SEL Cesano Maderno presenta oggi una Rassegna Stampa un po' particolare. Le notizie che troverete qui di seguito, prese dal Giorno - Monza e Brianza, riguardano infatti non solo Cesano Maderno ma anche i paesi limitrofi, come ad esempio Desio, Limbiate, Seveso. Operiamo questa scelta alla luce della consapevolezza che i destini politici di Cesano Maderno siano ormai, purtroppo, fortemente dipendenti dagli equilibri di potere che si stabiliscono a livello sovracomunale.
7 Aprile 2011
Spettacoli e dibattiti contro droga e alcool
Via alla campagna di prevenzione dei comportamenti a rischio tra mostre, gare e contestdi
Cesano Maderno — Due mattinate di incontri con gli studenti delle scuole superiori e un fine settimana dedicato alla prevezione dei comportamenti a rischio (alcol e droga) con banchetti, spettacoli, mostre e dibattiti in piazza, promossi dagli stessi ragazzi. È ciò propone il progetto Mb4you, sviluppato dalla Provincia di Monza e Brianza e rivolto ai giovani del territorio. Martedì il presidente della Provincia, Dario Allevi, insieme all’assessore alle Politiche giovanili, Alberto Grisi, ha incontrato a Cesano circa 250 studenti di una delegazione degli istituti «Iris Versari» ed «Ettore Majorana», ieri mattina è stata la volta degli studenti dell’Istituto agrario «Luigi Castiglioni» di Limbiate. In quest’ultima occasione erano presenti anche Giuliana Colombo, assessore Provinciale all’Istruzione e Fabio Meroni, assessore provinciale all’Edilizia Scolastica che hanno consegnato una targa a Davide Marelli, lo studente della classe 5 A, che lo scorso anno è arrivato secondo nella gara nazionale degli Istituti agrari. Nel «faccia a faccia» con gli studenti, il presidente e gli assessori provinciali hanno voluto creare un contatto che possa servire ad un reciproco scambio di informazioni sulle attività dell’ente da una parte e sulle esigenze dei ragazzi dall’altra.«La provincia conferma la sua vicinanza ai ragazzi del territorio che sono vere e proprie risorse ed energie per la crescita ed il futuro della nostra Brianza» - ha commentato il presidente Allevi. «Solo attraverso un dialogo con loro, continuo e costruttivo, avremo l’occasione di valorizzare risorse importanti e condividere le scelte più opportune che siamo chiamati ad operare nel pieno interesse della nostra comunità».Da domani mattina e fino a domenica si svilupperà la seconda fase del progetto con il «villaggio» allestito in piazza Esedra, davanti al Palazzo Borromeo, dove dalle 9 alle 20 ci saranno attività didattiche, simulazioni di primo soccorso, informazioni di esperti sulle dipendenze, attività interattive, spettacoli teatrali, illustrazione di progetti scolastici e mostre. Sabato pomeriggio ci sarà anche una sfida tra band giovanili emergenti, contest di writing, breakdance e parkour. Per entrambe le serate, dalle 18 verrà offerto un aperitivo no alcool. Gran finale nella giornata di domenica con iniziative dalle 10 alle 22 che prevedono il coinvolgimento di diverse associazioni locali e la presentazione di iniziative rivolte a tutte le età.
