Rassegna stampa Cesano Maderno, 25-5-2010

martedì 25 maggio 2010 | ,




Iniziamo la nostra rassegna stampa odierna con la notizia, riportata da Il Giornale – Milano a pagina 45 delle indagini riguardanti le presunte tangenti intascate dal segretario del Consiglio Regionale lombardo Massimo Ponzoni (Pdl). "Regione, indagato l'ex assessore Ponzoni", a firma di Luca Fazzo ed Enrico Lagattolla:

I Pm sospettano che abbia intascato una tangente da 250 mila euro per una variante al pgt di Desio. Nell'inchiesta della Procura di Monza e dell'antimafia di Milano c'è anche il nome dell'ex presidente del Parco delle Groane.


Una brutta storia di mazzette e scelte urbanistiche: e sullo sfondo l'ombra della malavita organizzata e dei suoi interessi nella politica e nel mattone. Al centro dell'inchiesta l'ex assessore regionale Massimo Ponzoni, che alle elezioni di due mesi fa era risultato con 11.069 preferenze, il primo degli eletti nelle liste del Popolo delle libertà di Monza e della Brianza. Un trionfo. Ma che le cose per Ponzoni, giovane leone del centrodestra lombardo, non andassero bene lo si era intuito già nelle settimane scorse quando - nonostante il pieno di voti - era stato lasciato fuori dalla nuova Giunta, perdendo la poltrona di assessore all'Ambiente occupata fino a quel momento, ed accontentandosi della carica di segretario del Consiglio regionale. Colpa, ufficiosamente, dell'indagine per concorso in bancarotta aperta a suo carico a margine dell'inchiesta sulla bonifica dell'area di Santa Giulia, a Milano. Ma da tempo si diceva che i problemi giudiziari per il brillante Ponzoni fossero solo agli inizi, e che gli investigatori stessero lavorando ad altre e ben più pesanti ipotesi di reato nei suoi confronti. Ed ecco che - dallo stretto riserbo che circonda la vicenda - trapela la conferma di quelle voci: Ponzoni è indagato per corruzione. A condurre l'inchiesta il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Walter Mapelli. L'avviso di garanzia è stato notificato la scorsa settimana dai miliari della guardia di finanza. Ma - ed è il dettaglio più inquietante - l'inchiesta è gestita da Mapelli insieme ai suoi colleghi del pool antimafia della Procura di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Significa che a venire ipotizzata a carico dell'ex assessore non è una ordinaria storia di malcostume amministrativo, ma qualcosa di peggio, qualcosa che investe il delicato tema dei consensi elettorali e dei rapporti di Ponzoni con la forte e radicata comunità calabrese della Brianza. Una comunità radicata, compatta, onesta. Ma con al suo interno - fin dal tempo dei leggendari Miriadi, il clan che regnava su Vimercate e che venne seminato alla fine degli anni Ottanta - una presenza dei clan della 'ndrangheta.
È su questi soggetti, e in particolare sul clan Iamonte-Moscato che le procure di Milano e Monza stanno conducendo da oltre un anno una indagine assai vasta. Nell'ambito di questa indagine sono emersi i nomi di Ponzoni e di un altro personaggio assai in vista della politica brianzola: Rosario Perri, un geometra calabrese, a lungo in servizio all'ufficio tecnico del Comune di Desio, che solo in tarda età ha compiuto il salto di qualità scegliendo la politica nei ranghi del Pdl e diventando dapprima presidente del Parco delle Groane e poi assessore nella nuova provincia di Monza. A Perri è andata una delle deleghe più ambite, quella al Personale, agli Affari generali e alle società partecipate. Di Ponzoni, Perri è stato uno dei grandi elettori alle ultime regionali: «Gli dobbiamo riconoscenza e dobbiamo assegnargli limassimo delle preferenze» aveva detto inaugurando la sede di Desio del comitato a sostegno del candidato Pdl. Ponzoni, sia come assessore regionale che come coordinatore del Pdl locale, ha sempre avuto molta voce in capitolo nelle scelte rilevanti della politica e dell'urbanistica brianzola. Ed è in relazione ad alcune di queste scelte che sarebbe scattata l'incriminazione per corruzione per un pagamento di 250 mila euro da parte di un gruppo interessato all'operazione e a sua volta collegabile alle cosche. Di una operazione urbanistica su un area in via Molinara, a Desio, si parlava in alcune intercettazioni realizzate nel 2008 in cui tale Fortunato Stellitano, poi arrestato per associazione mafiosa, tranquillizzava gli interlocutori: «Martedì vado a trovare Massimo che è assessore all'ambiente, mi faccio fare lo svincolo ed è a posto».


