Rassegna stampa Cesano Maderno, 14-6-2010

lunedì 14 giugno 2010 | ,




Gli ultimi sviluppi dell'ormai lunghissima crisi che attraversa la giunta Pdl-Lega a Cesano Maderno, le nomine delle società partecipate dal Comune e altro ancora nella rassegna stampa del 14 Giugno 2010, che comprende articoli  pubblicati sui giornali locali e nazionali da Sabato 12 ad oggi.


Cominciamo leggendo quanto riportato da Cristina Marzorati a pagina 3 del Cittadino - Valle del Seveso di Sabato 12 Giugno, riguardo al nuovo assetto della giunta comunale “Crisi, volti nuovi: macché, torna anche Busnelli”:

L'assessore Marcello Mitrano è arrivato con due ore di ritardo, ma finalmente dopo un mese e mezzo di crisi la giunta si è presentata compatta davanti alla cittadinanza durante il consiglio comunale di giovedì 10 giugno. Unica novità del terremoto politico che ha travolto e coinvolto una Cesano solitamente sorniona, è stato l'ingresso in squadra di Alessandro Soliman (foto), ultimo segretario dell'allora Forza Italia, che ha avuto in eredità le deleghe del defenestrato Ivan Romanò, politiche giovanili e sport. La firma dell'accettazione dell'incarico è arrivata solo nel pomeriggio del giorno del consiglio, ma il vero exploit dell'ultima ora è di Fabrizio Bonafede, riconfermato assessore alla Pianificazione territoriale, che ha accettato solo alle 19 di giovedì la prestigiosa carica di vicesindaco, che in precedenza era di Claudio Scolari oggi lontano dai banchi, ma giovedì in aula seduto tra il pubblico. Ripescati poi Giuseppe Mazzacuva, che torna alla guida dell'Ambiente, e Giovanni Spagnuolo, che perde la Cultura e diventa responsabile dei Servizi sociali, prima di Scolari. Infine a chiudere il quadro Pdl (i tre assessori della Lega non sono mai stati messi in discussione) ecco Mitrano, che aggiunge agli Affari generali e ai Grandi eventi anche l'Istruzione. Restano invece al sindaco la sicurezza, com'era prima, si aggiungono la Cultura, il commercio e artigianato seguiti prima da Michele Santoro, terzo defenestrato dalla squadra iniziale.
Durissimo il commento dell'opposizione soprattutto per il ripescaggio di Mazzacuva e Spagnuolo: «Ma come? Nelle motivazioni della revoca c'era il venir meno del rapporto di fiducia, ora è stato recuperato? - ha chiesto Pietro Nicolaci, Pd - Oltretutto per Mazzacuva, sempre nelle motivazioni, si parla di offese pubbliche nei confronti del sindaco. Siamo di fronte a un rapporto minato alla radice. E poi in questa giunta i cesanesi sono davvero pochi, persino il vice è di fuori comune». Luigi Rovelli: «Quest'amministrazione ha fatto un anno di teatro (riferito al compleanno del mandato ndg.) costato alla collettività 200mila euro». Vittorio Costantini: «Cesano è diventata terreno di conquista». Paolo Vaghi: «Le segreterie di partito le hanno fatto ingoiare il rospo». La replica del sindaco: «Non abbiamo mai vissuto una crisi, ma un chiarimento politico. Ho avuto un incontro con Spagnuolo e Mazzacuva, c'è stato un profondo chiarimento, ci sono le basi per riprendere il lavoro senza impedimenti»


Gabriele Bassani su Il Giorno - Monza e Brianza, del 12 Giugno, a pagina 15, scrive “Giunta e Consiglio, forse ci siamo”:

