Rassegna: Il Cittadino del 10/11/2012

domenica 11 novembre 2012 | ,





Rassegna Stampa redatta da SEL Cesano Maderno con le principali notizie relative alla nostra Città in edicola Sabato 10 Novembre 2012, sul Cittadino - Valle del Seveso.


Depuratore ex Nyistar: no all'ampliamento
Il Tar accoglie il ricorso di Comuni, comitati e cittadini contro decreto regionale favorevole alla Bte La gioia di chi ha combattuto per anni: «Qui in termini di ambiente abbiamo già dato abbastanza»

No alla trasformazione del depuratore dell'ex Nylstar in via Groane in un centro per lo smaltimento di fanghi industriali.
L'hanno chiesto per anni i comitati civici e le amministrazioni comunali, ora l'ha sentenziato il Tar, accogliendo il ricorso di Comuni, associazioni e gruppi di cittadini contro il decreto regionale che concedeva alla Bte, società specializzata nel trattamento di rifiuti, il potenziamento dell'impianto. Il tribunale amministrativo regionale ha preso in seria considerazione tutte le motivazioni aggiunte presentate da "Comitato civico Snia", "Insieme per il Villaggio" e "Più Limbiate meno cemento", emettendo una sentenza che si è basata su tre punti chiave, come spiega Edgardo Zilioli portavoce del "Comitato civico Snia": «L'impianto di via Groane è stato realizzato nel 1978, in deroga alle leggi del Parco, per proteggere l'area verde dalle emissioni dell'ex Nylstar ed era al servizio esclusivo del comparto industriale, insomma non poteva trattare rifiuti provenienti da terzi, come invece chiedeva la Bte. Ancora l'impianto si trova all'interno di un Sic, sito d'interesse comunitario, e poi la Bte al momento della presentazione di richiesta di Via, non era proprietaria dell'impianto, lo è diventata in seguito partecipando all'asta fallimentare dell'ex Nylstar».
«Credo che in termini d'inquinamento e di malattie questa zona ha già dato abbastanza - incalza Natale Zappetta "Insieme per il Villaggio" - In termini ambientali il Parco impone dei vincoli, che non devono rispettare soltanto i singoli cittadini. Temi che ha portato avanti con forza il "Comitato civico Snia", il primo a seguire il caso, e a tal proposito rammento che Bruna Salomoni è stata tra i primi promotori della raccolta firme». Non può che cantare vittoria anche Mauro Varisco di "Più Limbiate meno cemento": «Siamo arrivati a questa conclusione grazie a un insieme di sinergie. La sentenza ha preso in considerazione tutte le motivazioni aggiunte e perplessità di noi comitati e sottolinea come alla base sia mancata la fase partecipativa».
Il caso è chiuso? Per Zilioli la parola fine si potrà scrivere solo quando sarà affrontato il problema del collettore. Al servizio anche del comparto industriale di via Groane, azzererebbe la necessità dell'impianto di depurazione.
«Le scelte politiche a volte impiegano anni per essere realizzate - sottolinea Massimiliano Bevacqua, consigliere incaricato all'ambiente - Sul tema l'attenzione rimane alta. Sul tavolo qualcosa c'è già, ci stiamo facendo un ragionamento. Comunque mi sento di dichiarare fermamente che quell'impianto è stato realizzato in deroga alle leggi del Parco ed è al servizio esclusivo del comparto industriale, così deve rimanere. In via Groane non arriveranno mai rifiuti al di fuori del comparto».
Cristina Marzorati


LE PAROLE DEL LEGALE DELLA BTE
La società pensa al ricorso

Giuridicamente è ancora presto per scrivere la parola fine sul caso Bte. La società, tramite il suo legale, conferma l'intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, che dà ragione a Comuni, associazioni e cittadini. «Per ricorrere in appello - spiega il legale Giuseppe Gianni di Milano - abbiamo tempo 60 giorni dalla notifica dell'atto e 6 mesi in caso non sia notificato direttamente. La sentenza risale a inizio settimana, quindi non ci siamo ancora mossi in tal senso». Quali sono gli estremi per il contro ricorso? «Secondo il Tar l'istruttoria dell'ufficio regionale è contraddittoria, a nostro parere il decreto regionale, che consentiva il potenziamento dell'impianto, è corposo, non si tratta mica di una pagine tt a. La Regione ha ritenuto che la struttura fosse compatibile con le norme urbanistiche, ambientali e paesaggistiche, oltretutto non si trattava di costruire un nuovo impianto, ma di potenziarne uno già esistente. A nostro parere ci sono tutti gli estremi per presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar».
Cristina Marzorati