Gabriele Bassani
7 Aprile 2011
Il Pdl sceglie di correre con l’Udc, Garbo sarà il candidato Sindaco
La coalizione avrà anche il sostegno di «Desio per tutti» e «Desio 2000»
Desio — E' Tiziano Garbo la scelta fatta dal Pdl. Sullo storico leader Udc ha deciso di puntare il partito berlusconiano, quando lo Scudo Crociato ha rotto il patto siglato con i Popolari della Margherita, nel naufragio del tentativo di Terzo Polo iniziato con il bye bye della Lega Nord. Un’implosione, quella del Polo di Centro, che ha portato alla corsa solitaria del Carroccio (sostenuta dalla lista civica Per Desio) e dei Popolari, mentre i casiniani hanno trovato l’accordo con gli «azzurri». E la coalizione ha imbarcato altre due forze importanti: la lista civica «Desio per tutti» di Antonino Foti, medico ex Pd dal vasto consenso in città, «Desio 2000» ma a sorpresa senza il suo fondatore e leader, cioè l’ex sindaco Giampiero Mariani. A tirare le fila di un gruppo piuttosto eterogeneo, dunque, sarà proprio Garbo, assessore al Bilancio uscente. La sua candidatura è stata ufficializzata ieri e sarà presentata domenica alle 18 in una location ancora da definire. «Il Popolo della libertà e l’Unione di Centro - recita un comunicato congiunto - stringono un patto per dare un governo a Desio, promuovendo liste rinnovate, con una forte presenza di giovani, donne, cittadini rispettati e rispettabili. La volontà è quella di garantire una svolta propositiva in grado di affrontare i seri problemi con spirito riformatore, innovativo e ricostruttivo delle istituzioni democratiche e della partecipazione popolare, nel segno di una adesione alla carta dei valori del Partito Popolare Europeo, cui entrambi ci riconosciamo». «La nostra comunità - prosegue il comunicato - ha subito l’attacco della ‘ndrangheta, che in nessun modo è lecito minimizzare. Il metodo per opporsi passa dalla trasparenza nella amministrazione della cosa pubblica e nella alleanza di società civile, movimenti e partiti per preservare e promuovere la operosa e pacifica convivenza cittadina. La cultura della legalità deve sovrapporsi a quella del sospetto e del declino, attuandosi con l’assunzione di nuove regole e controlli che rilancino la dignità delle istituzioni». Quindi una nota polemica perchè «lo scioglimento del consiglio comunale, voluto e strumentalizzato per ragioni di contrasto elettorale, ha dato fiato ad accuse infamanti che invece di dirigersi contro le cosche hanno preso di mira partiti che sono espressione democratica dei cittadini».Bocciata dunque la giovane Pia D’Andrea, ormai da troppe settimane «congelata» senza molte spiegazioni: avrà comunque un ruolo importante nella lista e nell’eventuale squadra di governo, «la ringraziamo perchè aveva ed ha le qualità per essere un eccellente candidato - dice Renato Farina, responsabile per il Pdl della campagna elettorale a Desio - e rappresenta ciò che il Pdl intende per rinnovamento e speranza».
Alessandro Crisafulli
7 Aprile 2011
L’Ex primo cittadino
Delusione, amarezza ma soprattutto rabbia per Giampiero Mariani dopo la decisione del suo gruppo
«Con Tiziano mai, è un perdente, piuttosto faccio il nonno»
Desio — Deluso, sconfortato, triste, un po’ confuso per le ultime tormentate ore, dopo mesi di vero e proprio inferno (personale e mediatico). Ma anche arrabbiato, sconcertato, polemico. Giampiero Mariani alza bandiera bianca. L’ex sindaco di Desio, che in città gode tuttora di parecchi consensi, nonostane le ultime vicende della sua amministrazione, ha deciso di tirarsi fuori dalla competizione politica per le elezioni di maggio. «Farò il nonno a tempo pieno», dice. Tutto si è deciso in un’accesa riunione, svoltasi martedì sera. Quella in cui il Pdl ha definito l’alleanza con l’Udc, nel segno di Tiziano Garbo, e le due liste civiche: quella di Antonino Foti e quella proprio di Mariani. «Ma io a un certo punto me ne sono andato – racconta l’ex primo cittadino, che negli ultimi anni ha praticamente vissuto giorno e notte, diciamo così, in municipio – perchè non ero d’accordo con la scelta dei miei di siglare l’accordo con il Pdl». Il suo rifiuto ha un nome e cognome: Tiziano Garbo, appunto. «Sarei stato favorevole a un’alleanza, e avrei fatto un passo indietro come candidato sindaco, con una persona diversa e nuova - spiega Mariani - magari lo stesso Farina o Dario Rivolta o il dottor Beretta, ma Garbo no, un perdente nato». Garbo che è stato accanto a Mariani fino all’ultimo, prima della caduta della Giunta, come assessore al Bilancio: «Appunto – dice Mariani – non capisco perchè adesso lui debba avere gli onori della gloria e io stare all’inferno; lui debba diventare il paladino della legalità e io quello che favoriva l’illegalità: è una cosa inaccettabile. Così ho deciso di mollare tutto, non mi candiderò nè come sindaco nè come consigliere».Una decisione (presa nonostante fossero stati promessi due assessorati alla sua lista) che già fa discutere, la sua, che avrà un sicuro impatto nel conteggio dei voti delle varie coalizioni. Volente o nolente, apprezzato o criticato, infatti Mariani continua ad essere molto popolare in città.