Assessori tutti al loro posto, presidente del Consiglio comunale eletto con il pieno dei voti della maggioranza e unità ritrovata, almeno formalmente, tra Lega e Pdl: il Consiglio comunale dell'altra sera ha restituto un'immagine di compattezza e determinazione della coalizione alla guida della città dal giugno dell'anno scorso. Quanto poi ci sia di concreto dietro quest'immagine e, soprattutto, quanto durerà, solo il tempo lo potrà chiarire. Non sono mancati comunque i colpi di scena, a partire dall'inizio, ritardato di ben 35 minuti, con l'aula già gremita di pubblico, i banchi delle opposizioni e del gruppo della Lega Nord già occupati, sindaco e assessori leghisti schierati ma tutto il Pdl al gran completo riunito... in un'altra aula. Perchè evidentemente il Pdl di Cesano proprio non ce la fa a risolvere le proprie questioni interne in tempi normali e, così come l'ultima volta non furono sufficienti
25 giorni ma si dovettero aspettare 40 minuti dopo l'inizio del consiglio per un'intesa "last minute" poi di fatto fallita, ora non sono bastati gli ulteriori 15 giorni di "riflessione" ma sono stati necessari anche gli ultimi 35 minuti a consiglio già schierato. Almeno però stavolta l'intesa è sembrata reggere: pronti via si elegge il presidente del consiglio ed è il capogruppo Pdl Andrea Rovelli, ormai dato per certo in quel ruolo, ad annunciare che il partito indica invece ancora Franco Busnelli, il presidente dimissionario, ricandidato all'ultimo consiglio ma "tradito" da qualcuno dei suoi al voto. Le opposizioni criticano pesantemente la scelta. Niente di personale su Busnelli ma tutto contro "il teatrino" come lo definiscono prima Nicolaci del Pd e poi l'ex sindaco Vaghi. Per questo decidono di abbandonare l'aula. Si vota e stavolta i conti tornano: per Busnelli ci sono 18 voti su 19 schede, la nulla dovrebbe essere quella del leghista espulso dal gruppo, Luigi Rovelli. A quel punto la seduta può entrare nel vivo e il sindaco Marina Romanò può presentare ufficialmente la nuova Giunta schierata lì davanti: c'è anche l'ultimo arrivato, Alessandro Soliman; nominato il 1 ° giugno, ha firmato l'accettazione della delega giusto qualche ora prima del consiglio.
Sono in 8 anziché i 10 iniziali, il sindaco ne fa un vanto e lo annovera tra i risultati del programma che prevedeva la riduzione delle poltrone, così come la riduzione da 5 a 3 dei consiglieri dell'Assp. Poi nella replica agli attacchi delle opposizioni contesta la definizione di "crisi" e parla di "chiarimento politico" aggiungendo «ci sono squadre che nascono perfette e altre che hanno bisogno di aggiustamenti in corso, noi siamo alla prima esperienza di governo, qualche difficoltà in più l'abbiamo avuta. Ma la macchina comunale - sottolinea Marina Romanò - non si è mai fermata, adesso la Giunta è in grado di andare avanti con maggiore determinazione». Quanto agli assesssori allontanati e poi ripresi in Giunta (Mazzacuva e Spagnuolo), il sindaco ha precisato «C'è stato un profondo chiarimento, abbiamo posto le basi per riprendere un proficuo rapporto di fiducia».


Un ulteriore commento a seguito dell'ultimo consiglio comunale viene dalla penna di Cristina Marzorati, a pagina 3 del Cittadino – Valle del Seveso di Sabato 12 Giugno: “Paolo Vaghi: «Altro che minesta riscaldata, questa ormai è una ribollita»”:

«Altro che minestra riscaldata, questa è ormai una ribollita». Rubiamo la battuta dell'ex sindaco Paolo Vaghi, oggi consigliere d'opposizione, per riassumere l'ennesimo teatrino della politica andato in scena lo scorso giovedì 10 giugno in consiglio comunale, quando gli esponenti di maggioranza e opposizione erano chiamati a eleggere il presidente del consiglio, che, sorpresa, è ancora Franco Busnelli. Votato all'inizio dell'era Romanò, dimissionario un mese fa, rivotato e "bocciato" in aula, è stato "ripescato dal cilindro" e questa volta ha ripreso il suo posto con i soli voti delia maggioranza compatta, perché le opposizioni hanno abbandonato l'aula, lasciando la scelta della "svolta" a chi è alla guida della città. Naturalmente il termine "svolta" è ironico, perché dopo un mese e mezzo di crisi il presidente del consiglio comunale è sempre lo stesso, in giunta sono stati sì defenestrati tre assessori, ma di fatto l'unica novità è Soliman. Ma il vero paradosso dell'elezione del presidente del consiglio, è che una decina di giorni fa il sindaco, Marina Romanò, nell'ufficializzare la "nuova" squadra di governo aveva dichiarato: «Nell'accordo c'è che la presidenza del consiglio rimane ai Pdl e il nome scelto è Andrea Rovelli». Che a conti fatti è il pluridefenestrato. Papabile presidente del consiglio, si deve accontentare di essere capogruppo del Pdl, papabile assessore dopo una gaffe di Romanò, non ha alcun assessorato. La sua reazione? Dopo aver votato a favore di Busnelli, ha lasciato l'aula. «Nulla a che spartire con l'elezione del presidente - commenta - ho avuto un problema personale, ho anche lasciato un biglietto al presidente per giustificare l'uscita». Biglietto che però non è stato letto.