Sempre su Il Giornale – Milano a pagina 45 gli stessi autori riassumono i guai giudiziari di Ponzoni in un articolo intitolato "La storia. Quanti guai, dalle ville abusive alla bancarotta":

Di tegola in tegola. La carriera politica di Massimo Ponzoni, ex assessore all'Ambiente del Pirellone, è inciampata diverse volte nei guai con la giustizia. L'ultima accusa - quella di corruzione - è di certo al più grave. Ma, appunto, è solo l'ultima. Meno di due mesi fa, infatti, l'attuale consigliere regionale del Pdl rieletto a Monza con 11 mila e 96 preferenze, era finito nel registro degli indagati (assieme alla moglie e al fratello di quest'ultima) con l'accusa di bancarotta per il crac della «Pellicano» - la società immobiliare di cui Ponzoni era socio - dichiarata fallita dal tribunale di Monza nel gennaio scorso, e affondata da perdite per circa 600 mila euro. Il nome di Ponzoni, però, non era nuovo alle cronache. L'ex assessore, infatti, era stato sentito per quasi dieci ore (come testimone) dai pm che indagano sulla bonifica di Santa Giulia, per la quale erano finiti in carcere l'imprenditore Giuseppe Grossi e Rosanna Gariboldi, moglie del parlamentare Giancarlo Abelli nonché socia di Ponzoni nella «Pellicano». Infine, l'attuale consigliere venne coivolto in due vicende di abusi edilizi: la prima risale al febbraio del2009, quando il Tar gli impose di abbattere due villette abusive costruite su un terreno agricolo non edificabilc a Cesano Maderno (una intestata alla moglie, l'altra abitata dal cognato e dalla suocera). La seconda riguarda il mancato pagamento di un condono «per violazioni edilizie eseguite presso l'immobile di corso Italia 144 a Desio». Una palazzina alta tre piani costruita dalla Immobiliare Corso Italia Srl. Una società in liquidazione, tra i cui soci figuarava proprio l'allora assessore all'Ambiente.


Proseguiamo con il Giornale di Seregno, pagina 19, con un articolo sulla situazione di crisi della Giunta comunale "Tutto in sospeso fino all'ultimo secondo":