Alessandro Crisafulli
7 Aprile 2011
Limbiate verso il voto. Impegnato nel mondo del volontariato
Pdl e Lega candidano Picozzi in continuità con Romeo
Limbiate — Sarà Eugenio Picozzi a tentare di dare continuità alla giunta di centrodestra che guida Limbiate da 10 anni, provando a prendere il posto del sindaco uscente Antonio Romeo. È lui il candidato proposto da Pdl e Lega che ha raccolto anche il sostegno delle liste civiche «Romeo per Picozzi sindaco» e «Insieme per Pinzano», del Movimento per l’Italia e dei Popolari d’Italia domani. Il nome di Picozzi, che girava con insistenza da un paio di settimane è stato ufficializzato domenica pomeriggio, nel corso di una festa organizzata dal centrodestra in Villa Mella. Picozzi, 67enne, commerciante in pensione, nato e cresciuto a Limbiate dove è conosciutissimo per una serie di impegni nel mondo del volontariato e nel sociale, negli ultimi 5 anni ha svolto il ruolo di presidente del consiglio comunale. La sua candidatura è un’indicazione precisa di continuità dell’operato della giunta Romeo, come conferma lo stesso interessato. «Ho accettato con entusiasmo questa sfida - afferma - per poter proseguire l’ottimo lavoro realizzato negli ultimi due mandati. Abbiamo visto trasformare Limbiate grazie alla capacità di credere nei sogni e di lavorare in maniera determinata per realizzarli. da una Limbiate conosciuta solo per problemi sociali siamo arrivati ad avere una città finalmente bella da vivere, con servizi e iniziative e vogliamo proseguire su questa strada». Lo stesso Picozzi ha voluto subito chiarire la sua posizione nei confronti del sindaco uscente Antonio Romeo che secondo qualcuno potrebbe rappresentare una presenza «ingombrante» sull’eventuale elezione a sindaco del candidato di centrodestra.«Ho manifestato pubblicamente tutta la mia riconoscenza verso Romeo prima di tutto come cittadino per quello che ha fatto - ha dichiarato il candidato -. Sono contento che abbia deciso di candidarsi come consigliere comunale e sarei incosciente se rifiutassi a priori una sua collaborazione, ma sono altrettanto convinto di poter camminare con le mie gambe e lui su questo è pienamente d’accordo con me». Picozzi ha gestito insieme ai fratelli per oltre 35 anni un negozio di alimentari in via Trieste, è stato presidente ed è attuale vicepresidente dell’Unione commercianti del mandamento di Seveso ed è stato per 15 anni tra i promotori di Expo Brianza. Tra le altre cariche è presidente del Gruppo sportivo disabili di Limbiate, vicepresidente della Filarmonica Corrado Rinaldi e vicepresidente dell’Asca, associazione solidarietà, condivisione adozioni a distanza. Dal 2008 è anche entrato a far parte del gruppo delle Guardie ecologiche volontarie del Parco delle Groane.
Gabriele Bassani
7 Aprile 2011
Per la poltronissima altri tre concorrenti. Anzi forse quattro
Limbiate — Picozzi dovrà vedersela con almeno 3 concorrenti (ma potrebbero presto diventare anche quattro). A cominciare ovviamente da Raffaele De Luca, alla guida della coalizione di centrosinistra: «Un uomo che stimo molto e con cui ho condiviso molte iniziative sociali ma sul piano politico evidentemente siamo molto distanti», dice di lui Picozzi. Oltre a loro due, è già certa la presenza nella sfida di Fausto Guerra, assessore uscente che, deluso dall’atteggiamento della coalizione di centrodestra, ha dato vita ad una nuova formazione, «Nuovi orizzonti italiani», con la quale si candida a sindaco, mentre appena due giorni fa la lista Si per Limbiate ha presentato il proprio candidato sindaco Carlo Schieppati, consigliere comunale uscente del Pdl che, abbandonato il partito di Berlusconi potrà contare sull’appoggio del cosiddetto «terzo polo», con Udc, Fli e lista civica Nuovo polo Limbiate. Possibile la prossima candidatura di un quinto aspirante sindaco che potrebbe avere l’appoggio del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.
