Rassegna stampa Cesano Maderno 19-10-2010

martedì 19 ottobre 2010 |




Rassegna stampa di Martedì 19 Ottobre 2010 con le notizie su Cesano Maderno oggi in edicola. Cominciamo dalla questione Scuolabus, con le proteste sempre più accese dei genitori. Eleonora Caimi sul Giornale di Seregno a pagina 23 "Scuolabus, la rabbia dei genitori":

Mamme sul piede di guerra per il servizio di trasporto scolastico. «Prima di tutto rivogliamo il servizio di assistenza ai ragazzi - ha sottolineato Simona De Murtas, mamma di un bambino che frequenta la Salvo D'Acquisto - Se il Comune deve risparimare non può farlo tagliando un servizio essenziale per la sicurezza dei nostri figli». Mercoledì sera i genitori si sono dati appuntamento davanti al Comune per tornare a discutere del problema. L'Ammnistazione aveva infatti cercato di risolvere la questione della sorveglianza servendosi di due volontarie dell'Auser, che però non effettuano più il servizio perché, a quanto sostiene l'associazione, non è previsto dal loro statuto. Nessuno, nemmeno le stesse mamme, ha quindi intenzione di prendersi la reponsabilità di controllare i ragazzi. «Con l'inizio del nuovo anno scolastico, senza alcun preavviso - ha raccontato Michele Di Bari, padre di uno degli alunni della Martin Luther King - Ci siamo ritrovati con una corsa cancellata e una drastica riduzione del numero di fermate. I pullman sono affollati e spesso i nostri figli arrivano in ritardo a scuola, è una situazione inaccettabile». 


Rispetto allo scorso anno è stato tolto un pullman, con il risultato che i mezzi a disposizione adesso sono solo cinque. Per coprire l'intero percorso è stata quindi sopressa una corsa, riducendo il numero di fermate. Non solo, perché a suscitare le proteste più accese è stata l'esclusione dal servizio di ben trenta alunni. «L'Amministrazione sostiene che non abbiamo presentato la domanda entro il termine fissato - ha aggiunto Claudia Grieco, zia di uno dei bambini esclusi dal servizio - In realtà il servizio dovrebbe essere assicurato a tutti coloro che ne fanno richiesta. Adesso risultiamo in lista d'attesa». I genitori sono quindi intenzionati a non arrendersi e chiederanno presto un nuovo incontro con l'Amministrazione. «La scorsa settimana uno dei pullman si è rotto e i ragazzi sono rimasti a piedi, un'altra volta ci è stato riferito che lo scuolabus è stato fermato dagli agenti della Polizia Locale perché i ragazzi lanciavano bottiglie dai finestrini. Senza alcun controllo litigano e mettono a repentaglio la loro incolumità, per non parlare di quelli costretti a fare il viaggio in piedi - ha raccontato una delle mamme, Eloisa Chiocci - Ogni giorno cambia l'autista, chi li porta a scuola non conosce i ragazzi e non è quindi in grado di controllarli. E' un servizio del tutto inadeguato alle nostre esigenze».  


Sempre sul Giornale di Seregno a pagina 23 "Bambino ferito, è caduto sul pullman in corsa":

Mentre si accende la protesta dei genitori per la mancanza di un servizio di assistenza ai ragazzi sul pullamn che li porta a scuola, a conferma delle loro paure uno dei bambini cade sull'autobus in corsa e si ferisce a un ginocchio. Giovedì pomeriggio lo sfortunato protagonista dell'episodio è stato il figlio 11enne di Ferruccio Carlot, un lungo passato in politica che lo vede ora sostenitore dell'uscente sindaco Paolo Vaghi. L'incidente è avvenuto giovedì pomeriggio, mentre lo scuolabus stava riportando a casa il ragazzo. Erano le 16,30 circa quando sul tratto di strada da via San Marco a via Tazzoli, il piccolo è caduto procurandosi alcune escoriazioni e una ferita al ginocchio destro. Da quanto emerge dal racconto del ragazzo, pare che l'autista abbia effettuato una serie di brusche frenate e che almeno una decina di bambini, che in quel momento si trovavano nella parte anteriore del pullman, siano sobbalzati dai loro posti a sedere. Ad avere la peggio è stato proprio il figlio dell'ex consigliere. «Me lo hanno lasciato davanti a casa sanguinante, con un po' di carta avvolta intorno al ginocchio alla buona - ha raccontato Carlot - Gli autobus usati per il trasporto a scuola sono tutti vecchi e stretti. Si tratta di un incidente annunciato». L'uomo ha quindi denunciato l'accaduto alla Tenenza cittadina dei Carabinieri. Il bambino è stato quindi portato al Pronto soccorso di Desio, dove gli è stata suturata la ferita e gli sono stati diagnosticati otto giorni di prognosi. 