Una crisi che si è trascinata per quasi un mese, quella interna alla maggioranza cesanese, se si vuole considerare «data zero» quella del Consiglio comunale dello scorso 29 aprile, quando - all'ordine del giorno l'importantissimo voto sul bilancio consuntivo - il Pdl non si è presentato in Aula. Da quel momento in poi, tra assessori licenziati, minacce di sfiducia al sindaco e dimissioni varie la politica locale ha vissuto una pagina non certo confortante della sua storia. A occuparsi della crisi sono scesi in campo i vertici provinciali e addirittura regionali dei due partiti - Lega e Pdl - ma nonostante l'interessamento dall'alto la soluzione non è arrivata in fretta. Al momento di andare in stampa - nel primo pomeriggio di lunedì 24 maggio - non possiamo ancora dare conto delle possibili novità emerse dagli ultimi incontri della giornata di ieri, conclusa in serata dal Consiglio comunale dedicato - nuovamente - al consuntivo.
Le ultime indiscrezioni, raccolte nel fine settimana, raccontavano di un probabile scenario in cui la nuova Giunta (ricordiamo che fino a ieri gli assessori superstiti erano solo tre, i leghisti Luca Bonfanti, Giorgio Avataneo e Fabio Pometto) avrebbe visto rientrare al proprio posto ben cinque uomini del Pdl: oltre ai tre dimissionari, anche due dei quattro «epurati» dal sindaco all'indomani del Consiglio disertato. Un posto nell'esecutivo, dunque, per Fabrizio Bonafede, l'ex vicesindaco Claudio Scolari e Marcello Mitrano, ma anche per Giuseppe Mazzacuva e Giovanni Spagnuolo, vittime della revoca della propria carica. Nessun ritorno, invece, per Ivan Romanò e Michele Santoro, anche se per quest'ultimo si vocifera di un possibile «risarcimento» con un posto in Assp.
I volti nuovi del Pdl in Giunta, sempre stando alle voci circolate con insistenza, sarebbero quelli di Alessandro Solimán e Chiara Mornatta. Ma non era questa l'unica formazione prospettata fino a ieri mattina, perché altre fonti davano come probabile una nuova Giunta a otto componenti, e il rischio che a rimetterci definitivamente il posto potessero essere, sul fronte del Pdl, Marcello Mitrano e Claudio Scolari. Nessuna conferma, fino al momento di andare in stampa, di quanto prospettato, a riprova che, in questa complicata situazione, l'unico fatto certo sia l'estrema difficoltà di arrivare a una svolta.


Ancora sul Giornale di Seregno, a pagina 19, sono riportate le dichiarazioni del segretario cittadino del PD Gianni Calò sulla situazione amministrativa di Cesano Maderno. "Prendano atto della propria incapacità"

«Prendete atto delle vostre incapacità, rimettete il mandato e lasciate decidere ai cittadini come si può ben governare Cesano, lasciando fuori dalla porta i potentati politici di Pdl e Lega che fino a pochi mesi fa neanche conoscevano l'indirizzo del nostro Comune». Un vero appello, quello del Pd locale, che chiarisce tramite il coordinatore Gianni Calò la posizione sulle vicende che hanno coinvolto la maggioranza nelle ultime settimane «consegnando l'immagine di una coalizione che ha perso i motivi (capire quali è un tema un tema che da solo riempirebbe pagine di giornali) per stare insieme al governo». «Tante le voci sui possibili scenari per evitare il ricorso alle urne - ha commentato Calò - alcune hanno riportato anche poco chiari coinvolgimenti del Pd nella soluzione della crisi, ma la nostra posizione è chiara: siamo alternativi all'attuale maggioranza. Il nostro modo di agire parte dall'elaborazione di programmi, dall'enunciazione di scelte strategiche. Da questo nasce l'impossibilità di confronto con chi non ha un progetto». «Marina Romanò - ha proseguito - ha dichiarato in campagna elettorale che la sua coalizione non aveva un programma, che lo avrebbero scritto assieme ai cittadini. Purtroppo, tanti ci hanno creduto».  
«Il tempo ci sta dando ragione: questa giunta non ha idee né ha capacità per governare» ha concluso Calò, passando a elencare «le poche scelte fatte, che non guardano al futuro ma produrranno danni a lungo termine: 250 mila euro buttati via per il Pgt, la riduzione di posti auto per la nuova stazione Fnm, la richiesta a Pedemontana di annullare la tangenzialina Desio-Bovisio e la follia di chiedere la sospensione del tratto B2. E ancora i soldi sprecati in futilità e incarichi non necessari e la vicenda del consigliere Oltolini che ha costretto il Prefetto ad intervenire. Tutto in soli 9 mesi. Su queste basi ci auguriamo che l'attuale governo sia messo nelle condizioni, nel più breve tempo possibile, di non fare più danni»


Sempre sul Giornale di Seregno a pagina 20 sono riportate le critiche dell'ex Sindaco Vaghi all'atteggiamento della Giunta riguardo alla question piscina comunale. "«Questione di stile». Vaghi critica il sindaco sulla piscina":