Gabriele Bassani
7 Aprile 2011
La decisione del collegio di giudici presieduto da Italo Ghitti
’Ndrangheta, il processo torna a Milano
Coinvolti tre dei quattro imputati «brianzoli» della maxinchiesta Infinito
Desio — Ritorna al Tribunale di Milano il processo nei confronti di 4 dei 15 imputati della maxinchiesta «Infinito» contro la ’ndrangheta (che il luglio scorso ha portato a una cinquantina di arresti solo in Brianza) che erano stati mandati dal gup milanese per competenza davanti ai giudici monzesi. Il gup milanese aveva ritenuto questi imputati, per lo più personaggi minori nell’inchiesta, non giudicabili dal Tribunale di Milano l’11 maggio nel maxiprocesso per associazione di stampo mafioso e aveva disposto per loro lo stralcio al Tribunale di Monza perchè i reati non rientravano nel maxiprocesso milanese. Altri stralci sono stati disposti verso altri Tribunali a Como, Pavia, Bergamo, Busto Arsizio. Ma ieri il collegio di giudici del Tribunale di Monza presieduto da Italo Ghitti, che doveva processare Pio e Domenico Candeloro, il primo ritenuto dagli inquirenti braccio operativo nella Locale di Desio di Annunziato Moscato, ritenuto collegato alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo e capo del gruppo di ’ndrine stanziato nel Desiano, oltre a Natale Marrone e Angelica Riggio, su richiesta della difesa, ha deciso che il processo deve tornare per competenza a Milano (tranne l’imputazione di detenzione e porto illegale di un’arma di cui deve rispondere Natale Marrone) in quanto i reati sono comunque legati alla presunta associazione a delinquere di stampo mafioso. Solo per Natale Marrone il processo resta quindi a Monza e riprenderà il 2 maggio con l’istruttoria dibattimentale e la sentenza dei giudici. Candeloro Pio a Monza era accusato soltanto della ricettazione di un semirimorchio contenente componenti elettrici per un valore di oltre 100mila euro rubato da ignoti nel 2008 a Settimo Milanese, mentre Domenico Pio era imputato di intestazione fittizia di un immobile per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale e di usura insieme alla sua compagna Angelica Riggio, nonchè di estorsione.
Stefania Totaro
7 Aprile 2011
In regione
Ponzoni e Civati: è guerra
Monza — duello tutto brianzolo al Pirellone fra i due ragazzi d’oro della politica locale dopo il sequestro ordinato dal Tribunale di Monza, ed eseguito l’altro ieri dalla Polizia provinciale a Desio, degli immobili abusivi e dei terreni nei quali sono stati conferiti abusivamente scarti edilizi e altri rifiuti.Nei guai è di nuovo finito l’ex assessore regionale ed ex capo del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni: ieri il consigliere regionale del Pd Giuseppe Civati, monzese, ne ha chiesto le dimissioni. «Quella dell’ex assessore regionale all’Ambiente Massimo Ponzoni è un’epopea anti-ambientale fatta di troppo frequenti violazioni, dagli abusi edilizi a Cesano Maderno allo stoccaggio abusivo di rifiuti a Desio di cui sono responsabili società di cui fa direttamente parte - ha tuonato Civati -. Formigoni continua a proteggere un personaggio ormai indifendibile, che continua a essere consigliere segretario d’aula, cioè nell’ufficio di presidenza della terza assemblea più importante del Paese, dopo Camera e Senato. Già l’anno scorso il Pd ha chiesto le sue dimissioni. Cosa aspettano Pdl e Lega a chiedere e ottenere dal più chiacchierato personaggio nella storia del Consiglio regionale di fare almeno un passo indietro?».Immediata la replica dell’interessato, con l’aggiunta di querela. «Ho già dato mandato ai miei avvocati Luca Ricci e Sergio Spagnolo di prendere tutte le iniziative legali più opportune», annuncia Ponzoni, che accusa Civati di avere diffuso «notizie false». «Ancora una volta - precisa Ponzoni - mi trovo davanti a calunnie strumentali: personalmente non ho mai commesso abusi edilizi e men che mai mi può essere attribuita in proprio o attraverso società da me partecipate la responsabilità di aver effettuato stoccaggi abusivi di rifiuti. Nella mia attività politica ho sempre perseguito il bene comune, come assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente ho sempre agito con la massima trasparenza e correttezza, altrettanto ho fatto come imprenditore. Diffido chiunque ad associarmi a potenziali violazioni o reati ai quali nei fatti sono completamente estraneo, come le verifiche in corso hanno accertato. Civati cerca di indebolire la mia immagine e quella del Pdl gettando miseramente fango che il voto elettorale rottamerà in un baleno».