Le reazioni dell'opposizione all'ultimo consiglio comunale sono riportate da Gabriele Bassani a pagina 15 de Il Giorno - Monza e Brianza di Sabato 12 Giugno «Questo sindaco mente e non ci rappresenta più»:

La lettura dei fatti da parte del sindaco non ha convinto per nulla le opposizioni che nel corso della serata hanno sottoposto soprattutto il primo cittadino, apparso nel ruolo del "parafulmini", ad un incessante fuoco di fila su diversi fronti. A partire dal "rimpasto di Giunta": «Ci sono voluti 45 giorni per fare entrare in Giunta Alessandro Soliman al posto di Claudio Scolari, il vicesindaco che su tutti i giornali e a tutti gli incontri pubblici era sempre stato definito come uno degli elementi più competenti della giunta», ha iniziato per il Pd, Pietro Nicolaci. A ruota si sono infilati tutti i capigruppo delle forze di minoranza, da Paolo Alberto Vaghi di Vivicesano a Vittorio Costantini di Insieme per Cesano, che hanno criticato pesantemente i primi 10 mesi di amministrazione Lega-Pdl richiamando anche vicende come il "caso Rovelli-Oltolini", i contestati rinvii di consiglio comunale, ma soprattutto la gestione politica della giunta e i problemi ad essa relativi. Critiche anche da Vincenzo Bacino del gruppo Alleanze Civiche così come da Alessandro Scaglione de l'Italia dei Valori che ha chiesto conto direttamente al sindaco delle offese personali da lei stessa indicate per iscritto tra i motivi con cui ha sfiduciato alcuni assessori. Ma l'affondo più duro è stato quello di Paolo Vaghi che dopo avere iniziato con ironia sottolineando che «il fronte su cui si è più impegnata questa Amministrazione è quello dell'occupazione, per trovare posti e poltrone a molta gente, quasi sempre non di Cesano», alludendo sia agli assessori che ai membri di Cda delle aziende speciali, ha poi accusato apertamente il sindaco di aver «mentito sapendo di mentire davanti al Consiglio comunale, annunciando l'altra volta la nomina di un assessore che ancora non era avvenuta così come non erano state respinte le dimissioni degli altri due assessori ripresi in Giunta, violando così anche le regole dello Statuto». Un attacco arriva anche dalla lista "Siamo noi voci e volti nuovi", alleata al ballottaggio che, dopo l'allontanamento dell'assessore Ivan Romanò, dichiara ««Questo sindaco non ci rappresenta più».


Sempre Cristina Marzorati racconta a pagina 3 del Cittadino – Valle del Seveso di Sabato 12 Giugno dell'iniziativa dell'opposizione per protestare contro il teatrino messo in piedi dalla giunta Pdl-Lega "Opposizioni, 500 volantini per dire basta alla giunta di centrodestra":

Cinquecento volantini distribuiti in una sola mattinata. Ha colto nel segno l'iniziativa promossa dall'opposizione: scendere in piazza, in tre per la precisione, e informare ulteriormente i cittadini sulla crisi che sta serpeggiando tra le sale del palazzo comunale. I luoghi scelti per incontrare la gente sono stati il Villaggio Snia, Molinello e il centro. L'esito? «Molti sinceramente sono informati - commenta Pietro Nicolaci, capogruppo Pd e tra i sostenitori dell'iniziativa - ma soprattutto avevano voglia di parlare, avere un confronto con qualcuno, in tanti poi hanno ammesso di aver votato per questa amministrazione, ma la prossima volta non commetteranno lo stesso errore. Sono poi consapevoli che il caos nasce dalla spartizione delle poltrone e questo fa ancora più rabbia». Tra le diverse richieste avanzate alle minoranze, ce n'è stata una molto diretta: «La gente ci ha invitati a mandare a casa il governo Romanò, ma abbiamo spiegato che i nostri voti (12) non bastano, ce ne vogliono 16». Dal fronte delle problematiche poi molte associazioni si sentono abbandonate e al Villaggio Snia: «Abbiamo incontrato delle persone davvero arrabbiate». Il contatto diretto cittadini-opposizione non finisce qui. A settembre si pensa già a incontri di quartiere.