La pozisione dell'Amministrazione comunale è riportata sul Giornale di Seregno a pagina 23 "«Nessun obbligo di assistenza per il Comune»":

«Non c'è alcun obbligo per il Comune di dotare i pullman del trasporto scolastico di assistenti, tranne per i bambini della scuola materna» ha ribadito il sindaco Marina Romanò in risposta alle continue proteste e dimostranze dei genitori. «Purtroppo non siamo riusciti a trovare alcun volontario che possa occuparsi dei ragazzi che si trovano sulla scuolabus durante il tragitto - ha aggiunto il primo cittadino - Se lo desiderano gli stessi genitori possono organizzarsi a turno per sorvegliare i ragazzi, ma per il momento l'Amministrazione non ha i fondi necessari per pagare le cosiddette "signorine . Per quanto riguarda invece i trenta alunni esclusi dal servizio di trasporto, spetta alla società che ha vinto l'appalto provvedere anche a loro». Nemmeno l'incidente accaduto giovedì pomeriggio, quando uno dei ragazzi si è ferito cadendo sullo scuolabus che lo stava riportando a casa. «E' un episodio che stiamo valutando - ha affermato Marcello Mitrano, assessore all'Istruzione - Devono innanzitutto esserne accertate le dinamiche. Ad ogni modo rimane un episodio che non cambia le posizioni dell'Amministrazione, tanto più che sul pullman dopo che è avvenuto il fatto era presente l'assistente che si occupa di sorvegliare i bambini della materna. C'è anche chi sostiene che i mezzi a disposizione sono vecchi, ma in realtà sono gli unici che riescono a passare dai sottopassaggi». 


Passiamo alla complicata vicenda della Scuola di Musica. Sul Giornale di Seregno a pagina 23 "Ancora in bilico il destino della Scuola di musica":

Si fa sempre più oscuro il destino della Scuola civica di Musica. A salvare l'Accademia non è servita nemmeno la promessa sottoscritta dal corpo docente di tagliarsi gli stipendi. «Vorrei riuscire a capire qual è il progetto culturale dell'Amministrazione» ha chiesto Pietro Nicolaci, capogruppo del Pd. Al centro delle accuse dell'opposizione le decisioni dell'Amministrazione a proposito della Scuola civica di Musica. «Ormai l'anno scolastico è iniziato, è tardi per cercare di rimediare - ha aggiunto Nicolaci - Per ben dieci anni ha funzionato bene, decidere di cancellarla non farà altro che portare a un nuovo impoverimento culturale della città». A nulla è servita la promessa di diminuirsi i salari sottoscritta dagli insegnanti ed è fallito anche il tentativo di accordo con il «Consorzio Desio Brianza». Nel frattempo gli iscritti da 130 si sono già ridotti a 83. «Ormai siamo stanchi di aspettare - ha spigato Miriam Giudici, mamma di uno degli iscritti - Stiamo pensando di riunirci tutti in un'associazione e nel frattempo stiamo pagando di tasca nostra un maestro privato che tiene lezione nelle nostre case, a gruppi di tre ragazzi alla volta. Ma non abbiamo intenzione di rinunciare a una scuola che tutti ci invidiano». Sembra che la prossima settimana l'Amministrazione incontrerà di nuovo i genitori per discutere sulla necessità di incrementare il costo della retta. «Cercano di prendere tempo - ha commentato il capogruppo del Pd - Non basta dire che non ci sono i soldi per giustificare una tale perdita. Una buona Amministrazione si distingue per le scelte che vengono fatte in momenti difficili come questo. Non è bastato penalizzare l'associazionismo, adesso ad essere colpita è un'istituzione benemerita che ha dà lustro alla città come l'Accademia». Nonostante la mancanza di entrate, a suo parere il Comune avrebbe potuto fare delle scelte differenti. «La nostra città fino a due anni fa era un punto di riferimento per le iniziative culturali per il territorio» ha concluso Nicolaci. 