8 Aprile 2011
Cesano sciopero a oltranza dei 40 dipendenti e blocco della produzione
«Omega va bene? Premiateci»
«L’azienda investe nelle macchine e non nelle risorse umane»
Cesano Maderno — La vera notizia dovrebbe essere che la Omega, media industria metalmeccanica con circa 40 dipendenti, ha superato la crisi economica mondiale del 2008 restando in vita senza ricorrere a licenziamenti forzati e ora finalmente ricomincia a produrre a buoni livelli in un mercato, quelle delle forniture automobilistiche, in cui la concorrenza è spietata. Ma in questi giorni a fare notizia è invece la protesta dei lavoratori, che dall’inizio della settimana hanno proclamato uno sciopero ad oltranza, bloccando di fatto la produzione, per rivendicare il premio di risultato in arretrato dal 2008, contestare l’introduzione della turnazione e in generale denunciare la difficile situazione delle relazioni sindacali. Una protesta durissima, che si è trasformata in un vero e proprio “muro contro muro” nei confronti dell’azienda. «Questa azienda preferisce investire nelle macchine che nelle risorse umane - denuncia Marco Enna, della Rsu -. Abbiamo subìto la cassa integrazione quando il mercato era fermo, negli ultimi anni abbiamo assistito al pensionamento di 10 dipendendenti che non sono stati sostituiti e ora che le cose hanno ripreso ad andare bene, tanto che ci chiedono di fare i turni per aumentare la produzione, crediamo di avere diritto al riconoscimento del premio economico che ci spetta e a relazioni sindacali più corrette all’interno della fabbrica». «Per questo motivo - prosegue Enna - intendiamo proseguire con questa forma di protesta mantenendo un presidio davanti all’azienda, fino a quando riprenderà un confronto aperto e corretto con la proprietà». Si dice sconcertato Marco Wegner, titolare dell’azienda: «Siamo alla terza generazione di una famiglia che ha fondato questa fabbrica nel 1946 e l’ha saputa mantenere con enormi sacrifici, superando situazioni difficilissime come quella del 2008 quando in pratica si è fermato tutto il mondo e mi sembra pazzesco quello che sta succedendo qui oggi», è il suo commento. «L’accordo per quel premio non l’ho mai firmato e da quanto mi dicono dall’associazione industriali non ci sono aziende in tutta la zona che siano riuscite a riconoscerlo in questi ultimi anni. Ci stiamo lentamente riprendendo ma siamo ancora lontani dai livelli di prima del 2008 e dobbiamo fare i conti ogni giorno con una concorrenza internazionale rispetto alla quale partiamo fortemente svantaggiati, per il costo del lavoro, dell’energia, per l’assenza di infrastrutture. Non abbiamo mai ritardato il pagamento di uno stipendio, tredicesima e quattordicesima compresa, abbiamo sempre reinvestito gli utili in azienda».
Gabriele Bassani
8 Aprile 2011
Gelsia non c’entra. Sono truffatori
Cesano Maderno — Ancora truffe in Brianza. Dopo le segnalazioni dei giorni scorsi sulle raccolte di denaro inesistenti da parte di alcune associazioni e quella dei finti dipendenti comunali arriva quella dei falsi letturisti del contatore dell’acqua che utilizzano la scusa di accedere a fatture e documenti per introdursi nelle abitazioni, con l’intento probabile di raggirare gli utenti. Le segnalazioni sono giunte nei giorni scorsi dal quartiere Cascina Gaeta.«Ci sono individui -riferiscono da Brianzaacque- che spacciandosi per nostri dipendenti, chiedono di poter visionare fatture e altra documentazione al fine di introdursi nelle abitazioni». Dalla società che gestisce la rete idrica cesanese si evidenzia che “non ci sono soggetti autorizzati né a richiedere la visione di documenti contabili, né tantomeno eventuali somme in denaro. I nostri incaricati , riconoscibili da un tesserino con foto, passano nelle case due volte l’anno, solo ed esclusivamente per effettuare la lettura del contatore”.