Cristina Marzorati a pagina 3 del Cittadino – Valle de Seveso di Sabato 12 Giugno descrive la situazione in aula durante il consiglio comunale di giovedì “Troppo pubblico, l'aula non basta”:

L'aula consiliare esplode e giovedì c'è chi si è rivolto al rieletto presidente del consiglio: «Insomma, se ci sono quattro posti a sedere, come fa la gente a seguire il dibattito?», A scatenare la protesta è stata la scelta di avere in servizio a supporto di un agente della polizia locale anche due carabinieri della tenenza cittadina, che giovedì, nel fare il loro lavoro, hanno invitato parte del pubblico a spostarsi dalle spalle dei consiglieri comunali verso il fondo della sala. Peccato che tutto fosse pieno, difficile anche il semplice restare in piedi. La scelta non è piaciuta a Gianni Calò, portavoce Pd, che in piedi, alle spalle di Vittorio Costantini, ha evidenziato come non fosse corretto mandare fuori dall'aula il pubblico. Insomma era una seduta pubblica. Da lì via a fischi; qualcuno ha alzato la voce e si è rivolto direttamente a Franco Busnelli. Dura la reazione delle minoranze: «Avevamo chiesto d'inserire una web-cam in aula - ha evidenziato ancora una volta Alessandro Scaglione dell'Italia dei Valori - ma la nostra mozione è stata bocciata, senza alcuna spiegazione e oggi ci ritroviamo in queste condizioni». Decine di spettatori pressati in pochi metri quadrati, molti seduti a terra in prima fila, tantissimi si fermano direttamente all'esterno: d'estate può essere anche piacevole, ma d'inverno diventa un incubo anche perché la porta della sala consiliare deve rimanere chiusa.


Riguardo alle nomine delle società partecipate dal Comune, nodo centrale della crisi che ha attraversato la giunta Pdl-Lega, Cristina Marzorati a pagina 5 del Cittadino - Valle del Seveso di Sabato 12 Giugno, scrive “Assp, nuovi vertici: Cesanesi all'osso”:

Il "dopo Celestino Oltolini" è un avvocato seregnese di 51 anni e si chiama Andrea Giovanni Viganò. Il sindaco, Marina Romanò, ha scelto lui come presidente di Assp, la partecipata cittadina che si occupa di farmacie, cimiteri e manutenzione del patrimonio comunale. In "quota" alla Lega Nord, Viganò non è un politico, ma un professionista con un lungo curriculum da revisore dei conti della Fondazione forense monzese a vicepresidente della commissione ministeriale istituita alla Corte d'Appello di Milano per gli esami di stato relativi all'abilitazione professionale e all'iscrizione all'albo degli avvocati, ruolo ricoperto per due sessioni consecutive (2006-2007 e 2007-2008). Insieme a lui per i prossimi tre anni resteranno in carica anche Marco Fossati, cinquantottenne lissonese, vicepresidente del consiglio comunale di Lissone in quota ad An-Pdl, di professione commerciante, e l'avvocato Marco Farina della Sacra Famiglia, trentasette anni, candidato durante le ultime elezioni comunali nella lista civica "ViviCesano"; insomma l'unico cesanese è stato voluto dalle minoranze.
É' invece presidente della Sib, partecipata dal cuore cesanese, il lissonese Domenico Pacicca, 55 anni, coordinatore Pdl Cesano con Franco Busnelli, responsabile della segreteria dell'assessore regionale Massimo Ponzoni, entrato in politica a 21 anni come consigliere comunale in Calabria per la Dc e per sei anni è stato alla presidenza della Comunità montana in Calabria. Le opposizioni hanno aspramente criticato la scelta della maggioranza di nominare due non cesanesi alla guida della città: «Sembra chiaro - hanno tuonato all'unisono dal Pd alle liste civiche - che i cesanesi capaci vicini a Lega e Pdl hanno preso le distanze da questa amministrazione».
Il primo cittadino non ci sta: «Basta con queste storie - dichiara decisa Marina Romanò - ho scelto delle persone capaci, non ho guardato la residenza, non ho guardato il colore politico». Polemiche tra maggioranza e opposizione a parte, c'è un aspetto che spicca nella nuova Assp: il presidente non doveva essere l'ex assessore Michele Santoro? «Sono sconcertato per quello che è accaduto — commenta pacato - sono stato il più votato a Cesano, mi sono dimesso per entrare in giunta e ora non posso rappresentare i miei elettori. La democrazia che fine ha fatto? Assp? Possibile che su 37 mila abitanti di Cesano, non ci sia nessuno capace di entrare nel direttivo? C'è qualcosa che non va».