LA VICENDA
La battaglia dal 2005 poi le firme

Nel 2005 la Bte, azienda specializzata nel trattamento di rifiuti, presenta in Regione una richiesta di Via (Valutazione impatto ambientale) per potenziare l'impianto di depurazione in via Groane al Villaggio Snia. Nel 2006 sia la Direzione Generale Reti e Servizi regionale sia la Provincia di Milano dicono no, ma la Regione dichiara la compatibilità ambientale. Comitati, Comuni e Provincia si rivolgono al Tar. Nel 2007 scatta una petizione sottoscritta da 1600 firme. Nel 2008 la Bte acquista all'asta fallimentare dell'ex Nylstar l'impianto di via Groane. Nel 2011 la Bte richiede di poter realizzare un nuovo impianto e la Provincia di Monza e Brianza rilascia il parere paesaggistico, nonostante il no del Parco delle Groane. Nel 2012 la . Provincia di Monza subentra a quella di Milano nel ricorso al Tar e in settimana è arrivatala sentenza: il depuratore rimane al servizio del solo comparto industriale.
Cristina Marzorati


OPERAZIONE DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA
Il clan dei casalesi conduce in città: azienda del fotovoltaico finisce sotto sequestro

Non solo 'ndrangheta. La Brianza attira anche gli investimenti della camorra, come dimostrano i sequestri effettuati martedì dalla Direzione distrettuale antimafia in virtù di un provvedimento dell'autorità giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, che hanno posto i sigilli alla ditta Smec di Cesano Maderno. L'operazione è stata portata a termine in contemporanea con altri analoghi sequestri preventivi effettuai a La Spezia (sede legale della società brianzola), Benevento, Roma, Napoli, Parma e Caserta, per un totale di oltre un milione di euro di beni e immobili posti sotto sequestro. Ira i vari impianti industriali e commerciali, il provvedimento emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha dunque riguardato anche la sede dell'azienda di Cesano specializzata nella produzione di impianti fotovoltaici. Secondo gli inquirenti della procura campana, infatti Pasquale Pirolo e l'avvocato Michele Santonastaso, titolari delle diverse società sottoposte a sequestro, avrebbero investito soldi dei casalesi, il famigerato clan di Casal dei Principi, in provincia di Caserta, in attività di vario genere, tra le quali appunto le cosiddette energie alternative come l'eolico o il fotovoltaico. Il provvedimento di sequestro nasce dalle indagini nei confronti di due uomini. All'avvocato, attualmente a giudizio perché ritenuto contiguo al clan dei Casalesi, oltre che per accuse di corruzione, era riconducibile l'abitazione in uso a Pirolo a Bellona, Caserta, nella quale gli investigatori della DIA avrebbero trovato elementi riconducibili a diverse società, tra le quali anche quella operante in Brianza. Non è la prima volta che si parla di infiltrazioni della camorra a Monza. La procura brianzola sta indagando su attività criminali riconducibili a un gruppo di malavitosi di origine campana, che secondo fonti investigative "riproduce gli schemi e i modelli organizzativi tipici di un clan della camorra".