Gabriele Bassani
8 Aprile 2011
Il Carroccio sceglie Arienti, il dottore della Brianza
Desio — Non è residente a Desio, non ha grande esperienza nè politica nè amministrativa - e ci ha tenuto subito a precisarlo - ma ha tanta voglia di fare bene per la città dove lavora da una vita, a stretto contatto con la sua popolazione. E’ Silvio Arienti, 70 anni, primario di ginecologia che opera nell’ospedale di via Mazzini da oltre 30 anni, il prescelto dalla Lega Nord per le elezioni di maggio. La sua presentazione è avvenuta l’altra sera, presso la sede elettorale di via Garibaldi della lista civica Per Desio, che è l’unico alleato selezionato dal Carroccio dopo la lunga trattativa con l’Udc e i Popolari fatta saltare poi da un diktat della segreteria romana.Sotto l’ala protettiva di Ettore Motta, segretario e vicesindaco uscente, e a fianco di Simone Gargiulo, segretario della formazione dei fuoriusciti dalla lista dell’ex sindaco Mariani, Arienti ha spiegato la sua scelta: «Ero perplesso all’inizio - ha detto - per la complessa situazione politica desiana e anche per il tentativo di andare insieme all’Udc e alla Margherita, poi quando si è deciso di correre da soli con la lista civica ho deciso di candidarmi, con l’obiettivo di fare avere alla Lega il mio contributo». Poi ha raccontato la sua esperienza lavorativa a Desio, iniziata nel 1970, con 22 anni da primario: «E’ chiaro che con otto ore al giorno in ospedale - ha sottolineato - attraverso i pazienti, i colleghi e il personale infermieristico ho conosciuto il territorio e la situazione desiana». Arienti, chiamato “il dottore” dai suoi, non si è addentrato nel programma, ma ha anticipato la priorità: «Mettere mano al bilancio - ha detto - visto che certe situazioni sembrano degenerate, ad esempio la raccolta dei tributi e alcune questioni con gli oneri di urbanizzazione». Non è mancato anche un accenno a quanto successo a luglio, con l’operazione anti ’ndrangheta che ha pesantemente investito Desio: «Non mi ha stupito quanto successo - ha ammesso - ma mi ha sorpreso la profondità e la diffusione della criminalità nella città. Bisognerà fare tutto il possibile per contrastarla». Stimolato anche su un possibile, anzi probabilissimo, ballottaggio, non si è sbilanciato: «Vedremo di muoverci secondo quelle che saranno le direttive dei vertici della Lega - ha detto - comunque pensiamo un passo alla volta».Il segretario motta ha elencato alcuni dei temi chiave sui quali poggia il programma: «Bilancio - ha detto - dove bisognerà ripristinare una gestione da buoni padri di famiglia, poi sicurezza, piano di governo del territorio e Pedemontana». «La scelta di Arienti - ha aggiunto - è stata studiata: abbiamo puntato su una persona capace e apprezzata ma senza nessun interessi in città, se non quella di renderla migliore». Parole di apprezzamento anche da parte di Gargiulo dei Per Desio, che l’ha definito «un fattore di discontinuità e di novità, con una forte carica positiva e vincente». In platea non sono passate inosservate le presenze, fra gli altri, di Tiziano Garbo (che verrà presentato domenica alle 17.30 in sala Pertini come candidato di Pdl, Udc e due civiche) e di Elisabetta dell’Orco, leader dei Popolari che alla fine correranno da soli con Ambrogio Sala. Ci sono stati anche i primi colloqui informali: chissà, si pensa già al secondo turno, dove ogni mossa potrà essere determinante per l’esito finale.