E' complicata anche la situazione dei centri anziani cittadini, come leggiamo nei prossimi tre articoli, tutti presi dal Giornale di Seregno a pagina 25 "Orario di chiusura, una «questione» anche politica":

«Il regolamento di ballare fino alle 23 è in vigore fin dal 2004 - ha ribadito il sindaco Marina Romanò - Sono solo inutili polemiche». Sulla vicenda è intervenuto anche Luciano Rovelli, consigliere comunale della lista civica «Vivicesano», che in occasione dell'ultimo Consiglio comunale aveva già presentato un'interrogazione in merito alla questione dei centri anziani. «Vorrei riuscire a capire qual è il ruolo del Comune nei confronti dell'associazione anziani - ha dichiarato il consigliere - Se è un organo a sé stante, come deciso nell'ultimo statuto, perchè l'Amministrazione interviene ancora una volta ponendo dei paletti? Dovrebbero poter gestire le loro attività in maniera del tutto autonoma. Ad oggi sono ancora in attesa che alla mia domanda venga data una risposta da parte dell'Amministrazione». Il capogruppo di «Vivicesano», Paolo Vaghi, sottolinea invece «la necessità di maggiore flessibilità e tolleranza per i centri dove non si arreca disturbo al resto della cittadinanza».


"Il sindaco contro l'ex garante Snia":

Registrava di nascosto le parole del sindaco e alla fine il primo cittadino ha deciso di presentare un esposto nei suoi confronti ai Carabinieri. Il tutto è avvenuto in occasione dell'ultima riunione al centro anziani del Villaggio Snia per la nomina del nuovo commissario Claudio Coloretti. In quell'occasione l'ex responsabile del centro Giulia Bardaro aveva più volte provocato il sindaco Marina Romanò con battute e frecciatine pungenti. Tutto nella norma, fino a quando il primo cittadino si è accorto che la donna nascondeva sotto il tavolo un piccolo apparecchio con il quale stava registrando ogni sua parola. Di fronte al rifiuto della donna di spegnere il registratore, su tutte le furie il sindaco aveva lasciato la riunione, minacciando l'esposto ai Carabinieri, che ha poi provveduto a presentare nei giorni scorsi. 


Eleonora Caimi sul Giornale di Seregno a pagina 25 "Spaccatura nel direttivo degli anziani":

Spaccatura all'interno del direttivo dell'associazione anziani. Ad accendere lo scontro le dichiarazioni fatte dal garante degli anziani del centro, Piergiorgio Pozzoli, che invitava il Comune a concedere un'ora di ballo in più la sera. «Come presidente degli anziani ci tengo a dissociarmi dalle affermazioni fatte la scorsa settimana dal garante degli anziani del centro» ha dichiarato senza mezzi termini il presidente Felice Ricci. A suscitare l'accesa reazione del presidente dell'associazione, la richiesta di Pozzoli di poter continuare a ballare fino a mezzanotte, un'ora in più rispetto a quanto stabilito dall'ordinanza emessa dall'Amministrazione comunale. «Non siamo d'accordo con quanto è stato detto dal garante degli anziani del centro ha ribadito Ricci - Ci teniamo a precisare che è stata una sua libera iniziativa». Insomma a parere del presidente dell'associazione il problema sollevato da Pozzoli in realtà non esisterebbe affatto. «Non mi risulta che nessuno si sia mai lamentato per gli orari del ballo - ha garantito il presidente degli anziani - Pozzoli avrebbe dovuto consultare il resto del direttivo prima di fare certe affermazioni, prima di sollevare il solito polverone». A dettare tali affermazioni, è forse anche la volontà di calmare le acque e cercare di non turbare i rapporti con l'Amministrazione dopo le dure lotte dello scorso anno. «Il sindaco ci è rimasto male - ha aggiunto Ricci - Dopo tante lotte, sembra che anche alla Snia la situazione si stia regolarizzando e a Cascina Gaeta sarà presto aperto un nuovo centro. Non è il momento per nuove polemiche con l'Amministrazione». Il presidente arriva quindi a minacciare di denunciare il garante del centro ai «Probiviri», affinché nei suoi confronti del dissidente venga emessa almeno un'ammonizione. «Non accetto minacce - ha risposto senza timore Pozzoli - La mia è stata solo una semplice richiesta. Che gli anziani vogliono ballare almeno un'ora in più è un dato di fatto, non ho inventato nulla. Non ho intenzione di ritirare le mie affermazioni né di demordere. E' fin troppo facile nascondersi dietro ai problemi dissociandosi da chi li dichiara apertamente». 