Non è ancora arrivato il giorno del primo tuffo - l'inaugurazione è prevista per sabato prossimo, 29 maggio - eppure la piscina cesanese è già al centro delle polemiche. A innescare la scintilla è l'ex sindaco Paolo Vaghi, che ha voluto commentare, e l'ha fatto senza mezze misure, «il comportamento del sindaco Marina Romanò e della sua residua maggioranza in merito all'apertura del nuovo centro e ai pomposi comunicati stampa». «Una questione di stile - ha puntualizzato - Solo ora, a quasi un anno dalla sua elezione, il sindaco Romanò pare aver scoperto dove si trovi la piscina e la inaugurerà come fosse una sua opera, senza neanche il garbo di menzionare chi quell'opera, insieme alla sua Amministrazione, l'aveva pensata, ideata e finanziata, sempre con il voto contrario delle destre. Ora scoprono di avere un gioiello che fino a pochi mesi fa pareva non sapessero neanche dove fosse e, anche per nascondere il loro vuoto di idee e la loro litigiosità, cercano di prendersi ogni merito».
«Mentre l'attività amministrativa è paralizzata dalle loro furibonde liti - ha rincarato Vaghi - e i cantieri, come per esempio quello della sistemazione della casa per gli anziani, sono fermi, ci si prende il merito "esclusivo" del lavoro svolto da altri. Sicuramente faranno così anche per la ormai prossima farmacia di Cascina Gaeta e il centro sociale annesso». «Non è assolutamente vero che ci siamo presi il merito esclusivo dell'opera - ha replicato Marina Romanò - Semplicemente abbiamo voluto comunicare la riapertura e il ritorno di quello che non è un gioiello, bensì un servizio per tutti i cittadini».


Infine su Il Giorno - Monza e Brianza a pagina 12, Gabriele Bassani scrive un articolo dal titolo "Stazione, cantiere aperto anche di notte":

Lavori anche di notte per la nuova stazione ferroviaria. Dovranno operare anche in notturna, alla luce di fari speciali, gli uomini impegnati nel cantiere per la costruzione della nuova stazione con il nodo di interscambio sulle linee Ferrovie nord Milano. Mentre la nuova stazione comincia a prendere forma con il «look» standard di tutte le stazioni Fnm, con vetrate moderne, banchina coperta con tetto a triangolo rovesciato e travi metalliche a vista, proseguono i lavori per rendere possibile lo scambio tra le due linee che si incrociano a Cesano, la Milano-Asso e la Saronno-Seregno in fase di riattivazione. Dallo scorso fine settimana è giunta in Comune la segnalazione della necessità di lavorare anche in orario notturno. «L'impresa appaltatrice dovendo provvedere al montaggio delle pensiline in banchina, per evitare rischi connessi alla circolazione ferroviaria, dovrà lavorare in notturna», si legge in una nota diffusa dall'Amministrazione. Le lavorazioni verranno effettuate saltuariamente durante la settimana, senza un calendario prestabilito, comunque entro il prossimo 18 giugno.
La nuova fermata di interscambio tra le due linee ferroviarie (che scorrono a livelli diversi e quindi saranno servite da una stazione su due piani) richiede un investimento complessivo, comprese le opere complementari, di circa 7,3 milioni di euro e dovrebbe concludersi entro il prossimo autunno. Servirà invece almeno un altro anno e mezzo per poter vedere di nuovo in funzione i treni sulla Saronno-Seregno, dove è in corso un maxi intervento di ripristino di 75,5 milioni di euro, che comprendono modifiche di armamento e raddoppio della linea ferroviaria attuale nei territori comunali di Saranno, Solaro, Cedano Laghetto e Cesano Maderno eliminazione dei passaggi a livello esistenti, nuovi impianti di segnalamento e telecomunicazione, riposizionamento delle fermate, con adeguamento di tutti gli impianti di stazione.


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