Alessandro Crisafulli
8 Aprile 2011
Saccheggio continuo dai pluviali in rame ai tombini di ghisa
Tallarita: «Dormirò al camposanto e se li prendo finiscono sotto terra»
Giussano — Pochi giorni fa ha messo una taglia sui ladri di tombini ma preoccupato per quello che sta succedendo nei cimiteri della Brianza ha rilanciato con una proposta choc. «Vado a dormire al cimitero e se riesco a fermare uno di questi delinquenti li faccio finire sotto terra». L’assessore sevesino Nicola Tallarita non le manda certo a dire alla banda dei cimiteri e aspettandoli al varco con un sistema di telecamere, scenderà in campo in prima persona per difendere il riposo eterno dei suoi cittadini. «Qualche furto qui a Seveso è avvenuto ma fortunatamente non hanno mai toccato le tombe. Hanno rubato più volte i pluviali e i tetti delle cappelle di famiglia in rame ma episodi come quelli di questi giorni non sono mai successi - ha continuato l’assessore ai Lavori pubblici di Seveso - L’idea della taglia per i tombini mi è venuta perché non posso controllare tutto il territorio comunale. Al cimitero invece sì, installando le telecamere e se serve anche con la mia persona. I cittadini possono fare da sentinella e segnalare se succede qualcosa. Ogni tombino rubato costa diverse centinaia di euro all’amministrazione comunale. Quello che ci preme di più, anche se siamo in un momento economico difficile, è la sicurezza. Se una bici o una moto finisce dentro un chiusino scoperto?». Da Bovisio a Lentate, passando per Giussano fino a Biassono e Lissone sono 12 i comune del nord-ovest della Brianza che negli ultimi mesi hanno fatto registrare almeno un episodio di furto all’interno del camposanto cittadino. A fare «gola», non tanto il valore intrinseco dell’ oggetti stesso ma i materiali con i quali sono fatti. Dalla ghisa dei tombini, al rame dei pluviali, fino agli ultimi episodi nei cimiteri con il furto di oggetti in bronzo e ottone. La nuova frontiera di chi fa il ladro di professione sembra essere quella delle materie prime ritenute preziose. Tracciare un identikit della banda è difficile ma sicuramente a colpire sono sempre due o più persone. È difficile pensare ad un soggetto singolo che riesce a portare a termine da solo il furto di un tombino (che può arrivare a pesare anche diverse decine di chilogrammi) o di 170 oggetti da un cimitero, comprese statue di figure sacre a grandezza naturale. Parlare di banda sembra comunque ragionevole anche se è difficile associare tutti gli episodi ad un unico mandante. Più verosimile che gli autori dei colpi siano più gruppi magari collegati tra loro che agiscono nelle diverse aree della provincia. Il commercio degli oggetti trafugati dalle tombe sembra comunque non destinato al mercato nero o parallelo. Gli inquirenti propendono infatti per un altro tipo di commercio, quello dei materiali e delle leghe preziose legate alle fonderie. Proprio per non lasciare traccia ed essere riconducibili a precisi episodi dopo essere trafugati, tutti i manufatti vengono fusi e rivenduti al chilo come se fossero materie prime. Se un tombino in ghisa può essere rivenduto ricavando 10-20 euro a seconda della grandezza, per rame e bronzo il prezzo lievita e si arriva anche a cifre che sfiorano i 50-70 euro per un chilo di materiale grezzo. Non sono comunque escluse nemmeno le ipotesi che prevedono per le statue e i crocifissi più recenti e preziosi, la possibilità che vengano ripuliti e rivenduti al pubblico in normali rivendite del settore a prezzo pieno in altre regioni italiane. Una possibilità che non viene accantonata ma vista la poca accuratezza con la quale statue e crocifissi vengono sradicati e caricati in tutta fretta sui mezzi di trasporto, difficilmente gli oggetti rubati non subiscono ammaccature e danni, diminuendo il valore dell’oggetto stesso, non più spendibile come nuovo. Un business che sicuramente frutta parecchio: portavasi e portafotografie in bronzo, oggetti che difficilmente mancano anche sulle lapidi più modeste hanno prezzi, per suppellettili nuove, che partono dai 300-400 euro l’uno. Il prezzo lievita sensibilmente nel caso invece di sculture e croci, si possono raggiungere cifre che superano le 3-4mila euro.
Laura Ballabio
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