desio e Seregno e agevolare, in questo modo, una operazione urbanistica). Nel giro di poco tempo, con una sorta di blitz, lo stesso Ponzoni aveva candidato al suo posto l'onorevole Elena Centemero, nominata commissario unico con mezzo partito in rivolta, guidato da Ignazio La Russa e dallo stesso Corsaro che puntavano su una promozione di Roberto Alboni. Ponzoni taglia corto: «Forse qualcuno è ancora arrabbiato per quella vicenda..». 
Di certo, la situazione è tesa. Al Pirellone c'è grande preoccupazione per gli sviluppi che potrebbe avere l'indagine sulla 'ndrangheta, che tra l'altro ha visto chiamato in causa anche il consigliere ed ex assessore Giancarlo Abelli. Oltre ai mal di pancia degli ex di An, anche altri temono che i magistrati possano procedere con altri provvedimenti e invitano a scelte prudenti, come quella della sospensione dagli incarichi. Ma Ponzoni respinge anche le illazioni: «Lo ripeto. lo ho la coscienza a posto. Nei giorni scorsi ho incontrato i magistrati che mi hanno ascoltato tre ore per chiarire l'altra vicenda (l'accusa di corruzione e la bancarotta della sua società, ndr) e comunque non erano questioni legate alla politica. Mi sono ugualmente dimesso, per rispetto, da coordinatore, dopo aver rinunciato al posto in giunta. Ma adesso, francamente, non possono anche chiedermi di lasciare l'ufficio di presidenza. Anzi: se continuano a citarmi in modo improprio, saranno i miei legali a difendermi». 


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