La polemica sul parcheggio della nuova Stazione Ferroviaria tiene ancora banco sul Giornale di Seregno a pagina 25 "Meglio un parcheggio o una nuova piazza?":

«Uno spreco di spazio, un'occasione mancata» è così che l'ex sindaco Paolo Vaghi, capogruppo della lista civica Vivicesano, ha descritto il progetto di parcheggio auto alla stazione presentato dalla maggioranza nel corso dell'ultimo Consiglio comunale. «La futura stazione, porta della città - ha aggiunto Vaghi - merita più attenzione, un progetto così rilevante deve essere condiviso, non può e non deve essere scelta di parte. Noi dell'opposizione abbiamo già manifestato il nostro dissenso, vorremmo offrire il nostro contributo». La precedente Amministrazione aveva infatti pensato di realizzare nell'area di via Volta una nuova piazza intitolata a Giovanni Paolo II, soluzione che l'ex sindaco torna quindi a caldeggiare. «Possiamo discutere sull'altezza degli edifici o sul numero di posti auto interrati - ha dichiarato Vaghi ma nessuno può negare l'evidenza. Una piazza non è un parcheggio, è un luogo sicuro di incontro e sosta, spazio per negozi, portici, attività commerciali, è luogo civico di aggregazione». Non si fa attendere la pungente risposta della Lega nord. «Non capiamo e ci rammarichiamo del fatto che definisca il progetto anacronistico e antiestetico - hanno ribattutto dal Carroccio Meglio un parcheggio a raso che un "cubo" di cemento in centro città». Viene anche precisato che all'interno del nuovo parcheggio troveranno posto anche esercizi commerciali, quali bar e edicole. Da ultimo i leghisti lanciano una provocazione: «Vero è che di progetti di bar lei, ben se ne intende. Ne aveva predisposto uno per l'inserimento di un bar-caffetteria all'interno di palazzo Borromeo». 


Notizie poco rassicuranti sui conti pubblici del Comune, come scrive Gabriele Bassani sul Giorno - Monza e Brianza a pagina 14 "Il Comune a rischio dice stop alle spese":

Restano poco più di due mesi per riuscire a raggiungere l'obiettivo del Patto di stabilità che ad oggi, per Cesano, è distante ben 2,9 milioni di euro. «È un'impresa disperata - dice l'assessore al bilancio Fabio Pometto - ma dobbiamo comunque provarci». Mancare l'obiettivo significherebbe dover fare i conti nel 2011 con una serie di penalità tra le quali la riduzione dei trasferimenti ordinari del Ministero dell'Interno proporzionale alla distanza tra l'obiettivo e il risultato raggiunto, una forte limitazione agli impegni di spesa corrente, il divieto di ricorrere ad ulteriore indebitamento, quindi all'assunzione di nuovi mutui, il divieto di assunzione del personale e la riduzione del 30% delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza degli amministratori. La giunta ha deciso di introdurre soluzioni drastiche, riassunte in una delibera approvata nei giorni scorsi dalla Giunta Romanò: «Blocco immediato dei pagamenti delle spese in conto investimento, già tenuti in sospeso dallo scorso mese di giugno; accelerazione degli incassi delle entrate in conto capitale previste in bilancio; blocco degli impegni di spesa della parte corrente, ad eccezione di quelli relativi a spese obbligatorie». «Non possiamo bloccare i pagamenti degli stipendi, le bollette dei consumi e le erogazioni dei servizi, tutto il resto dovremo bloccarlo, non abbiamo scelte», spiega l'assessore Fabio Pometto. Tra le voci da bloccare i contributi alle associazioni, le manifestazioni, gli incarichi esterni e le progettazioni che non siano già stati determinati con precedenti atti «Sono iniziative che certamente ci faranno perdere popolarità e di cui cui avremmo volentieri fatto a meno ma la situazione è drammatica», prosegue l'assessore, che snocciola qualche dato: «Al 30 settembre, dei 4.9 milioni di euro spesi, ben 4.1 erano dovuti per opere e interventi ancora del 2009, la tesoreria, che era abituata a viaggiare con una giacenza media di 6-7 milioni di euro, a settembre ne aveva solo 1.43, per non parlare dell'indebitamento, cresciuto a oltre 39 milioni di euro, che già nel 2008 faceva di Cesano Maderno il 5' comune superiore ai 30mila abitanti più indebitato della Provincia di Milano. Purtroppo questi sono i frutti di scelte del passato che prima o poi si pagano e in futuro non c'è da aspettarsi di meglio perché con i tagli dello Stato che saranno introdotti nel 2011 la situazione peggiorerà ulteriormente». 