La questione delle nomine delle società partecipate non deve aver accresciuto il grado di concordia interno alla coalizione Pdl-Lega (il che lascia presagire che la crisi sia tutt'altro che conclusa), se sull'Esagono, giornale "vicino" al centrodestra cesanese, a pagina 32 dell'edizione odierna, Marco Pirola scrive: “Quelle nomine con il botto...”:

Cesano - La sera i partiti firmano ia lista su assessori e nomine nella Assp, Biancaneve assicura che i patti verranno rispettati e provvede con Massimo Ponzoni ad un rinvio su quest'ultima. La mattina cambia idea e si mette d'accordo con Roberto Alboni e nomina il Cda. Dentro ci infila un po' di tutto. Compresa gente di Lissone che sanno dove è Cesano perchè hanno il navigatore satellitare in auto, ma è amica del potente Alboni. Fuori Michele Santoro che ha preso 400 preferenze. Non una mossa casuale, ma "consigliata" da qualche solito noto visto che Ponzoni è in difficoltà fuori e dentro il partito e su Cesano si è messo in un angolo da solo. Poi il colpo di genio con retroscena. La nomina di Mimmo Pacicca (uno dei promoter della campagna elettorale ponzoniana dopo esserlo stato per Pisani nel 2005) in Sib, la società di servizi, dove diventerà presidente. Perchè lui? Sta "sui coglioni" a Natalino Erba, il nemico numero uno di Biancaneve...


Infine, critiche non troppo velate all'amministrazione comunale arrivano ancora, curiosamente, sempre dalla penna di Marco Pirola sull'Esagono di oggi, 14 Giugno, a pagina 32 “E i Vigili rimasero senza calzoni”:

La scena sembra tratta di peso da uno spezzone di uno dei tanti film di Fantozzi, il personaggio reso celebre da Paolo Villaggio negli anni Settanta. Ma c'è poco da ridere. Un agente della polizia municipale finisce il turno e "cede" i calzoni al collega che prende servizio. Uno scambio alla pari dovuto alla necessità. Infatti mentre Biancaneve era indaffarata nella lotta contro i sette nani che aveva in palio le poltrone del potere, i "poveri" Vigili urbani erano impegnati in ben altre battaglie quotidiane da settimane senza che nessuno intervenisse. A cominciare proprio da quella dei calzoni estivi che non bastano per tutti. A raccontarla non è la strega cattiva della favola, ma qualcuno che ha assisto più volte all'episodio venendo allo scoperto solo ora dopo la bufera politica e il siluramento di qualche amico assessore. Interessi di parte, vero, taciuti per convenienza, ma ora raccontati. Calzoni razionati e internet non sempre veloce, anzi il più delle volte che non funziona proprio con gli agenti che devono sopperire con la fantasia alle carenze strutturali. E pensare che proprio Biancaneve aveva tenuto a se la delega seminando a piene mani promesse e speranze, ma solo quelle evidentemente. Forse un po' più di attenzione al Comando, nel senso della Polizia locale, e ai suoi uomini che ogni giorno svolgono un duro lavoro da "marciapiede" e non certo da ufficio. Va bene che i soldi sono sempre più contati. Passi che i vigili non godano genericamente della simpatia della gente se non altro per via delle multe, ma almeno i calzoni comprateli. Qualche Consiglio comunale in meno (tanto sino ad ora si è parlato di aria fritta) non farebbe male se servisse a risolvere il problema. Forse un po meno discussioni sulle poltrone e i posti da spartire e più fatti concreti (leggi Assp). Date loro gli strumenti per poter lavorare seriamente altrimenti a chi rivolgeremo le nostre imprecazioni di contribuenti multati? Non vorremmo che i cittadini di Cesano fossero costretti a fare una colletta per comperare quattro paia di calzoni. In questo caso sì che ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate...


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