Mamma e papà a scuola «Noi, più forti dei vandali»
Gli incivili rovinano l'edificio dove i loro bambini studiano Alla "Rodali" i genitori intervengono con colori e cemento

Più forti dei vandali. Sono le mamme e i papà del Comitato genitori della scuola elementare "Gianni Rodari", in via Stelvio a Molinello, pronti a rispondere con i fatti alle pareti imbrattate, ai muri rotti, agli ingressi rovinati dai soliti teppistelli.
Il primo passo è quello stato intonacare e imbiancare la lunga parente che costeggia l'ingresso principale all'istituto, fino a metà ottobre ricoperta da scritte. Peccato che qualcuno l'abbia già rovinata, provocando alla base un grosso buco, forse giocando a pallone e utilizzando la parete come porta. «I genitori - spiega il dirigente scolastico Giordano Cassetta -stanchi di ritrovarsi la scuola imbrattata, hanno deciso che a ogni atto vandalico, risponderanno sempre con nuove imbiancature e riparazioni. Insomma: chi la dura, la vince e forse i vandali finalmente getteranno la spugna».
Un impegno che va di pari passo anche con un tocco di fantasia, per rendere più piacevole lo studio ai figli. Lo dimostra il nuovo look della biblioteca scolastica, dove alle pareti i libri prendono magicamente vita e sorridono, parlano, si divertono. L'idea è sempre dei vulcanici genitori, che quest'estate hanno conosciuto Susanna Ogilari Badessi. Si tratta di una giovane mamma residente al quartiere San Bernardo. Nonostante una famiglia numerosa da tirare avanti, composta da ben tre bambini piccoli, ha trovato il tempo per impugnare pennelli e colori. Prettamente la sera, mentre i suoi bambini dormivano, lei realizzava simpatici pannelli con raffigurati libri animati, che oggi sono stati appesi alle pareti della biblioteca di via Stelvio.
«Volevo far vedere tutto ciò che di bello esce dai libri, la loro magia - racconta l'artista - con il colore e la fantasia ho voluto rallegrare questo luogo». Accanto a lei ha lavorato anche un papà, Mauro Pizzolato che si è concentrato sulla realizzazione della grande scritta "Biblioteca" disegnata su una parete.
«Non posso che ringraziare i genitori - ha sottolineato Cassetta - perché hanno rallegrato la bibliotèca, che giustamente deve essere un luogo stimolante e creativo per i bambini». Pizzolato ha anche dipinto la parete purtroppo già vandalizzata. Poco male: nella fitta tabella di marcia di un papà della scuola c'è stato subito spazio per riprendere in mano pennelli e tempera e cancellare l'ennesimo "schiaffo" dai soliti ignoti a chi dedica il proprio tempo al bene comune. I genitori sono da esempio.
Cristina Marzorati


BOTTA E RISPOSTA
Lega nord attacca gli «Amici»

Basta una frase, «libera associazione senza scopo di lucro, laica e apartitica», per accendere la polemica. Sui fronti opposti ci sono gli "Amici di Binzago" e la Lega Nord. Il Carroccio locale ha mal digerito un articolo pubblicato a pagina 2 del periodico dell'associazione "П Domani", dedicato al nuovo presidente Leonardo Giussani, subentrato a Leonardo Rho. Nel sottolineare il cambio della guardia, lo scritto viene concluso evidenziando come il sodalizio non abbia b aridi ere né re -ligiose né politiche. «Leonardo Giussani alle ultime comunali era candidato per il PD (25 voti) - tuonano i padani -mentre un altro membro dell'associazione, Marco Montata, aveva scelto "Vivi Cesano" ottenendo 38 voti. Ci spieghino perché l'associazione "Amici di Binzago" ha voluto tanto che Г amministrazione comunale comprasse dei parcheggi interrati, che oggi sono stati chiusi dai vigili del fuoco? "Altro che strade per vivere", progetto di riqualificazione che aveva coinvolto anche l'architetto Alberto Vaghi (oggi capogruppo di "Vivi Cesano"), queste sono "strade per far morire il commercio locale"». La Lega fa poi un tuffo nel passato: «Nel 2011 in un articolo de "Il Domani" firmato LG., che pensiamo sia proprio il presidente Giussani, si diceva no al consumo di suolo, sì a sfruttare le aree esistenti già urbanizzate aumentando la cubatura. Il riferimento è all'ex salumificio Rho?». Giussani ribatte secco: «Non voglio entrare in polemica. La Lega si riferisce alla classe politica? Ne risponderà la politica. L'associazione ha anime trasversali, ognuno è impegnato in vari ambiti, le scelte individuali non c'entrano».
Cristina Marzorati

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