Infine, Monica Guzzi sul Giorno - Monza e Brianza a pagina 6 tratta della questione viabilità della Provincia, ed in particolare della polemica tutta interna al centrodestra tra le amministrazioni provinciali di Milano e Monza-Brianza "De Nicola alla guerra delle strade «I brianzoli parlano senza sapere»":

«Saremmo felici di trasferire alla Provincia di Monza e Brianza i fondi per concludere la nuova Sp6. Lo stesso vale per la competenza sui 10 chilometri della Milano-Meda. Così avrebbero qualcosa da fare al posto di filosofare». Giovanni De Nicola, assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità della Provincia di Milano, respinge al mittente, e con tanto di interessi, le accuse lanciate dalla Giunta politicamente alleata di Palazzo Grossi. Nel mirino dell'assessore di centrodestra è finito il collega di Monza, Franco Giordano, che nei giorni scorsi ha accusato Palazzo Isimbardi di non rispettare gli impegni, lasciando in sospeso opere importanti come la tangenzialina dell'Ospedale, ferma da 10 anni nonostante manchino 300 metri al completamento. «Prima di parlare bisogna conoscere - tuona De Nicola -. Intendiamo completare quell'opera e lo faremo, anche se stiamo verificando con la nostra Ragioneria la possibilità di trasferire a Monza i soldi (8 milioni di euro, ndr) senza uscire dal patto di stabilità. Nella peggiore delle ipotesi avvieremo i lavori nel 2011». Segue la stoccata: «La richiesta di trasferire i fondi mi è stata presentata solo venerdì. In ogni caso, nei miei cinque anni come consigliere provinciale sotto la Giunta Penati non mi pare che le forze di maggioranza abbiano brillato per operosità in tal senso. La Giunta Penati ha fatto un atto nel marzo 2009 dopo cinque anni passati in sonno». De Nicola respinge l'accusa di lavorare solo per la Provincia di Milano: «Bisogna uscire dalla logica di campanile, noi sentiamo la responsabilità di essere l'ente provinciale più importante d'Italia». E sale in cattedra quando si parla della Milano-Meda, dove i limiti di velocità sono stati duramente contestati dai brianzoli, in testa il senatore lumbard Cesarino Monti. «Non ci risulta che la Regione abbia erogato finanziamenti - dice -. La Provincia di Monza e Brianza chieda alla Provincia di Milano di rivedere l'accordo stipulato dalla Giunta Penati e si prenda i 10 chilometri della Milano-Meda di sua competenza. Così riuscirà a mettere i limiti che vuole e a fare quelle opere che noi siamo incapaci di fare. Il vero problema è che quella strada è inadeguata al traffico che sopporta, è piena di buche ed è pericolosa. Ciononostante c'è chi pensa che i limiti di velocità esistano solo per dare fastidio a chi viaggia. Lavoriamo per metterla in sicurezza, poi ci mettano i limiti che vogliono. Ma non dicano più bugie». 

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